LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  41

___________________________________________________________________

 

OTTICHE  ZEISS

CON  PASSO  A  VITE  39x1mm

 

Pierpaolo Ghisetti

(02/09/2014)

Contrariamente a quello che pensano molti appassionati anche la Carl Zeiss Jena ha prodotto obiettivi dotati di passo a vite Leica 39x1, ma non certo per far concorrenza alle ottiche Leitz, bensì per motivi prima militari e successivamente per imposizione dello SMAD, l’Ente Sovietico preposto all’Amministrazione della Germania occupata dopo il 1945.
Quando nel 1932 apparve la fotocamera Contax, la baionetta di cui erano dotati gli obiettivi Zeiss era l’unica soluzione offerta: la Contax , principale concorrente della Leica, doveva distinguersi dalla fotocamera di Wetzlar in tutto e per tutto.
L’avvicinarsi della guerra portò dei cambiamenti anche per gli obiettivi Zeiss.
Le forze armate tedesche adottarono, per una moltitudine d’usi diversi, la fotocamera Leica. Solo la Marina ha impiegato le Contax, perché la tendina metallica di quest’ultima resisteva meglio alle differenze di pressione cui erano soggetti i sottomarini e veniva attaccata meno dalla salsedine, rispetto alla tendina di stoffa della Leica. Ma forse a questa decisione non è stato estraneo il fatto che uno zio del Grande Ammiraglio Doenitz, capo dell’Arma subacquea, era un dirigente della Zeiss.
Per corredare le Leica ‘in servizio militare’, in alternativa alle ottiche Leitz, vennero scelti gli obiettivi della Carl Zeiss di Jena.
Tale scelta era abbastanza ovvia all’epoca, poiché tra gli obiettivi Zeiss e Leitz vi era una netta differenza di resa ottica, specie a tutta apertura, a favore delle ottiche di Jena. Occorre ancora ricordare che la resa ai primi diaframmi di lavoro si rivelava essenziale per giudicare un’ottica nell’uso a mano libera, in un periodo storico in cui raramente le pellicole arrivavano ai 20 ISO attuali.
Tranne che per l’Elmar 5cm f/3,5, il confronto risultava impari non solo sulle singole focali ma anche per il fatto che nel catalogo Leitz mancavano obiettivi come il 2,8cm, il 3,5cm f/2,8, lo 8,5cm f/2 e il 13,5cm f/4. 

 

 

Inoltre il Sonnar f/1,5 era sicuramente l’ottica più importante della propria epoca, surclassando qualunque concorrente, con ben due diaframmi e mezzo d’apertura relativa rispetto all’Elmar. Il confronto tra lo Xenon e il Sonnar, ambedue f/1,5, risultava francamente improponibile, in quanto l’ottica Leitz (in realtà costruito su licenza Taylor & Hobson e Schneider) era affetto non solo da basso contrasto, ma anche da un coma che ne riduceva grandemente l’uso effettivo sul campo.

 

 

Allo scoppio della guerra l’unica ottica luminosa del catalogo Leitz era l’Hektor 7,3cm f/1,9. Questi mostrava ai primi diaframmi di lavoro tutti i limiti dello schema Hektor, con una resa morbida dal basso contrasto, che rendevano quest’obiettivo più adatto al ritratto che alla fotografia generica. Il Summarex 8,5cm f/1,5, fu creato nel 1943 appositamente per le forniture militari, probabilmente per contrastare il grande successo del rivale Sonnar da 8,5cm. Era effettivamente un’ottica super luminosa per la sua epoca, ma fu prodotto in quantità irrisorie durante la guerra.  
La Leitz aveva puntato tutte le sue carte sull’Elmar, l’ottica standard per eccellenza, ed infatti il 90% dei possessori di Leica usava solo il ‘normale’, facendosi un’idea delle qualità delle ottiche Leitz in base ad un solo, ottimo, obiettivo.  Per ironia l’Elmar non era altro che un Tessar rivisto e messo in produzione grazie al brevetto Zeiss ormai scaduto.
In definitiva, qualunque confronto tra le ottiche delle due marche, in termini d’aperture relative, lunghezze focali, resa ottica, si risolveva sempre a favore della casa di Jena.
Inoltre le ottiche Zeiss erano dotate dell’esclusivo trattamento antiriflesso, assente sulle ottiche Leitz, considerato a quel tempo un fondamentale miglioramento per ottenere immagini di qualità superiore. Questo trattamento, brevettato dal prof. Smakula nel 1935, consisteva nel ricoprire sotto vuoto le lenti degli obiettivi con tre diversi strati di fluorite di calcio, aumentando così grandemente sia la trasmissione della luce che il contrasto. Questo procedimento fu immediatamente brevettato e successivamente coperto da segreto militare, diventando pertanto un’esclusiva delle ottiche Zeiss, sino al 1945. 

