LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  23

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OBIETTIVI  RARI  E  PARTICOLARI

SU  FOTOCAMERE  ZEISS

 

Pierpaolo Ghisetti

(25/04/2010)


Diversi anni fa credevo di possedere una conoscenza vasta ed articolata del mondo Zeiss, tanto da poter riuscire a pubblicare un libro sull’argomento.

In realtà non era così.

Alcuni viaggi a Dresda, Jena ed Oberkochen, l’acquisizione di diversi testi originali Zeiss pubblicati per i musei delle suddette città, interviste e conversazioni con funzionari Zeiss e con alcuni collezionisti tedeschi, mi convinsero che in realtà ero solo all’inizio del mio percorso all’interno del vasto, tortuoso, e per alcuni versi, inesauribile mondo Zeiss.

Iniziò pertanto, per me, una seconda vita collezionistica, fatta di ricerche e di approfondimenti all’interno dello stesso tema: Super Ikonta ed Ikonta, Kolibri, obiettivi per Contax, Ercona e tante altre fotocamere e rispettive famiglie d’obiettivi. Scoprii che vi erano fotocamere mai pubblicate su riviste e libri, ignorate anche dal MCKeown, ma che non sono conosciute neanche da molti collezionisti specialistici della marca. Molti di questi miei articoli sono stati pubblicati da Zeiss Historica, la rivista ufficiale dalla Zeiss Historica Society, di cui sono socio da più di  20 anni.

Per questi ‘ritrovamenti’ ho ricevuto lettere di plauso dagli USA e dalla Germania, da parte di collezionisti ed esperti che credevano di sapere tutto (ma veramente tutto!) sulla Zeiss, e che rimanevano molto meravigliati che un italiano riuscisse a trovare pezzi rari ed inusuali al di fuori della Germania (patria della Zeiss e delle sue varie emanazioni) e dagli USA (il paese ove è possibile trovare la maggior parte del materiale).

Qui voglio elencare alcune combinazioni inusuali di obiettivi, alcune molto rare, su fotocamere Zeiss. Spero che queste note invoglino sempre più la ricerca collezionistica, e soprattutto sfatino il mito che su Zeiss è stato pubblicato tutto il pubblicabile e non c’è altro da scoprire. In realtà da esplorare c’è ancora molto. Occorre solo non limitarsi ai soliti temi, come ad esempio Contarex, Contax (in realtà un mondo tutto da scoprire) o le compatte anni Cinquanta.

Un’ultima nota: tutte le fotocamere e gli obiettivi sono in condizioni originali, senza manomissioni d’alcun tipo.

 

Carl Zeiss Werra con Novonar

La famiglia delle fotocamere Werra, prodotte nella DDR, nella cittadina di Eisfeld, a partire dal 1954, è sempre stata equipaggiata con l’ottica Tessar 50/2,8.

Tuttavia il primo lotto produttivo, 100/200 pezzi, è stato fornito con l’ottica Novonar f/3,5 T portante l’indicazione Optik Saalfeld, dal nome della località ove questo obiettivo era costruito.

Un secondo lotto è stato fornito sempre di ottica Novonar T ma senza l’indicazione della provenienza. Questa seconda variante è segnalata dal Mckeown, ma non la prima.

Successivamente l’ottica è sempre stata fornita col Tessar.

Poiché la produzione del 1954 risulta essere, secondo i libri ufficiali da me reperiti ad Eisfeld, di 3.071 pezzi, è chiaro le poche centinaia di pezzi, purtroppo impossibili da quantificare esattamente, con ottica Novonar sono estremamente difficili da reperire; quelli poi con l’incisione Optik Saafleld, risultano essere una vera rarità.

 

 

Ottica Zeiss Ikon per Icarex

Com’è noto, è sempre stata la Carl Zeiss a fornire le ottiche per le macchine Icarex, anche se alcune di queste possedevano schemi e nomi della Voigtlaender.

Tuttavia esiste anche un obiettivo marcato Zeiss Ikon, nome che in realtà storicamente qualifica solo il costruttore di apparecchi e non d’obiettivi. Si tratta di un 35mm f/2,8, la cui denominazione è ‘Zeiss Ikon - Icarex BM Wide-Auto’, ed identifica l’innesto a baionetta (BM) dell’ottica in questione.

