L'ATTREZZATURA  FOTOGRAFICA  CHE  HO

UTILIZZATO  NELLE  VACANZE  SULLE  DOLOMITI

GIUGNO - LUGLIO  2010

Stesso principio informatore delle precedenti occasioni: un largo corredo
di base conservato al "campo" per mettere in borsa di volta in volta quanto
più opportuno per le esigenze di giornata; ecco in dettaglio il corredo portato
al seguito:


Nikon D700 + MB-D10 + radiocomando Yong Nuo

Sigma EX 12-24mm f/4,5-5,6  -  Nikon AF fisheye-Nikkor 16mm f/2,8 D  -  Nikon AF-S Nikkor 17-35mm f/2,8 ED D

Nikon Nikkor AiS 28mm f/2,8  - Nikon Nikkor Ais 35-200mm f/3,5-4,5 - Nikon Nikkor AiS 50mm f/1,8

Nikon AF micro-Nikkor 60mm f/2,8  -  Nikon AF DC Nikkor 105mm f/2 D - Nikon AF micro-Nikkor 200mm f/4 ED D

Nikon AF VR Nikkor 80-400mm f/4,5-5,6 ED D  -  Sigma EX 1,4x APO - flash Nikon SB-80 DX

paraluce per Nikkor 80-400mm f/4,5-5,6


Canon EOS 5D mark II + BG-E6 + comando a distanza Canon RC-5

Canon EF 17-40mm f/4 L - Canon EF 24mm f/3,5 TS-E L mark II - Canon EF 24-105mm f/4 L IS

Canon EF 35mm f/1,4 L - Canon EF 35-350mm f/3,5-5,6 L - Canon EF 50mm f/2,5 macro

Canon EF 100mm f/2,8 macro USM - Canon EF 300mm f/4 L IS - Canon EF Extender EF 2x II

flash Canon 580 EX - adattatore Nikon - Canon EOS

paraluce per Canon 17-40mm f/4 L - 35mm f/1,4 L - 24-105mm f/4 L IS - 35-350mm f/3,5-5,6 L


Leica M8 + mirino Leitz 28mm

Leica Elmarit-M 21mm f/2,8 - Voigtlaender 21mm f/4 - Leica Summilux-M 35mm f/1,4 Aspherical 1° tipo

Leica Summicron-M 50mm f/2 - Leica Elmarit-M 90mm f/2,8

schede di memoria CF ed SD per 47Gb complessivi


filtri: polarizzatore Nikon 52mm - polarizzatore circolare slim 72mm - polarizzatore 77mm - 

polarizzatore circolare 82mm - polarizzatore Cokin P160 - rosso 25A 77mm

rosso scurissimo 55mm - degradante grigio 4x Cokin P121 - infrarosso Rollei TLR gr. II

Leica IR-UV 39mm + 46mm + 60mm

cavalletto Manfrotto 190 Pro B + testa sferica 352 RC  -  testa con registro del punto nodale per panoramiche QTVR
treppiede tascabile Manfrotto con testa sferica 210B/DD26 - cavalletto leggero da campagna


I files sono stati scaricati e gestiti sul posto grazie a 3 notebook serviti da una batteria di 3 hard disk esterni (1 + 1 da
2Tb ed 1 da 1Tb); la serie di HD esterni ha consentito copie ridondanti di ogni file per scongiurare il rischio del terribile
incidente del 2009, dove 2.700 scatti RAW eseguiti in 32 giorni sulle Dolomiti sono andati irrimediabilmente perduti
per sempre; nel 2010 - in 31 giorni - ho realizzato oltre 4.000 immagini e 130 spezzoni video full-HD, per un totale
di oltre 100Gb di materiale "grezzo".

Proprio la ferita ancora aperta delle immagini 2009 interamente perdute ha condizionato pesantemente il mio
comportamento, dal momento che molto spesso ho cercato caparbiamente di replicare le foto "defunte", producendo
delle copie spesso quasi conformi: naturalmente molti dei files scomparsi assieme all'hard-disk danneggiato erano
sincronizzazioni irripetibili, tuttavia ho potuto "recuperare" una parte del lavoro 2009, il che ha parzialmente mitigato
il dolore per l'incidente catastrofico.

La Nikon D-700 è stata il corpo base col quale ho realizzato le immagini a colori e monocromatiche standard;
come già avvenuto nel 2009 ho sfruttato il positivo rapporto segnale-rumore per ottenere immagini molto gammate,
lavorando a sensibilità minima, utilizzando il D-lighting on-camera al valore massimo in abbinamento a letture esposimetriche
preferenziali sulle alte luci ed utilizzando estensivamente il polarizzatore; quando necessario ho esposto per le ombre
compensando le alte luci col filtro degradante grigio, tenuto a mano davanti all'obiettivo per posizionarlo con precisione.
Utilizzando l'AF-Fisheye-Nikkor 16mm f/2,8 D e la speciale testa con i registri per il controllo del punto nodale e la
scala graduata ho realizzato anche quest'anno delle panoramiche a 360°, replicando le procedure dell'anno precedente:
files renderizzati con PTGui + Realviz per ottenere dei TIFF da 10.000 pixel di lato.

