NIKON NIKKOR DA 28mm : OBIETTIVI
FISSI & ZOOM
(NIKON AF-NIKKOR 28/1,4 Asp - NIKON NIKKOR
28/2
NIKON NIKKOR 28/2,8 AiS - NIKON PC-NIKKOR
28/3,5
ZOOM-NIKKOR 25-50/4 - AF-S ZOOM-NIKKOR 17-35/2,8 ED)
05/08/2007
La focale 28mm è sicuramente una panacea per riacquistare i consueti parametri
visuali dopo un'autentica
orgia di supergrandangolari che ci ha fatto perdere di vista i limiti del
buongusto e della prospettiva classica;
inoltre, l'obiettivo da 74° è estremamente duttile, ed in mani esperte può
facilmente essere "paludato" da wide
più o meno spinto, a seconda della composizione e del posizionamento dei piani;
insomma, è un'ottica
ingiustamente relegata sullo scaffale del demodè e che andrebbe invece
rivalutata; nel celebre corredo Nikkor
la focale in questione è sempre stata oggetto di cure particolari, arrivando a
farci ipotizzare una netta preferenza
per il 28mm da parte del management dell'Azienda, che nel tempo ha sviluppato
una gamma più ampia e dinamica
rispetto alla linea del 35mm, considerato da altri fabbricanti il grandangolare
d'elezione.
Col passare del tempo nel corredo Nikkor si sono alternati 28mm con luminosità
f/3,5, f/2,8, f/2 ed f/1,4, e per
buona misura furono prodotti anche due 28mm PC-Nikkor decentrabili, con
lumninosità f/4 ed f/3,5; considerando
anche la significativa evoluzione del 28/3,5 (ricomputato nel passaggio
all'attacco Ai) e del 28/2,8 (rivisitato nel
passaggio ad AiS adottando 8 lenti flottanti e ricalcolato anche nella versione
AF-Nikkor passando ad AF-D)
non si può negare la leadership Nikon in questa specifica focale; non bastasse,
esiste anche il 28/2,8 Nikon Series E...
Approfittando del mio corredo di Nikonista, ho deciso di
testare alcuni significativi obiettivi Nikkor da 28mm: il celebre
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp, il sempreverde Nikkor 28mm f/2, classe 1970, il
quotato Nikkor AiS 28mm f/2,8
(ricalcolato e dotato di sistema flottante CRC fino a 0,2m) ed il PC-Nikkor 28mm
f/3,5 decentrabile, in questo caso
utilizzato come 28mm "volgare", con decentramento in posizione di
zero; per rendere più interessante il confronto
ho aggiunto anche due zoom-Nikkor grandangolari che prevedono la focale 28mm: il
vetusto 25-50mm f/4 Ai
(lanciato nel 1979 e a suo tempo molto costoso e quotato) ed il più recente
AF-S 17-35mm f/2,8 ED, progettato
ai tempi della Nikon D1 e previsto all'origine per l'impiego sul digitale;
naturalmente questi zoom sono stati provati
alla sola focale 28mm. Non ho potuto aggiungere al lotto lo zoom AF-S VR
24-120mm f/3,5-5,6 ED perchè si tratta
di un Nikkor tipo G - privo di ghiera del diaframma - e non mi sarebbe stato
possibile selezionare le opportune
aperture montandolo sul corpo Canon EOS 5 D.
