LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  36

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TENAX

UN  NOME  PER  TANTE  FOTOCAMERE

 

Pierpaolo Ghisetti

(24/11/2012)

Il nome Tenax è stato dato a una serie di fotocamere diversissime tra loro nell’arco di più di quarant’anni, un nome che ha legato i marchi Goerz e Zeiss Ikon attraverso una serie di realizzazioni profondamente differenti, per tecnologia e formato, tanto che ripercorrere la storia delle fotocamere Tenax significa quasi ripercorrere la storia della tecnologia fotografica. 

Inizialmente il nome Tenax è stato utilizzato nei primi anni del Novecento dalla società Goerz di Berlino, costruttore con un ampio catalogo sia di macchine che di ottiche: questo nome viene dato incongruamente sia a una serie di fotocamere per il grande formato, dal 9x12cm al 13x18cm, sia per una serie di piccole fotocamere a scatto singolo denominate Pocket Tenax, con formato 4,5x6cm e 6,5x9cm.

 

 

Le fotocamere TENAX in grande formato proposte tra gli anni Dieci e gli anni Venti possiedono un soffietto allungabile anche per la macro con movimento a cremagliera, mentre l’ottica può essere decentrata. L’obiettivo Dogmar o Dagor, 6 lenti in due gruppi Doppio Anastigmatico simmetrico, di fabbricazione Goerz, possiede varie luminosità, come d’uso all’epoca mentre l’otturatore è solitamente un Compur. La luminosità f/6,8 è considerata molto favorevole, per l’epoca, mentre l’ottica Dagor rappresenta la punta di diamante della produzione ottica Goerz, che si vanta con questo schema ottico di aver corretto tutte le aberrazioni primarie.

 

 

La seconda serie di fotocamere è invece una serie di TENAX ‘tascabili’ e compatte, per l’epoca molto avanzate, ma dotate di pellicola singola piana.

 

 

Costruite naturalmente interamente in metallo (la plastica non era stata ancora inventata…) si aprono con due tiranti per permettere all’ottica, tramite un piccolo soffietto, di allontanarsi dal piano pellicola. Il peso per l’epoca molto ridotto di soli 300g e le misure esterne di 9x7cm (quasi come una Minox) per la versione illustrata con formato pellicola 4,5x6, ne fanno una macchina veramente da tasca. Si noti che questo formato, allora considerato ridotto, è venuto a denominare successivamente fotocamere di medio formato. L’ottica è un minuscolo Dogmar 7,5cm f/6,3, con una messa a fuoco a stima per il mirino ottico e tempi di otturazione da ½ sec a 1/250 di sec. Un vero capolavoro di ingegneria ottico-meccanica.

 

 

Sugli stessi principi costruttivi della Tenax viene offerta anche una fotocamera stereo, sistema molto in voga tra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso, come del resto si può vedere nel catalogo illustrato del 1912: costruzione interamente metallica, braccini metallici per allontanare le ottiche dal piano pellicola, meccanica raffinata. La StereoTenax possiede una coppia di DoppelAnastigmat da 60mm di luminosità f/6,8, (anche eventualmente due Celor f/4,5), Come nella Tenax vista precedentemente sul frontale a destra sono posizionate le rotelline che controllano i tempi di otturazione e i diaframmi. Sempre a destra, a scomparsa, è situato un semplice mirino ottico. La ghiera di messa a fuoco è posizionata superiormente. Il formato di pellicola piana è di 4,5x10,7cm, abbastanza inusuale, in quanto utilizzato prevalentemente, se non esclusivamente, per le fotocamere stereo. Il peso di questa raffinata fotocamera, vero simbolo di un’epoca, è di 570g.

