IL TIPO TESSAR EVOLUTO /
PARTE 1
LO SMC PENTAX-M 40mm f/2,8 DI YASUO TAKAHASHI
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L'obiettivo tipo Tessar rappresenta un
po' la spina dorsale dell'ottica moderna: fin dalla sua
concezione ad opera di Paul Rudolph nel 1902 è stato un obiettivo di elevata
qualità
ottica (Adlerauger, occhio d'aquila) realizzabile a costi contenuti, con vetri
non esotici e con
accettabili tolleranze nel montaggio (fattore importantissimo in quell'epoca
priva di comparatori
laser, interferometri, etc.); possiamo dire che sia stato il primo obiettivo
moderno a tutto
tondo, che accontentava tutte le contrastanti esigenze dei produttori e
dell'utenza: infatti, allo
scadere del brevetto, sono fioccate infinite imitazioni e la validità della sua
concezione è provata
dal fatto che viene tuttora utilizzato, ad oltre un secolo dalla nascita!
In tempi recenti, quasi come un omàge alla sua mistica, molti grandi
progettisti con alle spalle
straordinari e complicatissimi schemi ottici di successo si sono cimentati nella
rivisitazione
dell'umile e semplicissimo tripletto modificato, operazione apparentemente
semplice ma in
realtà beffarda perchè il Tessar, per usare un'espressione filosofica, è
perfetto in se, chiuso
fra le sue quattro tetragone mura in vetro (Tessar = thèssares = quattro).
Uno degli approcci più significativi e riusciti è il calcolo dell'SMC Pentax-M
40mm f/2,8 ad
opera di Yasuo Takahashi, il celebre pancake nato nel momento in cui la Asahi
Kogaku, a
metà anni '70, stava calando il formidabile asso della miniaturizzazione
estrema, propria dei
corpi macchina e degli obiettivi serie M; quest'obiettivo è un po' il simbolo
di quella fase,
dato che fu realizzato per ottenere un normale ancora più compatto del
piccolissimo
SMC Pentax-M 50/1,7, che per le sue ridotte dimensioni già si armonizzava in
modo
adeguato sulle varie MX ed ME; lo spessore incredibilmente ridotto del 40/2,8 M
non
fu ottenuto sacrificando lo schema ottico, ma al contrario il dottor Takahashi,
un
progettista al culmine della sua maturità che aveva già firmato il famoso
UA-Takumar
85mm, evolvette il classico Tessar su uno schema a 5 lenti, con elementi
minuscoli e
certamente difficili da lavorare e calibrare con tolleranze estreme; inoltre tre
dei cinque
elementi (il primo, il quarto ed il quinto) erano realizzati con vetri ad
altissima rifrazione,
rispettivamente 1,883, 1,816 ed 1,804: evidentemente non si intendeva scendere a
compromessi in alcun modo con la qualità, come da tradizione Pentax, anche se
ad onor del vero la risoluzione del classico KM 50/1,7 è mediamente superiore
in
ogni circostanza; tuttavia la compattezza estrema di questo normale rendeva
l'accoppiata
con MX od ME - ME-Super tascabile come una Leica M con obiettivo collassato,
e non è un exploit da poco: molti utenti gradirono molto questo indirizzo ed al
sistema M di destinazione arrise un lusinghiero successo commerciale.
l'SMC Pentax-M 40mm f/2,8, il normale ultra-compatto firmato da Pentax
con un sofisticato schema Tessar evoluto da Takahashi su 5 lenti; la formula
del normale leggermente allargato (utile nel reportage e per snapshot candids)
estremamente sottile e tascabile fu molto apprezzata ed imitata da molti
concorrenti,
che realizzarono in seguito lo Zeiss Tessar 45/2,8 per Contax, l'Hexanon 40/2,8
per Konica od il Nikkor-P 45/2,8 AiS per Nikon
foto: "Il Contatto" - Torino (rielaborata da me)
lo schema ottico dell'SMC Pentax-M 40/2,8; rispetto al Tessar convenzionale è
stata
aggiunta una quinta lente posteriore divergente e di grande diametro; notare
l'adozione
di tre vetri ad alto indice di rifrazione, addirittura 1,883 nel caso della
prima lente:
è chiaro che la corsa alla miniaturizzazione non prevedeva compromessi
qualitativi!
i diagrammi di resa confermano il buon lavoro svolto: non va infatti dimenticato
che quest'obiettivo si potrebbe facilmente scambiare per un tappo macchina!
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