LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  22

___________________________________________________________________

 

DESIGN  CONTAX

 

Pierpaolo Ghisetti

(23/03/2011)

Il design della Contax

La linea della cassa della Contax I nera si distingue immediatamente dall’impostazione della sua diretta concorrente, la Leica.

La forma della macchina concepita da Barnack già prima della Grande Guerra, esibisce una serie di curve che non solo la snelliscono, ma la rendono più vicina all’utente, contribuendo a farne non un oggetto da temere, ma da amare.

Tecnicamente la casa di Wetzlar costruisce un ottimo otturatore cui successivamente applica un telemetro: la semplicità costruttiva e la robustezza meccanica fanno della Leica la macchina di riferimento.

La vera innovazione per la Leica è rappresentata dalla sua stessa esistenza e non certo dalle varie migliorie, appena percettibili da modello a modello.


La Contax invece sposa i concetti dello stile Bauhaus: non vi è bellezza all’infuori della praticità e dell’utile. Il perfetto parallelepipedo della scatola meccanica, frutto di una concezione rigidamente razionalistica, non concede nulla all’eleganza formale, ma si pone come oggetto estremamente specializzato, concentrato di una tecnologia futuristica, del tutto sconosciuta alla Leica.


L’innesto a baionetta e il dorso apribile, cui Leica arriverà solo nel 1954, il complesso otturatore di nuova concezione, la rotella di messa a fuoco, sono tutte caratteristiche che pongono la Contax in ‘empireo’ tecnologico ove non esiste la necessità di ‘piacere’ al pubblico, ma solo quella dell’autoaffermazione.


La Contax I rappresenta in realtà un sublime atto di trasgressione nei confronti della sua rivale: ne nega tutte le caratteristiche, producendo un nuovo modello di riferimento che fonde armonia, simmetria ed equilibrio.

L’atto di trasgressione nei confronti della Leica si spinge perfino a negare l’ovvio: ovvero la ghiera di messa a fuoco dell’ottica più usata. Il 5cm viene messo a fuoco dalla rotellina sul carter superiore della macchina, simbolo estremo di una tecnologia che si fa prassi.



Maneggiando le due grandi rivali si avverte la sensazione che mentre la Leica ha tutto per piacere, la Contax fa di tutto per imporsi.

L’apparecchio di Dresda, nel suo razionalismo tecnologico e strutturale, deve trovare un utente che sia all’altezza della propria unicità: la Contax non lascia al fotografo alcuna scelta, proprio perché non scende a compromessi.

Prendere o lasciare.

 

Davanti alla sconcertante novità il mercato non reagisce positivamente, e a fronte di poco meno di 37.000 Contax prodotte, la Leica vende, nello stesso periodo, più di 80.000 apparecchi.


Nel 1933 finisce la Repubblica di Weimar e contemporaneamente si chiude l’esperienza del Bauhaus.

Probabilmente una spinta di motivazioni, commerciali, tecnico-estetiche, e forse anche politiche, fanno sì che dopo solo quattro anni di vita la Contax I lascia il campo ad un nuovo stilema linguistico: la cromatura prende il sopravvento, mentre il tettuccio viene ridisegnato e scompare il bottone frontale. Il movimento del frontale cromato a sbalzo, con al centro la complicata baionetta, caratterizza ora in maniera definitiva la diversità Contax rispetto alla semplicità Leica.


Nella nuova versione, abbandonato il linguaggio rigidamente matematico ed armonico, la Contax trova un equilibrio formale che finirà per farle superare la barriera del tempo. Russi e giapponesi, pur se con motivazioni diverse, ne rimarranno affascinati e travolti, riproponendone lo stile sino a quasi i nostri giorni.


Se la Bellezza nasce dall’equilibrio di forme simmetriche e matematiche, la Contax I fonde mirabilmente il tutto, abbandonando definitivamente il mondo della mediocrità.

Ma se su tutto ciò s’innesta la trasgressione come momento creativo assoluto, come ricerca linguistica deformante delle regole dettate in precedenza, la Contax II e poi la IIa , mirabilmente equilibrata nelle proporzioni, sono la quintessenza della bellezza.






Il design della Contax ha influenzato diversi marchi:

- Kiev

copia Sovietica direttamente derivata dalla Contax, prodotta dal 1947 al 1990, in alcune varianti: considerando che il prototipo è la Contax II del 1936, si tratta di una delle più longeve (se non la più longeva) realizzazione dell’industria fotografica.


 

- Nikon

Macchina a telemetro, prodotta dalla Nippon Kogaku dal 1948 al 1965 in diversi modelli, con l’importante introduzione della leva di carica e del mirino multiplo.

 

- Yashica 35

Compatta a telemetro, di ottima qualità costruttiva, ad otturatore centrale, e focale fissa Yasinon da 4,5cm f/1,9, prodotta alla fine degli anni Cinquanta.



- Neoca 2s

Compatta a telemetro di tipo economico, ad otturatore centrale, ottica Neokor 45mm f/3,5,  leva di carica a doppia azione, databile intorno al 1955

 



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLI  TECNICI  FOTOGRAFICI