TEST
I 50mm LEICA M :
Noctilux f/1,0 - Summilux f/1,4 Asph - Summicron f/2,0 - Elmar f/2,8
19/05/2007
Faccio esordire questa nuova sezione, richiesta con insistenza
da molte parti, con una prova che reputo molto interessante,
dal momento che ho messo a raffronto i quattro normali Leica M più moderni: il
Noctilux-M 50mm f/1,0, il Summilux-M
50mm f/1,4 Asph, il Summicron-M 50mm f/2 e l'Elmar-M 50mm f/2,8; la prova è
interessante perchè il confronto si basa
essenzialmente su prove pratiche a distanza ravvicinata, dal momento che reputo
le coniugate brevi il campo di impiego più
frequente nell'utilizzo "reale", in contrasto con l'ottimizzazione
d'origine, solitamente effettuata su infinito; inoltre ho verificato
anche l'entità e la natura dello sfuocato su diversi piani e a diversi
diaframmi, confronto intrigante anche perchè fra gli
obiettivi del lotto troviamo sia schemi Gauss classici, sia Gauss evoluti (come
il Summilux), sia Tessar (l'Elmar f/2,8), e
metteremo a confronto "la personalità" dei vari obiettivi in questo
settore; ho eseguito anche uno scatto ad f/5,6 ad una
distanza pari a circa 300 volte la lunghezza focale (equiparabile ad infinito),
per testarli in condizioni "standard" ottimali.
CRITERIO DELLA PROVA
La prova è stata realizzata in condizioni reali, simulando il
più possibile le normali procedure dell'utente medio, eseguendo
gli scatti su pellicola Fujichrome Velvia 100 caricata su un corpo Leica MP
nuovo di zecca, "sverginato" per l'occasione,
per scongiurare il rischio di un corpo macchina non perfettamente regolato;
l'apparecchio è stato montato su un cavalletto
sovradimensionato di stabilità rocciosa, e la messa a fuoco è stata regolata
con la massima accuratezza consentita da una
normale acuità visiva; eventuali minimi errori non inficiano la prova, dal
momento che i limiti visivi del telemetro M saranno
gli stessi anche per gli altri utenti; le diapositive sono state scansionate con
uno scanner Nikon Coolscan tramite Lasersoft
Silverfast, senza introdurre alcuna regolazione software ed effettuando la messa
a fuoco micrometrica sul punto scelto come
campione in ogni diapositiva, per scongiurare sfocature in scansione; non è
stata introdotta alcuna maschera di contrasto
(sharpening) ne in Silverfast ne in Photoshop, per escludere ogni fattore
"migliorativo" estraneo e mostrare la resa finale per
quella che è, nel bene o nel male; l'illuminazione è stata affidata alle
lampade pilota di due torce flash AEF, diffuse da due
ombrelli ed opportunamente filtrate; nella scansione è stato esclusa ogni
opzione ICE per la clonazione automatica di graffi
e polvere, per evitare artefatti imprevedibili, ed i dettagli appaiono
naturalmente "sporchi", come da originale sviluppato
dal laboratorio professionale, ormai tutto indirizzato al digitale e poco
propenso a curare la linea del film analogico...
Infine, il film è stato caricato all'ultimo momento, pre-tensionandolo col
manettino di riavvolgimento per migliorare la
planeità di campo e scattando in rapida successione per non dare tempo alle
palpebre paraluce in velluto del caricatore
di imprimere il loro "marker", dettaglio sconosciuto e trascurato e
che invece - come da accurati test interni della Zeiss -,
deforma la pellicola causando poi sul piano focale una disuniformità di alcuni
micron.