CRITERIO DELLA PROVA
Anche in questo caso la prova è orientata all'utilizzo reale, considerando
valide tutte le incognite e le variabili
che qualsiasi utente incontra sul campo; l'apparecchio utilizzato è stata una
Canon EOS 5D impiegata in RAW,
che genera il consueto file da 12,8 megapixel pari a 4.368 x 2.912 pixel; le
riprese sono state effettuate
ad una distanza dal soggetto di circa 20m, equiparabile ad un impiego ad
infinito, utilizzando un robusto cavalletto
e montando gli obiettivi Nikkor tramite l'anello adattatore Nikon-EOS;
l'esposizione è stata regolata in manuale,
operando col sole alto in un giorno terso e adottando identici valori
esposimetrici in tutti gli scatti; per evidenziare
eventuali blend cromatici propri alle singole ottiche il bilanciamento del
bianco è stato fissato su un preset
manuale a 5.600° K e mantenuto per tutta la sessione; gli scatti sono stati
eseguiti col sollevamento preliminare dello
specchio reflex seguito da autoscatto, attivando l'apparecchio col comando a
distanza Canon RS-80N3; l'impiego
sul sensore full-frame 24x36mm di vecchi grandangolari retrofocus può
comportare qualche variabile imprevista
(calo di nitidezza e/o vignettatura ai bordi estremi), tuttavia ritengo
interessante valutare come si comportino obiettivi
non recentissimi sul digitale, dal momento che moltissimi utenti sono passati a
questa tecnologia e si chiedono cosa
dovrebbero aspettarsi rimettendo al lavoro le "vecchie glorie";
nell'apparecchio è stata azzerata ogni forma di maschera
di contrasto (sharpening), esclusa anche dai successivi passaggi software
affinchè non inficiasse il rendimento, quindi
è ragionevole pensare che nell'utilizzo reale (sul digitale), dove lo
sharpening è sempre presente in una certa quota,
l'impressione di nitidezza sarà leggermente superiore a quella rivelata dalle
immagini campione; il files RAW sono
stati lanciati in Photoshop CS2 tramite Camera RAW 3.3 ed il contrasto lasciato
in tutti i casi sul default della EOS 5D
(pari al valore 25 di Camera RAW), per non influenzare in qualche modo
l'impressione di nitidezza-macrocontrasto;
si tratta di un test "onesto" ma che non rende giustizia della resa
effettivamente possibile con una normale catena
cinematica di "sharpening".
PRINCIPIO INFORMATORE DELLE MIE PROVE
Elencherò a seguire i numeri di matricola degli apparecchi utilizzati, e le
immagini o le conclusioni che seguiranno vanno
considerate valide solo limitatamente a questi specifici esemplari; naturalmente
è ragionevole supporre che quanto segue
sia estensibile a tutta l'analoga produzione, ma non ho l'arroganza o l'ingenuità
di darlo per scontato, come avviene in molte
sedi analoghe.
AF-Nikkor 28mm f/1,4 D Asp : 201043
Nikkor 28mm f/2 : 347245
Nikkor 28mm f/2,8 AiS : 702962
PC-Nikkor 28mm f/3,5 : 198746
zoom-Nikkor 25-50mm f/4 Ai : 183866
AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 ED : 222513
Vista d'insieme degli obiettivi oggetto della prova; gli zoom - ovviamente - sono stati testati alla focale 28mm
la gamma dei 28mm Nikkor non teme confronti, quantomeno per
l'ampia scelta disponibile... Purtroppo - anni fa -
ho ceduto i Nikkor 28mm f/3,5 in versione F ed Ai, e ciò mi ha impedito una
prova ancora più completa; il 25-50/4,
assieme al "fratello" quasi coevo 35-70mm f/3,5 (sia in versione
"72mm" che "62mm" macro) rappresenta lo stato
dell'arte degli zoom-Nikkor di seconda generazione, caratterizzati da
prestazioni lodevoli per l'epoca e fasciati in una
meccanica da leccarsi i baffi.
LOGICA DELLA PROVA
ho eseguito uno scatto per ogni valore di diaframma, partendo
dalla massima apertura disponibile e chiudendo di
un stop fino ad f/8, ottenendo così questa sequenza: AF-Nikkor 28mm
f/1,4 = 1,4 - 2 - 2,8 - 4 - 5,6 - 8 ; Nikkor 28mm f/2 =
2 - 2,8 - 4 - 5,6 - 8 ; Nikkor 28mm f/2,8 AiS = 2,8 - 4 - 5,6 - 8 ; PC-Nikkor
28mm f/3,5 = 3,5 - 4 - 5,6 - 8 ; zoom-Nikkor
25-50mm f/4 = 4 - 5,6 - 8 ; AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 = 2,8 - 4 - 5,6 - 8;
naturalmente sul 28 PC il passaggio da f/3,5
ad f/4 prevede una variazione limitata ad 1/3 stop abbondante e l'apertura f/3,5
di quest'ottica sarà visualizzata individualmente.
