CORREDO WIDE / NORMALE / TELE PER IL 6x6 :
MEGLIO TRE OTTICHE ZEISS HASSELBLAD OPPURE
LE TRE ROLLEIFLEX BIOTTICA FW / FX / FT ?
2 Marzo 2007
la Victor Hasselblad AB e la Franke & Heidecke hanno
letteralmente dominato il mercato delle fotocamere
professionali 6x6cm, restando peraltro in rapporti cordiali (celebri le visite
di un ormai anziano Reinhold
Heidecke nella villa di campagna di Victor Hasselblad a Rao, dove si
intrattenevano cordialmente); i due
sistemi, entrambi validissimi ed in grado di fornire risultati di superba
qualità, si basano su assunti tecnici
molto lontani: sistema reflex biottica ad obiettivo fisso per Rollei, monoreflex
ad obiettivi intercambiabili
per Hasselblad; pro e contro sono noti: allo scatto silenzioso e privo di
vibrazioni della Rollei fa da contraltare
l'enorme vantaggio dovuto all'intercambiabilità di obiettivi e dorsi
porta-pellicola sfoggiata da Hasselblad.
In verità nella storia immutabile della Rollei TLR, autentica icona di costume
e design, hanno fatto capolino
prototipi dotati di piastra anteriore mobile e coppia di obiettivi
intercambiabili, ma la finalizzazione del
progetto ad una produzione in serie ha sempre trovato il rifiuto tetragono
dell'ingegner Heidecke,
perfezionista per eccellenza, che vedeva nel sistema di aggancio una perfida
fonte di tolleranze meccaniche,
inaccettabili nel suo perfetto gioiello; l'unica alternativa nota, posta sul
mercato senza troppa convinzione,
fu rappresentata dalle speciali versioni Tele e Weitwinkel, dotate di una coppia
di obiettivi di focale
maggiore e minore del consueto, specificamente un Sonnar 135mm f/4 ed un
Distagon 55mm f/4,
coltivando l'ingenua speranza che gli affezionati clienti si sarebbero
sobbarcati il costo d'acquisto e
gli impicci nel trasporto di ben TRE Rolleiflex TLR, ciascuna dotata di
obiettivi diversi, e peraltro
molto ravvicinati fra loro; naturalmente il riscontro fu tiepido e la produzione
si assestò su poche
migliaia di esemplari.
Questo non impedì la nascita di una certa leggenda attorno
alla qualità ottica di questi modelli speciali,
al punto che si è sempre favoleggiato di un rendimento superiore agli
equivalenti obiettivi Zeiss Hasselblad,
preferiti dall'utenza unicamente per la maggiore praticità d'impiego; all'epoca
non furono effettuati riscontri
di sorta, tuttavia la rinnovata gestione Franke & Heidecke, con una delle
classiche operazioni di marketing
moderne, ha rispolverato il mito delle TLR speciali, mettendo in produzione un
tris d'assi rappresentato
dai modelli 4,0FW, 2,8FX e 4,0FT, equipaggiate rispettivamente con un
Super-Angulon 50mm f/4,
un Planar 80/2,8 a 5 lenti ed un Tele-Xenar 135mm f/4, replicando di fatto le
caratteristiche geometriche
dei modelli d'antàn, oggi preziosi pezzi da collezione; l'operazione-nostalgia
si è spinta al punto da
adottare anche schemi ottici molto simili a quelli originali: virtualmente
identico il Tele-Xenar 135/4 e
molto simile il Super-Angulon 50/4 (entrambi prodotti da Schneider Kreuznach),
mentre il Planar HFT
80/2,8 è il clone prodotto da Rollei del più classico obiettivo Rolleiflex,
riproposto nell'identica configurazione
ottica lanciata da Zeiss oltre 50 anni fa.
Per anni Rolleiflex ed Hasselblad si sono fronteggiate sul
mercato, spartendosi i favori di
fotografi professionisti e non, ciascuno perfettamente convinto della validità
concettuale e della
superiore resa ottica della propria beniamina; quale sarà il fondo di verità?