 

 

Lo studio del brevetto originale, che l’Autore ha potuto visionare a Jena, dimostra in modo inequivocabile che il procedimento di Smakula non solo superava concettualmente e praticamente tutte le sperimentazioni precedenti, ma apriva un nuovo capitolo nella produzione stessa delle lenti fotografiche.
Occorre notare che la Leitz sviluppò un particolare procedimento antiriflesso, iniziandolo ad applicare ad alcuni dei propri obiettivi nell’ottobre del ’41. Questo procedimento, consistente nell’applicare ai vetri un bagno di silice centrifugata era, in realtà, estremamente delicato, risultando pertanto eccessivamente danneggiabile e, alla fine, controproducente, specie in considerazione dell’uso bellico degli obiettivi stessi. L’uso estensivo della cosiddetta ‘azzurratura’ fu introdotto dalla Leitz solo nel ’45, mentre la casa di Wetzlar poté utilizzare il procedimento di Smakula solo a partire dal 1955. In conclusione il procedimento Zeiss risultò del tutto superiore.
Ribadiamo che le ottiche Zeiss, almeno sino al 1945, presentavano un contrasto e una risolvenza migliore rispetto a tutti gli obiettivi allora disponibili, anzi mostravano un contrasto elevatissimo già a tutta apertura, permettendo ingrandimenti nella stampa in bianco e nero di qualità superiore. L’Autore ha compiuto numerosi esperimenti incrociati in proposito, convincendosi che la differenza tra ottiche Zeiss e Leitz nel periodo prebellico è nettamente favorevole all’industria di Jena.

 

 

Non si vuole qui penalizzare a tutti i costi gli obiettivi della casa di Wetzlar, ma storicamente solo col Summicron del 1953 la Leitz iniziò un nuovo e più moderno approccio alla ricerca ottica, ricerca che sarà sviluppata soprattutto dalla Leitz Canada negli anni Settanta.
Del resto tutto ciò è facilmente comprensibile, paragonando le dimensioni delle due aziende, e specialmente il loro settore dedicato alla ricerca.
Infatti, la Carl Zeiss era a quel tempo la più grande industria ottica del mondo, dotata di laboratori di ricerca con possibilità illimitate. Il controllo azionario da parte della Fondazione Zeiss della vetreria Schott di Jena faceva sì che in pratica la Zeiss possedesse il monopolio dei vetri ottici, decidendo quale vetro produrre e a chi venderlo. Durante la guerra nasceranno ottiche fantascientifiche, con aperture relative strabilianti, per i più disparati impieghi. Trai i tanti esempi possibili citiamo il Sonnar 40cm f/1,5, esposto al Museo di Jena, e ideato, durante la guerra, per la sorveglianza notturna.
Il Dott. Kotthaus, direttore della Fondazione, organizzò le varie consociate in modo centralizzato, diventando il principale referente delle Forze Armate tedesche. Quando Kotthaus perì in un incidente automobilistico nel 1941, fu sostituito da H. Kuppenbender.
In conclusione è logico che le ottiche Zeiss destinate ad equipaggiare le Leica militari siano state dotate di passo a vite 39x1. Inoltre, durante la guerra, si è assistito ad una notevole varietà d’adattamenti: dato che la produzione ufficiale degli obiettivi era stata grandemente ridimensionata a favore d’apparati d’interesse bellico, diversi obiettivi, inizialmente concepiti per altri sistemi, sono stati adattati per essere utilizzati sulle Leica. Citiamo ad esempio le ottiche Zeiss per cinepresa Arriflex, le cui teste ottiche andavano ad equipaggiare barilotti semi-artigianali; mentre sia durante la guerra che nell’immediato dopoguerra, diversi obiettivi Zeiss per fotocamere a lastre formato 9x12, tra i 10,5 e i 12cm, furono dotati di barilotti artigianali con passo a vite 39x1. A conferma del fatto che durante il periodo bellico la produzione d’obiettivi fu largamente ridimensionata a favore d’altri prodotti, basta citare il dato produttivo totale della CZJ: i 200.000 obiettivi prodotti nel 1939 furono immediatamente dimezzati in 100.000 pezzi nel 1940, per poi arrivare progressivamente ai 14.000 obiettivi del 1944.

 

 

La richiesta d’ottiche con passo Leica era tanto elevata che, verso la fine della guerra, anche la Schneider Kreuznach fornì una serie di cinque modelli diversi di ottiche con innesto 39x1.