LOGICA DELLE IMMAGINI RIPORTATE
ho scelto
nell'inquadratura quattro zone campione, denominate A, B, C e D, che verranno visualizzate al 100% del file e che
permettono un
monitoraggio in varie zone del campo fino ai bordi; gli obiettivi saranno messi a confronto a parità di apertura, quindi
avremo tutti e sei i modelli in lizza alle chiusure f/4, f/5,6 ed f/8, mentre alle aperture maggiori saranno ovviamente
in campo unicamente
le versioni che
le contemplano, e ad f/1,4 avremo il monitoraggio del solo AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp;
ho realizzato anche una
miniatura con l'immagine completa riferita agli scatti a piena apertura di ogni
obiettivo, utile per visualizzare la vignettatura, anche se
in questo specifico caso ritengo che essa sia in parte imputabile al
sensore 24x36mm; in ogni caso - con due stop di chiusura -
quest'aberrazione è risultata completamente compensata in tutti gli esemplari
più luminosi e critici.
VIGNETTATURA
come prevedibile, la vignettatura a piena apertura è
risultata più avvertibile nei modelli luminosi, in special modo
nell'AF-Nikkor 28mm f/1,4 e nel Nikkor 28mm f/2, mentre è risultata molto
contenuta nel PC-Nikkor 28mm f/3,5
(avvantaggiato dall'ampia copertura supplementare non sfruttata) e nello
zoom-Nikkor Ai 25-50mm f /4 del 1979,
certamente aiutato dalla ridotta apertura d'esordio; vignettatura nella norma ed
accettabile per il luminoso 17-35/2,8 ED
mentre appare un po' eccessiva nel 28mm f/2,8 AiS, forse penalizzato sul sensore
full-frame dalla lente posteriore
di piccolo diametro...
f/1,4
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp
leggero veiling-glare per un piccolo
residuo di coma per il 28/1,4 ad f/1,4, anche se il potere risolutivo appare
sufficiente
sotto l'apparenza dimessa indotta dal contrasto ridotto; anche il fogliame della
zona D, posto ai bordi in posizione critica,
è risolto con più nettezza di quanto vedremo fare ad altri obiettivi più
scorretti a chiusure ben più ottimali, palesando
uno stato di correzione basilare delle aberrazioni molto buono (non va
dimenticato che le immagini digitali dirette private
di sharpening sia sul corpo macchina che nei passaggi software hanno un impatto
molto più morbido di quanto non si
possa riscontrare nell'uso normale); sempre nella zona D è evidente un fringing
per residuo di aberrazione cromatica,
certamente accettabile vista l'apertura; in sintesi, l'effetto della lente a
profilo asferico molto pronunciato si fa sentire,
e curiosamente c'è la sensazione di una sovracorrezione delle zone periferiche
rispetto al centro, coma spesso accade
in obiettivi molto corretti, sensazione che rimarrà anche ad f/2
f/2
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp
Nikkor 28mm f/2
Ad f/2 il 28mm f/1,4, già diaframmato di uno stop, esibisce un contrasto
superiore mentre il 28mm f/2, utilizzato a piena apertura,
evidenzia un comportamento molto diverso: nelle zone centrali la sua risoluzione
è certamente superiore (zone A e B) ma passando
alle zone medie e periferiche (zone C e D) il 28mm f/1,4 mostra una grande
uniformità sul campo, mentre il 28mm f/2, progettato
a fine anni '60, evidenzia la classica caduta di rendimento, già avvertibile in
(C) nel dettaglio dell'albero ed evidente in (D) nella
