ZEISS  PLANAR  CONTAREX  85mm  f/1,4:

STORIA  DI  UN  MITO  CON  FOTO  E  CONFRONTI

INEDITI  CON  LA  VERSIONE  CONTAX-YASHICA



ABSTRACT

The Zeiss Planar 85mm f/1,4 in Contarex mount is one of the rarest and most sought
after among Oberkochen lenses, and can be considered the first in the actual row of
modern 35mm Zeiss lenses; thanks to the cooperation of Pierpaolo Ghisetti, the famous
Zeiss expert, I was able to give a look to this jewel and take some shots with both
Contarex and Contax-Yashica versions (involving my own C/Y Germany-MM lens),
checking briefly for sharpness and bokeh (the iris was changed from the staggering
3-blades type of the Contarex/Rolleiflex/Arriflex lens to a more conventional 8-blades
in the Contax-yashica configuration); I'll resume the whole techical evolution fo the lens
(starting from the 1972 original non-achromatized project), considering also the recent
ZF option and the recomputed Contax-N and Sony models, with unprecedented pictures
and other data about the particular spherical aberration's rendering at long and short
distances verified in the recent ZF lens, whose lens spaces and focus shift in the various
ranges appear slightly changed; I also added some screenshots from taxi Driver, the
Scorsese's masterpiece realized on 1976 with some night scenes taken across the
unmistakable three-blades iris of the newly introduced Planar 85mm f/1,4 in Arri mount.


27/01/2008

 

Lo Zeiss Planar 85mm f/1,4 è una delle leggende viventi dell'ottica moderna, ed assecondando
la necessità di dedicargli un profilo adeguato ho atteso pazientemente per collezionare  un
quadro d'insieme degno di lui, col consueto contorno di chicche inedite; quest'obiettivo incarna
significati simbolici che trascendono il suo successo commerciale e la sua lunga vita costellata
di unanimi riconoscimenti: può esser considerato a ragione (una gloria condivisa con l'F-Distagon
16mm f/2,8 presentato nello stesso periodo) come il primo obiettivo Zeiss moderno per il piccolo
formato, inaugurando una nuova generazione di ottiche nobilitate dell'antiriflessi T* e caratterizzate
da una soppressione del flare prima sconosciuta, senza dimenticare il suo incredibile trasformismo
che lo ha visto incarnare la sirena da nebbia del Titanic-Contarex durante l'affondamento, passando
per l'attacco Rolleiflex, Contax-Yashica ed ora anche Nikon e vite 42x1, senza dimenticare la breve
ma prestigiosa parentesi cinematografica in attacco Arri (1975-1979), prima dell'arrivo di un ben
più moderno e superiore Planar 85mm f/1,2; quest'ottica, per le caratteristiche di plasticità, resa sul
campo, sfuocato e riproduzione del colore è entrata nel cuore dei fotoamatori moderni, molti dei
quali l'hanno eletto al rango di obiettivo da ritratto "perfetto".

