ZEISS HASSELBLAD T* CROMATI:

BREVI  EFFIMERE  DI  POCHI  MESI

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Le ottiche Zeiss-Hasselblad originali della serie C erano fornite in una
bellissima finitura satinata argento, tranne realizzazioni particolari come il
grandangolare estremo 40/4 Distagon, il 100/3,5 Planar fotogrammetrico,
il 105/4,3 UV-Sonnar ed il 500/8 Tele-Tessar; la montatura cromata dei
restanti obiettivi divenne anch'essa anodizzata nera nell'autunno 1972, alla
riapertura dello stabilimento dopo le ferie estive, mentre l'innovativo antiriflessi
T* era stato applicato nella primavera dello stesso anno agli obiettivi più corti,
fino al 100/3,5 Planar compreso.

Da questi riferimenti cronologici possiamo dedurre che dalla primavera 1972
fino alle ferie estive furono prodotte modeste quantità di obiettivi Zeiss-C in
finitura cromata e già dotati del
T*, sostanzialmente limitati, andando per
esclusione secondo quanto sopra descritto, al 50/4 Distagon e all'80/2,8
Planar;
si tratta di obiettivi intriganti che uniscono la classica livrea cromata d'antan,
più vistosa ma ricca di personalità rispetto alla seriosa finitura nera, al moderno
antiriflessi multistrato che proietta le prestazioni ottiche su standard attuali.

Uno dei miei Planar 80/2,8 appartiene proprio a questa risicata finestra
cronologica, l'ho fatto revisionare completamente quando i ricambi all'LTR
erano ancora completamente disponibili e funziona come nuovo, ed è anche
molto nitido: avevo un 80/2,8 CF più recente, acquistato per la maggiore
praticità d'uso, che cedetti perchè era più morbido di questa più vecchia
versione; infine, a rigor di logica anche il 38/4,5 Biogon dell'SWC dovrebbe
esistere in versione T* cromo, ma al contrario del 50 e dell'80mm non ne
ho mai visto un solo esemplare.






Il mio Zeiss Hasselblad 80m f/2,8 C, matricola 5.515.472 dell'inizio 1972,
appartenente alla limitata finestra temporale dei T* cromati.

 



22 Giugno 1997, ore 16,25: nella centralissima piazza del Popolo di Faenza, la mia città,
sta iniziando l'ammassamento dei figuranti che sfileranno in corteo in occasione del celebre
Palio del Niballo, giostra equestre si sapore medievale; ho immortalato la scena da una posizione
inconsueta, a bordo di un piccolo Cessna pilotato da un caro amico fotoamatore, utilizzando
un'Hasselblad 553 ELX con pentaprisma PME5 e mirino sportivo a traguardo, ed avvalendomi
proprio dello Zeiss Planar 80mm f/2,8 C cromato T* illustrato in questa pagina, esponendo
ad 1/500" f/11 su negativo colore Fuji a 400 ISO (scansione da negativo con Canoscan 9950F);
nonostante l'obiettivo sia esteticamente molto retrò, la presenza del T* garantisce una resa "moderna"
e con la focale di 80mm non si inquadrano le ruote  del carrello o tiranti d'ala (avevo con me anche
la SWC col Biogon 38mm, ma era praticamente impossibile - almeno su quel Cessna Skyhawk -
trovare una inquadratura "pulita" senza dettagli del velivolo...)

Anche ai tempi delle capsule "Mercury" il Comandante Schirra fece le prime foto dallo
spazio con un 80mm identico a questo, ma ovviamente era privo di T* ed i fantasmagorici
riflessi interni a forma pentagonale immortalati su molte delle sue immagini sono entrati
talmente nell'immaginario come "icona" della foto spaziale che ancora oggi, quando si gira
qualche film con tale ambientazione, vengono inseriti artificialmente per ricreare nelle
immagini quella classica "atmosfera"... Ricorda un po' la storia dell'icona di rinoceronte,
sempre riferita al primo archetipo reso disponibile: per quanto quest'ultimo fosse assai
fantasioso e poco veritiero mentre i successivi autori avessero visto l'animale dal vero,
essi - pur essendo coscienti dell'errore - continuavano a replicare quell'archetipo ormai
consolidato.
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