LA  TECNICA  DI  STAMPA  SU  CARTA  SALATA




05/01/2008

 

Si tratta di un'antica tecnica risalente a Talbot, quindi agli albori della fotografia; la carta salata è una
carta a sviluppo o ad emersione diretta che si può realizzare in casa, con le dovute attenzioni.

Il principio si basa su una prima stesura di una gelatina miscelata con una soluzione contenente ioni
cloro (solitamente cloruro di Ammonio), successivamente spennellata con nitrato d'Argento; gli ioni
Cloro ed Argento si legano formando cloruro d'Argento, uno dei materiali fotosensibili con cui fin
dagli esordi sono state realizzate le carte da stampa bianconero.

La carta così realizzata viene messa in sandwich con negativi di grande formato ed esposta alla luce
solare per la stampa a contatto; l'annerimento è diretto e non occorre sviluppo ulteriore, dal momento
che gli UV convertono l'alogenuro d'Argento in Argento metallico stabile.

Le stampe su carta salata sono interessanti non solo perchè si riallacciano a sapori e procedure dell'era
pionieristica ma anche per la loro estesa gamma tonale con ottima leggibilità nelle ombre: infatti, il sistema
di sviluppo ad emersione diretta è compensativo, dal momento che l'Argento metallico annerito nelle zone
d'ombra (trasparenti sul negativo e caratterizzate da un forte flusso luminoso) maschera il resto del cloruro
sottostante, impedendo un annerimento ulteriore; quest'effetto è direttamente proporzionale alla quantità
di luce che traspare dal negativo a contatto, e sarà minimo nelle alte luci e massimo nelle ombre.

Dal momento che è lo spettro ultravioletto a convertire il cloruro d'Argento in Argento metallico, è possibile
"standardizzare" il sistema stampando a contatto sotto un ingranditore dotato di cassetto a luce fredda, la
cui emissione è estremamente ricca di UV, trovando dei parametri ripetibili grazie alle variabili di cui si dispone
(altezza della colonna, apertura del diaframma); dal momento che anche le ottiche da ingrandimento schermano
gli UV al di sotto di 350nm sarebbe meglio proiettare il fascio della luce fredda senza obiettivo e vetrini del
portanegativo, massimizzando così il flusso UV anche nelle frequenze più corte.

Questo farà inorridire i puristi, ma volendo ottenere copie di una certa dimensione è sempre possibile
scansionare il negativo e passarlo su un acetato tramite stampa inkjet o su un lucido fotomeccanico per
arti grafiche (un clichè fotomeccanico in scala di grigio facilmente realizzabile da qualsiasi ditta di arti grafiche);
questo mette anche al sicuro il negativo originale da eventuali danni causati dal nitrato d'Argento non perfettamente
asciutto...

Per realizzare la carta salata ad emersione diretta ci serve dapprima un cartoncino da archivio di ottima qualità,
che provvederemo a tagliare nei formati preferiti; il settore chimico prevede la realizzazione di tre distinti composti:
l'emulsione clorata, la soluzione di nitrato d'Argento ed il regolatore del contrasto. ecco cosa si rende necessario.

EMULSIONE CLORATA (per fare 1.000 ml)

acqua distillata a temperatura ambiente  =  400 ml
acqua calda (40° circa)  =  600 ml
gelatina solida  =  22 gr
citrato di Sodio  =  22 gr
cloruro d'Ammonio  =  22 gr


SOLUZIONE  DI  NITRATO  D'ARGENTO (per fare 200 ml)

acqua distillata  =  200 ml
nitrato d'Argento  =  27 gr


REGOLATORE  DI  CONTRASTO  (per fare 50 ml)

acqua distillata  =  50 ml
bicromato di Potassio  =   3,5 gr


FISSAGGIO

acqua deionizzata  =  1.000 ml
Sodio iposolfito  =  100 gr


SICUREZZA

Il nitrato d'Argento ed il bicromato di Potassio sono caustici ed  aggressivi, oltre che velenosi (in particolar
modo il primo); occorre quindi operare con guanti in lattice, avere immediata disponibilità di acqua corrente
ed agire con la massima attenzione;  questi prodotti vanno  preferibilmente  conservati in contenitori di vetro
scuro con  tappo di sicurezza ed ovviamente al di fuori  della portata dei bambini; i residui chimici di questo
processo sono molto inquinanti e vanno smaltiti tramite i canali opportuni.


Per realizzare l'emulsione clorata si mette la gelatina in un contenitore di vetro a rammollire con i 400 ml di
acqua a temperatura ambiente; dopo circa un quarto d'ora aggiungete l'acqua calda e mescolate a lungo,
tenendo il contenitore a bagnomaria in acqua calda, fino al completo scioglimento della gelatina; a questo
punto, sempre mescolando, aggiungete il citrato di Sodio ed il cloruro d'Ammonio e proseguite fino allo
scioglimento completo: la soluzione è pronta e potete stoccarla in un contenitore da mettere in sicurezza.