PRINCIPIO INFORMATORE DELLE MIE PROVE
Elencherò a seguire i numeri di matricola degli apparecchi utilizzati, e le
immagini o le conclusioni che seguiranno vanno
considerate valide solo limitatamente a questi specifici esemplari; naturalmente
è ragionevole supporre che quanto segue
sia estensibile a tutta l'analoga produzione, ma non ho l'arroganza o
l'ingenuità di darlo per scontato, come avviene in molte
sedi analoghe
Leica MP n°
2.890.952
Leica Noctilux-M 50mm f/1,0 n°
3.533.952
Leica Summilux-M 50mm f/1,4 Asph n° 3.979.654
Leica Summicron-M 50mm f/2,0 n° 3.588.507
Leica Elmar-M 50mm f/2,8 n°
3.692.341
Gli obiettivi provati in questa occasione: ai miei normali
Leica si è aggiunto il Summilux 50mm f/1,4 Asph messo gentilmente
a disposizione dall'amico Emanuele; per gli scatti è stata utilizzata la Leica
MP laccata della foto, mai usata prima e quindi
ragionevolmente ben regolata; il Summicron-M appartiene alla penultima serie con
paraluce separato, ma il nocciolo ottico
è identico a quello della corrente versione
due "look" diametralmente opposti: la classica Leica
M6 cromata con piccolo Elmar rientrante, facilmente tascabile,
e la crepuscolare MP laccata nera con l'impressionante Noctilux f/1,0
LOGICA DELLE PROVE
Per ogni obiettivo è stata eseguita una prima serie di scatti ad 1mt di
distanza con un soggetto centrale a fuoco ed altri tre
posizionati su piani via via fuori fuoco, partendo dalla massima apertura e
chiudendo progressivamente a scatti interi fino
ad f/2,8 (ovviamente per l'Elmar-M è stato eseguito solo lo scatto ad f/2,8),
passando poi ad un ultima esposizione ad f/5,6
intesa come settaggio di resa ottimale; è stato poi eseguito uno scatto in
esterni ad f/5,6 con messa a fuoco a circa 15mt ed
infine una terza serie di scatti ad un soggetto geometrico con alcuni fogli di
giornale posizionato a 2,3mt per visualizzare meglio
la risoluzione al centro e nelle zone periferiche, la vignettatura e la
distorsione; in questo caso è stato eseguito uno scatto a
piena apertura ed un altro ad f/5,6.
LOGICA DELLE IMMAGINI
RIPORTATE
Dalla prima serie di scatti - per ogni obiettivo ed ogni diaframma
testato - ho prelevato un crop al 100% del file dal soggetto
centrale a fuoco ed altri tre crop che illustrano l'entità dello sfuocato nei
soggetti posizionati sui piani posteriori; dalla seconda
serie di scatti ho prelevato tre crop al 100%; uno sul punto messo a fuoco, un
altro in una zona più periferica ed il terzo in una
zona periferica fuori fuoco; per la terza serie ho riportato una visione globale
dello scatto a piena apertura per valutare la
vignettatura e la distorsione e due crop al 100% (uno sull'asse ed uno
periferico) delle pagine di giornale - sia a piena apertura
sia ad f/5,6 - per valutare la risoluzione e quanto la fruizione di quest'ultima
sia eventualmente penalizzata dalla vignettatura;
quest'ultima serie - eseguita a 2,3m cui corrisponde una distanza pari a 46
volte la focale - coincide già teoricamente con il
settaggio di infinito.