resa molto aberrata del fogliame; presente anche nel 28mm f/2 un accenno di
fringings nell'ultima zona
f/2,8
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp
Nikkor 28mm f/2
Nikkor 28mm f/2,8 AiS
AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 ED @ 28mm
Ad f/2,8 troviamo in lizza il 28/1,4 (chiuso due stop), il
28/2 (chiuso uno stop), il 28/2,8 (a tutta apertura) e lo zoom 17-35/2,8 (usato
a 28mm
e parimenti a tutta apertura); nel 28/1,4 la fuzziness che ad f/2 lo penalizzava
leggermente in (A) rispetto al 28/2 è scomparsa, ed ora esibisce
nelle zone centrali una risoluzione analoga a quella del meno luminoso, servita
però da un macrocontrasto nettamente superiore, frutto di un
migliore stato di correzione delle aberrazioni, che consente al 28/1,4 sulle
zone (A) e (B) una resa più vigorosa, e che è evidente in (C) nel
dettaglio dell'albero ed il (D) nel fogliame, molto più nitidi nel 28/1,4 che
continua a caratterizzarsi per l'uniformità di rendimento sul campo,
mentre il 28/2 mantiene l'evidente picco sull'asse con i bordi sempre indietro;
piacevole sorpresa - ma anche conferma - dal 28mm f/2,8 AiS,
ricalcolato a suo tempo con 8 lenti anzichè 7, che a piena apertura esordisce
col botto, e dove paga un po' in contrasto ma esibisce una
risoluzione elevata, paragonabile in (A) a quella del 28/2 (che è più
contrastato perchè già diaframmato) e leggermente superiore agli
altri nelle altre zone (B), (C) e (D), evidenziando un ottimo stato di
correzione delle classiche aberrazioni che affliggono i grandangolari
retrofocus; lo zoom 17-35/2,8 ED evidenzia il suo noto comportamento a tutta
apertura, con un contrasto ancora basso ma una nitidezza
molto buona sulle zone centrali (A) e (B) che poi degrada bruscamente e
vistosamente sul campo in (C) e (D): in quest'ultima zona fornisce
ad f/2,8 una resa molto inferiore a quella del 28/1,4 ad f/1,4....Globalmente i
tre fissi si comportano bene, con la riserva delle modeste prestazioni
ai bordi del 28mm f/2, penalizzato del resto da 15-25 anni di evoluzione. Come
spigolatura, i miei timori sul cattivo comportamento del sensore
24x36mm sui bordi estremi sono stati fugati dalla riproduzione nella zona (D)
dei migliori esemplari.
f/3,5
PC-Nikkor 28mm f/3,5
Sosta intermedia anomala ad f/3,5 per testare il PC-Nikkor
28/3,5 a piena apertura; quest'obiettivo è in realtà
un grandangolare molto più spinto (una sorta di "21mm") in grado di
coprire un formato maggiore, e queste caratteristiche
ci lasciano supporre un comportamento molto nitido in asse e più degradato agli
angoli, anche se i bordi effettivi della
sua proiezione sono ben al di fuori del formato 24x36 utilizzato ed i
progettisti avranno posto attenzione a mantenere il
rendimento il più possibile omogeneo, dal momento che decentrando i bordi
estremi sono chiamati in campo; in posizione
di decentramento zero e a tutta apertura la resa è buona, anche se la
zona (D) è più impastata rispetto a quanto mostrato
ad f/2,8 dal 28/1,4 e dal 28/2; naturalmente questi obiettivi sono nati per
lavorare piuttosto chiusi, e preoccuparsi della
nitidezza di un PC-Nikkor a tutta apertura è più che altro un esercizio
mentale; tuttavia - alla bisogna - può senz'altro
essere impiegato anche come 28mm convenzionale e a piena apertura, senza brutte
sorprese...
