I SERVO EE MECCANICI
- PARTE II
AGGIORNAMENTO
I SERVO EE DEGLI OBIETTIVI ZEISS HASSELBLAD
"AA"
CON ALCUNI PROTOTIPI RARISSIMI E SCONOSCIUTI
questa pagina costituisce un implemento al pezzo generale sui servo EE meccanici
che ho scritto nel 2005 e che potete trovare in formato PDF a questo link
this webpage must be considered ad unpgrading of my article upon the servo
EE devices; you can find the whole article in PDF format at the following link
articolo
i servo EE meccanici PDF
ABSTRACT
This page is an upgrading of my article about the servo EE devices just linked
above;
in this session I'll show and describe some Zeiss Hasselblad AA prototypes
produced on
order form in really small batches: the metric Biogon C 60mm f/5,6 for MK-70
with the
custom adapted AA automatic aperture device, an unknown Zeiss Planar 100mm f/3,5
in CF barrel with a modified and updated AA device (actually it's the only one
CF lens
known by far upgraded with the AA device) and bearing the Oberkochen Opton
engravings
used in some East Europe markets, and a pre-run prototype of the AA 250mm f/5,6
Sonnar;
at the same time I'll add some more plans, scans from old brochures and
pictures showing
mechanical and electronic details at higher resolution that those previous
inserted in the original
PDF article
21/04/2008
Ricapitolando brevemente, il già citato articolo originale era dedicato agli
ingegnosi dispositivi
- lanciati negli anni '70 - che permettevano di rendere automatiche a priorità
di un fattore
(solitamente i tempi di esposizione) alcune fotocamere dell'epoca, sfruttando
anche e soprattutto
parti meccaniche fisicamente in movimento e non solo circuiti elettronici, una
sorta di ultima
linea di costa lambita dalla grande tradizione meccanica prima di capitolare per
ragion di stato
alla semplicità produttiva ed ai maggiori profitti dell'elettronica di massa;
nel ristretto novero di
questi ultimi figli di una generazione morente avevo dato giusto risalto agli
obiettivi Zeiss Hasselblad
definiti worldwide "AA" (Automatic Aperture) ovvero, in seno al
laboratorio tecnico italiano FOWA
LTR, "CAD" (Controllo Automatico del Diaframma): in buona sostanza si
trattava di speciali obiettivi
Zeiss Hasselblad della generazione "C" (presentati nel 1972 ed
effettivamente commercializzati soltanto
nel 1974) ai quali era stato applicato un kit costituito da due ghiere per tempi
e diaframmi modificate
(disponevano di prese di forza a cremagliera) e da una "scatola nera"
che incorporava un esposimetro
(gestito da una cellula posta sul frontale della scatola) ed un motore elettrico
che andava in presa sul
settore dentato della ghiera dei diaframmi, regolandola automaticamente in
funzione del tempo di posa
impostato, della sensibilità film adottata e della luminosità ambiente letta
dalla cellula frontale.
Un obiettivo Zeiss Hasselblad C "AA" Sonnar 4/150 T* con la
classica scatola
in bachelite nera che conteneva tutte le parti meccaniche ed elettroniche
necessarie
a gestire automaticamente l'esposizione in funzione dei valori esposimetrici
letti
dalla cellula posta sul frontale; l'alimentazione era garantita da un apposito
porta-
batterie applicabile alla slitta porta-accessori laterale, oppure - con un corpo
motorizzato come quello della foto - inserendo direttamente il cavo nella presa
multipolare presente sul lato destro del motore ed utilizzando le batterie del
corpo macchina come fonte di energia
Questa modifica poteva essere richiesta direttamente i fabbrica, acquistando
l'obiettivo
nuovo col dispositivo "AA" montato all'origine, oppure si poteva
aggiornare aftermarket
un'ottica normale grazie agli appositi kit commercializzati dall'Hasselblad, il
cui montaggio
era delegato ai laboratori ufficiali dei rispettivi importatori; non mi dilungo
sui dettagli tecnici
perchè sono già stati ampiamente discussi nell'articolo generale e mi limito a
ricordare che
gli obiettivi Zeiss Hasselblad serie C per i quali venne realizzato il pacchetto
"AA" furono solo
quattro: Planar 2,8/80 - Planar 3,5/100 - Sonnar 4/150 - Sonnar 5,6/250; si
tratta di obiettivi
piuttosto rari, dal momento che alcuni di essi furono realizzati in poche
centinaia di esemplari;
approfitto per un aggiornamento: al tempo dell'articolo originale mi ero
consigliato con l'amico
canadese Richard "Rick" Nordin, universalmente riconosciuto come il
"guru" del sistema Hasselblad
V, circa gli effettivi lotti di produzione, e concordammo che il Planar 3,5/100
era da considerarsi
il più raro dei quattro, dal momento che il mio esemplare - il 58° montato -
costituiva la "matricola"
più alta che avesse recensito negli anni: questo ci portò ad azzardare
l'ipotesi di una produzione
globale inferiore alle 100 unità... Anche il mio Sonnar C "AA" 4/150,
matricola 170, rappresentava
la numerazione più alta riscontrata; per quanto riguarda la versione più
comune, il Planar 2,8/80,
entrambi avevamo avuto esperienza con esemplari dalle matricole molto basse, ed
ipotizzammo
circa 500 pezzi prodotti, sulla base di riscontri indiretti: recentemente è
apparso e andato all'asta
un Planar 2,8/80 C "AA" con la matricola 367, la più alta che abbia
personalmente riscontrato.