Il set informale allestito a casa dell'amico Emanuele, utilizzando per il
controllo dello sfuocato le paperette di Giada,
piccola ma attentissima "collaboratrice"! Per ogni obiettivo ed
ogni diaframma ho estrapolato un dettaglio dell'auto
(la ruota anteriore, su cui avevo focheggiato) e la testa di tre pupazzi, per
valutare entità e tipo di sfuocato
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,0
resa non entusiasmante ma buona per un f/1,0, anche se siamo sull'asse del
fotogramma, dove tipicamente
il Noctilux a piena apertura ha un picco di resa, salvo poi degradare molto
vistosamente sul campo
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,4
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/1,4
il Summilux Asph f/1,4 ad f/1,4 presenta una risoluzione
assiale molto buona, mentre - paradossalmente - il
Noctilux peggiora vistosamente rispetto ad f/1,0 perchè a distanze ridotte
quest'obiettivo soffre di un vistoso
spostamento di fuoco dovuto all'aberrazione sferica sottocorretta, ed il piano
di fuoco si è spostato sul cofano
del modellino (in gergo "back focusing"), penalizzando molto la resa;
il confronto col Summilux è impietoso
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/2,0
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,0
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,0
ad f/2,0 ed 1mt di distanza la resa del Noctilux continua ad
essere compromessa dallo spostamento di fuoco, mentre il Summilux
Asph. migliora in modo marcato fornendo una riproduzione veramente molto buona e
secca, probabilmente aiutato anche dal
suo esclusivo sistema flottante che a distanze minime crea al differenza;
l'elemento asferico situato subito dietro il diaframma
probabilmente controlla molto bene anche l'aberrazione sferica, annullando i
problemi si spostamento di fuoco che invece
affliggono severamente il Noctilux; il Summicron-M f/2,0 - al suo esordio a
piena apertura - conferma la sua fama di eccellenza
con una riproduzione con un macrocontrasto inferiore al Summilux ma una
risolvenza fine uguale se non superiore, come si
nota nelle decalcomanie "Campagnolo" ed "olio Fiat",
proponendosi come la scelta generica più azzeccata anche in considerazione
del costo relativamente contenuto
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/2,8
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,8
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,8
ELMAR-M f/2,8 @ f/2,8
ad f/2,8 ed 1mt di distanza il Noctilux continua a soffrire un
vistosissimo spostamento di fuoco, con i piani di
giacitura che sono andati a ramengo chissà dove, fornendo una resa
insoddisfacente; ad f/2,8 il Summilux Asph
migliora in modo marginale, ed anche se presenta un macrocontrasto leggermente
superiore al Summicron f/2,0,
quest'ultimo ha una risoluzione dei dettagli fini leggermente superiore ed una
filosofia di ottimizzazione evidentemente
diversa; l'esemplare che stupisce di più è l'Elmar-M 50mm f/2,8, che
all'esordio a piena apertura si rivela il più
nitido del lotto, sia pure leggermente penalizzato nel contrasto dal
leggerissimo flare di coma; la prestazione di
questo quattro lenti tipo Tessar è davvero maiuscola, e conferma la diceria che
vede questo tipo ottico molto
adatto alle riprese ravvicinate in virtù di una maggiore stabilità della
correzione al variare del tiraggio: non a caso
la Zeiss Ikon scelse proprio il Tessar 50mm f/2,8 come dotazione standard della
sua Contarex Special a mirini
intercambiabili, dichiaratamente votata alla riproduzione....
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/5,6
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/5,6
SUMMICRON-M f/2,0 @ 5,6
ELMAR-M f/2,8 @ f/5,6
al diaframma ottimale il Noctilux migliora leggermente solo
grazie alla profondità di campo, restando comunque indietro,
mentre gli altri obiettivi, molto corretti già ad f/2,8, migliorano in modo
marginale, confermando l'ottimizzazione di scuola
Zeiss sul macrocontrasto per il Summilux ed una maggiore attenzione alla
risoluzione fine per il Summicron e l'Elmar; resta
notevole la resa del più economico quattro lenti, anche se leggere imprecisioni
del suo diaframma effettivo hanno portato
ad una diapositiva leggermente più "leggera" che non consente un
giudizio obiettivo sul suo macrocontrasto
RENDIMENTO NELLO SFUOCATO
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,0
sfuocato brutale ad f/1,0 ma anche tanto flare di coma,
accettabile a queste aperture per un
progetto "convenzionale" del 1976; l'immagine è vistosamente
abbassata dalla vignettatura
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,4
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/1,4
lo sfuocato del Summilux Asph ad f/1,4 è un po' meno leggibile di quello del
Noctilux, probabilmente perchè la
sovracorrezione dell'aberrazione sferica ha degradare più bruscamente la resa
nei piani fuori fuoco, mentre il
Noctilux - nel caso specifico - è "aiutato" dal vistoso back-focusing
che sposta indietro il piano di messa a fuoco
massima, rendendo più presenti i piani posteriori
NOCITLUX-M f/1,0 @ f/2,0
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,0
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,0
interessante il confronto ad f/2,0: sul primo soggetto subito dietro al piano di
fuoco il Noctilux f/1,0 resta leggermente più presente,
probabilmente sempre a causa del back-focusing e della leggera sottoesposizione
introdotta dalla sua forte vignettatura, presente
anche ad f/2, mentre nei piani più lontani (B e C) il Summicron f/2,0 - usato a
piena apertura - è visibilmente più leggibile, anche
se con un bo-keh un po' "fuzzy" e meno gradevole
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/2,8
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,8
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,8
ELMAR-M f/2,8 @ f/2,8
anche ad f/2,8 il Noctilux f/1,0 si dimostra il più leggibile
sul soggetto A, seguito a ruota dagli altri con leggerissime
sfumature di comportamento; sui soggetti B e C l'Elmar f/2,8 - usato a piena
apertura - risulta più presente ed è un
fatto significativo dal momento che - come già sottolineato - quest'obiettivo
si stacca nettamente dalla struttura ottica
dei 50mm moderni, adottando il classico schema Elmar-Tessar a 4 lenti in 3
gruppi, onusto di storia e di gloria e che
evidentemente (come già confermato dalla resa sul soggetto a fuoco), dopo la
revisione con vetri e softwarfe moderni,
è ancora in arcione ed in grado di dire al sua...
