STAMPE  BIANCONERO  ALL'ARGENTO

SU  GRANDI  FORMATI:

IL  MINIMO  INDISPENSABILE  PER  L'IMPRESA



31/12/2007

 

Coi tempi che corrono la stampa bianconero ai sali d'argento si sta sempre più configurando
come una nicchia di artigianato e stampe ben eseguite verranno scambiate a prezzi via via
crescenti; l'attuale tendenza che vuole tirature sempre più ridotte ha indotto gli Autori ad
aumentare sempre più i formati di stampa, per recuperare sul costo unitario gli utili persi sul numero
delle copie (ed una tiratura limitatissima invoglia all'acquisto il potenziale cliente).

Per chiudere l'anno in bellezza sono entrato in camera oscura con l'intenzione di eseguire una
stampa 50x50cm da negativo 6x6cm, impersonando quella categoria di fotoamatori ancora
fedeli alla grande tradizione argentica e dotati di una CO "normale" e non di un laboratorio
professionale...

I quattro elementi più determinanti nel passaggio a formati insoliti sono l'ingranditore, il piano di
stampa, le bacinelle per i chimici e la taglierina; naturalmente, disponendo di un ingranditore per
grandi formati non avremo eccessive difficoltà per l'ingrandimento, altrimenti quasi tutti i modelli
di marca dispongono del sistema per ruotare la testa di 90° e proiettare a parete, garantendo un
fattore di ingrandimento superiore a quello concesso dalla colonna e dal piano di stampa standard;
in questo caso sarebbe opportuno dotarsi di un pannello ligneo cui incollare una sottile lastra di ferro
rivestita con retino autoadesivo plastico di colore bianco; questa sorta di "lavagna" andrà appesa
al muro e consentirà di fissare i grandi fogli di carta sensibile con i regoli magnetici presenti in commercio;
sarà altresì preferibile utilizzare un porta-negativi con vetrini: l'elevato ingrandimento rende meno critica
la messa fuoco e la messa in bolla della coniugata anteriore (il piano di stampa), ma il ridotto tiraggio
fra obiettivo e negativo ridurrà talmente la profondità di campo sulla coniugata posteriore che ogni minima
incurvatura del negativo o disallineamento del telaio porteranno una evidente sfocatura in quella zona.

L'obiettivo da stampa andrebbe preferibilmente scelto nelle versioni superiori, a 5-6 lenti (Componon,
Rodagon, Meogon, EL-Nikkor,Neonon, etc.), non tanto per esigenze di risolvenza ma perchè questi
obiettivi sono ottimizzati per avere una perfetta planeità di campo proprio ad ingrandimenti elevati (10-15x),
mentre i più economici 4 lenti o 3 lenti sono previsti per esigenze più modeste e su formati così grandi non
garantiscono una planeità assoluta; una chiusura del diaframma di 2 o 2-1/2 stop garantirà la massima
qualità ottica, la soppressione della vignettatura meccanica e la necessaria tolleranza di fuoco sul negativo.




il "set" della stampa 50x50cm: l'ingranditore IFF Eurogon, nato per coprire fino al 4x5",
ha una colonna da 180cm ed un grande piano di stampa, quindi non ci sono problemi
(col Rodagon da 80mm il formato 50x50cm è raggiunto con l'altezza della colonna indicata
nella foto); per chi disponesse di ingranditori più amatoriali (come il Lupo M67 Color a
sinistra nella foto) si può rimediare ruotando la testa di 90° e proiettando a parete, oppure,
in certi modelli, smontando la colonna e montandola ruotata sull'asse di 180°, con la
testa a sbalzo sulla parte posteriore: questo consente di mettere il piano dell'ingranditore
sul bordo di un tavolo e di proiettare a terra su formati maggiori di quelli consentiti


La messa a fuoco col focometro e l'eventuale determinazione dell'esposizione avverranno nel modo
consueto, magari con qualche difficoltà aggiuntiva per la scarsa luminosità dell'immagine così
ingrandita; un'altro problema è legato alla gestione della carta: simili formati sono pesanti e nel caso
della baritata è facile gualcirla o danneggiarla; per tenerla ferma sul piano di stampa ho posizionato
del pesi (nella fattispecie obiettivi da stampa con la loro campana) all'estremità del foglio, leggermente
più lungo del necessario; per questa stampa ho utilizzato carta in rotolo da 50cm per 10m di lunghezza,
molto comoda perchè mi consente di gestire liberamente i formati, ritagliandoli secondo necessità.

