ANGENIEUX ZOOM 28-70mm f/2,6 AF PER NIKON:
L'UNICO ZOOM ANGENIEUX AUTOFOCUS PER IL 35mm
E' TUTTORA UN RECORD DI LUMINOSITA'
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La maison Pierre Angenieux non ha certo bisogno di
presentazioni: simbolo stesso
dell'evoluzione negli zoom cinematografici ha all'attivo record immortali, come
il
primo zoom ad accedere alla copertura iniziale di 100° o alla luminosità
massima di
f/1,2; naturalmente le immagini giunte dalla Luna e commentate con enfasi da
Tito
Stagno erano passate attraverso uno zoom Angenieux.....Attiva per decenni nel
settore fotografico 35mm in partnership con molti costruttori, da Alpa a Leica,
la
blasonata Casa francese aveva abbandonato l'agone in favore di una spiccata
specializzazione negli zoom per il cinema così come in speciali realizzazioni
destinate
all'impiego militare; negli anni '80, prendendo atto dell'enorme espansione che
aveva
caratterizzato il mercato degli zoom fotografici e fiutando il vento favorevole,
l'Angenieux
era rientrata timidamente, saggiando il terreno con due ottimi zoom 35-70mm e
70-210mm
caratterizzati da elevata luminosità ed attacco per le più diffuse reflex, per
la gioia degli
amatori più raffinati; questi obiettivi si caratterizzavano per prerogative
coraggiose, come
l'innovativo scafo in policarbonato estremamente robusto (in Photokina i
responsabili
Angenieux saltavano a piè pari su questi zoom per dimostrarne la resistenza...)
e una
lussuosa confezione rivestita in satin rosso scuro con due paraluce rigidi
destinati e
calibrati specificamente per le due focali estreme dell'escursione; il prezzo di
vendita
era proibitivo, ma il fascino del Re del cinema era indiscusso...
Nella seconda metà degli anni '80 vide l'esplosione dei sistemi autofocus e la
nascita
di intriganti zoom "standard" con copertura da grandangolo a tele,
autofocus e luminosità
relativamente elevata; l'Angenieux prese atto di questa nuova tendenza e si mise
all'opera;
mentre i suoi conti sempre più disastrati preoccupavano seriamente il settore
amministrativo,
nel 1991 vide la luce una realizzazione per certi versi unica: si tratta infatti
dell'unico zoom
Angenieux realizzato in montatura autofocus, ed oltre all'escursione 28-70mm,
estremamente
sfruttabile, presentava una luminosità, fissa e costante su tutta l'escursione,
di f/2,6, un valore
che - a distanza di lustri e con tutta l'evoluzione forsennata che ha stravolto
il settore - resta un
record sfiorato (f/2,6-2,8) ma tuttora imbattuto nel settore degli zoom standard
per il 35mm!
L'angenieux AF-zoom 28-70mm f/2,6 fu lanciato inizialmente in montatura Nikon AF,
una scelta
logica ed oculata dal momento che la Casa nipponica proponeva solo un meno
pratico 35-70/2,8
ma non disponeva ancora dello zoom standard professionale con focale d'esordio a
28mm, come
l'utenza richiedeva ormai con insistenza; il prezzo di listino nel 1991, l'anno
dell'esordio, era di
2.100.000 lire, valore decisamente molto elevato anche se giustificato dal
blasone e dalle caratteristiche
tecniche; l'anno dopo arrivò anche l'attacco Canon EF e veniva dichiarata anche
la disponibilità
della versione Minolta AF, sebbene non ne abbia mai visto uno dal vero...I
prezzi di listino lievitarono
fino alla soglia dei 2.500.000 lire, e l'importatore ne fece arrivare ben pochi,
così gli intraprendenti
si arrangiavano come potevano, facendoli giungere persino sotto i tappetini di
vecchie auto d'epoca
francesi, importate per restaurarle....del resto anche fornendosi in fabbrica
era molto difficile
avere questi ambitissimi zoom AF: ricordo che ricevetti li mio zoom tramite un
commerciante di
Lione, italiano emigrato, che lo procurò direttamente all'Angenieux, e mi
raccontò che per
ottenere il mio 28-70/2,6 (ed uno gemello per un mio amico) fu praticamente
"costretto" ad
acquistare un lotto di binocoli ed altri prodotti Angenieux (che poi dovette
rivendere poco
per volta nel suo negozio) per avere come contropartita "l'onore" dei
due 28-70 AF....
L'obiettivo, con struttura interamente metallica e realizzato in alluminio
anodizzato nero, disponeva
del sistema a doppia ghiera e veniva fornito con una confezione che se da un
lato rinunciava ai
lussi sibaritici dei cofanetti rivestiti in satìn, accontentandosi del
polistirolo sagomato, dall'altro
disponeva di una dotazione decisamente completa, rappresentata da un filtro UV
Angenieux
trattato antiriflessi multistrato di eccellente qualità, dallo specifico
paraluce metallico, da due tappi
anteriori da 77 ed 82mm per abbinarsi all'ottica con e senza paraluce, dal una
custodia floscia
in cordura griffata Angenieux e persino dai test MTF individuali eseguiti sul
singolo esemplare!!