Questi dati chiudono la "tassonomia" ufficiale,
tuttavia alla Zeiss, per inveterata consuetudine, hanno
sempre realizzato piccoli lotti su ordinazione speciale, assecondando le
specifiche esigenze del committente,
spingendosi fino agli esemplari unici, senza contare il lavoro svolto dalla
Zeiss divisione metrica, una branca
poco conosciuta e dotata di una certa autonomia, che ha prodotto articoli che
sono stati a lungo degli
autentici rompicapi per i fanatici della sistematica, come i famosi Topogon
180mm f/6,3 ed f/5,6 prodotti
ad Oberkochen per l'ingranditore Zeiss SEG; fra i lotti di materiale Hasselblad
presentati alle varie aste
della prestigiosa Casa viennese Westlicht Photographica Auction, gestita dal
Leicashop di Peter Coeln,
sono sempre stati presenti autentiche "chicche" realizzate su ordine
speciale ad uso fotogrammetrico o per
il programma spaziale della NASA, fra le quali sono spuntati anche alcuni
obiettivi Zeiss "AA" davvero
anomali e che non rientrano in alcuna sistematica ufficiale, pezzi davvero
storici ed interessanti, e tali
da giustificare questo aggiornamento; i pezzi ai quali mi riferisco sono i
seguenti:
ZEISS PLANAR 100mm f/3,5 CF
"AA" metrico per MK-70
ZEISS BIOGON 60mm f/5,6 C "AA" metrico
per MK-70
ZEISS SONNAR 250mm f/5,6 C "AA"
pre-serie
Come già accennato, il servo EE fu applicato
unicamente alla generazione "C" e cadde in disuso
ad inizio anni '80 quando fu lanciata la nuova serie CF dotata di una livrea
più moderna e ghiera
di messa a fuoco gommata; il Planar CF 3,5/100 con dispositivo "AA"
che andremo a descrivere
costituisce quindi una rarissima anomalia realizzata su ordinazione speciale, ed
è molto interessante
per varie ragioni: presenta ghiere per tempi e diaframmi modificate e realizzate
appositamente per
il dispositivo; il suo servo EE rappresenta una evoluzione funzionale del
modello precedente con
modifiche mirate ad eliminare le piccole pecche riscontrate nell'uso pratico con
la versione "C",
mantenendo comunque l'esoscheletro in bachelite originale; inoltre, l'obiettivo
è insolitamente marcato
Oberkochen: questo richiama alla memoria la produzione di inizio anni '50, quando ci
si era appena
trasferiti da Coburg ad Oberkochen e le questioni legali circa l'utilizzo del
nome Carl Zeiss da parte
dei due brand (occidentale ed orientale) non erano ancora state definite dal
Tribunale; in realtà,
la sua sentenza favorevole ad Oberkochen non si applicava in certi stati,
obbligando la Zeiss
occidentale a marcare "Oberkochen" la sua produzione ad essi
destinata anche in epoca
moderna, come in questo caso!