NOCTILUX_M f/1,0 @ f/5,6
SUMMILUX_M f/1,4 Asph @ f/5,6
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/5,6
ELMAR-M f/2,8 @ f/5,6
anche ad f/5,6 il Noctilux f/1,0 è più leggibile sul
soggetto A, e a questo punto sospetterei di avere inavvertitamente spostato in
avanti la messa a fuoco nel passaggio da f/1,0 ad f/1,4, se non fossi
assolutamente sicuro che ciò non è avvenuto; la maggiore
densità che tutte le sue immagini evidenziano mi fa pensare anche ad un
diaframma calibrato per chiusure leggermente maggiori
del nominale (l'esposizione non è stata di volta in volta letta in TTL ma
predeterminata ed impostata in modo equipollente per tutti
gli scatti); al contrario, l'Elmar è sempre "leggerino", forse a
causa di una taratura opposta. Sui soggetti B e C le differenze sono ormai
trascurabili, mentre su A continuo ad avere la sensazione che il Summicron f/2
abbia una risoluzione (alte frequenze spaziali) leggermente
superiore al Summilux Asph (vedi i riflessi speculari sulla "bocca" ad
f/5,6 o sugli occhi ad f/2,8); naturalmente sono sottigliezze poco
avvertibili nell'uso pratico
vista d'insieme della seconda prova, uno scatto ad f/5,6 (considerato per tutti
come diaframma ottimale,
anche se in effetti l'Elmar f/2,8 migliora ancora leggermente ad f/8) con messa
a fuoco sul quadrato centrale,
a circa 15m di distanza; saranno presi in considerazione i dettagli al 100%
contenuti nei tre riferimenti verdi
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/5,6
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/5,6
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/5,6
ELMAR - M f/2,8 @ f/5,6
ad "infinito" sono tutti ottimi obiettivi, anche se il Noctilux rivela
una risoluzione leggermente inferiore; nel piano di fuoco ad f/5,6
il Summicron f/2,0 ha un potere risolvente superiore di un'inezia, mentre l'Elmar
tiene bene il passo col Summilux Asph, di certo
aiutato da un'apertura massima inferiore di due stop che ha enormemente
semplificato i suoi calcoli. Sul terzo soggetto, fuori fuoco,
il più leggibile è invece il Summilux Asph, mentre il Summicron resta
inspiegabilmente molto indietro; temendo una sfocatura in
scansione sono andato ad analizzare la diapositiva e devo confermare il
comportamento del 50mm f/2,0, che probabilmente a
questa distanza di regolazione degrada sullo sfondo in modo più avvertibile
rispetto agli altri; globalmente l'obiettivo che continua a
stupire è l'Elmar-M 50mm f/2,8 new, un deciso passo avanti rispetto al suo
predecessore di fine anni '50, in grado di raffrontarsi a
parità di apertura con i più blasonati e costosi fratelli; alcune visibili
disuniformità di esposizione sono legate a nuvole passeggere
il terzo soggetto presenta una griglia regolare che evidenzia
l'eventuale distorsione dell'ottica ed
è stato illuminato uniformemente con due ombrelli per visualizzare la
vignettatura, tradizionale
tallone d'Achille degli obiettivi Leica M, in virtù del diametro ridotto
proprio alla loro montatura;
verranno proposti i crop al 100% relativi alle aree evidenziate in verde, sia
alla massima apertura
disponibile per ogni obiettivo sia ad f/5,6, per visualizzare meglio il potere
risolutivo ed anche
l'influenza della vignettatura sulla brillantezza e la leggibilità
dell'immagine; la fotografia, nonostante
tutte le attenzioni, non è perfettamente in bolla, confermando i limiti di un
mirino galileiano rispetto
ad una più precisa visione reflex; la distanza di ripresa, 2,3mt e pari a 46
