LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  29

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ZEISS  SONNAR  5cm f/1,5  -  50mm f/1,5

 

Pierpaolo Ghisetti

(20/12/2011)


Uno degli obiettivi simbolo del sistema Contax a telemetro è sicuramente il Sonnar f/1,5, ottica straordinaria creata da Ludwig Bertele aggiungendo una lente al classico schema del Sonnar f/2. Questa lente aggiuntiva modificava completamente il gruppo posteriore, contribuendo in maniera fondamentale al controllo della curvatura di campo.

 

 

 

Ricordiamo che ambedue gli schemi Sonnar derivano dall’Ernostar, ottica di luminosità sino a f/1,8, montata sulla fotocamera Ermanox, e sviluppato da Bertele nella sua antecedente esperienza alla Ernemann.

 

 

Bertele ottenne già nel 1929 il brevetto tedesco per quest’ottica, dopo ben tre anni di studi e 3200 (!) pagine di calcoli.
Lo scalpore creato da quest’obiettivo fu enorme, e la Leitz riuscì a reagire solo nel 1936, sfruttando con lo Xenon f/1,5 un brevetto della Taylor and Hobson. La genialità di Bertele permise di creare un’ottica luminosa con solo 6 passaggi aria/superficie, e 15 riflessi interni, che in questo tipo d’ottica rappresentavano la complicazione maggiore per ottenere immagini di qualità. Inoltre nel Sonnar il grosso gruppo cementato posteriore influiva grandemente nell’eliminazione dell’aberrazione sferica, principale problema di un’ottica luminosa. Le prime versioni, per eliminare l’effetto negativo della diffrazione, possedevano la chiusura minima a f/8, poi spostata a f/11. Solo con l’avvento del trattamento multistrato il diaframma minimo fu portato a f/22.
Dei quattro ‘normali’ del sistema Contax, il Sonnar f/1,5 era l’unico in montatura rigida.
Il Sonnar f/1,5 rappresentava un autentico mito, tanto da costare, negli anni Trenta, bel 300 RM, ovvero come una Contax I con il 5cm f/2,8!
Tuttavia mentre nel periodo anteguerra la versione f/1,5 costava il doppio del ‘fratello’ da f/2, nel dopoguerra la differenza fu abbassata a ‘solo’ il 40%.
La versione dopoguerra, grazie all’uso dei nuovi vetri ad alta rifrazione, rimane uno dei migliori (se non il migliore) 50mm f/1,5 d’ogni tempo.

Questi i dati tecnici:

Schema ottico: 7 elementi in 3 gruppi

Angolo di campo: 45°

Peso: 180g/200g, versione anteguerra

          170g, versione dopoguerra

Accoppiamento telemetrico: si

In produzione: 1932

Paraluce: anteguerra 1283/3 telescopico

                                     1283/4 cilindrico

                                     1283/14 a vite

                dopoguerra 1119 a vite (poi 20.0706)

                                     20.0711 a pressione

Da segnalare che i Sonnar f/1,5 per la biottica Contaflex sono tutti frutto di un adattamento postproduttivo, in quanto non risultano prodotti specificatamente con quest’innesto.
La versione russa di quest’ottica prestigiosa fu siglata SK, in altre parole Sonnar Kranogorsk, poiché probabilmente un lotto di Sonnar, prelevato a Jena, fu poi assemblato in URSS. Anche la Nippon Kogaku realizzò un obiettivo praticamente identico al Sonnar f/1,5 nel 1949, con diaframma sino a f/11.

 


 

Per ambedue i Sonnar (f/2 e f/1,5) fu studiato anche un particolare paraluce telescopico, adattabile anche ai due ‘normali’ Tessar, numero di catalogo 1283/3, fabbricato poi in due diverse versioni. Questo paraluce fu proposto sino all’inizio della guerra. Nel dopoguerra erano disponibili, dalla Zeiss Ikon, due paraluce a vite, uno in alluminio e uno in bachelite. Sul mercato si trovavano naturalmente anche paraluce universali con innesto a pressione.


 

Naturalmente era disponibile anche una serie completa di filtri con diametro 40,5mm.

 

 

Come curiosità segnaliamo che una consistente parte della produzione di Sonnar 5cm f/1,5 fu destinata ad essere montate su cineprese, specie l’Arriflex. Inoltre il Sonnar f/1,5 è probabilmente l’ottica per Contax più prodotta durante la guerra.
Molti Sonnar f/1,5 ed f/2 furono costruiti con un barilotto in alluminio, trattamento antiriflesso e passo a vite Leica, per equipaggiare gli apparecchi militari: questi obiettivi possiedono la particolarità di possedere la ghiera di messa a fuoco, del tutto mancante negli obiettivi con baionetta Contax.


 

La produzione per Contax venne così suddivisa:

34.080 pezzi prodotti tra il 1932 e il 1939 dalla CZJ;

       55 esemplari costruiti negli anni 1932/33 con passo a vite Leica;

6365 pezzi fabbricati tra il 1940 e il 1945, per un totale complessivo di 40.500 pezzi della CZJ; le ottiche con passo a vite sono mescolate alla produzione per Contax;

4227 pezzi dal 1947 al 1955, fabbricati dalla CZJ DDR;

per un totale complessivo di 44.727.

Purtroppo non è quantificabile la produzione di Oberkochen, probabilmente compresa tra i 5.000 e i 10.000 pezzi.

