CANON EF 50/2,5 COMPACT
MACRO:
DENTRO I SEGRETI DI UN MACRO COMPATTO,
VERSATILE E PERFORMANTE
ABSTRACT
This lens is considered a sort of "spare
wheel" among the huge Canon EF lens system,
but if you look beyond it's cheap plastic shell and the lack of USM motor, you'll
find
a very satisfactory workhorse: it's compact, lightweight, fast enough, very
sharp in both
near and long range and with an usefull "true normal" 50mm focal
lenght; it performs
well with digital bodies and the only flat spots are the harsh bo-keh (mostly
due to the
cost-saving six blades iris) and the higher magnification limited to half-size;
anyway you
can reach 1:1 with an unusual matching coverter (with four glass elements),
projected
to cope with the lens' formula: all that at a real bargain price.
24/10/2007
Ho pensato di aggiornare e riscrivere
parzialmente questo pezzo, inizialmente imperniato solamente
sull'insolito accessorio "lifesize converter", perchè ho notato che
quest'obiettivo viene ingiustamente
snobbato e sottostimato dai Canonisti, forse per il suo aspetto cheap con
esoscheletro plastico
(ma solo quello...) e con l'aggravante dell'assenza di motore USM; in realtà,
dopo averlo largamente
impiegato nelle condizioni più varie (sono sue, ad esempio, anche le immagini
pubblicate nella pagina
"Tempi dilatati" - sezione seconda) posso affermare che si tratta di
un ottimo obiettivo, in grado di
fornire valide prestazioni anche a diaframmi aperti e su tutta la scala di messa
a fuoco, un'omogeneità
di risposta propiziata dal suo sofisticato sistema flottante che lo mette in
grado di competere su infinito
con i migliori normali convenzionali e di giocarsela con i macro dei più famosi
concorrenti nel
campo ravvicinato; infatti, nonostante l'aspetto dimesso, alla Canon non hanno
lesinato riguardo a
dotazione ottica...
L'obiettivo fu progettato agli albori
del sistema EF (fra il 1986 ed il 1987) dai Dr. Hideki Ogawa
e Takashi Matshushita, che consegnarono il progetto per la registrazione
nell'Aprile 1987; l'obiettivo,
come il coevo micro-Nikkor AF 60mm f/2,8, dispone di uno schema ottico basato su
due sottogruppi:
un Gauss anteriore (a ben 7 lenti) ed un gruppo di campo posteriore costituito
da due lenti aggiuntive;
mentre nell'AF-micro-Nikkor 60mm f/2,8 il flottaggio e relativo al solo Gauss
anteriore ed il gruppo
posteriore resta fisso, nel Canon la soluzione è ancora più sofisticata, dal
momento che l'avanzamento
è relativo sia al Gauss primario a 7 lenti sia al primo elemento del gruppo di
campo posteriore, che
durante la messa a fuoco avanza a sua volta, mentre a restare fissa in posizione
è solamente l'ultima
lente posteriore, una soluzione che compensa le aberrazioni (come astigmatismo e
curvatura di campo)
ai vari rapporti di riproduzione disponibili; nel progetto originale la corsa
dei flottaggi previsti ed i
test sulle aberrazioni prevedevano la possibilità di scendere fino ad un
rapporto di riproduzione di
1:1. mentre nel modello di produzione la messa a fuoco minima si ferma ad 1:2,
probabilmente alla
ricerca della massima compattezza possibile.