Si tratta dunque di un esemplare degno della massima attenzione, dal quale ho
potuto ricavare
le modifiche apportate al concetto del servo EE dopo gli anni di esperienza e
servizio sugli
obiettivi C; ecco uno schema con tutte le migliorie introdotte:
Curiosamente, anche negli anni '80 (l'obiettivo ha matricola 6.785.174) si
mantenne il carter
originale in sottile bachelite nera, un materiale obsoleto che con gli anni
tendeva a rompersi;
due difetti concettuali del primo servo EE (riscontrati anche personalmente
nell'uso) erano
rappresentati dall'uscita del cavo di alimentazione dal lato posteriore, accanto
agli sbalzi
appuntiti della ghiera di messa a fuoco (il filo impacciava le operazioni ed era
facile danneggiare
la sua copertura isolante contro la ghiera stessa) e dalla struttura
dell'interruttore on-off laterale,
che faceva molto attrito contro il carter di bachelite rendendo insicura
l'accensione: sul prototipo
CF l'interruttore fu spostato sul frontale, adottando un modello di più facile
azionamento, e si sfruttò
l'apertura lasciata dal comando precedente per fare uscire il cavo di
alimentazione dal fianco destro
del dispositivo, in una posizione dove non crea intralcio; per evitare rotazioni
involontarie alla ghiera
dei tempi è stato aggiunto un dispositivo di blocco con elemento elastico
antagonista; infine, mentre
negli obiettivi "C" era obbligatorio sostituire il cannotto anteriore
(la cui rimozione era necessaria per
far passare la fascetta di serraggio del servo EE), applicandone uno nuovo con
matricole speciali,
in questo prototipo CF il montaggio del dispositivo non ha impedito di mantenere
il cannotto di
serie, con i numeri di matricola originali; dal momento che questo Planar
3,5/100 era destinato
all'apparecchio metrico Hasselblad MK-70 su cui è montato, un corpo macchina
dotato di piastra
reseau posteriore e privo di specchio per consentire il montaggio del Biogon
5,6/60 metrico, la
sua messa a fuoco non si effettuava nel modo consueto ma sfruttando la speciale
scala visibile
presso la baionetta d'attacco: questa scala è finemente graduata in mm ed
indica l'aumento del
tiraggio causato dal movimento dell'elicoide di messa a fuoco, partendo dalla
posizione zero
costituita dal settaggio di infinito (calibrato individualmente su ogni corpo,
tenendo anche conto
delle alterazioni sulla coniugata posteriore introdotte dalla lastra reseasu);
per effettuare la messa
a fuoco ci si basava su apposite tabelle di conversione, calcolate in
precedenza, sulle quali ad
ogni distanza convenzionale corrisponde una esatta misura relativa all'aumento
del tiraggio, da
impostare sulla scala millimetrata.
Vista in dettaglio del dispositivo "AA" standard per gli obiettivi C e
del prototipo per CF montato
sul Planar appena descritto, con le principali modifiche evidenziate; notare la
scritta Oberkochen
anzichè Carl Zeiss sul Planar CF, probabilmente destinato a quei paesi nei
quali il diritto acquisito
ad inizio anni '50 non era valido... I servo EE sono identici e le modifiche non
strutturali ma quasi
"artigianali", d'emergenza: probabilmente è stato riciclato un
dispositivo invenduto per la serie C
adattandolo alla bisogna per soddisfare questo ordine speciale
Ho effettuato qualche ricerca sulla matricola di questo Planar 3,5/100 CF
"AA" anomalo, scoprendo
che in quel momento furono prodotti piccolissimi lotti di tre obiettivi metrici
con numerazione sequenziale,
ovvero:
30 pz BIOGON 5,6/60 per reseau (mat. 6.785.118 -
6.785.147)
20 pz BIOGON 4,5/38 per MKW reseau (mat. 6.785.148 -
6.785.167)
50 pz PLANAR 3,5/100 (mat. 6.785.168
- 6.785.217)
Ovverosia i tre obiettivi
storicamente abbinati alle varie Hasselblad speciali per uso fotogrammetrico e
dotate di piastra posteriore reseau con crocicchi metrici: probabilmente alla
Zeiss avevano ricevuto
ordinazioni per questi apparecchi ed avevano provveduto a realizzare le ottiche
necessarie, fra le quali
anche il Planar 3,5/100 di queste immagini, successivamente dotato di scala
millimetrata per la MK-70,
di calibratura specifica per il corpo al quale era stato assegnato e del famoso
servo EE modificato.
