LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  37

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STEREO  PER  CONTAX

 

Pierpaolo Ghisetti

(31/03/2013)

 

 


Nel sistema a telemetro Contax non poteva certo mancare il complesso stereo, da sempre un punto di forza della Zeiss Ikon, che in questo settore ha profuso tecnica ed inventiva superiori al reale ritorno economico di questa particolare nicchia. Occorre tuttavia notare che per la Zeiss la fotografia era prima di tutto un’attività scientifica e sociale, e solo dopo anche ludica: pertanto l’attrezzatura fotografica si rispecchiava in questa visione, diventando un punto di riferimento assoluto nella sua completezza.

Per il sistema a telemetro sono stati creati nel tempo due diversi complessi stereo, magnificamente concepiti e realizzati, vere sculture moderne dell’attrezzatura fotografica.

 

 

STEREOTAR C 3,5cm f/4

Schema ottico di 4 lenti in 3 gruppi

Angolo di campo di 63°

Peso: 150g solo ottica, 450g con i prismi

In produzione dal 1940

Unità stereo composta da due ottiche di 3,5cm montate in parallelo e con una distanza pupillare di 18mm, per fornire due immagini accoppiate di 16x23mm. Il diaframma minimo arrivava a f/22, comandato da una levetta posta alla base dell’ottica. Per soggetti posti oltre i due metri e mezzo di distanza occorreva montare i prismi forniti a corredo, con nr 543/70, dotati di schermo frontale di protezione. Da notare che questo complesso stereo non era accoppiato a telemetro, contrariamente alla versione dopoguerra.

Il complesso era completato dall’apposito mirino marcato stereo  nr 543/30 e immediatamente identificabile dalla stretta finestrella verticale, Il peso complessivo dei quattro pezzi era di 550g, contenuti in una valigetta in pelle. Si conoscono  4 prototipi con luminosità f/4,5, mentre la produzione effettiva, tutta nel 1940, va dal nr W26001 a W26500. Da notare che i prismi portano l’incisione ZI e non CZJ, come sarebbe logico.

 

 

La data di produzione fa pensare ad un uso non solo civile dello Stereotar, dato che la fotografia stereo è usata sia in cartografia che in fotogrammetria. E’ ipotizzabile pertanto un uso di questo complesso da parte della Luftwaffe e della Wehrmacht, e forse non a caso anche il complesso stereo della Leitz risale al medesimo anno. Pertanto non meraviglia che dei cinquecento complessi prodotti ne siano sopravissuti solo poche decine, tanto da far considerare questo complesso stereo uno dei pezzi più rari in assoluto del sistema.

 

 

Per la visione delle immagini stereo erano disponibili gli appositi occhiali polarizzati della CZJ

 

 

STEREOTAR C 35mm f/3,5

Schema ottico di 4 lenti in 3 gruppi

Angolo di campo 63°

Peso di 300g

In produzione dal 1952

 

 

Si tratta della versione dopoguerra del complesso stereo con le ottiche più luminose di mezzo diaframma e dotate di accoppiamento telemetrico. Per comprendere a fondo i principi teorici della fotografia stereo la Zeiss mise in stampa una pubblicazione tecnica apposita che nella sua completezza, sia teorica che nelle varie componenti del sistema, è più un manuale di fisica che una pubblicazione per appassionati, paradigma di come spesso le pubblicazioni scientifiche tedesche riescano ad essere dei veri ‘mattoni’al limite del comprensibile.

 

 

Il diaframma era comandato da una levetta sulla parte superiore del complesso e il peso arrivava al doppio della versione anteguerra, a causa della vistosa presenza del prisma per la messa a fuoco telemetrica, dotato di rotellina di messa a fuoco. Questo complesso poteva essere montato solo sulle Contax dopoguerra. Il peso complessivo dei 4 elementi arrivava a 650g, mentre rimaneva invariato il doppio fotogramma di 16x23mm. I prismi a corredo per messa a fuoco oltre i 2,5m possedevano il nr 810/2. Il complesso, completo dei propri speciali tappi in alluminio, trovava posto in una elegante scatola rossa. Esiste comunque anche la versione con cofanetto in pelle completa di lenti addizionali, vedi più avanti.

 

 

Erano anche possibile foto stereo macro grazie a tre lenti addizionali Proxar di diversa potenza. Erano anche disponibili 3 diversi accessori da montare sull’ottica per delimitare esattamente la distanza di messa a fuoco ravvicinata. Una raffinatezza che solo la Zeiss Ikon poteva concepire ed offrire ai propri clienti.

 

 

Il nuovo mirino stereo 420 (a destra nella foto) possedeva una finestrella diversa rispetto alla versione anteguerra e aveva anche la levetta posteriore per la correzione della parallasse.

Sia i prismi che il mirino erano marcati ZI.

 

 

La produzione organizzata in due lotti fu di 1500 esemplari, con codice dal St 12.201 a St 15.700.

 

 

Naturalmente accanto ai complessi ruotavano, come d’abitudine della Zeiss, tutta una serie di accessori per completare il sistema.

 

Visore stereo portatile in bachelite per diapositive

 

 

Occhiali di visione della CZJ, identici a quelli anteguerra

 

 

Ottica stereo  Sterikon 10 completa di polarizzatore per proiettore Zeiss Ikolux

 

 

Ed infine un elegante visore stereo portatile, ideato come degli occhiali e completo di astuccio in pelle, per poter visionare immagini stereo in ogni luogo. Questo straordinario accessorio era fornito dalla consociata Zeiss Aerotopograph di Monaco di Baviera.

 

 

La superba costruzione e la raffinatezza e completezza degli accessori dimostrano che la fotografia stereo in Casa Zeiss era presa molto sul serio: non esitiamo a definire il complesso stero dopoguerra uno dei più incredibili obiettivi della Zeiss (Ikon in questo caso, e non Carl Zeiss).

Un realizzazione senza compromessi, come nel programma idealmente sempre perseguito dalla casa.


(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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