L'ULTIMA  CHITARRA  DI  MARCO:

LA  FENDER STRATOCASTER  DEFINITIVA





la Fender Stratocaster, nella sua spartana semplicità, è uno strumento pressochè perfetto che mi
ha sempre calzato come un guanto, fin dai tempi del liceo e della mia prima "Strato": minimale,
rarefatta, esibisce un'efficacia letale in mano ad un utente smaliziato, nobilitata da  un'estetica di
grande equilibrio che è entrata nell'immaginario come l'icona stessa della chitarra "solid body"
elettrificata; purtroppo le inevitabili scelte aziendali e commerciali hanno portato ad un oggettivo
scadimento degli originali standard di liuteria di Leo Fender: non per nulla una "Strato" pre-'65
passa di mano ai prezzi di un'utilitaria; grazie all'aiuto del blood-brother Manu, gran guru delle
Stratocaster, e con l'appoggio fattivo di un celebrato liutaio casentinese, ho impostato la
realizzazione di una Fender Stratocaster "à la carde", uno strumento definitivo di grandissimo
pregio, basato sui più ortodossi standard anni '50 per quanto riguarda i legni e le parti elettriche,
standard ben più elevati rispetto a quelli applicati agli stessi strumenti Fender Custom Shop,
il fiore all'occhiello della celebre factory californiana.

La Fender Stratocaster definitiva "Marco Cavina Signature", come scherzosamente l'abbiamo
ribattezzata, si basa su questi elementi:


BODY: Fender Custom Shop '56 RELIC - NEW OLD STOCK primissima scelta, due pezzi
in Ontano; realizzato l'8 Dicembre 1999 e stagionato 7 anni; verniciatura bicolore Tobacco
Sunburst e finitura in nitrocellulosa a strato sottile

MANICO: Fender '56 in Acero occhiolinato canadese tagliato ad 1/4 di primissima scelta, diapason
Fender con profilo C-shape, capotasti Jumbo con radium 9.5, tastiera riportata in Acero occhiolinato
canadese, doppio truss-rod di regolazione, finitura nitrocellulosa lucida trasparente; attualmente
in messa a punto fine presso l'atelier del liutaio

MECCANICHE: Gotoh vintage

PICK-UP: set di Pick-up Fender Custom Shop Abigail Ybarra Limited, set n° 175 di 300,
realizzati a mano da Abigail Ybarra in persona nel 2.000; neck e middle tipo Strato '54 e bridge
tipo Strato '69 "The season of love"; wiring eseguiti con cavi Fender vintage e saldature a stagno con
modalità d'epoca

POTENZIOMETRI: potenziometri Alpha, condensatore orange, switch Fender Custom Shop 5 posizioni

PONTE: ponte Fender Stratocaster vintage a 6 viti molato per togliere la protezione che ostacola
le armoniche; deriva del tremolo in acciaio inox ricavata dal pieno della Callahan guitars, Wincherster (Virginia);
cavo di massa supplementare per la deriva del tremolo

PICKGUARD: pickguard vintage single ply bianco, completamente schermato dalle interferenze con
maschera supplementare in rame adesivo

POMELLI E MASCHERE: Fender con finitura Aged White

CAPOTASTO: capotasto in osso di mucca sagomato per muta .009 - .042" e profilato con radium 9,5,
appoggiato e non incollato (sperimentazioni in corso con avorio fossile da zanna di Mammuth)

 

Rita sostiene il body della mia Fender Stratocaster definitiva: un corpo Fender Custom Shop '56  "Relic New Old Stock"
(prodotto dall'atelier con strumenti e metodologie d'epoca e fornito come nuovo, pari ad una giacenza di magazzino
inusata dagli anni '50), scelto in quanto ricavato da due pezzi di Ontano di qualità insolitamente elevata anche per gli
standard Custom Shop




Il retro del body conferma l'eccezionale qualità dell'Ontano utilizzato per questo specifico corpo, verniciato
il finitura Tobacco Sunburst e rifinito, secondo gli standard d'epoca delle realizzazioni Custom Shop RELIC,
con uno strato sottile di nitrocellulosa, scelta in quanto molto risonante anche se fuorilegge in molti paesi per
i suoi volatili ozone-killer; notare il cavo di massa supplementare per il tremolo, procedura migliorativa
prevista nella produzione anni '50 e poi abbandonata