 

 

Nel 1938, sotto il marchio Zeiss Ikon, che nel 1926 ha assorbito la Goerz, il nome Tenax viene riesumato per due fotocamere completamente diverse dalle precedenti, che intendono rispondere alla sfida lanciata dalle Robot di Otto Bernig con la loro carica a molla, che permette sequenze veloci. La soluzione offerta dalla ZI si articola in due modelli, diverse nel prezzo e nelle prestazioni, ma ambedue per il formato 24x24mm, scelto apposta per favorire l’avanzamento della pellicola che avviene tramite una leva frontale, che, con un unico movimento, fa avanzare la pellicola e riarma l’otturatore.

 

 

Tenax I: apparsa in realtà poco dopo la Tenax II, nel 1939, rappresenta una macchina tascabile (in questo discendente dalla progenitrice Goerz) di soli 320g, economica, dal prezzo di soli 98 DM, con mirino galileiano con apertura a molla per la messa a fuoco a stima, e ottica Novar 3,5cm f/3,5 con otturatore Compur. I tempi di otturazione, sino ad 1/300 di sec, si manovrano tramite una levetta posta sotto la levetta di scatto ed appaiono su una finestrella posta sull’ottica. La leva di ricarica possiede un appoggio mobile per il dito, che può essere ripiegato dall’interno verso l’esterno, per una migliore manovrabilità. Questa macchina avrà una grande influenza nel periodo dopoguerra. In base alle ottiche fornite, elencate nel CZJ FB, è stata fabbricata in 10.370 esemplari con  nr cat 570. 

 

 

Tenax II: apparsa nel 1938 e prodotta sino al 1941, con NR cat 580, propone un telemetro accoppiato, con lente condensatrice sull’ottica, 4 obiettivi intercambiabili, e la classica leva di carica laterale. I tempi d’otturazione, da 1 a 1/400 di sec, si selezionavano con una leva posta sul lato sinistro. Il dorso è totalmente sfilabile per un caricamento facilitato, mentre l’autonomia è di ben 50 fotogrammi.

La Tenax possedeva diverse ottiche, tutte incorporanti la lente condensatrice per il telemetro:

-         Sonnar 4cm f/2 prodotto in  3.610 pezzi;

-         Tessar 4cm f/2,8 prodotto in 3.000 pezzi;

-         Orthometar 2,7cm f/4,5,  fornito probabilmente in poche decine di esemplari;

-         Sonnar 7,5 f/4 prodotto in  825 pezzi.

L’innesto era a baionetta, con pulsante di sblocco, mentre per utilizzare correttamente grandangolo e tele era necessario il mirino rigido 435/17.

Dalla produzione dei due normali da 4cm, si può desumere una produzione di quasi 6.600 esemplari. Il prezzo, inizialmente di 270 RM, arrivò nel 1941 a ben 335RM.

Si tratta di un apparecchio di altissima tecnologia fotografica per l’epoca, completo e versatile,  stupendamente progettato e magnificamente costruito.

 

 

TENAX X RAY

Una particolare versione della Tenax è rappresentata da questo adattamento bellico: si tratta di un apparecchio per raggi X, il cui otturatore era sostituito da un volet verticale, mentre l’avanzamento avveniva grazie ad una grossa leva posta sulla destra e dotata di un avallamento per facilitare l’operatività. Completavano la macchina un contafotogrammi e una manovella di riavvolgimento ambedue sovradimensionati. Si tratta di un classico adattamento bellico, periodo durante il quale la richiesta di apparati specializzati medicali crebbe in continuazione in modo esponenziale. Molto interessante e costruito in piccola serie, (non quindi un adattamento artigianale), come dimostra il numero di matricola particolare, preceduto dalla lettera W, che per la ZI rappresenta appunto apparecchi fuori dalla normale produzione.

 

 

 

TENAX DDR

Nel 1948 il VEB Zeiss Ikon di Dresda, ora in DDR, ripropone la piccola Tenax del 1939, in pratica riutilizzando i fondi di magazzino rimasti dopo il bombardamento del 1945. La nuova versione, sempre per il formato 24x24mm, è in pratica identica  alla macchina anteguerra e monta un Novar 3,5cm f/3,5 su otturatore Compur, con tempi sino ad 1/300 di sec. L’identificazione tra le due versioni può avvenire facilmente grazie alla posizione della scritta Compur, che nella versione dopoguerra è situata sopra la scritta Tenax. 