Si tratta in realtà di un obiettivo prodotto dalla giapponese Soligor, come risulta dal nome inciso sotto l’ottica, e dotato di un anello adattatore per la baionetta Icarex. La giustificazione di quest’ottica risiede nel fatto che nel catalogo di obiettivi per Icarex esisteva il 35mm Skoparex di luminosità f/3,4; pertanto il Soligor risultava più luminoso di mezzo diaframma. La finitura del barilotto dell’ottica Zeiss Ikon appare alquanto diversa da quella delle altre ottiche per Icarex, sia nella verniciatura nero opaco che nelle ghiere cromate.

Si tratta di un obiettivo abbastanza raro e poco conosciuto.


 

Kolibri con Meyer

La fotocamera Kolibri, per pellicola in rullo e formato 3x4cm, è stata costruita per un breve periodo di tempo dalla Zeiss Ikon di Dresda tra il 1931 e il ’34.

Su questa fotocamera sono stati montati diversi tipi di obiettivi: Biotar f/2; Tessar f/2,8 e f/3,5 (il più comune), Novar f/3,5 e f/4,5.

Tuttavia in nessuna pubblicazione appare la combinazione qui presentata, con ottica Meyer Trioplan f/3,5.

Una rarità assoluta!

Ricordiamo tuttavia che nel periodo anteguerra spesso la Hugo Meyer di Goerlitz ha fornito ottiche alternative alla Zeiss in caso di necessità, come ad esempio alcuni normali e medi tele per il sistema Contax.

 

 

IKOFLEX 850/16 con Rodenstock

Questa combinazione rappresenta una rarità assoluta, non segnalata in alcun testo. La fotocamera biottica Ikoflex, con numero di catalogo 850/16, è stata costruita dal 1945 al 1949, e dotata d’ottiche Novar e Tessar, ambedue da 75mm ed entrambe con la medesima luminosità f/3,5. Francamente, appena vista la fotocamera con l’inusuale obiettivo, mi è subito balenato il sospetto di una manomissione. Tuttavia, anche con l’aiuto di un esperto fotoriparatore, ho potuto costatare che il montaggio dell’ottica era stato eseguito in fabbrica. L’ottica in questione, non trattata, è un Rodestock Trinar da 7,5cm f/3,5. Si tratta, come dice il nome stesso, di un tripletto prodotto nei primi anni Trenta. Il nome Trinar è stato dato a diversi obiettivi della Rodenstock, ma questa particolare combinazione di lunghezza focale e luminosità risulta essere prodotta dal 1932 in poi.   Si tratta di una combinazione tipica del primissimo periodo postbellico, durante il quale era utilizzato qualunque prodotto immediatamente disponibile. Ricordiamo, infatti, che la produzione di questo modello di Ikoflex è iniziata (o sarebbe meglio dire ricominciata, in quanto si tratta di una ripresa del modello anteguerra) appena poche settimane dopo la fine della guerra nella fabbrica Goerz-Zeiss di Berlino. Se si pensa alla totale distruzione della capitale tedesca, si capisce che la ripresa produttiva dell’azienda Zeiss appare realmente miracolosa. Poiché le ottiche di Jena nei primi mesi del dopoguerra non erano disponibili a Berlino (certo i treni non funzionavano, visto le distruzioni) si è ricorsi a riserve di magazzino, come le ottiche Rodenstock. A conferma che questo modello rappresenta un’eccezione tra le Ikoflex, occorre notare che è l’unico esempio costruito nel dopoguerra nella futura DDR, poiché le altre Ikoflex saranno costruite dalla nuova Zeiss Ikon di Stoccarda. Ricordiamo che il Tessar con cui è stato fornita la 850/16 è marcato Carl Zeiss Jena, appunto unico esempio tra le Ikoflex del dopoguerra, proprio perché all’epoca della costruzione esistevano solo gli obiettivi di Jena. Le ottiche Zeiss Opton, costruite ad Oberkochen, arriveranno solo quattro anni più tardi. In questo contesto la nostra Ikoflex con Rodestock rappresenta un vero cimelio storico, drammatica testimonianza di un momento altamente penoso dell’industria tedesca, ma contemporaneamente dimostra la disperata necessità di produrre fotocamere con qualunque mezzo.

 



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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