LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  28

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ESPOSIMETRI  PER  LEICA

PRIMA  PARTE  (1925-1940)

 

Pierpaolo Ghisetti

(22/11/2011)

Il problema di controllare l’esposizione e di fornire uno strumento adatto a calcolarla sorse in pratica con la fotografia stessa. Con l’apparire della Leica si pose il problema di corredare l’apparecchio con un esposimetro quanto più piccolo e leggero, in linea con la filosofia dell’apparecchio stesso.

Vediamo qui di seguito una serie di esposimetri del periodo anteguerra appositamente concepiti per la Leica , e come tali, riportanti la scritta for Leica.

BEWI

Uno dei primo esposimetri ad estinzione, appositamente concepito per Leica, come del resto appare anche dalla scritta laterale. Costruito da Paul Will di Monaco, si portava all’occhio, come un cannocchiale e lo si puntava verso la scena da fotografare. Indi si ruotava la parte esterna finchè la scena non era estinta, ovvero l’esposimetro dava un numero che corrispondeva al valori dell’esposizione corretta. Risalente alla fine degli anni Venti possiede un peso di appena 100g.

 

 

LEICASCOP

Questo esposimetro, anch’esso del tipo ad estinzione, fornito anche per il sistema Contax con la scritta diversa, era catalogato da Leitz NY con il cod, LEDYD, e risale al 1934. Tarato in gradi Schneider.

Era costruito dalla ditta austriaca DREM.

 

 

WESTON 627

Sempre nel 1934 appare questo esposimetro dell’americana Weston di Newark, NY, che per la prima volta riporta la scritta Leicameter. Possedeva una forma rotonda a forma di strumento nautico e veniva inserito in un astuccio protettivo metallico. La cellula al selenio era da un lato mentre dall’altro vi era il disco di controllo in gradi Schneider, con lancetta in rosso. Questa parte era coperta da un vetro, che rappresentava il punto debole dello strumento. Possiede un peso di 200g ed era catalogato col codice LEDZH.

 

 

WESTON 617

Costruito in bachelite, con i lati arrotondati, porta la scritta Leicameter e l’incisione E, Leitz Inc NY USA, e risale al 1935. Con un peso di di 230g, presenta le istruzioni sul retro, mentre la sensibilità è espressa in gradi Schneider. Appare per la prima volta il disco mobile anteriore per le varie combinazioni d’accoppiamento tempi-diaframmi.

 

 

WESTON 650

Risalente al 1936, presenta una forma Art Deco rettangolare tagliata negli angoli, con una lunghezza di 10 cm e un peso di 210g. Possiede le classiche scritte Leicameter e E.L.NY, mentre i gradi sono sempre Schneider.

 


OMBRUX

Fabbricato dalla tedesca Gossen di Erlangen nella seconda metà degli anni Trenta possedeva un peso di 180g, era custodito in una piccola borsina di pelle, apribile anteriormente, ove era situata la cellula esposimetrica al selenio, sporgente in avanti. La parte anteriore apribile della borsa conteneva tutte le combinazioni tempo-diaframma in gradi Schneider. La lettura in luce scarsa veniva attivata da un pulsantino rosso posto sulla parte superiore. Vi erano esposimetri appositamente marcati for Leica con gradi Schneider e DIN. Si tratta di un modello importante perché impone la linea  progettuale seguita in seguito dagli altri esposimetri.

 

 

METROVIC

Si tratta di un esposimetro compatto, a forma di mattoncino, inserito in una custodia di pelle, dal peso di 180g, e risalente al 1939. Costruito in Inghilterra, possedeva anch’esso il pulsantino rosso per la scala di bassa luminosità, e, senza custodia, pesava solo 140g. Sul retro era situata la scala con i valori Leica. Raro fuori dalla Gran Bretagna.

 

 

LC60

Progettato nel 1939 dalla Metrawatt di Norimberga in collaborazione con la Leitz , offre per la prima volta l’importante caratteristica di possedere l’innesto per essere montato sulla slitta portaacessori della Leica. Scala in DIN e Schneider. Non presenta tuttavia alcuna scritta riferentesi a Leica. Costruito in bachelite e pesante solo 90g, presenta le dimensioni e le caratteristiche dei futuri Leicameter, senza però l’accoppiamento alla ghiera dei tempi. 

 

 

MICROSIX

Speciale esposimetro per usi scientifici, da usare in accoppiamento con microscopio o macchine speciali da microfotografia. La scatola completa pesa 850g, mentre il solo esposimetro ne pesa 480g. Costruito in bachelite dalla Gossen con la scala in DIN, possiede un cavo speciale alla cui estremità si trova la cellula fotosensibile da posizionare nella zona di lettura. Questa si trova nel raccordo laterale dell’innesto tra fotocamera e microscopio. E’ rimasto in produzione per molti anni.

 


(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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