La paternità del celebre Planar 85mm f/1,4 è sempre stata attribuita ad Erhard Glatzel, ed è convinzione
comune che sia stato calcolato direttamente per l'impiego cinematografico, nell'ambito della gamma di
ottiche cinematografiche Zeiss T=1,4 che avrebbe calcato le scene fino all'arrivo della nuova serie
f/1,2 - T=1,3 e che annoverava - fra gli atri - anche il Planar 85mm f/1,2; in realtà il progetto basilare
del Planar 85mm f/1,4 (e del Planar 135mm f/2 che avrebbe visto la luce qualche anno dopo) è opera
di Heinrich Basista, uno dei delfini di Glatzel, in collaborazione con Bernhard Sonnenberg e con la
supervisione dello Stesso Glatzel; le informazioni di pubblico dominio vogliono che Glatzel sia rimasto
in arcione, progettando i vari obiettivi Zeiss Contax, fino al progressivo ingresso in campo del suo
successore Woeltche, ma in realtà Heinrich Basista ebbe un ruolo molto importante in questa fase
di transizione, progettando fra le altre cose anche il famoso Vario-Sonnar 70-210mm f/3,5; curiosamente,
lo schema alla base del Planar 85mm f/1,4 non era nato per impiego cinematografico e nemmeno per
l'utilizzo fotografico convenzionale: il suo progetto iniziale (peraltro con luminosità f/1,5, poi "forzata"
ad f/1,4 grazie all'adozione del T*) non prevedeva l'acromatizzazione in luce bianca ed era inteso
come obiettivo relay ad alta luminosità per fluoroscopi e schermi di oscilloscopi, solitamente caratterizzati
da luce a spettro nomocromatico che non richiede l'acromatizzazione per luce bianca; in breve tempo,
preso atto delle ottime caratteristiche dell'obiettivo, si decise per la carriera foto- e cinematografica,
provvedendo all'acromatizzazione su tutto lo spettro ed alla realizzazione delle adeguate montature
meccaniche; ecco lo schema originale ricavato dal progetto di Basista e Sonnenberg, realizzato nel
1972 e brevettato in Germania nel 1973.




il progetto originale del Planar 85mm f/1,4; l'apparente spazio
d'aria fra la quarta e quinta lente è indicato per pura comodità
grafica: infatti il raggio di curvatura contiguo delle due lenti è
identico e lo spazio fra di esse è indicato come pari a zero.
La data sullo schema si riferisce alla registrazione del brevetto
tedesco

 

i dati correlati allo schema precedente: i raggi R4a ed R4b (identici) e lo spazio S4a (pari a zero)
confermano l'unione delle lenti n° 4 e 5, com'è in effetti riscontrabile nell'esemplare di produzione;
la luminosità f/1,5 si riferisce a trattamenti antiriflessi standard, e l'adozione sui modelli prodotti
del modernissimo T* permise di correggerli in f/1,4

 



Lo schema definitivo utilizzato sui modelli in produzione, nel
quale spiccano tre vetri ad alta rifrazione

 


Come anticipato, lo Zeiss Planar 85mm f/1,4 visse molte stagioni e numerosi trasformismi:
Lo schema storico di Basista entrò in produzione in attacco Rolleiflex nello stesso anno in
cui fu calcolato, il 1972, "bruciando" il più celebre fratello Contarex, canto del cigno del
sistema, che fu prodotto nel 1974; nel 1975 vide la luce la versione cinematografica in
attacco Arriflex e nel 1976 la più famosa e diffusa opzione Contax-Yashica, prodotta
fino al 1987 in Germania (arrivando ben oltre la generazione MM, come confermato
dall'obiettivo utilizzato in questo articolo) e successivamente in Giappone a cura della
Yashica-Kyocera; in tempi recenti, dopo la discutibile decisione del management Kyocera
di azzerare la produzione Contax, il Planar 85mm f/1,4 fu prodotto anche in attacco
Nikon AiS (versione ZF) e vite 42x1 (versione ZS), con una montatura molto curata
e dotata di piacevole baionetta cromata anteriore per il paraluce; esistono altre due varianti
del Planar 85mm f/1,4 che vengono elencate a parte, dal momento che pur condividendo
le caratteristiche geometriche con le citate versioni sono caratterizzati da schemi ottici
differenti.

Ecco un rendiconto sulle quote di produzione riferito alle varie versioni del Planar originale:


ROLLEIFLEX SL 35  =  4.858 pz  dal 1972 al 1995 (?)   mat. 5.617.509 - 7.194.362

CONTAREX  =  400 pz  nel 1974  mat. 5.771.076 - 5.771.475                                  

ARRIFLEX  =  768 pz  dal 1975 al 1979   mat. 5.765.046 - 6.224.227                        

CONTAX  =  58.557 pz  dal 1976 al 1997 (1)  di cui  40.992 Germany e 17.565 Japan
                                                                     