volte la focale, permette
di considerare gli obiettivi già in configurazione "di infinito"
nella vista d'insieme a piena apertura si conferma come nei
normali Leica-M la vignettatura proceda di pari passo
con l'aumento della luminosità disponibile, arrivando nel Noctilux a soglie
quantomeno imbarazzanti, mentre l'Elmar-M
potrebbe comportarsi meglio, ed è probabilmente limitato dal ridotto diametro
della sua lente anteriore; per quanto
concerne la distorsione, il Noctilux è nuovamente fanalino di coda con un
barilotto ben visibile (ovviamente non è stato
concepito per la riproduzione ed è quindi giustificabile), mentre il Summilux
Asph conferma la sofisticazione del suo
schema ottico con una distorsione "moustache", caratterizzata da un
accenno di barilotto nelle zone centrali che si
azzera e passa vistosamente a cuscinetto in quelle periferiche; non sono del
tutto convinto di questa scelta, che se da
un lato riduce i valori assoluti dall'altro rende la distorsione anomala ed
ancora più avvertibile in soggetti geometrici;
decisamente più corretti i due normali meno esasperati, cioè il Summicron
f/2,0 e l'Elmar f/2,8: in entrambi c'è solo
un leggerissimo accenno di barilotto, virtualmente trascurabile nel
correttissimo Summicron
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,0
con un'apertura così ampia il Noctilux non può fare certo miracoli, ma è
soprattutto la sua
estrema vignettatura a penalizzare severamente la leggibilità delle zone
marginali
SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/1,4
molto più presente il Summilux Asph, sia per la più vantaggiosa apertura
massima di f/1,4 sia
per l'evidente ausilio del sistema flottante; la maggiore correzione, la
curvatura di campo più
ridotta e la minore vignettatura consentono di leggere l'area periferica con un
contrasto
infinitamente superiore
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,0
sia pure aiutato da un esordio ad f/2, il Summicron-M
evidenzia una pulizia ed una risoluzione
marcatamente superiore confermando la fama di quest'obiettivo circa lo stato di
correzione
globale a piena apertura
ELMAR-M f/2,8 @ f/2,8
l'Elmar-M alla amssima apertura disponibile di f/2,8 si comporta molto
bene sull'asse, con una
risoluzione leggermente superiore al Summicron (testato però ad f/2,0) anche se
paga un po' in
macrocontarsto per il leggero flare di coma presente a tutta apertura, mentre le
zone periferiche
appaiono inferiori a quelle de Summicron, che ad f/2,0 si conferma il top-scorer
(ricordo che
sia in fase di scansione che in fase di preparazione in Photoshop non è stata
introdotta alcuna
maschera di contrasto migliorativa)
NOCTILUX-M f/1,0 @ f/5,6
SUMMILUX_M f/1,4 Asph @ f/5,6
SUMMICRON-M f/2,0 @ f/5,6
ELMAR-M f/2,8 @ f/5,6
ad f/5,6 il Noctilux-M conferma la sua idiosincrasia per le distanze medio-brevi
(ma 2,3mt è
già pressochè equiparabile ad infinito....) presentando una risoluzione
inferiore, forse visivamente
sempre dovuta allo spostamento di fuoco legato alla diaframmazione, già
confermato e verificato
in altre sedi; nelle zone centrali l'Elmar-M, si pure con due soli stop di
chiusura, presenta forse
la risoluzione più alta, ma con un contrasto penalizzato ancora da un accenno
di veiling-glare
(che scompare completamente ad f/8), un comportamento inaspettato in un tipo
Tessar, che fa
da sempre del macrocontrasto a discapito della risolvenza il suo cavallo di
battaglia; il Summicron
è quasi sugli stessi livelli ma con un contrasto decisamente più secco, mentre