 

Ottiche CZJ passo a vite 39x1

 

Le ottiche Zeiss con passo Leica hanno due distinte origini produttive: una parte fu concepita già in produzione per essere dotata del passo a vite, un’altra parte venne inizialmente programmata con innesto Contax, per essere poi stornata in base alle necessità. Non essendo i numeri produttivi di questa seconda opzione disponibili, in quanto i lotti sono genericamente indicati come ‘ottiche per Contax’, senza distinzione d’innesto, è evidente che il numero complessivo delle ottiche Zeiss con innesto Leica non è esattamente quantificabile.

 

 

Le ottiche previste già in produzione per il passo a vite si dividono in ulteriori due categorie: quelle prodotte sino al 1945 per equipaggiare le Leica, e quelle prodotte nel primo dopoguerra per accessoriare le fotocamere russe FED, in conto riparazioni dei danni di guerra gestite dallo SMAD.
Addirittura, nel primo periodo postbellico, la CZJ preparò alcune cassette in legno, appositamente costruite per i generali sovietici, contenenti sei ottiche con passo a vite e un mirino a revolver.

Forniamo qui un elenco delle ottiche prodotte tra il 1945 e il 1947 con innesto a vite per fotocamere russe FED.

 

Ottiche Carl Zeiss Jena per fotocamere FED, innesto a vite 39x1, produzione 1945/47 – produzione certificata dai registri di fabbrica

Obiettivo                               quantità

  Tessar 2,8 cm f/8                      860

  Biogon 3,5cm f/2,8                2.210

  Sonnar 5cm f/2                      1.300

  Triotar 13,5cm f/4                      nd

  Sonnar 13,5cm f/4                    600

  T/Tessar 18cm f/6,3                 100

  Sonnar 18cm f/2,8                    200

  Sonnar 30cm f/4                       100

L’elenco delle ottiche Zeiss con innesto a vite prodotte sino al 1945 si trova invece nella tabella successiva. Naturalmente si tratta di un elenco che comprende le ottiche conosciute ufficialmente, in quanto non è escluso che esistano altri obiettivi poco noti, realizzati su particolari specifiche. Sono esclusi gli adattamenti, sviluppatisi specie nel dopoguerra, di ottiche Zeiss su barilotti costruiti artigianalmente. Alcune ottiche come il 30 e il 50cm sono state costruite nel 1934; pertanto non erano dotate in fabbrica di T rossa. Questo tuttavia non vuol dire che non siano state dotate di trattamento in epoca successiva.
Le ottiche Carl Zeiss Jena con passo a vite, pur possedendo i medesimi schemi ottici delle ‘cugine’ con baionetta Contax, si distinguono immediatamente per la finitura esterna d’alluminio, e conseguentemente per il peso, nettamente ridotto rispetto alle ottiche di riferimento. Si nota infatti, nel confronto indicato nella tabella, che spesso il peso della versione in alluminio arriva alla metà della corrispondente versione in ottone cromato con baionetta Contax. Inoltre, a conferma della loro peculiarità militare, questi obiettivi possiedono (talvolta ma non sempre) la T rossa (T per Trasparenz, ovvero il trattamento antiriflesso a tre strati), che i contemporanei obiettivi Zeiss/Contax per usi ‘civili’ raramente possiedono, se non negli anni di guerra.
Infatti, contrariamente a quanto spesso scritto, il trattamento antiriflesso, pur coperto da segreto militare, è stato anche applicato ad alcuni obiettivi di normale produzione, prodotti verso il 1940, e riservati ai mercati di Svizzera, Svezia e Portogallo, non a caso paesi neutrali.
Inoltre le ottiche CZJ da 5cm per Leica possiedono la ghiera di messa a fuoco, che invece manca nelle ottiche originali per Contax.

 

 

Dal punto di vista collezionistico segnaliamo che anche tra le ottiche Zeiss con passo a vite Leica si riscontrano differenze di finiture nei barilotti in base al periodo costruttivo: si notano specialmente differenze nella grafica della scala delle profondità di campo, e negli esemplari del 1944/45 la verniciatura nera della testa del barilotto.
Un’ottica particolare è il 13,5 Triotar f/4: costruito in pochi esemplari interamente col barilotto in ottone e dotata di trattamento T, con un peso di ben 500g e una lunghezza fisica di 15,5cm (contro il peso di 240g del Sonnar di pari focale, lungo 9,5cm) rappresenta un’ottica di lusso probabilmente fabbricata per i sovietici.

