L'ATTREZZATURA FOTOGRAFICA CHE HO
UTILIZZATO NELLE VACANZE SULLE DOLOMITI
LUGLIO - AGOSTO 2011
Anno nuovo, stesso palinsesto: un'attrezzatura completa fra
cui selezionare, di volta
in volta, quanto più opportuno per le esigenze di giornata, i soggetti previsti
ed anche
la difficoltà del percorso; quest'anno l'analogico è nuovamente parte della
dotazione
con un corredo Hasselblad ed ottiche dal 50mm FLE al 500mm, un aggravio
necessario per realizzare immagini che faranno parte della serie "Dolomiti
images
collection", le migliori delle quali verranno offerte in tiratura limitata
su stampe al
platino-palladio realizzate a Berlino da uno specialista di livello mondiale: le
stampe
al platino-palladio, che richiedono una procedura complessa e risultano
estremamente
costose, garantiscono una gamma tonale ed un feeling unici, unitamente ad una
durata nel tempo praticamente illimitata, se il supporto è conservato
correttamente:
è una prassi che caratterizzava i più raffinati fotografi e stampatori del
secolo passato
e che rappresenta tuttora il massimo standard per le stampe bianconero da
galleria.
Il corredo descritto nel dettaglio; la borsa fotografica
standard (borsa, non zaino, quindi appesa
ad una spalla in modo asimmetrico...) conteneva gli elementi 1 - 2 - 3 - 4 - 6 -
8 - 10 - 14 - 15 -
17 - 18 - 21 - 29 - 30 - 32 - 42 - 43 - 44 - 45, oltre alle pellicole 120 ed al
treppiedi Manfrotto
190 Pro con testa fluida 136; il peso complessivo della borsa corredo con
cavalletto arrivava a
15,5 kg e portarla in spalla ha rappresentato uno sforzo considerevole, ripagato
dalla possibilità
di affrontare le tematiche previste: fotografia argentica medio formato 6x6cm
bianconero, immagini
digitali a colori convenzionali, immagini bianconero infrarosso e video full-HD
1080p.
Ecco alcuni esempi (le pellicole esposte T-MAX 120 sono ancora nel
refrigeratore, in attesa di
essere amorevolmente sviluppate in tank singola con Kodak Microdol-X 1+3 per 16'
@ 24°C,
quindi non ho ancora alcuna anteprima per queste immagini).
Cime innevate dopo una burrasca, rese nitidamente in distanza
con polarizzatore
circolare e ripresa su cavalletto con diaframma ottimale.
Panoramica ottenuta decentrando l'ottica Canon EF 24mm f/3,5
TS-E L mkII
di 12mm prima a destra e poi a sinistra, montando a registro le due immagini
col giusto overlap; l'obiettivo era equipaggiato di polarizzatore.
Tonalismo estremo in un'immagine che omaggia un mio grande
spirito-guida di Carmel, California, e che invece è completamente
digitale (Canon EOS 5D mk II + Canon EF 35-350mm f/3,5-5,6 L
@ 120mm, f/8 con polarizzatore e cavalletto).
Immagine infrarosso del Col Ombert, realizzata
con Leica M8 e filtro Rollei Infrarot.
Frame-capture da uno dei tanti spezzoni video full-HD 1080p H.264
"girati" con
la EOS 5D mk II; in questo caso (pedalata sul lago di Alleghe) l'apparecchio era
su cavalletto, a prua, ed equipaggiato con l'AF-fisheye-Nikkor 16mm f/2,8 D
tramite anello adattatore, con messa a fuoco sui soggetti in primo piano
(circa
1m) realizzata a piena apertura con live-view a 10x ed esposizione effettiva ad
f/8-11 per garantire la corretta profondità di campo.
Tutte le immagini digitali sono state realizzate in RAW-CR2 @
14bit o in
RAW-DNG, lavorando alla sensibilità minima (100 ISO per Canon, 160 ISO
per Leica), utilizzando estensivamente il treppiedi e forzando la sensibilità
solo
in rare circostanze molto particolari (video hand-held in interni bui, prese
veloci
senza il tempo necessario per piazzare il cavalletto); al "campo base"
il flusso
di lavoro era gestito tramite 3 notebook e 3 HD esterni di grande capacità,
aprendo i RAW in Adobe Camera RAW 6.0 e rifinendoli in Photoshop CS5;
per quanto riguarda le riprese analogiche bianconero 6x6cm, per garantire
l'adeguata qualità ho lavorato sistematicamente su treppiedi (gli scatti a mano
si sono limitati a 6-7 pose), utilizzando il cavo per lo scatto a distanza FK30
ed adottando il sollevamento preliminare dello specchio (questa procedura,
su Hasselblad, predispone tutto per cui al momento dello scatto viene azionato
solo il leggerissimo otturatore centrale); le ottiche sono state genericamente
impiegate al loro diaframma ottimale (f/8 per il Distagon 50/4 FLE e per il
Planar 80mm f/2,8, f/11 per il Sonnar 250mm f/5,6 ed f/16 per il Tele-Tessar
500mm f/8); quasi tutte le immagini sono state riprese con il filtro giallo
medio
(per abbattere la foschia e dare carattere alla riproduzione del cielo
nuvoloso),
raramente rimpiazzato dal polarizzatore; per il 500mm f/8 Tele-Tessar, con
filtri inusitati da 86mm, ho utilizzato un filtro Nikon L39 Series IX tenuto
in
sede da una ghiera dotata di filetto 86x1mm.
Sul campo con Hasselblad 553 ELX, Zeiss Tele-Tessar 500mm f/8
e l'indispensabile treppiedi; ho lasciato a casa il pentaprisma esposimetro
PME-5 in favore del classico pozzetto, più compatto e leggero;
inoltre, la sua lente 5x garantisce una messa a fuoco più accurata
rispetto a quanto consentito dal PME.
(foto di Rita Vespignani)
Di buon mattino, col gruppo Sella sullo sfondo, prima di
affrontare la val Lastìes
fino a Pian Schiavonèis; nello Zaino trova posto l'Hasselblad con 50mm,
80mm, filtri giallo e polarizzatore, e treppiedino tascabile; il resto del
minimale corredo (impiegato per questo scatto) era costituito dalla
EOS 5D mk II con EF 24-105mm f/4 L IS, polarizzatore e paraluce.
(foto di Pierpaolo Ghisetti)