(1) = ignoro la produzione successiva al 1997
mat. Germany : da 5.804.877 (1976)  a  7.013.372  (1987)
mat. Japan : da 7.014.092 (1987)                             

per una produzione totale dal 1972 al 1997 di 64.583 pz


Come potete vedere, la convinzione che la prima versione presentata fosse in montatura Contarex
è da ritenersi errata, dal momento che ad esordire fu il modello per Rolleiflex SL 35, e proprio il
Planar 85/1,4 Rollei con matricola 5.617.509 fu il primo ad arrivare sul mercato; tuttavia, la scarsa
diffusione di quest'apparecchio e le sue caratteristiche dimesse e convenzionali lo hanno relegato ad
un ruolo molto secondario nelle gerarchie del modernariato fotografico, mentre il sistema Contarex,
per il ruolo sublime e drammatico che si trovò a ricoprire (uccidere la madre per eccesso di perfezione),
è passato subito nel mito, trascinando con se l'ultimo e prestigioso obiettivo ad esso dedicato, appunto
il Planar 85mm f/1,4 col suo attacco, prodotto in un unico lotto di 400 pezzi nel 1974 ed elevato
a simbolo delle grandi intenzioni perdute nel futuro della Zeiss; l'obiettivo presentato in questo pezzo è
proprio uno di questi, e vista l'oggettiva rarità sul mercato alcuni sostengono con piena liceità che i 400
esemplari fossero stati solamente pianificati e che il numero di obiettivi effettivamente prodotti in attacco
Contarex fosse inferiore, dirottando il resto del lotto in attacco Arriflex; naturalmente, in assenza di dati
certi, non posso confermare nulla, tuttavia la matricola dell'obiettivo che ho potuto esaminare, 5.771.438,
indicherebbe il 363° obiettivo del lotto di 400 esemplari, testimoniando una produzione effettiva attestata
quantomeno su queste cifre, se escludiamo una poco probabile produzione alternata, con matricole
distribuite a "macchia di leopardo"; l'obiettivo in montatura Arriflex era otticamente identico agli altri e
presentava lo stesso, unico e destabilizzante diaframma costituito da tre coppie di lamelle appaiate che,
incrociandosi, formavano un triangolo leggermente svasato, una caratteristica che rendeva immediatamente
riconoscibile l'obiettivo dal suo tipico bo-keh con sagome triangolari; l'ottica Arriflex fu utilizzata da Martin
Scorsese nel suo capolavoro del 1976, "Taxi driver" con Robert De Niro ed una giovanissima Jodie Foster
nel ruolo difficile per la sua età di conturbante baby-prostituta; Scorsese sfruttò il Planar 85 nelle celebri riprese
notturne durante i turni del taxista De Niro, delle quali allegherò alcuni fotogrammi e nei quali sono evidenti
i tipici "fantasmi" triangolari sullo sfondo; questo diaframma - a mio parere - fu concepito per ridurre al minimo
l'inerzia e gli attriti (non dimentichiamo la luminosità in gioco e le dimensioni e la corsa delle lamelle), specialmente
in previsione dell'adozione su Contarex, dotata di un particolarissimo comando di chiusura del diaframma la cui
molla si trova nel corpo macchina e trasmette il moto tramite una complessa serie di rinvii; il diaframma triangolare
fu dunque applicato alle versioni Rolleiflex, Contarex ed Arriflex, mentre per il tipo Contax-Yashica, lanciato nel
1976, si optò per un sistema ad 8 lamelle che garantiva una forma più regolare, dal momento che in questo attacco
la molla di chiusura agisce in trazione direttamente nell'obiettivo, rendendo più affidabile l'adozione di un sistema
più complesso e "pesante" da attivare; questa configurazione registrò a sua volta due varianti: le prime versioni
Germany AE, alle maggiori aperture, non sovrapponevano completamente le punte arrotondate delle lamelle,
formando la caratteristica silouhette "a denti di sega" presente anche in altri Zeiss Contax luminosi della prima ora;
successivamente (ritengo dal tipo Germany MM) il profilo delle lamelle fu modificato e la forma ottagonale del
diaframma divenne regolare anche ai diaframmi maggiori; il tipo Contax fu prodotto inizialmente in Germania,
ad Oberkochen, dal 1976 al 1987; nel frattempo l'attacco era stato aggiornato alle specifiche MM (per consentire
l'utilizzo del Program sui nuovi apparecchi Contax) e fu quindi prodotta una piccola serie terminale di Planar 85mm
Germany MM (come quello in mio possesso ed utilizzato per questo articolo), oggi molto apprezzata; specificamente,
il Planar Contax Germany MM che utilizzo riporta la matricola 7.013.007, mentre l'ultimo esemplare prodotto in
Germania nel 1987 arriva a 7.013.372: solamente 365 Planar 85/1,4 furono assemblati ad Oberkochen dopo questo,
il che rende la "rimpatriata" assai interessante: il primo e più famoso Planar, il Contarex, e l'ultimissimo Germany
appartenente alla sua naturale evoluzione - il Contax - prima del trasferimento della produzione in Giappone sotto
l'egida Yashica.