 

 

Va inoltre segnalato che esistono anche gruppi ottici Zeiss montati su barilotti Leitz: come esempio presentiamo il Tessar 2,8cm in montatura Leitz derivata da quello dell’Elmar 5cm. Si tratta probabilmente di combinazioni casuali e quindi rarissime.

 

 

Le ottiche previste, o stornate, per FED, del primo periodo postbellico, presentano poi ulteriori piccole differenze rispetto alle versioni anteguerra, nella grafica e nella mancanza delle alette per il diaframma, oltre alla verniciatura nera della testa, diventata prassi abituale nelle ottiche CZJ DDR.
Tuttavia queste differenze sono molto difficili da apprezzare, in quanto questo tipo d’ottiche sono estremamente difficili da trovare, e pertanto, nonostante la produzione abbastanza estesa, reperirle è un fatto del tutto casuale.

 
Falsi e copie

 

 

Proprio a causa della rarità di questa tipologia d’obiettivi, occorre segnalare che ultimamente sono apparsi, soprattutto su EBAY, diversi obiettivi Zeiss con passo a vite: molti venditori, onestamente, segnalano che si tratta di copie, in altre parole ottiche russe rimaneggiate con scritte ed incisioni. Molti invece le vendono, e le comprano per autentiche. I ‘falsi russi’ (di solito copie dei Sonnar 5cm f/2 e f/1,5 rigidi, e del 8,5cm f/2) sono talvolta molto ben realizzati, con numeri di matricola tra i 2.700.000 e i 2.800.000, quindi generalmente corretti.

 

 

 Tuttavia, possiedono incisioni argentee al posto delle originali bianche, talvolta la T non è rossa, come deve essere sempre, e le ghiere sono di grandezza e forma diversa dagli originali Zeiss. Infine anche le incisioni possiedono grafiche diverse e l’alluminio del barilotto è di qualità diversa dagli originali. Tuttavia, ribadiamo che data la rarità degli originali è molto difficile mettere a confronto Jupiter falsi con veri Sonnar.

 

 

In realtà, dato l’uso peculiare cui erano destinate queste ottiche, non meraviglia che oggi esse siano rarissime. Come per le ottiche sperimentali anche per quelle con passo a vite occorre fare la fondamentale distinzione tra ottiche prodotte, in base ai libri ufficiali, e quelle effettivamente pervenuteci. I trasferimenti in teatri bellici enormemente distanti l’uno dall’altro, i bombardamenti, le perdite in battaglie o per incuria, i saccheggi e le acquisizioni postbelliche hanno disperso quest’enorme patrimonio.
D’altra parte se per le ottiche a carattere militare la spiegazione della loro rarità è abbastanza logica, per le ottiche andate ad equipaggiare le FED si tratta di un patrimonio sicuramente disperso negli immensi spazi sovietici.

Anche il Biotar 40/2 costruito in 400 esemplari con la variante  marcata f/4,25  in 200 pezzi, quet'ultima risalente al 1937/38,  conosce la propria rara versione con passo a vite 39x1, non accoppiata  al telemetro. La numerazione dell'esemplare illustrato è fuori  sequenza e presumibilmente appartiene ad un lotto di soli 100 pezzi  per usi particolari, fornita tra il periodo bellico e il 1953. Barilotto in alluminio, T rossa e levetta per agevolare la ghiera di  messa a fuoco. Si tratta di un'ottica rarissima e sconosciuta.

 


Ottiche Carl Zeiss Jena con passo a vite 39x1; produzione sino al 1945

 Nome          lung.focale    apertura                    peso           peso ottiche per Contax

Tessar             2,8cm           f/8                           80g                      140g

Tessar                5cm           f/3,5                      130g                      140g

Biogon            3,5cm           f/2,8                       100g                      220g

Sonnar               4cm           f/2  per Tenax         130g con lente

Sonnar               5cm           f/2                          150g                      180g

Sonnar               5cm           f/2 rientrante           100g                      110g

Sonnar               5cm           f/1,5                       180g                      200g

Sonnar            5,8cm           f/1,5                       180g                       ==  

Sonnar            7,5 cm           f/4  per Tenax        200g con lente 

Sonnar            8,5cm           f/2                          300g                      600g

Triotar            8,5cm            f/4                         150g                      380g

T.An.              9  cm             f/4,5                                                     ==

Sonnar          13,5cm            f/4                         260g                       240g

Triotar           13,5cm           f/4,5                                                     ==

T/Tessar         30 cm             f/8                                                       800g

Fern               50cm              f/8                                                    1.550g               

Il totale produttivo non è quantificabile


(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLI  TECNICI  FOTOGRAFICI