1932

La produzione inizia nell’ottobre, col numero 1.374.171. Questa prima versione nera/nichel non possiede la filettatura per i filtri e ha f/8 come diaframma minimo, in quanto la grossa lente frontale avrebbe incrementato l’effetto di ‘flare’ ai diaframmi minimi. Da notare che anche il diretto concorrente, il Leitz Summarit f/1,5, chiudeva sino a f/9, in quanto possedeva ancora la vecchia scala europea dei valori del diaframma. A causa del costo all’epoca stratosferico, la produzione è stata limitatissima. Si tratta di uno degli obiettivi Zeiss più rari in assoluto, e l’estensore di queste note, in trent’anni di ricerche, non è mai riuscito a trovarlo.

 



1934

Versione sempre con finitura nera/nichel ma con l’apertura minima del diaframma spostata a f/11, peso di 160g. Le bade nere sono due e non esiste filettatura porta filtri. La lunghezza del barilotto è di 4cm.

 

 

1935

Viene rinnovato il design del barilotto, che servirà poi da prototipo per la successiva versione cromata: la ghiera dei diaframmi viene spostata anteriormente, e compaiono le alette per la movimentazione del diaframma. Ora vi è una sola banda nera sotto la ghiera zigrinata di messa a fuoco, mentre la ghiera frontale, ora filettata, assume il caratteristico diametro di 40,5mm. Lunghezza del barilotto 4,5cm e peso di 170g.

 

 

1935

A maggio viene introdotta, col numero 1.660.301, la versione interamente cromata, la più comune del periodo anteguerra. Il peso passa a 200g e il diaframma minimo arriva a f/16. La ghiera dei diaframmi possiede due alette per migliorarne la manovrabilità e misura 4,5cm di lunghezza, caratteristiche mutuate dalla precedente versione con banda nera.

 


 

1941/42/43

Durante la guerra, a causa della penuria dei materiali, diversi obiettivi furono completati con una commistione di parti in alluminio ed ottone. Alcuni esemplari poi possedevano il barilotto interamente in alluminio, per cui i pesi di questi obiettivi variavano considerevolmente, arrivando a pesare solo 130g..

 La fascia zigrinata di messa a fuoco fu allargata da 5 a 6,5 millimetri .

Diversi obiettivi furono dotati di trattamento antiriflesso con T rossa sia in produzione che in postproduzione. Nel 1943 apparve la fascia nera frontale, caratteristica di molti (non di tutti) obiettivi della CZJ DDR.

In questo periodo alcuni obiettivi furono verniciati in finitura grigia opaca antiriflesso, probabilmente per impieghi speciali.

 

 

1946

Versione della CZJ DDR con montatura interamente in alluminio, peso di 110g e diaframma minimo a f/22. La parte posteriore è verniciata in nero e i numeri di serie partono da 3.051.301, risalenti al 1947. Le ghiere zigrinate intorno al barilotto sono due, e mancano le alette di movimentazione del diaframma. Questa versione risulta particolarmente rara.

 

 

1950

Nuova versione, interamente cromata, prodotta ad Oberkochen e marcata ZO. Peso di 170g, diaframma sino a f/16 e T rossa. Come molte ottiche del dopoguerra, il Sonnar possiede un diaframma doppio a 24 lamelle, per aumentarne la precisione. Questa versione possiede due fasce zigrinate rispetto all’unica fascia della versione anteguerra. Il Sonnar f/1,5 è stata la prima ottica per Contax prodotta ad Oberkochen, con numeri che iniziano da 47.000.

1951

Vesione ZO identica alla precedente, tranne per la fascia portafiltri, che è ora verniciata in nero. Nella letteratura inglese questa caratteristica è conosciuta come ‘black rim’. Le fasce zigrinate sono sempre due ma ora quella superiore possiede un’altezza di un millimetro in meno.
Il diaframma, nel corso della produzione è stato portato da f/16 a f/22.
Questa versione è più comune della precedente, interamente cromata.

 

 

1953

Versione della CZ, con ghiera frontale portafiltri nera, praticamente identica alla versione ZO del 1951. Il diaframma minimo rimane f/16, e i numeri di serie partono da 1.164.801. Manca naturalmente la T rossa, mentre rimane il doppio diaframma con 24 lamelle. Quest’obiettivo viene comunemente considerato il migliore 50mm f/1,5 d’ogni tempo, sia per costruzione meccanica che per resa ottica.
Di questa versione furono realizzati anche alcuni esemplari ‘Atrappe’ (con solo la lente frontale), dal peso di 100g, e che al posto dei numeri di matricola portavano cinque X.

 

 

Per finire due curiosità: la prima è un formidabile Sonnar f/1,5 prodotto ad Oberkochen con innesto a vite 39x1mm, ma mai messo in produzione. Si tratta con tutta probabilità, visto l’innesto particolare della camma di accoppiamento, di un ottica concepita per la fotocamera Braun Paxette, che purtroppo ha avuto vita breve e in ogni caso, essendo una fotocamera economica, mal si prestava ad essere accoppiata ad un costosissimo Sonnar. Qui il Sonnar è montato su una Leica IIIf con innesto a vite, appunto per mostrarne la compatibilità, ma su questa macchina è utilizzabile solo con messa a fuoco su infinito. Dalle nostre prove con pellicola questo obiettivo ha fornito risultati ben superiori alla media del periodo produttivo.

 

 

La seconda è una doratura, eseguita a regola d’arte da un artigiano italiano, di una Contax IIa con relativo Sonnar f/1,5. Stupendo canto del cigno per un obiettivo che ha fatto sognare due generazioni di fotografi e che rappresenta, oltre ogni possibile dubbio, uno dei massimi capolavori dell’ottica fotografica e un degno epitaffio del suo creatore, Ludwig Bertele.

 

 

Una curiosità che dimostra che anche i tedeschi sbagliano….nella foto una pagina di un catalogo Zeiss Ikon del dopoguerra ove sono invertite le immagini del Tessar e del Sonnar f/1,5 rispetto ai relativi testi.



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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