Un altro obiettivo che in casi rarissimi
è stato modificato con l'aggiunta del dispositivo "AA" è l'appena
citato Biogon 5,6/60, un'ottica specificamente progettato da Glatzel per la
fotogrammetria lunare ed
assurto agli onori della cronaca come l'unico obiettivo ad essere utilizzato
dalle missioni umane sul nostro
satellite; dopo questa eccezionale parentesi, il Biogon 60mm metrico fu
dirottato all'impiego civile su
un corpo - la Hasselblad MK-70 - anch'esso derivato direttamente dal modello
utilizzato sulla Luna;
probabilmente l'esigenza del servo EE era legata all'impiego aero-fotografico,
con l'apparecchio
installato negli appositi pozzetti dell'aeromobile e comandato direttamente
dall'abitacolo tramite un
comando di scatto a distanza, senza la possibilità di modificare manualmente
l'apertura del diaframma
per adeguarlo all'esposizione necessaria.
Il rarissimo Biogon 5,6/60 metrico in montatura C e dotato
su richiesta del servo EE; sugli obiettivi C modificati "AA"
la scala delle aperture era posizionata sulla parte inferiore, a 180° dalla
collocazione standard (oscurata dal servo),
in una posizione dove non esiste alcun punto di fede cui riferirsi: per
utilizzare manualmente l'obiettivo veniva fornita
un'etichetta adesiva (SIC) dotata di un riferimento a forma di freccia bianca da
incollare sull'obiettivo per creare il
necessario punto di fede, dopo averlo predefinito aprendo completamente il
diaframma... non propriamente Zeiss,
non trovate? Nel caso del Biogon 60mm tipo C non veniva sostituito il cannotto
anteriore e rimaneva valida la
matricola originale dell'obiettivo; in queste magnifiche immagini realizzate da
Peter Coeln del Leicashop - Wien è
possibile visualizzare il punto di fede per la scala millimetrata della messa a
fuoco indicizzata grazie a tabelle empiriche
sulle quali basarsi: il Biogon 60mm rientra molto nell'apparecchio ed ha
obbligato all'eliminazione dello specchio
reflex, richiedendo questa insolita procedura (e "trascinando" con se
anche il gemello Planar 3,5/100 che completava
la dotazione standard della MK-70, anche se quest'obiettivo è retrofocus ed
avrebbe consentito l'impiego dello
specchio); nei casi in cui non sia necessaria una messa a fuoco critica e/o non
siano disponibili le tabelle per la scala
millimetrata, su entrambi gli obiettivi si può sfruttare la scala metrica
standard, rimasta in dotazione. Nell'immagine
a destra è visibile la piastra reseau applicata davanti al piano focale
dell'apparecchio e lo speciale mirino esterno
che andava inserito nella slitta porta-accessori del corpo macchina.
Col Biogon 5,6/60mm passano così a 5 le ottiche Hasselblad serie C modificate
"AA"; tornando alle versioni di
serie, nei cataloghi di Westlicht Photographica Auction di Vienna è passato
anche un interessante Sonnar C
5,6/250 che costituisce una pre-serie prototipica utilizzata per verificare la
funzionalità del servo EE; ricordo che
la sua gestazione fu piuttosto lunga (passarono circa due anni fra la
presentazione dei prototipi funzionanti e la
commercializzazione), e sospetto che una ragione sia stata l'introduzione delle
cellule SPD al Silicio, molto più
reattive ed esenti da memoria rispetto alla vesione al CdS prevista all'origine
e fornita da Gossen; in effetti la
circuitistica è molto avanzata per l'epoca di lancio, e lascia presupporre
aggiornamenti in corsa fino all'ultimo
minuto utile...
il Sonnar 5,6/250 C "AA" battuto da Westilcht Photographica Auction di
Vienna dovrebbe
rappresentare un prototipo funzionante per prove valutative; notare come sulla
parte inferiore
siano assenti le due linguette serigrafate con la scala EV e quella delle
aperture; quando il
sistema fu introdotto gli obiettivi C erano già anodizzati neri e questo forse
spiega l'anomalia
di questo Sonnar cromato con cannotto anteriore nero, aggiunto al momento della
trasformazione
e dotato della finitura corrente all'epoca; dal momento che il
dispositivo "AA" era disponibile
anche come kit per l'upgrading, non deve stupire la presenza di ottiche cromate
in questa configurazione,
anche se il cannotto anteriore modificato sarà ovviamente sempre nero perchè
veniva fornito soltanto
in questa finitura; il carter smontato e che era parte del lotto presenta la
dicitura "proto" e la natura
prototipica dello stesso 250mm è evidenziata dall'assenza di scritte o
matricole.
