LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  24

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MIRINI  MULTIFOCALE  ZEISS

PER  CONTAX  A  TELEMETRO

 

Pierpaolo Ghisetti

(06/06/2010)

Oltre al famoso e copiato mirino a revolver, che trattiamo in altra sede, per il sistema Contax a telemetro furono resi disponibili nel tempo dalla Zeiss altre 4 tipologie diverse di mirini multifocale, ognuno dei quali di  concezione diversa, in modo da offrire varianti tecniche ed economiche.

MIRINO 436/1

Si tratta di un mirino molto piccolo e leggero, appena 40g, di concezione estremamente originale. Prodotto dalla CZJ a partire dal 1933, si compone di un cilindro ottico di 2 centimetri di lunghezza, contenente le cornicette per 4 lunghezze focali. Da un lato per 5 – 13,5cm, e dall’altro lato per le focali da 8,5 e 18cm.
Pertanto le cornicette delle focali appaiono sempre due per volta, inserendo alternativamente il cilindretto da un lato o dall’altro.
Una volta che il cilindretto è inserito nel corpo appaiono le cornicette di visione delle relative focali, con i lati corretti, e delle ulteriori cornicette tratteggiate disassate con la correzione della parallasse da 3 e 1 metro .
La versione successiva 436/10, possiede la slitta della correzione della paralasse, pertanto le cornicette nel mirino appaiono semplici, senza quelle tratteggiate, che in realtà complicavano leggermente la visione.
La finitura può essere sia nickel che cromata.
La concezione di questo mirino è estremamente elegante, anche se la visione risulta leggermente sacrificata: si tratta comunque di un mirino ottico di eccezionale qualità, piccolo e utilissimo, purtroppo non comune.

 

MIRINO 438

Si tratta di un mirino bifocale, tipo a siluro (o Torpedo, in tedesco), dal peso di 60g, solo in apparenza simile al Leitz VISOR, ma in realtà di concezione diversa.
Fabbricato nel primo dopoguerra prima dalla CZJ e poi dalla ZI Stuttgart, propone la visione di due cornicette, con circoletto centrale, relative alle focali da 8,5 e 13,5cm.
Sul retro vi sono due ghiere: una per la correzione della parallasse, l’altra per la correzione diottrica. La visione appare con i lati corretti. La ghiera per la correzione della parallasse può essere espressa in metri o in feet.

Si conoscono queste varianti:

-         Con la scritta Carl Zeiss Jena sul frontale, ghiera della parallasse da infinito a 1,2 metri , focali espresse in millimetri. Incisione Germany sul retro della staffa. Incisione IIa oppure II alla base della staffa, probabilmente indicante una parallasse diversa in base all’altezza dell’apparecchio: infatti la Contax IIa era più basse i di un centimetro rispetto alla precedente Contax II.

-         Con la scritta Zeiss Ikon Stuttgart sul frontale, messa a fuoco della parallasse a 1 metro , incisione Made in Germany e nr di matricola sul retro della staffa, costruzione identica al precedente. Focali espresse in centimetri.

-         Con la scritta sul corpo superiore Zeiss Ikon Stuttgart, messa a fuoco ad un metro, costruzione  identica al precedente, focali espresse in millimetri. Sul retro della staffa appare la scritta Made in Germany e 438, ovvero il numero di catalogo identificativo.

Un mirino molto buono otticamente, raffinato nella costruzione, di discreta reperibilità.


 

MIRINO 427

Si tratta di un mirino del periodo dopoguerra, del tipo a televisore, che contiene ben 4 cornicette, da 35 a   135mm. Dal peso di 80g, porta sul retro l’incisione Zeiss Ikon Stuttgart e 427. Alla base della staffa vi è la levetta per la correzione della parallasse. Si tratta di un mirino mediocre come visione, opaca e in alcuni esemplari di colore azzurrino, mentre le troppe cornicette distraggono e confondono.

Ne esiste una versione praticamente identica, marcata 426 ideata per le fotocamera Contina III ad ottiche intercambiabili Pantar, che si distingue dal modello 427 per possedere le cornicette interne senza numero identificativo delle focali.

Abbastanza comune.

 

 

MIRINI A MASCHERA

543/7 - 544/7  - 563/03

Si tratta di mirini bifocali a maschera mobile, di concezione meccanica. Predisposti per le focali da 8,5 e 13,5cm le due versioni anteguerra sono marcate Zeiss Ikon.

 

La versione 543/7 possiede una staffa da inserire nella slitta superiore della macchina  per essere adattata al mirino della Contax II, e anteriormente ha un bottone zigrinato che movimenta la maschera per la focale da 13,5cm

 

 La versione 544/7 possiede invece una staffa sagomata a L per essere montata sulla slitta della Contax III, più alta in quanto dotata dell’esposimetro. Inoltre possiede una vite di blocco per l’esatta posizione davanti al mirino.

La finitura è solo cromata, anche se il 543/7 esiste in una rarissima versione nera, probabilmente a livello di prototipo.



Di concezione identica ma più raffinata, è la versione dopoguerra 563/03 della Zeiss Ikon Stuttgart: il mirino, sempre meccanico bifocale a maschera, viene montato lateralmente all’apparecchio, tramite una staffa con fessura per inserirsi nell’occhiello della cinghia. In questo modo può adattarsi ad entrambe le macchine (Contax IIa e IIIa), semplificando l’operatività e la produzione; inoltre l’oculare possiede una correzione della parallasse meccanica, tramite un dischetto mobile. Le focali sono sempre espresse in centimetri, il che indica una produzione relativa ai primi anni Cinquanta.

L’utilità di questi mirini a maschera consiste anche nel fatto che la messa a fuoco telemetrica è sempre controllabile nel mirino.
Si tratta di mirini non comuni, di concezione semplice e ben congeniati, ma chiaramente più economici rispetto ai mirini ottici.

 In conclusione si può tranquillamente affermare che il sistema dei mirini offerto per equipaggiare le fotocamere Contax rifletteva la mentalità Zeiss, protesa ad offrire un prodotto specifico per qualunque situazione fotografica, spesso realizzando progetti economicamente perdenti.

Tuttavia alcuni mirini, specie quelli a focale multipla, rappresentano autentici capolavori d’ottica, ineguagliati ed ormai ineguagliabili.



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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