I dati ricavati dal progetto originale del Canon EF 50mm
f/2,5: nonostante il prezzo abbordabile
e l'aspetto povero, l'obiettivo può vantare una dotazione ottica di primo
livello, basata su due
gruppi distinti per un totale di nove lenti e caratterizzata da un doppio
flottaggio in cui la lente
posteriore resta fissa mentre il primo gruppo gaussiano da sette lenti e
l'ottava lente avanzano
con un flottaggio indipendente l'uno dall'altra; nel micro-Nikkor AF 60mm f/2,8,
basato su
uno schema simile, le due lenti posteriori restano fisse e non è presente il
flottaggio supplementare
dell'elemento anteriore di questo gruppo; lo schema del Canon si basa su celebri
vetri ad alta
rifrazione, ampiamente diffusi su famosi progetti moderni e conferma
l'attenzione rivolta dai
progettisti per ottenere uno schema senza compromessi
questi schemi, parimenti rilevati dal progetto originale,
confermano l'intenzione iniziale di
produrre un 50 macro in grado di focheggiare direttamente fino ad 1:1;
probabilmente
il vistoso degrado di certe aberrazioni hanno convinto i progettisti a
desistere, limitando
il range ad 1:2 e calcolando - come descritto a seguire - un apposito accessorio
con
un gruppo di lenti supplementare dedicato, adibito al raggiungimento del
rapporto 1:1
(probabilmente questa soluzione permette un maggiore controllo delle
aberrazioni);
l'aberrazione cromatica viene misurata su una sola lunghezza d'onda ma sarei
stato curioso
di osservare le variazioni su tutto lo spettro: infatti, nell'uso pratico, ho
notato leggerissimi
fringings, peraltro totalmente assenti - ad onor del vero - sui rivali
micro-Nikkor
Il Canon EF 50mm f/2,5 compact-macro, nonostante la
concezione moderna, rinuncia alla
possibilità di focheggiare direttamente fino ad 1:1, sacrificando l'opzione in
cambio della
compattezza sbandierata già nella denominazione ufficiale; l'obiettivo
incorpora comunque
il classico sistema flottante proprio dei macro di ultima generazione (gruppo
Gauss anteriore
mobile e doppietto spaziato posteriore per la correzione delle aberrazioni a
distanza ravvicinata)
e questo impedisce di adottare un semplice tubo di prolunga (come era consueto
un tempo) per
raggiungere il fatidico rapporto 1:1 perchè questo tipo di schema subisce molto
negativamente
un incremento di tiraggio meccanico interposto fra corpo macchina e doppietto
posteriore.
Alla Canon hanno realizzato così un insolito lifesize-converter che
all'apparenza sembra un comune
tubo di prolunga ma che in realtà incorpora un gruppo ottico aggiuntivo
(calcolato all'origine
assieme al 50/2,5 macro) che permette di passare da 1:2 ad 1:1 senza penalizzare
la resa ottica;
infatti, visualizzando i due noccioli ottici nella posizione di lavoro, appare
evidente come essi
costituiscano un continuum logico e coerente
l'originale soluzione per lo schema ottico del Canon EF 50mm
f/2,5 compact-macro: l'obiettivo dispone
di un sistema flottante che ottimizza il passaggio da infinito ad 1:2, valore
oltre al quale entra in gioco il
lifesize-converter posteriore che permette di passare da 1:2 ad 1:1 riprendendo
il flottaggio del Gauss
anteriore dalla posizione di "infinito" senza penalizzare la resa.
L'obiettivo focheggia fino a 0,228m dal piano focale e pesa
soltanto 280g, con dimensioni massime esterne pari a
67x63mm, una compattezza che si riflette anche sull'attacco per filtri da appena
52mm, insolito nella gamma Canon;
dal punto di vista della resa sul campo, l'obiettivo si comporta al livello dei
migliori concorrenti, anche se il suo limite
più vistoso è costituito da un bo-keh nient'affatto gradevole, causato
principalmente dal diaframma a 6 lamelle, una
soluzione di ripiego cost-saving, che punteggia lo sfuocato di textures simili
ad un alveare; vista la sua corta focale,
è possibile che l'obiettivo fosse inteso principalmente per riprodurre
originali bidimensionali (quadri, documenti, etc.),
grazie all'ampio angolo di campo che non obbliga a posizionare la fotocamera a
grande distanza dal soggetto
(situazione scomoda in interni), e che la resa dello sfuocato in macro sia stata
considerata non prioritaria; naturalmente
questa è solo una mia illazione personale.
