INTERFACCE UTENTE
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Gli apparecchi fotografici assomigliano sempre più a computers, strumenti efficienti
ma dotati di un interfaccia utente aliena, estranea ai concetti mutuati dall'esperienza
e dalla tradizione secolare della meccanica; sono perfetti ma scritti in un linguaggio
sconosciuto alla nostra psiche, avvezza a parti in movimento a vista e nessi causa-
effetto immediati; penso che molti rimpiangeranno i cari, vecchi comandi analogici
diretti...a conferma, che fine hanno fatto le strumentazioni digitali delle automobili?
Dopo timidi tentativi si è ritornati alla rassicurane grafica della lancetta analogica
che scorre su una scala circolare, come agii inizi del secolo XX, o quantomeno
alla riproduzione digitale di tale icona, più affine al nostro modo di interlacciarsi
con l'hardware rispetto alla logica perversa dei menu sequenziali o degli imput
multipli a pulsante o dei display LCD, e credo sia così anche in fotografia.
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Diciamo la verità: quanto è più rapido, comodo ed immediato passare da 4" ad
1/500" o da auto a manuale con la classica ghiera, rispetto ai moderni sistemi a
rotella e dispaly con step di 1/3 stop, dove si ruota come cretini per trenta secondi?
O quanto era più gratificante, ad esempio col mirino della Nikon F2AS, controllare l'esposizione con
i logici e rassicuranti + 0 - ? persino mio nonno riusciva a scattarmi delle foto seguendo la semplice prassi...
Tutto sotto controllo: tempi, diaframmi, profondità di campo, distanza: tutto
rassicurante, evidente, analogico, di pronta fruizione, sulla meccanica fluida
ed eterna di un Sonnar-C Hasselblad del 1962.