f/4
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp
Nikkor 28mm f/2
Nikkor 28mm f/2,8 AiS
PC-Nikkor 28mm f/3,5
zoom-Nikkor 25-50mm f/4 Ai @ 28mm
AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 ED @ 28mm
A quest'apertura tutti e sei gli obiettivi sono in lizza, con
l'esordio del vecchio e glorioso zoom-Nikkor Ai 25-50mm f/4,
impietosamente testato a diaframma spalancato e senza alcun riguardo per la sua
anagrafe che lo fa risalire agli anni '70;
il 28/1,4 ha recuperato la modulazione leggermente negativa sull'asse e si
caratterizza per una riproduzione uniforme e
dotata di un macrocontrasto superiore agli altri, frutto forse anche di una
modernissima passivazione dei riflessi interni,
particolarmente curata in un luminoso con tante lenti come questo; il 28/2 vanta
risoluzione analoga e forse il pelo superiore
nella zona centrale (A) ma resta come di consueto indietro nelle aree
periferiche, come visibile nel dettaglio dell'albero in
(C) e nel fogliame in (D), dove è soprattutto il macrocontrasto a mancare; il
28/2,8 si conferma molto uniforme e nella
zona (C) presenta la massima risolvenza di tutto il lotto; il PC-Nikkor 28mm
f/3,5 tiene bene nello spot centrale (notare
la scritta nella zona B) ma nelle zone periferiche cede visibilmente rispetto ai
migliori esemplari; passando agli zoom, va
elogiato il comportamento del vecchio 25-50/4 Ai, con una riproduzione molto
pulita e priva di coma ad esclusione di (D)
ed una risoluzione simile a quella dei fissi, contrasto a parte, nonostante il
penalizzante utilizzo a piena apertura: la fama
di quest'ottica (che costava oltre un milione di lire a fine anni '70) non è
dunque campata in aria; viceversa, il parimenti
costoso e molto più recente (2000) 17-35/2,8 anche con uno stop di chiusura
conferma la resa precedente, esibendo
un'elevata risoluzione nelle zone più centrali e lasciando progressivamente
fino ad una resa ai bordi insoddisfacente:
possiamo notare che nella zona (C) persino il datato 25-50/4 - che, ricordiamo,
è a tutta apertura - esibisce un rendimento
più composto, contrastato e con risoluzione superiore
f/5,6
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp
Nikkor 28mm f/2
Nikkor 28mm f/2,8 AiS
PC-Nikkor 28mm f/3,5
zoom-Nikkor 25-50mm f/4 Ai @ 28mm
AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 ED @ 28mm
Ad f/5,6 il 28/1,4 mantiene una resa uniforme e di alto profilo, ma plafona un
po', probabilmente sia per diffrazione sull'asse sia genericamente
per un residuo focus-shift alla chiusura del diaframma, difetto difficilmente
eliminabile in obiettivi molto luminosi (e prove "ufficiali" ben più
serie della mia hanno confermato il comportamento); in ogni caso continua a
mostrare un buon macrocontrasto. Anche 28/2 comincia a
soffrire leggermente di diffrazione sull'asse e nella zona (A) - per la prima
volta, il 28/1,4 eguaglia il meno luminoso, sia pure con resa del
contrasto differente; il 28/2 migliora anche nelle zone mediane (B) e (C) ed
anche i bordi (D) sono meno impastati, ma comunque molto
indietro rispetto alla resa centrale; il 28/2,8 AiS conferma la sua uniformità
e correzione globale, e nella zona (C) la risoluzione è superiore
a quella dei modelli più luminosi; in particolare, faccio notare che l'MTF
tipico del wide retrofocus a schema classico prevede di solito una
curiosa impennata proprio nella zona del campo ormai prossima ai bordi dove
ricade la zona (C), e la resa del 28/2,8 pare confermare
questo dato; il PC-Nikkor 28/3,5 chiuso ad f/5,6 migliora evidentemente
sull'asse ma nelle zone periferiche (C) e soprattutto (D) evidenzia
una disuniformità di resa assente nei migliori obiettivi del lotto e che non è
certo ideale in un decentrabile che dispone di una copertura periferica
residua - in questo caso non sfruttata - che servirà durante il decentramento e
