Il tallone d'achille della Contarex SE: la cellula esposimetrica è in basso nel
mirabox,
come negli apparecchi moderni, ma anzichè essere servita da specchi
semitrasparenti
che non penalizzano la luminosità, il percorso ottico prevedeva una serie di
fori nello specchio
che fornivano luce ad uno specchio secondario, solidale sul retro di quello
principale; al fine
di aumentare la sensibilità esposimetrica con le basse luci (effettivamente
quadruplicata rispetto
alla sorella meccanica Super) il numero dei fori crebbe al punto che l'immagine
inviata al mirino
presenta il caratteristico e cosiddetto "gibollo", uno spot scuro e
poco illuminato proprio in
corrispondenza dei presìdi di messa a fuoco del vetro: microprismi ed immagine
spezzata,
rendendo penosa la messa a fuoco stessa.