OBIETTIVI PER 35mm A TELEMETRO:
LEICA, ZEISS E SUDDITANZE PSICOLOGICHE
________________________________________________________
Per tutto il XX secolo Leitz Wetzlar e Zeiss Ikon si sono
affrontate nel settore specifico
degli apparecchi 35mm a telemetro, puntando entrambi sulla grande rinomanza dei
loro
rispettivi obiettivi per allettare potenziali clienti o strapparne al
concorrente; così fu negli
anni '30 ai tempi di Leica a vite e Contax, così in altri termini sarebbe stato
negli anni '90
per la Leica M e la Contax G, prodotta da Kyocera ma con sistema di ottiche
Zeiss.
Nel primo round fu la Zeiss Ikon a sferrare il colpo del knock-out lanciando sul
mercato
il Sonnar 50mm f/1,5, progettato da Bertele su concetti che arrivavano da
lontano, ed era
il frutto dei suoi decennali studi sullo sdoppiamento degli elementi nel
tripletto, know-how
che Leica non possedeva assolutamente, adagiata per anni sull'Elmar-Tessar e poi
invischiata
nel troppo precoce sviluppo del doppio Gauss.
I Sonnar 50mm f/1,5, luminosissimo ed incredibilmente valido nella resa,
incarnava perfettamente
le ambizioni tipiche delle agili telemetro 35mm nel reportage a luce ambiente ed
ebbe grande successo
commerciale, trainando le vendite dell'altrettanto innovativa Contax I; la Leitz
accusò il colpo e
non potendo replicare immediatamente si appoggiò alla Schneider che deteneva
l'usufrutto
sul territorio tedesco di uno schema Gauss dell'americana Taylor, Taylor &
Hobson di identica
focale e luminosità; la Schneider fornì lo schema Xenon 50mm f/1,5 basato su
brevetto americano
(infatti su altri mercati gli estremi del brevetto venivano citati sull'ottica),
senza che riuscisse ad
intaccare la fulgida fama del Sonnar f/1,5, dotato di grande brillantezza mentre
lo Xenon, pur
caratterizzato da uno schema Gauss più moderno e con margini di sviluppo, era
molto penalizzato
dall'assenza di antiriflessi e presentava contrasto basso e molto flare.
Negli anni '90 il contesto era invertito: Leica gongolava incarnando LA
telemetro per eccellenza
mentre Zeiss aveva abbandonato il campo da oltre 30 anni; impostando il progetto
Contax G
per entrare in concorrenza diretta non si poteva prescindere da un'attenta
analisi del prodotto
di Solms, in special modo riguardo alle ragioni del consenso incontrato;
parlando di obiettivi
ci si rese conto che le ottiche M erano apprezzate non tanto per i classici
parametri come
risoluzione o contrasto, quanto per dettagli meno tecnici e più, come dire,
filosofici e romantici,
come plasticità, rotondità, sfuocato; considerando anche che all'epoca il
bilancio della Zeiss
cominciava a scricchiolare un po' (imboccando una spirale negativa che toccò il
culmine a
fine anni '90) e che non erano possibili investimenti troppo consistenti per un
mercato
comunque di nicchia, si decise di non andare troppo per il sottile: infatti
analizzando gli
schemi ottici di alcune ottiche Zeiss G stupisce la quasi totale analogia con
gli equivalenti
Leica M cui si apprestavano a fare concorrenza diretta sul mercato, ed
analogamente
sulle prime brochures del sistema Contax G1 e G2, nelle pagine dedicate agli
obiettivi,
spuntavano aggettivi inediti per la Zeiss, decantando gamme di grigi,
plasticità ed
espressività, proprio i parametri che gli utenti Leica M apprezzavano nel loro
sistema,
offrendo l'atout di un prezzo inferiore e maggiore praticità operativa grazie
ai moderni
corpi G, che però, da me in prima persona, non furono mai considerati
all'altezza
dei mitici ed immutabili corpi Leica M, sia per la finitura discutibile sia per
l'eccessiva
complessità meccanica ed elettronica che causava frequenti malfunzionamenti,
assimilandole nell'immaginario (è una definizione che ho coniato personalmente
ma
credo di parlare per molti) ad una sorta di Contax T2 cresciuta.
Ho abbinato in parallelo gli schemi ottici e gli MTF di equipollenti obiettivi M
e G
ed il senso dei miei ragionamenti sarà più evidente.
_________________________________________________________________________
Il primo round: il Sonnar 50mm f/1,5 e l'inadeguata
risposta Leitz: il Taylor&Hobson-Schneider-Leitz Xenon
5cm f/1,5 del 1936, non all'altezza del rivale e marchiato dall'onta di una
progettazione esterna, evidenziata dalle
specifiche di brevetto
Anche il successivo Summarit 5cm f/1,5 del 1949 altri non è che lo Xenon
trattato
antiriflessi (e le prestazioni migliorarono decisamente), come evidenziato dal
brevetto ancora valido nel mercato USA, da cui quest'esemplare proviene
e che reca ancora il nome dei progettisti originali
obiettivi Leica M e Contax G degli anni '90 messi a
confronto: sono evidentissime le analogie,
specialmente nei due grandangolari, fra gli originali Leica ed i
"cloni" Zeiss; soltanto il 90mm
differisce perchè alla Zeiss avevano trovato opportuno ed economico appoggiarsi
al già
collaudato schema Sonnar f/2,8 calcolato da Walter Woeltche e già presente nel
sistema
Contax come 85mm f/2,8 (da cui il 90 deriva in modo strettissimo) e 100mm f/3,5,
pur
essendo in ogni caso molto simile al Leica Elmarit 90mm f/2,8 che sostituiva il
doppietto
posteriore, tipico del medio-tele Sonnar moderno, con un vetro singolo ad alta
rifrazione.
i due 21mm f/2,8 alla sbarra: è evidente, pur con piccole differenze, l'analogo
andamento e la
filosofia di resa sovrapponibile
Stesso confronto per i due 35mm f/2: filosofia di resa omologa anche in
questo caso, con
una prevalenza Zeiss ad f/5,6; notare la stupefacente simmetria di resa ad f/2.
Le focali normali non possono confrontarsi direttamente, trattandosi di
un 50mm per Leica e di
un 45mm per Zeiss, sia pure basati su schema molto simile, ed infatti
concettualmente lavorano
in modo analogo, e sono entrambi assolutamente eccellenti
Come avevamo visto i progetti del medio tele 90mm differivano nell'ultimo
elemento ed infatti
appartengono a loro gli MTF meno omologhi, anche come filosofia di resa; in
particolare, nel Sonnar
ad f/5,6 è presente un tipico calo della calotta meridionale, ascrivibile
ad aberrazione cromatica
laterale non corretta (tipica del Sonnar di Woeltche e da non confondere,
attenzione, con
astigmatismo che presenta curve analoghe) mentre il Leica, basato su vetri
all'avanguardia è
molto più corretto e prevale nettamente, anche se la resa tipica e pastosa del
Sonnar 90/2,8
è comunque piacevolissima: una volta stampai un negativo impressionato con
quest'obiettivo
al formato 40x50cm, ed oltre alla presenza dei due soggetti ritratti era
comunque altrettanto
soddisfacente la nitidezza residua
Duellanti di due epoche al palo: sfavillante Zeiss negli anni '30, in
rincorsa negli anni '90
______________________________________________________________________
CONTATTO
ARTICOLI TECNICI
FOTOGRAFICI