 

il body con attacco del jack già montato; notare i wiring eseguiti con cavi vintage, conformi agli standard d'epoca e le incisioni della gamma
"Fender Custom Shop Relic"; una semplice scritta a pennarello nella sede del neck-pick conferma l'appartenenza al tipo New Old Stock,
realizzato con procedure, metodologie e strumenti d'epoca ma senza alcun invecchiamento artificiale; i pomelli per la cinghia sono Fender Custom
Shop, realizzati in un metallo dall'invecchiamento per usura molto piacevole; nell'incavo dei potenziometri si nota il timbro con la data di
realizzazione, DEC 08 1999: il body è dunque stagionato a riposo per oltre 7 anni ed è notevolmente risonante (occorre circa 1 anno per
centimetro di spessore del body,  4,5 in questo caso); la finitura alla nitrocellulosa trasparente a strato sottile presenta delle cavillature
longitudinali, tipiche di questo materiale

 

il pezzo forte di questa Stratocaster definitiva è senz'altro rappresentato dai tre pick-up, appartenenti ad una tiratura limitata di
300 set realizzati nel 2.000 da Abigail Ybarra in persona, interamente a mano; Abigail Ybarra, assunta in Fender nel 1958, ha
avvolto tutti i pick-up per le Fender dell'età d'oro, compresi quelli dei più famosi rocker (un esempio? i picks della Stratocaster
left-handed Olympic White di Jimi Hendrix a Woodstock); assunta successivamente in carico al Custom Shop di Corona (California)
per ovvie ragioni di immagine, l'ormai anziana Abigail, mito vivente degli appassionati Fender, ha nuovamente assemblato a mano
300 serie di pick-up (questo è il 175°) con i metodi dell'epoca, differenziando la serie: due pick-up Strato '54 ed un pick-up
Strato '69 "The season of love" al ponte, una scelta oculata già messa in atto in precedenza da molti, esperti chitarristi.
Questi pick-up, ultimi superstiti di una saga irripetibile, sono estremamente ricercati ed è stata una vera fortuna assicurarsene un set!
Altri pick-up sono dichiarati "Abigail Ybarra", tuttavia il suo intervento manuale si limita all'aggancio del filo su avvolgitrici automatiche,
mentre questi sono interamente realizzati da lei con le vecchie avvolgitrici a pedale, guidando manualmente il filo sulle spire, e sono
facilmente identificabili dalla firma autografa "Abby" per esteso sul fondo, in luogo delle semplici iniziali "AY" presenti negli altri....

 

due dettagli del pickguard Fender Custom Shop vintage single ply, coerente con l'assemblaggio d'epoca, con la
mascherina di schermatura supplementare in rame adesivo realizzata a mano; notare l'inespensiva - ed inefficace -
schermatura originale messa in atto con un piccolo pezzo di alluminio adesivo... Questo schermo in rame è una delle
tante "dritte" messe in atto dall'amico Manu, lo strato-guru del casentino, depositario di molti segreti sull'assemblaggio
high-end di questi straordinari strumenti

 



il ponte Fender Vintage a 6 viti è stato upgradato con la deriva del tremolo realizzata da pieno
in acciaio inox massiccio dalla Callahan Guitars di Winchester (Virginia), celebre azienda
americana specializzata in dettagli vintage per strumenti musicali

 



per gli accessori è stata scelta la finitura ingiallita aged-white, che ben si sposa
con la finitura del body e lo straordinario Acero occhiolinato del manico vintage

 

Lo strumento a tutt'oggi, 25 Marzo 2007, non è ancora assemblato, in attesa che il liutaio rifinisca
a specchio i frets del manico e ne calibri al centesimo l'inserimento nello scasso del body, per trasformarli
in un tuttuno monolitico, dalle superiori caratteristiche di risonanza; non appena la registrazione del manico
sarà terminata si provvederà all'assemblaggio ed aggiornerò questa pagina con le lubriche immagini di
tal meraviglia finalmente completata.

UPGRADING 15/05/2007

 

FINITA !!!!

Dopo mesi di attesa per le rifiniture e per qualche particolare che non arrivava, la Fender Stratocaster
"Cavina signature" è stata completata e finita di registrare il 13 Maggio 2007, attuando in corsa qualche
variante allo schema previsto, ovvero: sostituzione delle meccaniche Gotoh Vintage con le magnifiche
Schaller autobloccanti (in vista di un utilizzo disinvolto del tremolo con corde .009) e sostituzione dei
potenziometri Alpha (uno dei quali era risultato inefficiente al tester) con equivalenti CTS 250k, dotazione
tipica delle Stratocaster uscite dall'atelier Custom Shop; il manico in acero occhiolinato ***** è stato
accuratamente revisionato, rifinito e calibrato dal liutaio, con l'applicazione di varie sottilissime mani di
lacca alla nitrocellulosa di intonazione diversa, per creare una (costosa) finitura dal blend "aged" che
bene si armonizza col corpo sunburst e le minuterie in "aged white"; l'aspetto finale è mozzafiato, sia
pure rispettando la più classica estetica Stratocaster d'antàn: sunburst a due colori con pickguard
bianco a strato singolo e manico in acero; i pick-ups "Ybarra", forse la più straordinaria dotazione
attualmente reperibile nel settore "single coil", non tradiscono le aspettative: il suono è da paura!