che presumibilmente presenterà una resa ancora inferiore, anche
se la chiusura del diaframma - f/5,6 - è ancora blanda per i criteri di questo
esemplare; passando agli zoom, il 25-50mm f/4 Ai non migliora
percettibilmente se non nella risoluzione della zona (D), ed in modo poco
avvertibile, e la cosa mi ricorda il comportamento di certi zoom -
anche molto pregiati - legato all'andamento dell'aberrazione sferica e che
prevede addirittura un peggioramento di resa col primo stop di
chiusura, recuperato poi alle aperture successive; il 17-35mm f/2,8 - grazie ai
due stop di chiusura - migliora allargando molto sul campo
l'area di resa nitida e soddisfacente (vedi il diverso rendimento nella zona C),
ma i bordi estremi, anche se appaiono in costante e
progressivo miglioramento, restano comunque impastati....Questo ci fa riflettere
sulla difficoltà di progettazione legata ad uno zoom con
focale d'esordio così estrema e luminosità fissa così elevata (17mm ed
f/2,8), nonostante il calcolo recente e l'adozione di ben tre lenti
asferiche e due elementi in vetro ED; più subdolamente, posso ipotizzare che -
essendo zoom progettati principalmente per il digitale
e previsti per fornire focali adeguatamente corte ai sensori APS-C (ridotti ad
appena 15,7 x 23,6mm) - siano stati volutamente ottimizzati
sull'asse, sacrificando le zone periferiche (comunque non utilizzate dal
sensore) e considerando che gli utenti "analogici" sul 24x36mm
sarebbero stati un gruppo sempre più sparuto.
EFFETTO BORDO
Vorrei aprire una parentesi sulla verosimiglianza di queste
prove: molti obietteranno che con gli stessi obiettivi hanno ottenuto
diapositive
e stampe di alta qualità, apparentemente superiore a quella palesata in questa
sede; in realtà non esiste contraddizione, in quanto
la "maschera di contrasto" che tanto aiuta nel digitale non è altro
che l'evoluzione dell'"effetto bordo" proprio alle emulsioni
tradizionali:
in pratica, l'acutanza supplementare fornita dall'effetto di adiacenza sui
passaggi chiaro-scuro da un lato amplifica l'effetto di nitidezza
apparente, e dall'altro tende a minimizzare il velo di coma, soprattutto con i
superluminosi utilizzati di notte con sorgenti luminose
puntiformi (come argutamente riferito da Kouichi Oshita, tecnico della Nikon,
descrivendo i test su pellicola sui primi prototipi del
Nikkor 35/1,4, dove usando invertibile a colori l'immagine era più secca e
contrastata di quanto il computo delle aberrazioni reali
lasciasse presagire); è senz'altro scorretto relegare l'effetto bordo ai
concetti del bianconero di camera oscura: alcune pellicole
invertibili a colori moderne e di largo consumo presentano un effetto bordo
così accentuato che alle basse frequenze spaziali MTF
(ad esempio 5 l/mm, delegate a fornire il macrocontrasto di base) l'MTF
garantito è addirittura del 120-125%, superiore cioè
persino a quello originale del soggetto, proprio grazie all'effetto bordo!
Naturalmente gli utenti digitali possono contare su un
analogo ed ancora più efficace sharpening elettronico, attuato in primis
dall'apparecchio stesso, e successivamente dal fotografo,
operando col software di fotoritocco; viceversa - come già ribadito - queste
immagini sono state private di qualsiasi aiuto, azzerando
lo sharpening sulla EOS 5 D e presentando i crop dai fotogrammi senza alcuna
regolazione o maschera di contrasto ulteriore; alla
luce di tutto questo, i risultati delle prove descrivono in modo sincero il
comportamento reciproco dei vari obiettivi, le sfumature
di comportamento e la scala preferenziale delle prestazioni, ma in termini
assoluti la qualità dell'immagine fornita dagli stessi
obiettivi nell'utilizzo reale - analogico e digitale che sia - sarà sempre e
comunque superiore, ai sensi della nostra percezione
soggettiva; niente paura, dunque!