Dopo l'esposizione della carta entra in gioco un ulteriore problema: le bacinelle in cui trattare la stampa;
i modelli esplicitamente concepiti per quest'uso sono molto costosi, così, per un impiego saltuario, ho
adottato della bacinelle basse e piatte solitamente impiegate dai panificatori per mettere a riposare e
lievitare le palline di impasto: questi modelli sono molto economici, reperibili nei negozi di gomma-plastica
e l'unico difetto è l'assenza delle nervature in rilievo sul fondo, pecca veniale dal momento che formati di
carta così grandi si trattano direttamente a mano...

queste bacinelle hanno un formato 40x60cm, consentendo di trattare direttamente il 40x50cm;
per tagli superiori (come il 50x50cm di oggi ma anche fino a 50x75cm o addirittura 60x90cm)
inserisco la stampa nel reagente tenendo il lato corto sulla lunghezza della bacinella, trascinando
poi a turno le due estremità della stampa dentro il reagente, mezza copia alla volta; dopo un
ragionevole numero di cicli lo sviluppo sarà perfettamente omogeneo, e potremo passare
alla bacinella di arresto e fissaggio dove agiremo con la stessa procedura manuale.

Nella parte bassa della foto si nota il rotolo di Ilford Multigrade X-Press da 50cm x 10m che
ho utilizzato per la stampa; si tratta di un esperimento interessante perchè questa carta giaceva
inutilizzata in CO da circa 13-14 anni, passando dai +14°C invernali ai +32°C estivi (la stanza
è all'ultimo piano con due pareti esterne), e nonostante ciò l'unico sintomo dell'invecchiamento
è stato un leggero viraggio bruno nei 5mm di carta più esterni, rimasti per anni a contatto col
la plastica nera del sacco di sicurezza, mentre la resa tonale e l'annerimento della stampa sono
assolutamente normali.




la stampa 50x50cm appena uscita dal fissaggio; in questo caso la carta
è politenata e non ci sono stati problemi, ma nel caso di carta baritata
occorre molta attenzione nel maneggio per non "stirare" la fibra impregnata
in qualche punto, evento che rende poi problematico lo spianamento della
copia durante l'asciugatura...

 

questo negativo l'ho impressionato nei primi mesi del 1992 con un'Hasselblad SWC
e non era mai stato nè provinato nè stampato da allora ("ma dove corri, uomo?");
avevo sviluppato questa Kodak T-MAX 100 ISO in Kodak Microdol-X diluito
1+3 (per aumentarne l'acutanza riducendo l'effetto finegranulante, inutile in questo caso)
per 16' a 24° C, una formula magica che restituiva negativi di invidiabile gamma tonale,
grazie alle straordinarie caratteristiche di questo particolare rivelatore, la cui formula
è tuttora un segreto industriale ma che dovrebbe contenere solo Metolo come rivelatore
(senza Idrochinone), un'elevata quantità di Sodio solfito anidro come antiossidante
(il Metolo si altera con facilità) e cloruro di Sodio come alcale (si, sale da cucina!!), più
un sequestrante non meglio precisato: una semplice formula per grandi risultati; da quando
il Microdol-X non è più distribuito sul territorio nazionale non ho più ottenuto negativi
così "belli" da stampare...

 



Per lavare adeguatamente una copia di questo formato mi servo normalmente
del box doccia e del relativo "telefono", sfruttando acqua tiepida per eliminare
più facilmente l'iposolfito residuo; dopo l'asciugatura (per la baritata è meglio
uno stendibiancheria da interni coperto con fogli di giornale) rimane l'eventuale
problema di rifilare con precisione la stampa; in questo caso l'operazione è
stata eseguita con una taglierina da 64cm, altrimenti è sempre possibile
effettuare i tagli impiegando una riga ed un cutter, con le dovute attenzioni
(e senza rovinare inavvertitamente il tavolo buono...)

Tante attenzioni e qualche difficoltà di stampo fantozziano varranno bene la
soddisfazione di precisare che quella bella "stampona" d'effetto appesa in
salotto è farina del vostro sacco al 100%...

Come ultima notazione, stampe di grande formato richiederebbero un'attenta
valutazione della sinergia fra stampa in chiave alta o bassa, punto di bianco
della carta, colore del passepartout e tipo ed intensità della luce ambiente:
un discorso complesso che lascio volentieri agli specialisti: per ora godiamoci
il lenzuolo!




una riproduzione della lucidissima stampa 50x50cm, purtroppo inficiata da molti riflessi, nonostante
tutte le precauzioni del caso: è quasi più difficile ottenere una "clip" da condividere su Internet che
realizzare la stampa stessa...





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