Dopo questo doveroso aggiornamento rinverdisco il database su
questi affascinanti dispositivi Zeiss,
autentico passaggio del testimone fra meccanica ed elettronica, inserendo
schemi, brochure ed immagini;
alcune di queste ultime erano già presenti nel PDF dell'articolo originale, ma
ad una dimensione che
impediva di analizzare i dettagli; i particolari interni del servo-EE, mostrati per
la prima volta in modo così
dettagliato, si riferiscono al mio Planar 3,5/100: come riferito nell'articolo
generale, durante lo smontaggio
necessario per realizzare queste foto il carter si è rotto, e spero che verrà
apprezzato il "sacrificio"...
Per i cultori delle tecnica, ecco lo schema elettrico - elettronico del
dispositivo "AA"
per gli obiettivi Zeiss C, fornitomi a suo tempo con estrema cortesia da Doriano
Biolcati,
all'epoca tecnico Hasselblad del laboratorio FOWA - LTR
Alcuni dettagli interni del servo EE; da sx a dx, dall'alto in basso: vista da
sinistra - pozzetto della cellula e controllo ASA -
parte posteriore del motore - lampade rosse di avviso fondo scala - IC, vista
anteriore - IC, vista posteriore - dettaglio
delle tre resistenze variabili - ingaggio del motore sulla ghiera - trimer di
taratura - cellula dell'esposimetro
tre viste del Planar 3,5/100 "AA" senza carter sul corpo Hasselblad
motorizzato; notare come gli
ingombri coincidano con quelli del corpo macchina, permettendo così
l'installazione nei pozzetti
degli aeromobili, spesso sagomati su misura per questo tipo di corpi; in queste
foto l'alimentazione
è fornita direttamente dal corpo macchina
dettagli funzionali del servo EE: la scala dei diaframmi con l'incredibile
etichetta adesiva come punto di fede,
la fotocellula con la ghiera di controllo ASA, il pozzetto con finestra in
plastica trasparente per visualizzare
il tempo impostato e le lampadine di fondo scala per l'accoppiamento (+ acceso =
sovraesposizione, occorre
impostare un tempo più rapido; - acceso = sottoesposizione, occorre impostare
un tempo più lento)
Un obiettivo Zeiss C "AA" con gli accessori disponibili; notare lo
speciale tappo anteriore
(il carter interno del servo EE è a filo del cannotto ed impedisce l'impiego di
un tappo
Hasselblad "C" convenzionale, dal momento che è sporgente); il tappo
in dotazione agli
obiettivi "AA" è stato sbrigativamente ricavato da quello dei filtri
Hasselblad B50 (nei
quali il filtro stesso costituisce la "scatola" e c'è solo un tappo
anteriore e posteriore a
baionetta); specificamente, il tappo anteriore dei filtri B50 è stato privato
del suo cordolo
perimetrale sporgente per circa 3/4 della circonferenza, permettendone così il
montaggio
all'interno dello sbalzo del servo EE, senza prendersi nemmeno la briga di
aggiungere il
logo della V alata al centro: un altro dettaglio che rivela la scarsa attenzione
alle rifiniture
secondarie, evidenziata anche dalla struttura spartana dei carter e
dall'adozione per il
display trasparente sulla scala dei tempi di quella orrenda plastica della prima
ora
adottata anche sui corpi Contarex e che - per aspetto, finitura e scarsa
resistenza
ai graffi - era indegna di considerazione persino all'epoca...
tre colpi d'occhio complessivi sui "segreti" celati
dal servo EE del mio Planar 3,5/100; le tre resistenze
variabili a sinistra sono movimentate da tempi, diaframmi e valori ASA e
lavorano in sinergia.
Notare l'incredibile pezzo di nastro adesivo (originale!!!) che tiene in
posizione i cavi...