Successivamente non viene messo nessun nome all’otturatore ma l’ottica diventa Novonar, trattata antiriflesso e identificata con la lettera V rossa . A destra nella foto 16.

Infine, negli anni Cinquanta su otturatore Compur con tempo massimo di 1/500 di sec, viene montato il classico Tessar f/3,5 della CZJ sull’insolita lunghezza focale di 37,5mm. Anche in questo caso appare la V rossa. Questa versione avrà un grande successo con più di 40.000 esemplari prodotti.

Questa versione appare a sinistra nell’immagine.

La produzione cessa nel 1952.

 

 

TAXONA DDR

Nel 1952 viene eliminato il mirino a molla che viene sostituito da un mirino ottico inglobato nel tettuccio: ancora inizialmente denominata Tenax, la macchina viene poi denominata Taxona: nella foto 17 si nota anche una Tenax vecchio modello già denominata Taxona.

 

 

Il cambio di nome si rende necessario a causa della causa in corso con la Zeiss Ikon di Stoccarda, che detiene legalmente il nome Tenax, e che vedrà prevalere l’azienda della Germania Ovest, tanto da far sparire anche il marchio ZI in DDR.

La Taxona, ora col simbolo Pentacon sul frontale, ovvero la Torre Ernemann di Dresda, presenta un otturatore Tempor, con tempi sino ad 1/300 di sec, ottiche Novar 3,5cm  f/3,5 V e Tessar 37,5mm f/3,5, quest’ultima con la T rossa, la leva di scatto rivestita in plastica non più ripiegabile e un carter superiore dal diverso disegno rispetto all’originale Tenax, comprendente il disco di riavvolgimento pellicola inizialmente in alluminio, poi in plastica, materiale in gran voga nella DDR. Il peso è di 350g.

La versione con Tessar, certificata dal ZFB , è di 23.500 esemplari, poco più della metà della corrispettiva versione Tenax con Tessar, a dimostrazione che questa compatta economica ma robusta e veloce nell’uso, è ormai prossima alla fine del suo ciclo produttivo.

La produzione della Taxona si chiuderà nel 1959, dopo ben dieci anni dalla ricomparsa della Tenax e dopo 20 anni dalla comparsa del primo, indimenticabile modello, vero prototipo della compatta da taschino.

 

 

TENAX AUTOMATIC

Nel 1960 il nome Tenax (nr cat 10.0651) viene riesumato dalla Zeiss Ikon di Stoccarda per una fotocamera compatta per il classico formato 24x36mm, stilizzata come la serie Contessa, ma completamente automatica grazie ad un esposimetro al selenio accoppiato ad un otturatore Prontormat S della Gauthier, (e forse nella sua rapidità d’impiego trova la giustificazione il richiamo al nome delle illustre progenitrici): dotata di un classico Tessar 50/2,8 fisso, fornisce automaticamente tempi da 1/30 a 1/500 di sec e diaframmi in completo automatismo, in base alla scena inquadrata,  con messa a fuoco prefissata e illustrata anche da 3 simboli sul frontale. Dotata di un semplice mirino ottico con cornicetta, pesa 570g, mentre il grosso otturatore fa inspessire la macchina sino a 7 centimetri. Forse troppo avanzata per l’epoca, ma anche a causa del prezzo notevole, che lievita di anno in anno, nel 1962 ne  viene cessata la produzione.

 

 

Si chiude così il ciclo delle fotocamere Tenax, così diverse tra loro ma così simili nella concezione: una fotocamera veloce e pratica nell’uso, tanto da poter essere sempre usata facilmente e rapidamente in ogni occasione. 

 Cent’anni di storia della fotografia.

 


(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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