La Canon EOS 5D mark II è stata prevista essenzialmente per riprese video Full-HD 1080p o in appoggio alla
Nikon D-700 per riprese particolari (architettura col decentrabile 24mm TS-E L mark II, riprese tele a mano
libera col 300mm L IS, reportage all-in-one col 35-350mm L o col 24-105mm L IS); il 24-105mm f/4 L IS
ha consentito riprese video a mano libera abbastanza ferme grazie allo stabilizzatore attivo durante l'esercizio.
Per ridurre l'ingombro in borsa ho sfruttato anche gli obiettivi Nikkor tramite l'apposito anello adattatore.
La ridondanza di focali particolari ha permesso anche riprese insolite, come una soggettiva da bici da corsa a
bici da corsa eseguita col 16mm fisheye durante un intero giro intorno al lago di Fedaia, sotto la Marmolada

La Leica M8 è stata adibita esclusivamente al bianconero infrarosso, grazie alla sua "famigerata" sensibilità
spettrale, in abbinamento ad un raro filtro infrarosso Rollei Infrarot per Rolleiflex biottica gruppo II, un filtro
che mette in atto un taglio di banda molto severo; la sensibilità della M8 all'IR è così marcata che - nonostante
l'adozione di un filtro praticamente "opaco" - ho potuto lavorare sistematicamente a mano libera con tempi
di posa da 1/30" - 1/45" con f/8 e 320 ISO.

Ho utilizzato D700 ed EOS 5D mkII in RAW a 14bit e la Leica M8 in RAW-DNG; tutti i files sono stati processati
in Adobe Camera Raw 5.x e Adobe Photoshop CS4.

Ecco qualche istantanea del sottoscritto in azione ed alcune immagini estrapolate dalle 4.000 realizzate e
- finalmente! - archiviate con ragionevole sicurezza di "sopravvivenza"....

 

Primi giorni di Luglio 2010: Marco con la M8 nella parte più alta di Canazei; ho
goliardicamente suggerito al Presidente di Leica Historica Italia di utilizzare questo
body in Lycra (realizzato on demand dagli amici di Re Artù, celebre manifattura
di abbigliamento sportivo) come nuova divisa sociale di LHI, magari applicando
il logo del Sodalizio nei riporti di colore nero, ma ho incontrato perplessità, forse
per le ferrea disciplina alimentare richiesta da una simile mise.... :-)
Notate nella terza immagine il filtro Rollei Infrarot che appare completamente
opaco e con riflesso metallico grigio-azzurro.

 

Un'immagine supergrandangolare (12mm) realizzata con la Nikon D700; la gamma dinamica
del suo sensore è evidente in quest'istantanea scattata sotto una cruda luce solare diretta: dopo
opportuna postproduzione le alte luci sono leggibili così come le ombre. Anche quest'immagine
fa parte della nutrita schiera dei "cloni" destinati a sostituire le immagini 2009 perdute, sebbene
nell'originale il soggetto umano e le condizioni di luce fossero ovviamente differenti.

 

Un'altra immagine super-grandangolare realizzata con la D700 e convertita in monocromatico.

 


Una panoramica a 360° (file originale da 10.000 pixel) ottenuta con 6 scatti a 60°
utilizzando l'AF-Fisheye-Nikkor 16mm f/2,8 D e la testa con registri per il punto nodale.

 



Un'immagine eaelizzata a mano libera con Leica M8 e filtro infrarosso Rollei Infrarot per TLR:
nonostante il filtro molto selettivo la sensibilità del suo sensore consente ancora la presa a mano
libera.

Come nota a margine, l'eccezionale "qualità" di un leggero cavalletto taiwanese (inserito per
portarlo al seguito nelle camminate ed impiegarlo per stabilizzare le riprese video) ha causato
un increscioso incidente fin dal primo giorno: stavo pianificando una ripresa delle acque turbolente
sul ruf San Niccolò ed avevo applicato sul cavallettino la EOS 5D mk II con impugnatura BG-E6,
due batterie, scheda CF da 32Gb ed AF-S zoom-Nikkor 17-35mm f/2,8 ED D con anello
adattatore: mentre livellavo il cavalletto, il peso dell'obiettivo ha fatto spiombare il complesso in
avanti, e la testa ha ruotato a fondocorsa, bloccandosi di colpo: l'urto ha inopinatamente
svincolato la piastra di fissaggio con eccentrico, e la preziosa attrezzatura è rovinata sulla
roccia sottostante per terminare la traiettoria dentro l'acqua corrente del ruscello!
Dopo un recupero fulmineo ed una paziente azione di asciugatura con esposizione al sole,
centrifugazione dell'obiettivo e rifinitura con phon asciugacapelli, la 5D mk II è tornata alla
piena funzionalità, mentre il 17-35mm Nikon lamenta una settore della baionetta anteriore
tranciato via nell'urto e la morte del motore SWM... Morale della favola: non utilizzate mai
prodotti economici di dubbia qualità !!!

 


CONTATTO           ATTREZZATURA  DI  MARCO