l'accumulatore da inserire nel porta-batterie 43133 è analogo
come struttura a quello che alimentava
i classici corpo 500 EL - ELM - ELX (cinque pastiglie NiCd da 1,2V
impacchettate), tuttavia le sue
dimensioni sono inferiori e la capacità è solo di 225 mA contro i 500 mA
dell'accumulatore destinato
al corpo macchina
Un dettaglio molto ravvicinato dell'elemento SPD per la lettura esposimetrica,
inserito in fondo ad un pozzetto
di plastica nera coperto da una lastrina para-polvere il plastica sottile
trasparente; l'introduzione di questa nuova
tecnologia probabilmente congelò il lancio dei già annunciati Zeiss C
"AA" per consentirne l'adozione, dal momento
che l'assenza di inerzia di reazione o di memoria andava a nozze con le esigenze
funzionali di questi servo EE; la
lettura esterna, ovviamente, non è TTL e si basa su un angolo non molto
selettivo, tuttavia la sua precisione è
notevole: a suo tempo ho effettuato misurazioni di prova a vari livelli EV su
superfici uniformi utilizzando come
riscontro un ottimo Gossen Multisix, ed in tutte le circostanze la forcella era
al massimo di alcuni decimi di stop
Gli Zeiss "AA" della mia dotazione, con i codici relativi alla
fornitura diretta dalla
fabbrica o alla conversione di un obiettivo convenzionale; notare come lo svaso
del carter, proprio a filo del cannotto anteriore, impedisca l'adozione di tappi
anteriori standard
La vista inferiore degli obiettivi evidenzia il famoso
"punto di fede" adesivo per il diaframma,
le scritte riportate sul fianco del nuovo cannotto anteriore ed i numeri di
matricola speciali
a sinistra un'immagine tratta da Hasselblad Forum - III/1974
con due Zeiss AA: il Sonnar
4/150 riporta già la matricola speciale definitiva (riferita al primo esemplare
realizzato,
B 30001) mentre il Planar 3,5/100 presenta - incisa sul cannotto anteriore
modificato -
la matricola originale Zeiss, rivelando come l'Azienda sia stata in dubbio
se assegnare
o meno la matricola originale all'ottica convertita: a mio parere, la scelta di
utilizzare
matricole speciali semplificava le operazioni, dal momento che all'atto della
conversione
i laboratori ufficiali avrebbero dovuto incidere e smaltare a loro cura il
numero vecchio
sul nuovo cannotto... In questo caso, la matricola speciale era già
pre-stampata in fabbrica
sui cannotti dei kit, sollevando i tecnici addetti alla conversione da questa
incombenza;
un corollario immediato: se la numerazione sequenziale è stata assegnata ai kit
durante la
loro produzione, ogni statistica attendibile sul numero degli obiettivi
effettivamente modificati
perde validità, dal momento che è possibile che un kit con numerazione
"alta" sia stato
impiegato per un obiettivo EFFETTIVAMENTE convertito in un numero di esemplari
inferiore...
i tre Zeiss "AA" della mia dotazione (purtroppo non
ho mai trovato il Sonnar 5,6/250); l'impiego in
manuale è complesso, dal momento che occorre rovesciare l'obiettivo per
visualizzare la scala del
diaframma col suo punto di fede, e la scala stessa, sempre in presa
nell'ingranaggio del motore, è
davvero molto dura da azionare...
Ecco le scansioni della brochure in italiano realizzata
all'epoca del lancio di questi obiettivi,
anch'essa fornita a suo tempo dal gentilissimo Doriano Biolcati della FOWA - LTR
Questo pieghevole illustrativo era invece distribuito per il mercato internazionale
In quest'immagine gentilmente fornita da Rick Nordin possiamo
vedere
la "scatola nera" di base ed i vari kit specifici per ognuno dei
quattro
obiettivi modificabili
Infine, inizialmente era disponibile un porta-batterie di
fattura più semplice,
con inserimento diretto dall'esterno, come illustrato da questa immagine,
tratta da una brochure d'epoca:
Concludendo, pur fra ingenuità, amenità e soluzioni rozze o
discutibili, questi
servo EE mantengono inalterato tutto il loro fascino; come un ponte fra due
mondi o figli del melting-pop incorporano il genoma di due universi antitetici
che si sono appena sfiorati, l'uno in declino e l'altro all'alba della sua era,
innesti di DNA alieno sui vecchi, rassicuranti muscoli: un dettaglio che non
perderà mai il suo valore, anche ora che la tecnologia ne ha completamente
superato i presupposti: sarà forse perchè ci siamo spinti davvero troppo
oltre,
quando i veri limiti ragionevoli erano proprio questi?
(many thanks to Westlicht Photographica Auction - Wien for the
stunning, endless
recovery of incredible items, to Rick Nordin for sharing his outstanding
experience
and database, to Peter Coeln - simply - to exist !)
MARCOMETRO
INGENUITA' A PARTE, SONO QUESTI I VERI
LIMITI "A MISURA D'UOMO" DELLA SINERGIA
FRA MECCANICA ED ELETTRONICA, E PER
QUESTO GLI ZEISS "AA" CONTINUERANNO
AD AFFASCINARE PER SEMPRE, MENTRE GLI
ATTUALI PRODOTTI DELL'ELETTRONICA DI
CONSUMO SARANNO NELLA PATTUMIERA
NEL VOLGER DI UN LUSTRO...
CONTATTO
ARTICOLI
TECNICI FOTOGRAFICI