Naturalmente il costo elevato delle nuove versioni rende
l'offerta commerciale attuale forse piu'
indirizzata a nostalgici feticisti che a fotografi disposti ad appendere tre
apparecchi al collo,
svuotando il conto in banca per contare su tre focali diverse, venendo poi
additati come ridicole
macchiette dai passanti divertiti; tuttavia, dopo la vendita dei primi
esemplari, la leggenda sulla
superiore qualità ottica della dotazione Rolleiflex TLR ha ripreso quota, e
sull'onda di report
entusiastici alcuni si sono domandati se non convenisse veramente la
"follia" di acquistare due
o tre di queste Rollei anzichè due o tre obiettivi Zeiss per Hasselblad....
Per quello che vale, ho creato degli schemi dove vengono per
la prima volta abbinati gli MTF dei
tre obiettivi Rollei ad equivalenti Zeiss per Hasselblad, con l'intento di
creare i primi distinguo.
Ho abbinato lo Schneider Super-Angulon 50mm f/4 della
Rolleiflex 4,0FW allo Zeiss Distagon 50mm f/4 FLE per Hasselblad;
da un punto di vista storico sarebbe stato più logico scegliere l'obsoleta
versione C priva di flottaggio, tuttavia il Super-Angulon
è un modernissimo obiettivo progettato ad-hoc e la lotta con un vecchio
Distagon di inizio anni '60 sarebbe stata impari; il
Distagon FLE è accompagnato da fama di eccellenza, confermata in questa sede;
in particolare, lo Schneider della Rollei
presenta una vistosissima flessione negli ultimi 8-10mm di diagonale ai bordi,
letteralmente abbandonati a se stessi,mentre
lo Zeiss ha un comportamento più moderno, omogeneo e con picchi elevati anche
ad f/4; da notare il rendimento tipico
del Super-Angulon, con il forte recupero della calotta sagittale a 2/3 di campo,
già riscontrato in altri, analoghi progetti ed
evidentemente legato alla tipica progettazione dei retrofocus Schneider; la
distorsione è da lode per enrambi, con leggera
preferenza allo Zeiss anche in questo caso
La Rolleiflex 2,8FX è l'ultima, ennesima incarnazione
dell'immortale TLR frutto del genio di Reinhold Heidecke, ed anche la
sua dotazione ottica rispecchia la configurazione originale, introdotta nel
lontano 1954; come obiettivo di riscontro ho scelto
il classico Planar 80/2,8 Hasselblad, altrettanto glorioso e parimenti risalente
a metà anni '50; le "leggende" ci raccontano di
un 80/2,8 Rollei più presente ad f/2,8-4 e con una transizione allo sfuocato
più progressiva e piacevole; ovviamente dalle
curve MTF non possiamo ottenere conferme di quest'ultima, importante
caratteristica! A piena apertura il Planar Hasselblad
è accreditato da sempre di una resa uniforme sul campo ma non eccelsa (per
queste esigenze c'è lo specifico Planar 100/3,5);
dalle curve ad f/2,8 appare una risposta superiore nelle zone centrali, mentre
in quelle periferiche il Rollei prevale leggermente;
i due schemi ottici sono molto diversi fra loro,sia per struttura che per spazio
retrofocale, quindi anche il comportamento a
diaframma f/5,6 differisce: più alto sull'asse lo Zeiss Hasselblad e molto
migliore nelle zone periferiche il Rollei, con un
maggiore stacco - però - fra calotta sagittale e tangenziale; curiosamente,
nello Zeiss il comportamento è opposto, con la
calotta meridionale migliore rispetto alla sagittale; considerando anche la
distorsione mi azzardo a preferire il Planar Rollei;
devo dire, tuttavia, che la scelta di f/5,6 come diaframma ottimale di lavoro
non mi trova concorde: due soli stop di chiusura
non consentono la resa massima, ed infatti su altra documentazione Hasselblad,
dove il planar 80/2,8 era testato ad f/8, le
curve fra 10 a 40mm di diagonale erano molto più alte, e con una distribuzione
fra le due calotte più consueta; infine,ho
omesso la vignettatura, ma in questo caso il Rollei ne è severamente
affetto, anche a diaframma di lavoro, tuttavia credo
che questa caratteristica faccia parte del suo fingerprint, amato da generazioni
di utenti; come nota accessoria, il Planar
80/2,8 non è la dotazione migliore di Hasselblad: il già citato Planar 100/3,5
- progettato con un occhio alla fotogrammetria -
vanta una risoluzione di almeno 160-170 l/mm su tutto il campo ad f/8 e
sull'asse e buona parte dell'immagine anche ad
f/3,5, esibendo MTF molto omogenei ed elevati.