il Canon EF 50mm f/2,5 macro ad f/8 su EOS 5 D a mano libera;
in quest'immagine si nota
la sgradevole tessitura geometrica dello sfuocato, principalmente dovuta
all'economico
diaframma esagonale a spigoli vivi
(picture: Marco Cavina)
un'altra immagine ad f/8 su EOS 5 D a mano libera:
nulla da dire sulla nitidezza dell'obiettivo, effettivamente ottima
(picture: Marco Cavina)
un'altra immagine ottenuta ad f/8 su EOS 5 D che conferma la
nitidezza e
la capacità di rendere il senso tattile della materia proprie di quest'obiettivo
(picture: Marco Cavina)
una veduta della splendida città di Heidelberg, ripresa dal
suo castello col Canon EF 50/2,5 ad f/8
su EOS 5 D; anche a grande distanza l'obiettivo garantisce immagini ricche di
dettaglio, al livello
di quelle consentite dai migliori "50mm" tradizionali
(picture: Marco Cavina)
quattro eloquenti crops del file precedente visti al 100% ed
ancora più significativi dal momento
che non sono aiutati da sharpening; notare i leggeri finigings sul tetto al sole
della cattedrale e
sull'ombrellone inclinato di 45°
Una caratteristica evidente del Canon EF 50mm f/2,5 compact-macro, che può
essere parimenti
annoverata fra i pregi o i difetti, fate voi, è la capacità di risolvere anche
a diaframmi molto aperti
con la contemporanea, brusca tendenza ad andare rapidamente in diffrazione non
appena si chiude
ai valori tipici della ripresa macro; in pratica, già ad f/2,5 su un cerchio
tangente il lato corto abbiamo
un'ottima nitidezza, che si estende rapidamente sul campo ad f/4 ed f/5,6, dove
otteniamo le massime
prestazioni, mentre già ad f/8 si percepisce sull'asse un leggero
ammorbidimento per diffrazione; per
reiterata esperienza personale azzardo che questa sia una parte integrante del
DNA Canon, manifesta
fin dalla generazione FD, mentre i rivali Nikkor hanno sempre rivelato una
maggiore pigrizia nel
raggiungimento di nitidezze elevate ma anche una forte resistenza alla
diffrazione, al punto che molti di
essi presentavano valori MTF medi ad f/11 ancora uguali o superiori (specie
ovviamente alle basse
frequenze spaziali) rispetto ad f/8... In senso generale il comportamento Canon
è da privilegiare, dal
momento che la ricerca della massima qualità ai diaframmi più aperti è uno
dei principi informatori
nell'evoluzione dell'ottica, da sempre; tuttavia - in questo caso specifico -
non possiamo considerare
azzeccata la scelta in un macro, sovente destinato all'impiego con
diaframmi molto chiusi, e se questo
fingerprint gli permette di rivaleggiare a parità di apertura e su infinito con
i migliori 50mm convenzionali,
nella macro è bene "cambiare stile", scegliendo oculatamente il piano
di fuoco e senza delegare la
soluzione dei problemi ad una forte chiusura dell'iride... Questo comportamento
è confermato dalle
prove eseguite a suo tempo dalla prestigiosa rivista italiana Tutti Fotografi
edita da Editrice Progresso,
delle quali riporto a seguire uno stralcio
questo test eseguito dallo staff dell'Editrice Progresso sul
Canon EF 50mm f/2,5
conferma le sue qualità così come la tendenza a rendere al massimo a diaframmi
sostanzialmente aperti, con un calo costante già a partire da f/5,6,
comportamento
utile nell'impiego generale ma non perfetto per la macro, anche se - in effetti
-
valori molto buoni sono garantiti ancora ad f/11 (questi diagrammi si
riferiscono
ad infinito, ma suppongo che l'andamento generale della resa sia simile anche a
coniugate brevi)
credits: schema Tutti Fotografi - Editrice Progresso
in questo schema ho radunato gli MTF originali Canon (su
posizione di infinito) relativi a tutti i 50mm EF prodotti;
il 50/2,5 compact-macro evidenzia un picco di resa a piena apertura sull'asse
davvero rimarchevole, ed anche a
diaframma chiuso la sua resa è di poco inferiore, e solo sul campo verso i
bordi, rispetto ai migliori "colleghi",
nonostante si tratti di rilevazioni relative ad un soggetto molto distante
Concludendo, io non sono il promoter di Brand o importatori, chiunque essi
siano, ma devo
rilevare che il value-for-money di questo compatto obiettivo è davvero
favorevole, e
le sue prestazioni affidabili, così come la versatilità d'uso legata alla sua
scala di messa
a fuoco estesa, ne fanno un simpatico compagno d'avventure, non troppo
penalizzato
nemmeno quando la luce si affievolisce, viste le prestazioni ad f/2,5: non
facciamo una
colpa del suo aspetto da brutto anatroccolo: elicoidi, cannotti interni e
baionette sono
in metallo, privi di giochi evidenti, e se si cerca la riproduzione calligrafica
che l'abuso
di zoom ci ha fatto un po' dimenticare potrebbe essere una buona scelta.
MARCOMETER
IL SUO MOTORE FA "BUZZZZ" ,
IL GUSCIO E' IN RESINA
E SI FERMA AD 1:2, MA SFIDO CHIUNQUE A
TROVARE
ALTRI DIFETTI IN QUESTO PICCOLO E
VERSATILE MACRO,
DAVVERO UTILE IN TANTE SITUAZIONI E
PROPOSTO AD
UN PREZZO CHE EVITERA' QUALSIASI LITE
FAMILIARE...
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