DE OUDE DELFT RAYXAR E RODENSTOCK
HELIGON XR E TV:
GLI SCHEMI DEI SUPERLUMINOSI f/0,75 PER USI
SPECIALI
04/05/2007
Gli obiettivi in oggetto appartengono ad una ristretta e poco nota schiera di
realizzazioni speciali,
strumenti destinati a fluoroscopi a raggi X o a riprese video in condizioni
critiche di esposizione,
e sono caratterizzati da luminosità molto elevata; tutti conoscono il mitico
Zeiss Planar 50mm f/0,70
realizzato per la NASA e poi adottato da Stanley Kubrick, tuttavia questo non fu
un acuto fuori dal
coro, ed esistono realizzazioni di luminosità analoga che condividono purtroppo
con lo Zeiss i limiti
operativi: copertura ed angolo di campo ridotti e spazio retrofocale molto
risicato, limiti imposti
- del resto - dall'arditezza del progetto.
Scendendo in dettaglio, ci furono due aziende attive
nell'ottica, e con una produzione diversificata
fino alle nicchie più specifiche, che realizzarono una gamma di obiettivi molto
luminosi destinati alle
esigenze sopra descritte: la N. V. Optische Industrie De Oude Delft (con sede a
Delft, in Olanda)
e la Optische Werke G. Rodenstock (con sede a Monaco di Baviera, in Germania),
poco nota la
prima e più famosa fra gli appassionati la seconda, soprattutto grazie ai suoi
rinomati obiettivi per
banco ottico di grande formato ed ingrandimento (Sironar, Grandagon, Apo-Ronar,
Rodagon...);
in realtà la De Oude Delft è tuttora attiva, ma oggi come allora produce
apparati ottici destinati
all'impiego scientifico e medicale, una gamma ignota al grande pubblico.
Entrambe le Case concepirono e realizzarono una serie di
obiettivi con luminosità massima f/0,75,
oggi molto ambiti dai collezionisti e dagli astrofili, i quali - con grande
ingegnosità - li adattano su
apparecchi specifici autocostruiti e realizzano riprese astronomiche sfruttando
l'altissima luminosità;
la De Oude Delft commercializzò la gamma Rayxar, destinata come intuibile per
riprese alla debole
luce di fluoroscopi a raggi X con visione diretta, mentre la Rodenstock impostò
la gamma Heligon,
a sua volta differenziata nei tipi XR (idonei allo stesso impiego dei Rayxar) e
TV, destinati a telecamere
per riprese video; recentemente la De Oude Delft ha implementato la luminosità
dei Rayxar, portandola
addirittura al valore f/0,57, un valore quasi incredibile per obiettivi a rifrazione
basati su lenti.
Per la prima volta posso abbinare gli schemi ottici delle due prestigiose
famiglie di obiettivi, prelevandoli
dai relativi progetti e brevetti originali, rilevando notevoli analogie
strutturali e concettuali; fatto salvo il
fatto che progetti così estremi lasciano poco spazio a digressioni fantasiose,
è ovvio che uno dei due
fabbricanti si è abbondantemente ispirato alla produzione del concorrente,
sfruttandola come base di
progetto; nella fattispecie, il brevetto più antico è quello relativo ai
Rayxar della De Oude Delft, presentato
dal suo progettista Johannes Becker nell'Aprile del 1958 ed articolato su due
opzioni molto simili: un
obiettivo con lujminosità f/0,70 e 15° di campo ed un'altro con luminosità
f/0,75 ed una copertura
maggiore, pari a 21°; curiosamente, nelle intenzioni del progettista sono
entrambi ottimizzati per
l'infinito, anche se la loro destinazione è ovviamente relegata a coniugate
piuttosto ravvicinate; un
simile progetto con le tecniche ed i vetri del 1958 è certo rimarchevole, anche
se Becker ha conseguito
una simile luminosità con uno schema "convergente" (simile a certi
progetti f/1,0 di William Horace
Lee del 1933), riducendo lo spazio retrofocale ad appena 0,8mm, quasi un
record!
La gamma Rayxar con luminosità f/0,75 è articolata su varie
focali; personalmente conosco le
versioni da 50mm, 65mm, 105mm, 150mm e 250mm; quest'ultimo è un mostro da 37kg
di peso,
e lo stesso 150mm ha una lente frontale da circa 20cm!
Lo schema ottico del De Oude Delft Rayxar f/0,75; la versione base da 50mm
poteva contare
su uno spazio retrofocale di appena 0,8mm, il che rende molto difficile la
realizzazione di un
apparecchio sul quale adattarlo, dal momento che non c'è nemmeno lo spazio per
l'otturatore...
Questo schema si basa sui concetti di un progetto datato 1933 di Horace William
Lee (il padre
putativo del Leitz Xenon) per un obiettivo f/1,0; sono riuscito a
recuperare gli schemi relativi
a questo calcolo e li propongo a seguire
Joannes Becker, progettando il Rayxar f/0,75, si è ispirato
concettualmente ai primi due esempi di questo
progetto di William Horace Lee del 1933, avveniristico per l'epoca, per un
obiettivo f/1,0 la cui distribuzione
delle forze rifrattive nei vari gruppi è analoga; Becker doveva considerare
molto questo progetto globale: infatti,
quando alcuni anni dopo calcolò quel 50mm f/0,95 che sospetto esser stato poi
passato alla Canon, adottò
uno schema ottico virtualmente identico a quello della terza versione del
progetto di Lee, il Gauss f/1,1
Il progetto originale di Johannes Becher dell'Aprile 1958 dal
quale deriva, con minime modifiche
al gruppo ottico posteriore, il Rayxar di produzione, per il quale si è
adottata la meno luminosa
opzione f/0,75 per sfruttare il maggiore angolo di campo (21°)
Quattro anni dopo, nel Marzo 1962, Karl-heinz Pennig progettò
per la Rodenstock un obiettivo di analoghe
caratteristiche geometriche e con uno schema ottico chiaramente ispirato al
calcolo di Becker, cui seguì ad
un intervallo di altri quattro anni (Marzo 1967) un altro progetto di Franz
Schlegel per un obiettivo gemello
e di pari luminosità (f/0,75) ma specificamente dedicato alle riprese TV
anzichè all'impiego fotografico;
entrambi entrarono in produzione con la denominazione Rodenstock Heligon, nome
condiviso con altre
opzioni a luminosità ridotta ad f/1,1; specificamente, l'obiettivo derivato dal
progetto di Pennig fu denominato
XR-Heligon f/0,75 (per X-Ray), mentre il successivo modello progettato da
Schlegel venne chiamato
TV-Heligon f/0,75; questi obiettivi sono molto ricercati da una nicchia di
fotografi che li utilizzano per
oniriche immagini convenzionali: purtroppo anche queste versioni presentano uno
spazio retrofocale
estremamente ridotto (rispettivamente 7,1mm e 6,1mm), e sebbene sia possibile
adattarli su moderni
apparecchi reflex (anche digitali), la differenza di tiraggio limita l'utilizzo
all'impiego macro, dove il flare
a piena apertura e la minima profondità di campo consentono di ottenere
risultati insoliti ed affascinanti.
gli inediti schemi ottici dei Rodenstock XR-Heligon f/0,75 e
TV-Heligon f/0,75, chiaramente ispirati al
progetto di Lee e Becker e destinati all'impiego su fluoroscopi e videocamere
Un altrettanto inedito schema con lo stato di correzione del tipo XR-Heligon;
notare
anche in questo caso l'angolo di campo decisamente ridotto, ovvero15° (7,5° +
7,5°)
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