E' la più bella Fender Stratocaster che abbia mai utilizzato ed anche quella dal suono più straordinario:
sicuramente è valsa bene l'attesa e la cura maniacale per ogni dettaglio.


Finalmente finita, la Fender Stratocaster realizzata in collaborazione con l'amico Manu si offre in tutto il suo splendore, incarnando
la più classica finitura delle strato anni '50: il Sunburst a due colori con pickguard bianco e manico in acero; in questo caso si tratta
di un manico in acero occhiolinato, utilizzato molto raramente in Fender e caratterizzato da una estetica magnifica; è un legno molto
pesante e molto risonante ma anche soggetto ad "imbardarsi" molto più dell'acero convenzionale, quindi questo manico presenta
la tastiera separata e riportata per incollaggio (come nei necks con tastiera in rosewood scuro), al fine di garantire una maggiore
rigidità ed stabilità nel tempo; nei manici a tastiera composita si sfrutta la fase precedente all'incollaggio per posizionare il truss-rod
metallico per la regolazione del manico, e non è necessario lo scasso nella parte posteriore, che risulta monolitica

 

Altre due viste verso - recto della Stratocaster, basata su una cassa Custom Shop Relic New Old Stock
sceltissima e già invecchiata sette anni e mezzo; anche il manico è adeguatamente invecchiato e l'insieme,
grazie anche all'accoppiamento millimetrico, è eccezionalmente risonante

 

un dettaglio del vano posteriore con la deriva del tremolo Callahan in acciaio inox e l'applicazione
migliorativa di un filo di massa al complesso (come nelle primissime Strato anni '50), per passivare il
noising in modo ancora più accurato; notare il wiring d'epoca

 

due viste delle splendide meccaniche Schaller autobloccanti, utili per scongiurare cali di intonazione all'accordatura
quando si utilizza il tremolo in abbinamento con le sottilissime corde che prediligo (.009 - .042); la ghiera supplementare
posteriore consente di bloccare l'esca inserita nell'asse, evitando qualsiasi scorrimento. Queste meccaniche ci hanno
fatto "penare", dal momento che la consegna slittava di settimana in settimana, mentre tutto il resto era già pronto.

 

una vista d'insieme del manico

 

una Fender Stratocaster "Lite Ash" di serie, uno dei rari modelli che adottano il manico in acero occhiolinato con dots in abalone

 

un particolare della paletta da cui si nota la splendida qualità del legname che fu utilizzato per realizzare il manico:
taglio di 1/4 e venatura magnifica; il capotasto è in osso di mucca, solo appoggiato,e calibrato per la muta .009 - .042

clicca qui per l'immagine della paletta a piena risoluzione (attenzione: è un file jpeg da 2,87 Mb !)

 


due particolari del legno sulla parte posteriore del manico; quest'ultimo, così come la cassa, è rifinito in nitrocellulosa a strati sottili,
una procedura ormai desueta, complessa, costosa e non esente da rischi per la salute (i volatili sono cancerogeni) ma che garantisce
una sonorità ed un sustain del suono sconosciuti a finiture più moderne, economiche e resistenti all'usura

 

la parte terminale della tastiera con in evidenza i dots in abalone (madreperla ricavata da conchiglie del genere Haliotis),
tipica finitura adottata da Fender per questi manici in acero occhiolinato

 

un dettaglio della parte posteriore con le tipiche cavillature prodotte dalla nitrocellulosa per ritiro
dopo un certo invecchiamento, scotto da pagare per il suono eccezionale che garantisce

 

dettaglio anteriore del body con le minuterie in "aged white", ben coordinate tono su tono
al pickguard bianco e alla finitura anticata dei legnami; sotto le anonime mascherine di
nascondono i pick-ups "Abigail Ybarra Custom Shop Limited" del 2000, autentici
"mostri" che hanno impressionato i più grandi interpreti e che richiamano i fasti dei miti
della generazione con le tempie brizzolate; questi magneti, avvolti a mano dall'anziana
Abigail esattamente con gli materiali e procedure che le erano soliti quando realizzava
i pick-up dell'epoca d'oro, furono realizzati in appena 300 set: quelli montati su questa
Stratocaster sono il n° 175, come comprovato dalla documentazione; il ponte è un modello
Fender Custom Shop replica del ponte originale anni '50

 

la garanzia allegata ai pick-up "Ybarra Limited": 300 set soltanto prodotti nel 2000 e che
ora  sono in vetta ai sogni proibiti di tutti gli utenti Stratocaster moderni

 