Quando la Kyocera decise unilateralmente di sospendere la produzione del sistema Contax, mantenendone tuttavia
ogni diritto di utilizzo del marchio per anni a venire, alla Zeiss si abbandonarono ad un attimo di sconforto, rivivendo
come un dejà vu i tristi momenti del crack Zeiss Ikon del 1973, quando il grande ed apprezzato sistema di ottiche
Zeiss per il 35mm si trovò orfano del corpo macchina su cui applicarlo.... Il Planar 85mm f/1,4, ormai dichiarato a
furor di popolo capolavoro immortale, non seguì la triste fine di quasi tutti gli obiettivi Contax, ma rinacque dalle sue
ceneri in attacco Nikon AiS (prima) e vite 42x1 (poi), forse con l'ingenua intenzione di aggirare i limiti legati alla complessa
interfaccia Canon EOS consentendo l'applicazione tramite adattatori 42x1 - EOS....  Il Planar in attacco Nikon e
vite 42x1 dispone sulla carta dell'identico schema ottico della versione Contax-Yashica ma si differenzia per una
bellissima baionetta anteriore cromata di sapore Rolleiflex e per un'ulteriore modifica al diaframma, ora a 9 lamelle;
in realtà, analizzando gli schemi con attenzione, si può notare che gli spazi d'aria fra alcune lenti sono variati rispetto
al tipo originale, e come molti sapranno negli schemi derivati dal Gauss queste modifiche vanno ad interagire sull'andamento
della curva di aberrazione sferica e sullo spostamento di fuoco al chiudersi del diaframma alle varie distanze; inoltre, pur
facendo la tara alle schematizzazioni delle sezioni, sembrerebbero modificati anche alcuni spessori (ad esempio, la
lente posteriore).




lo schema presente nel progetto originale messo a confronto con quello degli
obiettivi Rollei-Contarex-Arri-Contax e con quello delle recenti versioni ZF
e ZS; quest'ultimo appare modificato sia negli spazi d'aria (ad esempio, fra
la seconda e la terza lente) sia in alcuni spessori

 

La filosofia sottesa a queste modifiche è difficilmente interpretabile, data la quantità
di variabili possibili (non ultima la scelta di vetri differenti, più ecologici e/o facili da
sbozzare e lavorare), tuttavia ritengo che il comportamento tipico dei due obiettivi
sia leggermente differente proprio in considerazione del diverso spostamento di fuoco
presente nei due schemi su posizione di infinito e di messa a fuoco minima: se osserviamo
gli MTF originali della versione Contax (e precedenti) e di quella ZF-ZS potremo notare
che ad f/5,6 il tipo più moderno presenta un picco superiore, mentre nel modello precedente
è visibile il tipico flesso sull'asse presente in obiettivi caratterizzati da un elevato focus-shift
alla chiusura del diaframma (in pratica il piano di fuoco settato a piena apertura si sposta
avanti o indietro quando il diaframma si chiude per l'esposizione, sfuocando leggermente
l'immagine).