Per Angenieux questo esordio nell'elettronica applicata agli obiettivi era fonte
di apprensione,
dal momento che certi know-how non si improvvisano: forse è per questo che la
garanzia del
costruttore per lo zom 28-70/2,6 AF era di "soli" CINQUE anni anzichè
trenta, come di
consueto.....in particolare si vocifera che l'ingresso di Angenieux nel settore
35mm AF abbia
pestato i calli a più di un costruttore, certo più per immagine che per i
numeri, e sembra che
a Saint Heand, adottando su licenza gli attacchi AF, abbiano incontrato
difficoltà nel farsi
fornire i dati per le ROM presenti nel chip dell'ottica, arrivando la punto di
ricrearli in casa;
ad ogni modo, qualcosa non deve aver funzionato a dovere: infatti il mio
28-70/2,6 è sempre
stato "hunting" nella messa a fuoco, anche con corpi professionali
come F4 od F5, ed anzichè
fermarsi con sicurezza sul punto di fuoco, come ci si aspetterebbe da un'ottica
così luminosa,
metteva in atto una convulsa "forcella" avanti e indietro con
escursione sempre minore fino
ad arrestarsi sul piano di massima nitidezza; questo ostruzionismo delle case
madri proprio
nel settore dove l'Angenieux mancava di esperienza fu uno dei motivi che
portarono alla
decisione di non proseguire sulla nuova strada; causa ben più grave fu la
situazione
amministrativa sempre più ingarbugliata che sfociò nell'amministrazione
controllata ed infine
nella sofferta decisione di lasciare il settore fotografico, concentrandosi
sopratutto su
forniture miltari; il 28-70/2,6 AF resta quindi una solitaria meteora nella
gloriosa storia
dell'Angenieux, l'unico cimento nel territorio dei comuni mortali.
Il 28-70/2,6 Angenieux si basa su uno schema dichiarato a 16 lenti in soli 4
gruppi,
configurazione che ritengo poco probabile a meno che che per gruppi si intendano
l'insieme dei sottogruppi mobili, costituiti da varie lenti; il diaframma chiude
da f/2,6
(ripeto, fisso) fino ad f/22 e la messa a fuoco scende fino a 0,65m; le lenti
beneficiano
di un sofisticato antiriflessi multipli, la cui azione è perfezionata sulla
focale 28mm dal
paraluce opzionale (in questa configurazione le lenti anteriori arrivano a filo
della
montatura), mentre a 70mm le lenti sono molto incassate ed è il cannotto stesso
dell'ottica a schermare le luci parassite; nella parte anteriore l'accurato
lavoro di
passivazione è completato da una maschera in plastica opaca con finestra di
forma
quadrata e leggermente svasata, avvitata subito davanti alla prima lente, quasi
a
filo della montatura porta-filtri; sulle sue palpebre, insolitamente, sono
riportati
a sbalzo i dati caratteristici dell'ottica; questa palpebra rende difficile
eliminare la
polvere accumulata dentro al cannotto in posizione tele, e questo spiega il
filtro
UV di eccellente qualità fornito di serie.
La montatura posteriore, rifinita con cura estrema e cromata ad alto spessore,
è
compatibile con le specifiche AF non D così come AiS, qualora si utilizzino
corpi manual focus; non è però presente la classica forcella per i corpi F
anteriori
al 1977 nè la si può applicare facilmente a causa della ghiera del diaframma
in
metallo massiccio; l'MTF individuale del mio esemplare, testato dall'addetto n°
313,
rientra perfettamente nelle specifiche ottimali di fabbrica; la verifica
sull'asse,
effettuata alla frequenza spaziale di 30 l/mm, vede un trasferimento di
contrasto
di quasi 80%, valore decisamente elevato (le curve tipiche sono molto più alte
degli analoghi test forniti col precedente Angenieux 35-70); l'ottica è molto
contrastata e brillante, certamente molto nitida ad f/8 ma è soprattutto il
macrocontrasto a stupire; nonostante questa brillantezza fin dal primo utilizzo
ho potuto notare una resa splendida e modulata nei colori dell'incarnato, e
non ci si poteva aspettare di meno da chi ha scritto la storia degli zoom
cinematografici; in quel Maggio 1992 mi sembrava un obiettivo straordinario
ed il giudizio è parzialmente valido tuttora; peccato per una distorsione
avvertibile alle focali estreme; persino sul digitale le immagini di questo
Angenieux sono marcatamente nitidi e brillanti, spiccano immediatamente
per il macrocontrasto; oggi è un obiettivo decisamente raro e certamente
un pezzo assai significativo nella storia dell'ottica moderna, rappresentando
l'ultimo e più avanzato progetto Angenieux dedicato alla fotografia 35mm
prima di sparire nuovamente nell'oblio; con quest'ottica ho realizzato a su
tempo un paio di matrimoni disimpegnati per amici: F4S, Metz 60, un SB-24
in slave, l'Angenieux e basta, con risultati affidabili ed eccellente resa
dell'incarnato, col fascino di utilizzare LO zoom per definizione, fratellino
dei pezzi che hanno scritto la storia del cinema e della focale variabile
in senso lato.
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UPGRADING 18/12/2006
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La Angenieux di St.Heand non ha mai divulgato lo
schema ottico di quest'obiettivo, ma dato
che i miei amici meritano sempre qualcosa di esclusivo, ho provveduto a
ridefinire vettorialmente
la sezione di quest'obiettivo, basandomi su una piccolissima immagine
interpolata; in fondo alla
serie di immagini che seguono è così disponibile da ora l'unica sezione dell'Angenieux
28-70mm
f/2,6 AF esistente a dimensioni ragionevoli, in duplice versione (con o senza il
profilo della montatura);
so che tutti gli appassionati Angenieux hanno sempre convissuto con la
curiosità di visualizzare
con accuratezza lo schema di questo mitico obiettivo: beh, oggi li accontento di
cuore.
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foto, pezzi illustrati e testo di Marco Cavina
(foto: Canon EOS-350D con micro Nikkor Ai 55/3,5 del 1977 e micro-Nikkor Ai
105/4 del 1977)
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