Questo "intenso" profilo appartiene al Tethyshandros
Insularis, l'unico grande dinosauro
pressochè completo (4m) rinvenuto (seppure di stretta misura) in territorio
italiano; i suoi
resti vennero individuati da paleontologi dilettanti nel 1994 e, come sempre
avviene, appena
informarono le autorità della scoperta vennero immediatamente
"cancellati" dalla documentazione
del reperto, mentre ogni merito fu ad appannaggio del soliti accademici che,
probabilmente,
non avrebbero mai messo mano su questo scheletro senza la sistematica opera di
ricerca
domenicale messa in atto dagli appassionati... Ma transeat; il Tethyshandros
Insularis appartiene
in senso generale al gruppo degli Androsauridi, sebbene specifiche
caratteristiche morfologiche
non permettano di inquadrarlo al 100%; Tethyshandros visse nel piano
Maastrichtiano, alla fine
del Cretaceo (circa 70 milioni di anni fa), quando le lancette del tempo stavano
per scandire
il famoso Earth Lethal Event che avrebbe estinto tutti i grandi rettili della
Terra; l'ignaro androsauride,
con un gruppo di simili, viveva in un clima subtropicale su un gruppo di isole
lungo la costa del mare
della Tetide, che all'epoca separava il continente africano da quello
euro-asiatico, muovendosi
fra paludi ricche di lussureggiante vegetazione che costituiva il suo
nutrimento; proprio una di
quelle paludi divenne la sua tomba, ed i sedimenti di fondo costituiscono ora
una cava di pietra
abbandonata in località Villaggio del Pescatore, presso Duino-Aurisina
(Trieste). Sembra che
siano occorse 3.000 ore di lavoro per la preparazione del fossile, delegando la
fase di pulizia
iniziale all'azione selettiva di acidi che hanno sciolto la matrice senza
intaccare le ossa. Già
nella cava di Pietraròia, presso Benevento, era stato rinvenuto lo scheletro
completo di un
piccolo dinosauro (il famoso e discusso "Ciro") ma questo è il primo
ed unico dinosauro
italiano di proporzioni "consuete".