due obiettivi sulla carta identici e che invece pari non sono: il flesso
sull'asse del Contax ad f/5,6 - con le zone periferiche superiori -
lascia supporre un focus-shift ad infinito non presente nel tipo
ZF-ZS (a sinistra), leggermente modificato

 

La questione è ancora più complessa se teniamo conto del fatto che stiamo parlando di un obiettivo
di tipo "rigido", privo di flottaggi, sul quale l'aumento di tiraggio richiesto per le distanze minime, tenendo
conto dell'elevata apertura relativa, solitamente introduce autentiche rivoluzioni nell'entità ed andamento
del focus shift così come nella posizione e giacitura dei piani astigmatici fuori asse; a tale proposito ho
rielaborato dei dati relativi ad una prova eseguita sul Planar ZF alla minima distanza di messa a fuoco,
secondo i quali il vantaggio acquisito su infinito (grazie ad un focus shift eccezionalmente ridotto, quasi
trascurabile) viene fatto scontare alla distanza di 1 metro, dove sia lo spostamento del fuoco sia l'andamento
dei piani astigmatici è più marcato, e probabilmente superiore a quello della versione Contax, in grado di
fornire primi piani di qualità sì inferiore all'infinito, ma comunque molto soddisfacenti; ecco la visualizzazione
grafica di queste considerazioni.


nell'ottimizzazione di un Gauss superluminoso "rigido" il progettista deve effettuare specifiche scelte di campo:
nel caso del Planar 85/1,4 modificato per l'attacco ZF la registrazione fine dello schema ha portato ad un
superbo comportamento su infinito, sul quale la posizione di messa a fuoco scelta ad f/1,4 si sposta in modo
assolutamente irrisorio passando ad f/5,6, e fluttuando da -4 a +10 micron: questo garantisce il raggiungimento
di un elevato contrasto, specie sull'asse, superiore a quello della versione Contax; passando ad 1m di distanza,
il piano di fuoco scelto ad f/1,4 (punto nero) si sposta visibilmente e progressivamente passando ad f/4 ed f/8,
comportando valori assiali inferiori a quelli misurati ad infinito; simultaneamente, la posizione delle calotte sagittale
e tangenziale sul campo - sempre a causa del tiraggio aggiunto - si trova su piani differenti già a piena apertura
(sia rispetto al punto focheggiato sull'asse, sia reciprocamente), causando una certa quota di astigmatismo e di
curvatura di campo; questi posizioni variano al chiudersi del diaframma e si spostano in direzione contraria rispetto
a quanto faccia l'asse del fotogramma, ribaltando l'orientamento delle calotte.

 

Per rendere più comprensibili concetti così astrusi, ho visualizzato la posizione dei piani di fuoco
sagittale (con mire orientate in parallelo alla diagonale) e tangenziale (con mire perpendicolari alla
diagonale), indicando in rosso i piani di fuoco ad f/1,4, in verde quelli ad f/4 ed in blu quelli ad f/8;
il punto nero delle curve relative ad f/1,4 indica la posizione su cui abbiamo effettuato la messa a fuoco
con l'apparecchio fotografico e l'obiettivo a piena apertura; come si può vedere, il piano di fuoco è
già curvo ad f/1,4 (con differenti giaciture a seconda dell'orientamento sagittale o tangenziale) a causa
del tiraggio aggiunto per scendere ad 1 metro di distanza; chiudendo il diaframma il piano di fuoco selezionato
ad f/1,4 si sposta, e contemporaneamente anche la posizione e l'orientamento delle calotte sul campo si
modifica: in parole povere, in giallo abbiamo il piano di fuoco coincidente con la pellicola - il sensore
mentre le curve colorate indicano il piano di fuoco reale sul campo durante l'esposizione ad f/1,4,
f/4 ed f/8: mentre le zone periferiche a 15mm fuori asse sono più stabili, sull'asse abbiamo un focus shift
maggiore, e questo porta al classico diagramma MTF col flesso sull'asse che recupera fuori campo, un
po' come abbiamo visto per la versione Contax ad infinito; naturalmente anche quest'ultimo presenta simili
caratteristiche a distanza minima, ma il diverso tipo di "regolazione" di base (che accetta un focus shift maggiore
su infinito) dovrebbe garantire spostamenti leggermente inferiori ad 1m di distanza rispetto allo ZF; naturalmente
questa è solo teoria astrusa e non deve spaventare gli utenti, dal momento che sono proprio queste caratteristiche
peculiari - "negative" solo sulla carta - a fornire l'inconfondibile ed apprezzatissimo blend d'immagine nei ritratti
ravvicinati che hanno fatto del Planar 85 una leggenda.