I legnami stagionati e rifiniti a nitro con capotasto in osso garantiscono una soglia di vibrazione
e sustain del suono che non avevo mai riscontrato prima: le corde restano in vibrazione così
a lungo da garantire legati strumentali molto lungi con un suono potente; il pick al manico, modello
'54, ha un suono caldo-blues che richiama molto i famosi pick Fender "Texas Special" , ma è più rotondo
e con più boost nei bassi, esce fuori in modo pieno ed esplosivo; il middle, anch'esso modello '54, è
molto pulito e garbato, adatto al fingerpicking composto; la vera star è il pick-up al ponte, un modello
Strato '69: rauco quanto basta, è la copia-carbone di quello montato in identica posizione sulla
Strato di James Marshal Hendrix, ed aiutato dal sustain garantito dai legnami che risuonano
perfettamente esce fuori con una voce da paura: da pelle d'oca nelle triadi basse, molto lead nei
middle, diviene potente e pulito negli acuti, con una voce inconfondibile ed impressionante con
amplificatore saturato: accenni i primi fraseggi di Little Wing, chiudi gli occhi e sei a Woodstock!

Paradossalmente, proprio le piccole anomalie, asimmetrie ed irregolarità proprie dell'avvolgimento
manuale sono l'alchimia che porta a questo fingerprint particolare ed entusiasmante, nulla a che
vedere con i pick-ups industriali Custom Shop (che pure la Ybarra inizializza sugli avvolgitori)
di equivalente modello: questa Strato trasfigura qualsiasi amplificatore, donandogli una "voce"
mai sentita prima, merito anche delle corde D'Addario, decisamente superiori alle Fender originali... 

Devo ammettere che - dopo che l'amico/fratello me l'aveva consegnata perfettamente registrata -
alla ricerca della messa a punto più idonea al mio stile ho addirittura smontato il manico, svasando il
capotasto e tendendo il truss-rod 4 volte di seguito, regolando da capo tutte le sellette del ponte e
addirittura le viti di fermo per le molle del tremolo, alla ricerca dell'action "assoluta", un mio capriccio
fin dalla metà degli anni '70: la corda il più possibile accostata ai capotasti, per eseguire posizioni
molto acrobatiche senza che venga richiesta una pressione sulle corde stesse tale da irrigidire la
mano; sono tuttora alla ricerca dell'assetto ottimale ma lo strumento mi ha già colpito al cuore...

 

"autoritratto allo specchio" con alcuni strumenti di casa, "impazienti" di "fare amicizia" con la nuova star del gruppo!
Il basso a sinistra, acquistato negli anni '70, è l'unico superstite della mia crisi di nervi del 1989, nel corso della quale
sfasciai quasi tutti gli strumenti a corde di casa, e tuttora me ne rammarico; notare lo stato "relic" della folk in primo
piano....



UPGRADING 28/10/2008


Nel corso di un rendez-vouz da cardiopalma ho potuto abbinare la Stratocaster di questa pagina con due "sorelle"
di alto lignaggio: una Stratocaster Custom Shop Relic Fiesta Red particolarmente selezionata ed una mitica Stratocaster
del 1964 con cassa, accessori, pick-up e parti elettriche completamente originali: solamente il manico e le sue meccaniche
sono degli anni '70; ho suonato in successione gli strumenti su un amplificatore valvolare Hiwatt e sono rimasto davvero
impressionato dal blend della "blackie" del 1964, anche se nella presenza su certe armoniche era avvantaggiata dal set di
corde .010 (sulla mia Strato utilizzo le .009): è davvero uno strumento meraviglioso, da maneggiare con venerazione in
quanto già parte integrante del mito, un autentico monumento nella storia della musica moderna.


tre magnifici strumenti che scaldano il cuore a qualsiasi Fenderista DOC: la Stratocaster Custom Shop Relic,
la mia Strato personale con picks Ybarra Limited e la meravigliosa Stratocaster originale del 1964, tanto
bella in quanto abbondantemente "vissuta" (probabilmente il primo proprietario era un musicista "vero"
che la utilizzava frequentemente)

 

il sottoscritto, molto emozionato, mentre prende le misure ad una Stratocaster coetanea:
emozioni intense che la vita concede di rado...


Marco con la '56 Custom Shop Relic Fiesta Red: ottimo strumento, ma le altre due
hanno una "voce" complessiva ancora superiore




la Stratocaster personale, quella descritta in questa pagina: strumento
molto soddisfacente e più consono alle mie attitudini, grazie ad un'action
tenuta molto bassa ed alle corde .009

 

arpeggio veloce sulla Custom Shop Relic: i retaggi adolescenziali di chitarra classica
mi portano a "sconfinare" anche quando lo strumento non è quello più adatto...

 

il comodo soggiorno nel paradiso del chitarrista......


Marco alle prese con un altro mito: una classica Martin con cassa dreadnut.


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