L'unico 135mm della dotazione Hasselblad è un macro in
montatura corta da soffietto, quindi ho optato per il
classico Sonnar 150/4, obiettivo da ritratto per eccellenza addirittura
antecedente all'epoca "storica" della Rolleiflex
Tele originale; come accennato, il tele-Xenar 135/4 è un clone virtuale dello
Zeiss originale, quindi anche la fisionomia
di resa dello Schneider può fornire utili riferimenti sulle qualità del
vetusto campione; confrontandolo con il Sonnar
Hasselblad 150mm a diaframma f/4, possiamo valutare l'ottima planeità di campo,
uniformità di resa ed assenza
virtuale di astigmatismo dello Zeiss, mentre il Rollei, che esibisce sull'asse
un picco di leggera prevalenza, si caratterizza
per un comportamento più disomogeneo sul campo, evidenziando già a tutta
apertura i sintomi di aberrazione cromatica
laterale sottocorretta, palesata dal calo della calotta meridionale nelle zone
periferiche, mentre il Sonnar da questo punto
di vista è decisamente corretto; a diaframma f/8 la calotta sagittale del
Tele-Xenar Rollei è leggermente superiore alle
elevate frequenze spaziali (40 cicli/mm), tuttavia l'azione nefasta
dell'aberrazione cromatica laterale fa crollare impietosamente
nelle zone periferiche i valori dell'orientamento meridionale; considerando
anche la distorsione superiore al 2% (molto
corretta invece nello Zeiss) mi sento di attribuire al Sonnar Hasselblad la
palma di vincitore, anche in considerazione
delle ottime referenze di quest'ultimo in quanto a resa plastica e transizione
dello sfuocato
So what? i vantaggi dello spazio retrofocale libero non sono
stati sfruttati da Rollei, evidentemente per mantenere
in linea i due obiettivi, e nonostante la moderna progettazione le attuali
versioni wide e tele pagano qualcosa ai classici
ed equivalenti Zeiss Hasselblad intercambiabili; viene confermata l'ottima nomea
del Planar 2,8 Rollei, ma se dovessi
acquistare tutti e tre i corpi per sostituire la tripletta Hasselblad, beh, ci
rifletterei attentamente.
IL MARCOMETRO
Rollei Hasselblad
ROLLEI E' UN DESIGN-CULT, UN OGGETTO SQUISITO CON ABBONDANTI
ED INQUIETANTI
IMPLICAZIONI FETISH, NON HA SPECCHIO MOBILE E SCATTA CON UN SUSSURRO, SENZA
SCOSSE... TUTTAVIA I NUOVI CORPI SONO COSTOSI E
L'IDEA DI PORTARSI AL COLLO
UN'APPARECCHIO PER OGNI OBIETTIVO E' POCO RAZIONALE;
HASSELBLAD E' MOLTO
PIU' CONVENZIONALE MA LA QUALITA'
OTTICA DEL SUO CORREDO E' ECCELLENTE,
CON RAGIONEVOLE PRATICITA' D'USO E TRASPORTABILITA';
FATEVI PURE UNA ROLLEI
TLR "SPECIALE", INVECCHIERETE INSIEME FELICI, MA UN INTERO
HAREM, BEH.....