NOTA BENE: le curve colorate che raccordano i punti di lettura sono stilizzate graficamente, in mancanza
dei punti intermedi di riscontro: il profilo reale potrebbe essere diverso (sinusoidale, ad esempio)

 

Come accennato, le ulteriori opzioni Contax N autofocus e Sony non condividono il classico schema "rigido"
del Planar originale, adottando sistemi flottanti per snellire le procedure di autofocus:  per tale ragione si tratta
di ottiche "estranee" al principio informatore di questo articolo, ed accenno ad esse solo brevemente; in particolare,
la genesi del tipo Contax N è stata abbastanza travagliata, perchè la prima computazione con schema flottante
dovette scontrarsi col brevetto registrato dalla Nikon per il suo AF-Nikkor 85mm f/1,4 D (che sfruttava alcuni
principi ottici generali in comune col Planar), e fu necessario modificarlo leggermente; ecco il suo schema in
relazione ai modelli precedenti.

 

Il Planar 85mm f/1,4 Contax N autofocus è un progetto sostanzialmente derivato dal tipo precedente
(in onore al principio caro a Glatzel dell'evoluzione a piccoli passi, senza salti nel buio) ma l'elemento
di rottura è rappresentato da un doppietto flottante inserito fra il gruppo anteriore ed il posteriore,
permettendo così un'attuazione AF molto veloce ed il controllo di certe aberrazioni a distanza ravvicinata,
anche se la modifica forzata introdotta in corsa per le questioni del brevetto Nikon devono aver richiesto
qualche compromesso, e la resa ai bordi è leggermente inferiore a quella del Planar classico.
Nello stesso schema ho evidenziato le variazioni nella spaziatura presenti nel Planar originale e nel tipo ZF

 

 

Lo schema ricavato dal progetto originale da cui fu derivato l'AF-Nikkor 85mm f/1,4 D e che impose una
leggera modifica al progetto del Planar Contax-N; è curioso e fa sorridere il fatto che dapprima questo
progetto Nikon abbia leggermente ostacolato Zeiss e che poi quest'ultima si sia "vendicata" lanciando sul
mercato il Planar 85mm f/1,4 in attacco Nikon, anche se in tempi di autofocus conclamato le sue quote di
mercato sono forzatamente di nicchia

 




La versione Sony, qui illustrata assieme al tipo ZF, presenta anch'essa uno schema
simile a quello del Planar originale, e l'ultima lente posteriore è stata affiancata da
due ulteriori elementi singoli e sottili, la cui funzione è quella di sovrintendere al
flottaggio a distanza ravvicinata e di rendere ancora più telecentrica la già buona
proiezione dell'85/1,4 di partenza (il Sony è nato per modelli digitali)

credits: pictures Zeiss

 

Lasciamoci alle spalle queste aride trattazioni e veniamo al nocciolo della questione: il Planar 85mm f/1,4
originale - in attacco Contarex - e le sue eventuali differenze di comportamento rispetto al Contax-Yashica
causate dall'unica variabile in gioco: il famoso diaframma a sagoma triangolare, che fece storcere in naso
a molti appassionati...