f/8
AF-Nikkor 28mm f/1,4 Asp
Nikkor 28mm f/2
Nikkor 28/2,8 AiS
PC-Nikkor 28mm f/3,5
zoom-Nikkor 25-50mm f/4 Ai @ 28mm
AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 ED @ 28mm
ad f/8 i 28mm f/1,4 - f/2 ed f/2,8 hanno resa soddisfacente e molto simile, col
più luminoso che mantiene anche qui
un macrocontrasto superiore; nelle zone centrali (A) questo lo avvantaggia,
fornendo un'impressione soggettiva di
nitidezza leggermente superiore, anche se in realtà al risoluzione pura forse
si equivale, anche perchè sull'asse ad f/8
di solito la diffrazione provvede e livellare i valori; nell'area (C) il 28mm
f/2,8 sembra risolvere un pelo in più, tallonato
sempre dall'ottimo f/1,4 ed anche i bordi in zona (D) sono un affare fra questi
due obiettivi, con una leggera prevalenza
dell'f/1,4, mentre il 28mm f/2, sia pure nettamente migliorato, nelle zone più
esterne resta sempre un po' indietro; il
PC-Nikkor 28mm f/3,5 regge sull'asse e nelle zone mediane, con un contrasto un
po' meno secco, ma presenta anche
ad f/8 bordi un po' impastati rispetto ai fratelli più corretti, permettendo
comunque immagini di qualità decorosa..
Lo zoom-Nikkor 25-50mm f/4 Ai resta un po' indietro come qualità rispetto ai
fissi, perchè l'incremento di resa
fra f/4 ed f/8 è stato più modesto, anche se la sua risoluzione è tutto
sommato buona, con un picco di sovracorrezione
nelle zone mediane (in B e C supera il PC-Nikkor e paga solo in contrasto) e
risposta ai bordi assolutamente dignitosa;
Il 17-35mm f/2,8 ED rivela ad f/8 una correzione delle aberrazioni superiore al
fratello anziano, con risolvenza pura
in (A), (B) e (C) pari o più elevata rispetto ai fissi; anche i bordi estremi
sono ora al livello dei 28mm Nikkor meno
corretti, e possiamo considerare f/8 come il riscatto di questo prestigioso
zoom, proposto nell'anno 2000 a ben
4.500.000 lire di listino...Vorrei far notare come - sia pure a fronte di valori
livellati di risoluzione - le sfumature di
rendimento appaiano ben connotate grazie allo specifico e peculiare rapporto
fra la risolvenza stessa ed il macro e
microcontrasto proprio di ogni obiettivo, una presa di coscienza che rende assai
difficile imbastire giudizi assoluti
SO WHAT ?
Una valutazione globale dell'universo
"Nikkor 28mm" non può esimersi dal considerare la matrice
estremamente
eterogenea del lotto, sia relativamente all'anno di progettazione (30 anni
dividono alcuni contendenti), sia alla
luminosità massima degli esemplari, sia al target di prezzo, sia all'ovvia
limitazione tecnica degli zoom rispetto ai
fissi; premesso questo, esprimo soddisfazione per l'AF-Nikkor 28mm f/1,4 D Asp,
che fino all'apertura di f/8
rivaleggia alla pari e sovente prevale sui migliori concorrenti, ed anche la
resa ad f/1,4 (pur penalizzata da un residuo
flare di coma) evidenzia un accettabile potere risolvente - ricordando sempre
l'assenza di qualsiasi sharpening -
ed una correzione di base spinta fino ai bordi; purtroppo il prezzo di vendita
è sempre stato fuori da ogni logica,
limitandone la diffusione; il vetusto Nikkor 28mm f/2 offre una resa
classica, come prevedibile in un obiettivo
di vecchia scuola, presentando un'ottima risoluzione nelle zone centrali ed un
progressivo degrado verso i bordi,
fornendo comunque immagini di alto profilo; il Nikkor AiS 28mm f/2,8 è
preceduto da fama lusinghiera, ed infatti
è globalmente l'esemplare con la resa più stabile ed uniforme in tutte le zone
del campo fin dalla piena apertura, ed
è l'unico a bissare la resa ai bordi dell'f/1,4; il PC-Nikkor 28mm f/3,5 è un
buon obiettivo che non eccelle a causa
della necessità di coprire un formato ben superiore e del suo schema da