il Summilux-M Asph
è giusto un filo più "fuzzy"; nelle zone periferiche il
comportamento si conferma, con una visibile
riduzione della risoluzione, forse anche col contributo della curvatura di
campo, solitamente
"sacrificata" nella filosofia di progetto Leitz a vantaggio di altri
parametri
Ho voluto verificare i passi avanti introdotti nel tempo
riguardo ai trattamenti antiriflessi ed alle
passivazioni del barilotto eseguendo uno scatto col modernissimo Summilux Asph
in un contesto
di alto contrasto, verificando gli aloni in un soggetto in silouhette
il soggetto della prova a fotogramma intero
il dettaglio conferma il buon lavoro svolto su questo normale molto luminoso
per dovere di cronaca, allego anche gli schemi ottici e gli
MTF ufficiali degli obiettivi testati;
gli MTF sono calcolati teoricamente e riferiti ad infinito
credits: schemi Leica Camera, rielaborati
Concludo scusandomi per l'evidente "artigianalità"
delle prove, condotte però cercando
di evitare errori sistematici o anomalie "random" che le inficiassero;
come già riferito, le
verifiche si sono svolte soprattutto a coniugate medio-brevi, anche se gli
obiettivi in questione
sono stati ottimizzati su infinito, per la semplice ragione che i nostri
soggetti abituali, nel mondo
"reale", ricadono per la stragrande maggioranza in questi ambiti,
specialmente per quanto
concerne i superluminosi: chi farà mai una foto di paesaggio ad f/1,0 al buio,
quando può
usare un cavalletto o qualsiasi appoggio di fortuna e scattare al diaframma
ottimale? E' invece
nel reportage e nel ritratto ravvicinato di soggetti spontanei ed in movimento
che queste aperture
sono redditizie, quindi reputo giusto il criterio di base; da quanto ho potuto
vedere sugli specifici
esemplari provati, il Noctilux-M soffre l'età e la progettazione di
compromesso con schema "rigido"
e privo di elementi asferici, sovrapponendo alla debolezza intrinseca delle zone
periferiche un
visibile spostamento di fuoco al chiudersi del diaframma (causato
dall'aberrazione sferica) che
"frena" l'impennata ai diaframmi più chiusi; valutando anche la forte
vignettatura ripenso ai
5,8 milioni di lire che mi costò ad inizio anni '90 (quando il Deutsche Mark
era ai massimi storici),
ed un sospiro è d'obbligo; il recente Summilux-M f/1,4 Asph sembra aver
risolto i problemi di
back-focusing riferiti al suo glorioso predecessore così come la debolezza ai
bordi e si configura
come un valido luminoso per uso generale, sia pure a costi irragionevoli; il
Summicron-M conferma
quanto già conclamato, ovvero un'ottima correzione generale, specialmente a
tutta apertura, che
lo rendono il miglior compromesso fra prestazioni di prim'ordine e prezzo ancora
abbordabile;
infine, lieta sorpresa per l'Elmar, salutato all'origine come un "cenerentolo"
certamente bello ma
con i compromessi di resa tipici del predecessore a 4 lenti, inferiore ai più
blasonati Summicron...
Le verifiche sul campo hanno invece confermato che il nuovo calcolo, che adotta
anche un vetro
con indice di rifrazione superiore ad 1,8, fornisce una resa molto buona e
all'altezza dei compagni.
anche se leggermente sfumata nel rapporto risoluzione/contrasto, e può essere
utilizzato senza patemi
e limitazioni, sempre che un f/2,8 basti alla bisogna; naturalmente - come
sempre in casa Leica -
ad essere discutibile è il value for money....
(foto e testi di Marco Cavina, dove non altrimenti
specificato)
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