(devo fare presente che queste fotografie sono state scattate in condizioni "disperate", durante un
rendez-vouz in un bar di provincia, su un tavolo in vetrina sotto la forte luce unidirezionale del sole;
pertanto, nonostante la lunga postproduzione, la loro qualità non è quella consueta, e me ne scuso)

 

Aggiungi un posto a tavola per l'ospite di riguardo... in questa immagine che ho assimilato ad
un advertising troviamo il mitico e rarissimo Zeiss Planar 85mm f/1,4 Contarex, montato
per l'occasione su una Super 2° tipo laccata nera

 




La genesi e l'epilogo del mitico Planar in versione West-Germany: l'originale Contarex risalente al 1974
ritratto in compagnia del mio Germany MM del 1987, appartenente all'ultimo lotto di produzione: si
può notare che la grafica anteriore del Contarex era già "aggiornata" alle successive specifiche Contax
 (montatura tutta nera senza baionetta cromata) mentre risulta particolarmente datata la presa di forza
del la messa a fuoco, ricavata peraltro da una lega di Alluminio abbastanza tenera e che si ammacca
o degrada facilmente con l'uso

 




una vista anteriore dei due gemelli; notare il nuovo standard nei dati di targa, che passa da
1:1,4 f = 85mm ad 1,4/85

 




i due Planar 85mm f/1,4 sui relativi corpi macchina: Contarex Super e Contax AX

 


il Planar Contarex montato sull'archetipo del sistema, la famosa "Cyclope" (qui in versione I - D);
per l'epoca si trattava di un obiettivo estremamente moderno, di rottura, se vogliamo

 




il Planar 85mm f/1,4 fu il secondo obiettivo Zeiss per 35mm a ricevere l'antiriflessi multiplo T*
(fu infatti preceduto dall'F-Distagon 16mm f/2,8)

 


I dati di targa completi; l'attacco filtri è da 67mm, come nel modello Contax

 


l'unica, sconvolgente differenza fra le versioni originali Rollei, Contarex ed Arri e la successiva Contax
(a parte eventuali migliorie nell'antiriflessi) è rappresentata dal diaframma: convenzionale ad 8 lamelle
nell'ultimo e triangolare nel primo! La forma triangolare svasata è ottenuta con tre coppie di lamelle
parallele, una struttura ben più sofisticata di quanto appaia ad un'occhiata distratta...

 


Il mix di moderno e retrò nella montatura del Planar Contarex; si nota come
la parte meccanica sia stata ridotta al limite, calzandola sul nocciolo ottico
come un aderente abito da sera: la versione Contax è leggermente più
dimensionata; per entrambi il diaframma chiude da f/1,4 ad f/16 e la messa
a fuoco arriva ad 1m

 

i tappi originali del Planar Contarex; quello posteriore è un vero gioiello di metallo satinato
e sbalzato: ricordo che intorno al 1990-91 sei tappi come questo passarono di mano sotto
i miei occhi per centomila lire dell'epoca cadauno...

 

Incuriosito dalla disponibilità del raro Planar Contarex, ho predisposto un rendez-vouz volante col
fortunato proprietario per testare sul campo, sia pure frettolosamente ed in modo informale, il suo
rendimento e paragonarlo a quello del suo epigono, incanato come detto dal mio Germany MM
per Contax; ho eseguito alcuni scatti in interni su Velvia 100 Professional sfruttando mia moglie
Rita come modella ed utilizzando per gli scatti una Contarex I -D "Cyclope" ed una Contax AX,
scansionando le diapositive con un Nikon Coolscan.

 


quest'immagine è un'icona: lo Zeiss Planar 85mm f/1,4 Contarex, simbolo
del sistema Contarex ed archetipo degli Zeiss moderni, in mano al Dr.
Pierpaolo Ghisetti, il maggiore esperto italiano sull'argomento nonchè
legittimo proprietario dell'ottica: c'è un intero universo racchiuso in questo
fotogramma..

