LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  52

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IKONTA 35 - CONTINA

 

Pierpaolo Ghisetti

(27/10/2018)

(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 

La Zeiss Ikon di Stuttgart nel primo dopoguerra aveva molte idee progettuali, spesso innovative, ma mancavano tempo e risorse per pianificare nuovi prodotti con la consueta meticolosità In attesa di rilanciare il sistema Contax a telemetro e di mettere in cantiere la rivoluzionaria reflex Contarex a tendina, il progettista Hubert Nerwin rilancia l’idea di una fotocamera semplice, compatta ed economica, che aiuti la società a fare cassa con un impegno relativamente modesto.

Sulla falsariga delle Ikonta 6x6cm Nerwin disegna una piccola fotocamera per pellicola 35mm, senza telemetro e con semplice mirino ottico, che riprende l’idea del ponte levatoio centrale, a proteggere il gruppo obiettivo-otturatore, come appunto nella più ingombrante progenitrice.

 

 

Denominata Ikonta 35 o Klein Ikonta (Piccola Ikonta) con nr di catalogo 522/24, la piccola fotocamera viene messa in produzione nel 1948, inizialmente senza staffa del flash sul tettuccio, poi aggiunta successivamente. Il dorso incernierato viene chiuso da un chiavistello.

 

 

Da notare che sulla parte esterna del ponte levatoio appare in sovrimpressione il nome IKONTA (nelle pubblicità invece ZEISS IKON), poi negli ultimi anni sostituito con CONTINA, vedi foto.

 

 

La Ikonta 35 misura 72x120m, con costruzione interamente metallica, e pesa, in base all’anno di produzione da 450 sino a 470g. Il design è estremamente pulito, liscio e compatto, tutti i comandi sono al posto giusto e la macchina sta comodamente in qualunque tasca, sia in montagna che in barca.

 

 

Avanzamento film e riavvolgimento avvengono tramite due pulsanti sul fondello a raso, un’idea geniale di Nerwin, per mantenere gli ingombri limitati, come pure sul fondello è posto il contafotogrammi, mentre messa a fuoco e diaframmatura si posizionano direttamente sull’ottica, dove è anche posto il bottone di scatto. Esisteva il fondamentale blocco contro le doppie esposizioni.

 

 

L’ottica di base è il semplice Novar della consociata Hensold da 45mm, sia f/4,5 che f/3,5. 

 

 

Accanto ai semplici tripletti viene anche presentato il classico Tessar 45/2,8 della allora denominata Zeiss Opton, dotato della caratteristica e prestigiosa T rossa, indicante il trattamento antiriflessi Zeiss. Talvolta, a sopperire le iniziali difficoltà produttive della Opton, poi Carl Zeiss, impegnata nel ricostruire lo stabilimento di Oberkochen, viene in soccorso  la Schneider con uno Xenar 45/2,8, abbastanza raro.

 

 

Il diametro filtri a vite è di 27mm, ma possono essere utilizzati anche quelli a pressione da 32mm

 

 

Gli otturatori variano nel tempo: inizialmente Gauthier Klio con tempi sino ad 1/250 sec, sino a metà del 1949, poi Prontor S o SV, con tempi da 1/200 o 1/300 di sec.

Tuttavia le migliori Ikonta 35 con Tessar o Xenar possiedono otturatori Compur Rapid con 1/500 di sec, sostituito nel 1952 da un Synchro Compur. I prezzi vanno dai 152 Marchi per le versioni con ottica semplice sino ai 220 Marchi per le versioni più prestigiose, per arrivare nel 1952 a 242 Marchi per la versione con Tessar. Dal 1954 in poi, ovvero negli ultimi due anni produttivi il prezzo della versione con Novar, la meno richiesta, crolla a 110 Marchi.

In alcuni mercati le Ikonta 35 vengono denominate Contina, nome poi riutilizzato nei decenni Cinquanta e Sessanta dalla Zeiss Ikon per delle compatte completamente diverse.

La produzione dura sino al 1955.

Una macchina indistruttibile che, sapientemente utilizzata nella messa a fuoco a stima, può dare grandi risultati specie nel bianco e nero.

 

 

Della Contina esiste anche una rara versione scientifica con attacco per microscopio.

 

Anni fa abbiamo potuto reperire in una vendita particolare alcuni pezzi del Museo Voigtlaender di Braunschweig, tra cui un prototipo di Ikonta 35: questa non possiede la staffa sul tettuccio ma il logo ZI, sul retro appare la targhetta di appartenenza al Museo, sul fondello appare il pulsante di sblocco pellicola, poi riposizionato, la numerazione impressa sul dorso possiede un asterisco, simbolo dello stato di prototipo, mentre la ghiera intorno all’ottica Novar possiede una grafica diversa dalla seguente produzione. 

 

 

Una macchina molto interessante, a metà strada tra il prototipo e la vera macchina messa in produzione.

 

Come curiosità segnalo che il noto alpinista Lino Lacedelli, qui ritratto in montagna con mia moglie Anna, utilizzò la semplice Zeiss Contina come macchina personale durante la spedizione italiana al K2, portandola in vetta, a 8611m. Testimonianza tratta da conversazione privata con l’Autore di queste note. La Zeiss Ikon ignorò completamente la cosa, non utilizzando nessuna foto di Lacedelli per le proprie pubblicità, come precedentemente per una sua macchina portata in cima all’Everest l’anno prima,  con cui furono scattate le foto di Hillary a Tensing con le bandiere di vetta, foto che fecero il giro del mondo. Una doppia occasione d’oro incredibilmente non sfruttata dalla Ditta tedesca.

Davvero una bella performance per una semplice macchina economica!

 


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