"vero" supergrandangolo, più spinto di quello
dei rivali (in pratica è come se fosse un "21mm" per un formato da
circa 4x4cm); l'ottica si comporta comunque bene,
ma i bordi estremi restano indietro rispetto ai "campioni". Passando
agli zoom, abbiamo il vecchio zoom-Nikkor Ai
25-50mm f/4 che esce bene dalle prove, evidenziando un contrasto più moderato
rispetto ai fissi ma una risoluzione
abbastanza elevata, uniforme ed omogenea ai vari diaframmi; fanno eccezione solo
i bordi estremi che richiedono una certa
diaframmazione per raggiungere livelli decorosi, una caratteristica sicuramente
accettabile in uno zoom degli anni '70
che esordisce da 25mm; infine, il celebre e costoso AF-S zoom-Nikkor 17-35mm
f/2,8 ED conferma il ben noto
rendimento caratteristico, con una vistosa differenza fra la risoluzione nelle
zone centrali (effettivamente molto nitide)
ed i bordi, che richiedono una chiusura fino ad f/8 per arrivare a livelli degni
del blasone e del prezzo di listino, un
comportamento forse "programmato" già in fase di progetto,
trattandosi di un obiettivo nato per il digitale e per
sensori di formato più ridotto rispetto al 24x36mm.
Questi diagrammi sono impietosi perchè - ribadisco ancora -
non beneficiano di alcun effetto-bordo (presente nell'uso reale)
e tengono conto dei bordi estremi come fondo scala inferiore di riferimento,
quando molto spesso nell'immagine effettiva
essi sono poco rilevanti, e sarebbe bastato salire di pochi mm sulla diagonale
verso il centro per ottenere scale molto più
omogenee e "confortanti"...
NITIDEZZA NELL'UTILIZZO REALE
Per quantificare l'incremento nella sensazione di nitidezza
normalmente indotto dallo sharpening
messo in atto dai corpi macchina digitali ,allego una serie di selezioni
ricavate da uno scatto eseguito
con lo zoom-Nikkor 25-50mm f/4 Ai ad f/11, e finora non utilizzato; la prima
serie di cropping è
stata ottenuta escludendo la maschera di contrasto dal corpo macchina e dai
software impiegati,
esattamente come in tutti gli scatti visionati in questo articolo, mentre nella
seconda serie è stato
lasciato sulla Canon EOS 5D uno sharpening medio ( 4 su 7), simile a quello che
molti utenti adottano
come default (è stato possibile diversificare lo stesso scatto perchè si
trattava di un file RAW):
come potete facilmente rilevare, il vecchio zoom riceve un vistoso incremento di
nitidezza, che
cambia letteralmente l'impressione globale dell'osservatore; immaginate come
sarebbero le immagini
eseguite con i migliori 28mm fissi che abbiamo appena commentato se avessero
beneficiato dello
stesso trattamento, che - ripeto - è prassi standard nell'utilizzo reale, e che
in modo diverso è
messo in atto anche dall'effetto bordo delle pellicole argentiche...Rovescio
della medaglia:
senso di "plasticoso" ed artificiale nell'immagine, riflessi speculari
marcatamente spottati...
insomma, la "firma" del digitale, finora non evidente negli scatti
senza sharpening; alla fine
in medio stat virtus: io scatto con sharpening 4 su 7, che corrisponde ad un
valore di 25
aprendo in Adobe Camera RAW, poi decresco il valore (a seconda del soggetto e
dei
dettagli critici come passaggi ad alta acutanza e riflessi speculari netti)
scendendo a quote
comprese fra 5 e 19, evitando poi ogni altra maschera di contrasto passando in
Photoshop,
e di norma riesco ad allontanare questo sapore "stantio" di immagine
numerica.
sharpening escluso da corpo macchina e software
sharpening 4 su 7 nel corpo EOS 5D, escluso dai software
(foto, testi, attrezzature illustrate e grafica di Marco Cavina)
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