(foto di Marco Cavina - Canon EF 85mm f/1,2 L @ f/2,8)

 

 

mia moglie Rita brandisce con estrema attenzione i corpi macchina e le ottiche
utilizzate per la rapida prova; notare la diversa interferenza degli antiriflessi T*

 


questa inquadratura (l'immagine base illustrata è stata ricavata col Planar Contarex ad f/1,4) è stata replicata
ad f/1,4 - f/2,0 - f/2,8 con entrambi gli obiettivi, ricavando poi dalle scansioni due crop al 100% da 400 x 400
pixel, una nella zona a fuoco ed una nello sfondo

 


 

 

 


 

 

 


 

 

Le differenze, complici anche piccole imperfezioni di messa a fuoco, sono minime; colpisce il fatto che ad
f/2,0 la sagoma ottagonale del diaframma Contax sia visibile mentre quella triangolare del Contarex resti
indistinta, mentre ad f/2,8 il tipico bo-keh prende decisamente forma

 


Planar 85mm f/1,4 Contarex @ f/1,4

 

Planar 85mm f/1,4 Contax @ f/1,4

 

Zeiss Planar Contax 85mm f/1,4 @ f/2,0

 

Zeiss Planar Contarex 85mm f/1,4 @ f/1,4 (dettaglio)

 


Zeiss Planar 85mm f/1,4 Contax @ f/2,0 (dettaglio)

 

La resa dei Planar 85mm f/1,4 nei primi piani è delicata e poetica, ed è diventata nel tempo
l'icona stessa della classica, gradevole riproduzione nel ritratto

 

Per chiudere in bellezza e rendere giustamente onore all'ottica che ha creato dal nulla la categoria
dei medio-tele da ritratto superluminosi aggiungo alcuni fotogrammi notturni da "Taxi driver" ripresi
con la versione Arriflex presentata l'anno precedente (1975): il bo-keh è davvero inconfondibile!

 









il regista Martin Scorsese nel famoso cammeo del "marito cornuto che vuole uccidere la moglie e l'amante nero"







(tutti gli screenshots [7] da "Taxi driver" di Martin Scorsese)

 

In definitiva, il Planar 85mm f/1,4 ha aperto la via all'intrigante mondo dei
superluminosi da ritratto, poi bissata da celebri obiettivi (i Canon f/1,2, il
Planar f/1,2 o il Pentax A* f/1,4, per citarne alcuni), fornendo una resa
molto duttile che dalle contrastate e taglienti riproduzioni a lunga distanza
passava a roride atmosfere cinematografiche alle coniugate minime, sempre
e comunque con un colore meraviglioso ed un passaggio allo sfuocato
sconosciuto ai precedenti Sonnar, taglienti ma brutali, "rozzi" direi; queste
prerogative ne hanno fatto un mito la cui leggenda è tuttora vivente ed alimentata,
grazie all'ultima versione ZF e ZS, e che è destinato ad occupare un posto
di rilievo nella storia della fotografia di ritratto e di costume così come nella
hall of  fame del cinema; i limiti ottici evidenziati in teoria si estrinsecano
nell'uso pratico in immagini palpitanti, definite da molti come le più belle possibili.


MARCOMETER

GRANDISSIMO  OBIETTIVO  PER  PALATI  RAFFINATI;
POCHISSIMI  HANNO  REPLICATO  O  SUPERATO  LA
SUA  LUMINOSITA',  LE  SUE  CARATTERISTICHE  DI
RIPRODUZIONE  E  LA SUA  ESPRESSIVITA'  A  BREVI
DISTANZE,  E  SEMPRE  A  CARO  PREZZO; UN  VERO
IMMORTALE

(Ringrazio cordialmente l'amico Pierpaolo Ghisetti per la cortese e disinteressata
disponibilità a farmi "giocare" col suo bellissimo Planar Contarex)


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