KODAK  MICRODOL-X  DILUITO 1 + 3:

UNA  BELLA  FORMULA  DEI  VECCHI  TEMPI

 


ABSTRACT

Many years ago I obtained negatives with a nice broad range of tones
developing the newly introduced tabular-type films in Kodak Microdol-X
with the unusual 1+3 diluition; I lost the fine-grain action (useless with modern
materials) but got some of the nicest negatives ever; obviously I needed a
longer tank bath, that means (i.e. for Kodak T-MAX 100) some 16' @ 24°C

19/02/2008

C'era una volta il Kodak Microdol-X, un rivelatore solvente ad effetto finegranulante
che veniva adottato nell' "epoca d'oro" del bianconero per ottenere stampe di grande
formato con le emulsioni dell'epoca, dotate di grana molto più evidente rispetto alle
versioni  moderne, e molti ricorderanno le famose lattine con apertura a strappo,
sovente arrugginite, nelle quali era confezionato questo rivelatore; l'esatta composizione
del Microdol-X è sempre stata celata dalla Eastman Kodak, tuttavia il prodotto
dovrebbe contenere Monometil P-Aminofenolo Solfato (Metolo) come reagente unico,
Sodio solfito come antiossidante e Sodio cloruro con una duplice funzione: come alcale
attiva il reagente ed i suoi ioni Cl- (una volta sciolto in acqua) formano con l'Argento
dell'emulsione AgCl2, ovvero cloruro d'Argento, ed è proprio questa reazione a
concretizzare l'effetto solvente e finegranulante; infine, il Sodio esametafosfato come
sequestrante sospende questo alogenuro in caso di riutilizzo dello sviluppo (ovviamente
solo con le soluzioni stock concentrate); è presente anche ossido di Boro, con funzione
che al momento non  riesco a precisare; personalmente non ho mai utilizzato questo
rivelatore alla concentrazione nominale, mentre impiegandolo alla diluizione 1+3 con
le moderne pellicole a struttura tabulare ho ottenuto negativi dalla gamma tonale molto
soddisfacente, e la perdita di effetto finegranulante dovuta alla diluizione era un effetto
collaterale trascurabile vista la finezza della grana di questi materiali; ancora oggi, a
distanza di anni, i miei negativi più "belli" dal punto di vista della stampa portano la
firma dell'accoppiata Kodak T-Max e Kodak Microdol-X 1+3; considerando l'effetto
solvente, il rivelatore sfrutta solo parzialmente la sensibilità della pellicola, e con una
diluizione 1+3 questa perdita è più marcata e va compensata con un tempo di trattamento
maggiorato; a suo tempo sviluppavo il TMX per 16' @ 24° C, suggerendo un I.E.
effettivo di 64 ISO.

Purtroppo l'importatore nazionale ha interrotto da anni la distribuzione del Microdol-X
sul mercato italiano, mentre all'estero è ancora regolarmente disponibile! Alla fine, dopo
molti anni di "astinenza" ho acquistato il rivelatore in un altro paese comunitario, riprendendo
le fila del "pacchetto" che all'epoca mi dava molte soddisfazioni e che avevo dovuto
giocoforza abbandonare; ecco alcuni esempi.

 

il Microdol-X non è più importato in Italia da anni (probabilmente considerando la sua azione finegranulante
ormai inutile e non richiesta dalla clientela), mentre utilizzato con elevata diluizione permette di ottenere negativi
molto gammati; fra l'altro, sospetto che lo ione Cloro sortisca l'effetto di "stoppare" l'annerimento delle alte
luci particolarmente esposte (ad esempio, il cielo), ottenendo un effetto di compensazione automatica simile
a quello riscontrabile nella stampa su carta salata

 

dopo molti anni, la magia si ripete: sul piano dell'ingranditore viene proiettato un negativo 6x9cm
(Mamiya Universal con Sekor 65mm f/6,3) esposto nel Luglio 2007 sul lago del passo S. Pellegrino
e sviluppato solo ora con Microdol-X 1+3 per 16' @ 24°C; come si può notare, le alte luci sparate
del cielo non sono annerite in modo significativo, permettendo un effetto di "compensazione"; nella
stessa area, a filo del fotogramma, si notano chiazze più chiare dovute alle bolle d'aria (schiuma) prodotte
dall'agitazione del rivelatore (un problema che si manifesta quando si sviluppano due film 120 in
1 litro di rivelatore nella stessa tank di analoga capacità, cosa che impedisce di introdurre più
reagente per portare il livello massimo ad un'altezza "di sicurezza")

 

la "magia" della CO...

 




foto (2) Marco Cavina 2007

Altri due fotogrammi 6x9cm impressionati nel Luglio 2007 sul lago di Fedaia, sotto la Marmolada
(Mamiya Universal + Sekor 65mm f/6,3); l'emulsione T-MAX 100 è stata anche in questo caso
rivelata in Microdol-X 1+3 per 16° @ 24°C (dopo oltre 6 mesi di paziente "attesa" in frigorifero);
anche in questo caso è in evidenza il controllo delle alte luci, specie nell'immagine di destra, ripresa
in semi-controluce

(riproduzioni da stampe 30x40cm su Agfa MCC FB)

 

foto Marco Cavina 1995

un'immagine più datata, risalente al 27 Marzo 1995, parimenti impressionata
su Kodak T-MAX 100 (con Hasselblad SWC) poi rivelata in Kodak
Microdol-X 1+3 per 16' @ 24°C

(riproduzione di stampa 30x30cm su Tetenal TT Baryt Vario)

In sostanza, il Microdol-X 1+3 permette(va) di ottenere una estesa gamma tonale con alte
luci leggermente ed opportunamente stoppate, senza ricorrere a famosi rivelatori come
l'ABC Pyro (potenzialmente pericoloso per via dei suoi composti) o ad emulsioni irreperibili
e di scarsa sensibilità come la tedesca Gigabitfilm (famosa per la capacità di "incassare" grandi
intervalli esposimetrici); soprattutto, procurandomelo nuovamente, ho rimesso una carreggiata
la "catena cinematica" che una quindicina di anni fa trovavo molto soddisfacente, assaporando
nuovamente quelle sensazioni e ritornando sulle orme di un me stesso più giovane, entusiasta e
meno logorroico dal punto di vista mentale...e già questo è un successo!

 


M' ILLUMINO  D'ARGENTO