Per realizzare la soluzione di nitrato d'Argento versate in un contenitore di vetro i 200 ml di acqua distillata
a temperatura ambiente ed aggiungete il nitrato d'Argento, mescolando, fino allo scioglimento totale; prestate
la massima attenzione a non creare schizzi di liquido e ad evitare ogni contatto od inalazione diretta; il nitrato
d'argento è blandamente fotosensibile ed è meglio conservarlo in un contenitore di vetro scuro, al buio, in
un luogo accessibile ai soli adulti, applicando un'etichetta che descriva chiaramente il contenuto e metta in
guardia sulla sua pericolosità (credo che il classico teschio con tibie possa andare...).


Per confezionare il fissaggio si versa molto lentamente l'iposolfito di Sodio nei 1.000 ml di acqua, agitando
continuamente, fino al completo scioglimento; a questo punto potete stoccare la soluzione in un contenitore
adeguato, anche di materiale plastico.


Infine, per ottenere il regolatore di contrasto, mettete i 50 ml di acqua distillata a temperatura ambiente in
un contenitore in vetro ed aggiungente, agitando, il bicromato di Potassio, seguendo le stesse procedure di
sicurezza previste per il nitrato d'Argento, ad esclusione della conservazione al buio.

 

Per emulsionare la carta (che non dovrebbe essere troppo porosa), versiamo in una bacinella l'emulsione
clorata ed immergiamo il foglio prestando attenzione affinchè sia uniformemente coperto ed imbibito, lasciando
a bagno per circa 30 secondi; estraiamo il foglio maneggiandolo per i bordi esterni e grondiamolo su un graticcio
fortemente inclinato affinchè resti sul foglio uno strato di gelatina dallo spessore uniforme; il foglio deve asciugare
perfettamente e per snellire l'operazione possiamo utilizzare un asciugacapelli; questa operazione va ripetuta per
ogni foglio e può essere eseguita regolarmente alla luce.

Per aumentare in modo visibile la "gradazione di contrasto" della carta si può aggiungere all'emulsione clorata una
goccia di regolatore di contrasto (soluzione di bicromato di Potassio) ogni 10 ml di soluzione (100 gocce in 1000 ml)

La carta clorata a questo stadio di lavorazione, perfettamente asciutta, può essere archiviata e conservata in scatole
chiuse con una bustina di deumidificatore.


Per sensibilizzare alla luce la carta, operate in camera oscura col luce di sicurezza rossa (che taglia lo spettro UV);
utilizzando guanti in lattice ed indumenti protettivi prelevate i fogli di carta precedentemente trattati con l'emulsione
clorata e spennellate la superficie con il nitrato d'Argento, incrociando i passaggi in verticale ed orizzontale con un
pennello morbido e cercando di distribuirlo nel modo più uniforme possibile; dopo l'operazione lasciate la carta
sensibilizzata ad asciugare al buio, preferibilmente appesa per gli angoli, e riponetela successivamente in un
contenitore a tenuta di luce.


Per realizzare la stampa, posizionate sotto luce rossa di sicurezza il negativo a contatto con la carta; una sottile lastra
di vetro può agevolare il contatto ma allungherà il tempo di emersione (il vetro taglia la banda UV al di sotto di una
certa frequenza); esponete il sandwich alla luce solare su un cavalletto da pittore oppure sotto l'ingranditore con luce
fredda in funzione (è anche possibile utilizzare lampade UV o ai vapori di Mercurio); per il tempo di posa ci si regola
"a vista" con l'annerimento diretto o basandosi su prove; indicativamente, una lampada UV o ai vapori di Mercurio
posta a 40-50cm di distanza richiederà una posa compresa fra 10' e 25'; è anche possibile sacrificare un foglio per
eseguire una stampa test a scalare, sovrapponendo un negativo test con scala di grigi e considerando che i primi
step di annerimento andranno persi nei lavaggi successivi.

Prima del fissaggio occorre eliminare il nitrato di Argento in eccesso mettendo le stampe in una bacinella di acqua
e cambiarla ogni volta che intorbidisce (servono alcuni cicli); occorre agire con molta delicatezza senza prolungare
il lavaggio, o si rischia di eliminare anche l'emulsione! 

La stampa così ottenuta assume una tonalità molto calda, rossastra, ed è possibile applicare un viraggio a scelta
per renderla più durevole e fornire un'intonazione gradevole; non occorre lavaggio fra l'eventuale viraggio ed il fix.

Per il fissaggio finale, immergete delicatamente la stampa nella soluzione di Sodio iposolfito e lasciatela in immersione
per vari minuti, muovendo dolcemente la bacinella; per completare l'opera occorre lavare a lungo la stampa per
eliminare dalle fibre tutti i residui chimici; l'ideale sarebbe una bacinella con un delicato ma continuo ricambio di acqua,
in cui lasciare la/le stampe almeno per un'ora.

E' una procedura un po' complessa, ma attinge con forza alle radici del purismo: niente ingranditore, grandi formati,
carta preparata ed emulsionata da se: insomma, una bella soddisfazione.



M' ILLUMINO  D'ARGENTO