SMC  PENTAX  28mm f/2:  LA  STORIA  NON  SCRITTA

DELLA  SUA   EVOLUZIONE,  DALLA VERSIONE  K  DI ORIGINE  ZEISS

  ALLA  SUCCESSIVA  KM  PROGETTATA  IN PROPRIO



Il  breve preambolo necessario è storia risaputa: ai tempi del crack Zeiss Ikon, con l'imminente chiusura
degli stabilimenti di Stuttgart e l'azzeramento del programma fotocamere Contarex, nello Stiftung presero
atto che i tempi erano definitivamente cambiati e che per sopravvivere alle mutate condizioni di mercato
era necessario "convivere col nemico", imbastendo partnership tecnologiche con qualche brand giapponese
cui delegare, fra l'altro, la produzione delle fotocamere destinate a ricevere i prestigiosi obiettivi Zeiss per
il 24x36mm, rimasti temporaneamente "orfani"; dopo un breve giro d'orizzonte e qualche abboccamento
preliminare, fu individuata nella Asahi Kogaku l'azienda più idonea alla bisogna, depositaria del necessario
know-how ottico e meccanico per mettere in atto i piani previsti; tuttavia l'Azienda giapponese incontrava
già un certo successo con le sue fotocamere Pentax, sia pure ancora limitate dal passo a vite, e rifiutò
l'intesa nella sua globalità, declinando l'offerta di produrre i futuri apparecchi nippo-teutonici, circoscrivendo
l'accordo ad una più generica condivisione ed interscambio di tecnologie nei vari settori.

Così, ad inizio anni '70, mentre la Zeiss continuava a guardarsi attorno per trovare la "fattrice" per le future
reflex Contax,  prese vita un flusso biunivoco di informazioni e tecnologie con il Brand Pentax; naturalmente
quale fosse l'entità e la profondità di questa condivisione è dato aziendale riservato, tuttavia per un certo periodo
i database e gli archivi tecnici delle due Case trassero reciproco beneficio, a molteplici livelli, da questa insolita
join-venture: ad esempio, un amico che possiede una grande collezione di obiettivi Zeiss e Pentax mi fece
notare, mentre era gradito ospite, che il mio SMC-Pentax-K 135mm f/2,5 - risalente a quell'epoca - presentava
ai diaframmi più aperti la classica disposizione delle lamelle "a dente di sega" tipica degli Zeiss luminosi d'epoca,
e che anche il "click" degli arresti a scatto sulla sua ghiera aveva un sound diverso dai Pentax precedenti e
successivi, molto simile a quello Zeiss.... Feticismi a parte, le due manifestazioni più eclatanti di questo
travaso tecnologico furono la baionetta Pentax K (progettata da Zeiss, forte di oltre 40 anni d'esperienza nel
settore) e l'obiettivo Zeiss Distagon 28mm f/2, calcolato da Erhard Glatzel nell'ambito di un progetto molto
vasto e complesso che definì in due step successivi (28 Novembre 1973 e 29 Luglio 1974), e che interessò
subito il management Asahi, desideroso di fornire la sua nuova ammiraglia K2 con  fiammante attacco a
baionetta di un medio grandangolare luminoso, assente nel sistema; allora fra Zeiss e Pentax erano tutte rose
e fiori, ed anche se nel frattempo era stata imbastita un'intesa fattiva con la Yashica ed impostato il progetto
Contax con protocolli top secret, gli accordi in atto con la Pentax erano ancora legalmente in corso.

La storia ci insegna che in un solo anno, dal 1974 al 1975, la Yashica sfornò la reflex professionale Contax
RTS, creata sfruttando a fondo il proprio know-how tecnologico nell'elettronica avanzata e servendosi anche
a piene mani degli studi pionieristici svolti dalla Zeiss (e soprattutto dalla consociata Voigtlaender) sugli otturatori
elettronici a controllo elettromagnetico, attivati già ad inizio degli anni '60; l'apparecchio fu la star alla Photokina
di quell'anno,  soprattutto per la nuova gamma di obiettivi Zeiss appositamente realizzata,  fra i quali troneggiava
anche il modernissimo Distagon 28mm f/2 flottante, un obiettivo dalla focale inedita per il sistema Zeiss; anche
se il nuovo partner Yashica ricopriva ormai di fatto il ruolo che era stato dell'Asahi negli anni precedenti,
esistevano comunque accordi precisi sanciti tempo addietro, per cui l'anno successivo, nel 1976, il Distagon
28mm f/2 passò anche nel corredo della Pentax K2, con tanti alleli Zeiss che persino il diaframma e - si vocifera -
l'antiriflessi T* erano identici alla versione tedesca; a questo punto la biografia ufficiale ci racconta che alla
Asahi, pur apprezzando le innegabili doti plastiche e l'insolita uniformità sul campo del 28mm targato Zeiss,
trovavano quantomeno imbarazzanti le sue inusitate dimensioni, simili a quelle di un medio-tele.

Nel 1972 la Olympus Kogaku, celebre per i suoi microscopi e presidi medicali ma presente nel settore
fotografico con una penetrazione trascurabile rappresentata dalle mezzo formato Olympus Pen, calò l'asso
presentando a sorpresa il sistema OM, depositario di una nuova filosofia volta all'estrema leggerezza e
miniaturizzazione dei suoi elementi: non più panzerkamera da body-builder ma apparecchi snelli, sobri,
così piccoli da entrare in ogni borsa e vantaggiosi nei lunghi spostamenti: al sistema OM arrise subito
un grande successo, che - in virtù del posizionamento di listino - andò ad erodere la fetta di mercato di
vari costruttori, fra i quali Pentax; alla Asahi abbracciarono integralmente la nuova tendenza additata
da Olympus ed impostarono per il 1976 la nuova gamma di apparecchi ed obiettivi KM, altrettanto
piccoli e leggeri; in questa chiave di lettura, l'ingombrante e pesante Pentax-Distagon 28/2 era un pesce
fuor d'acqua, specialmente se paragonato all'omologo Olympus OM Zuiko progettato nel 1972 da
Toru Fujii, un obiettivo sbalorditivamente compatto che rappresentava il loro nuovo target di mercato.

Così, mentre il Pentax-K/Distagon restava senza convinzione a listino (con vendite non entusiasmanti,
sia per la dimensione che per il prezzo) dal 1976 al 1981, alla Asahi progettarono un nuovo grandangolare
molto più compatto, il Pentax 28mm f/2 KM, che fu lanciato con evidente ritardo nel 1980,
rimase in produzione fino al 1984 e che pareggiò finalmente i conti col rivale Olympus Zuiko.

Questa la storia ufficiale; recentemente ho potuto aggiungere un tassello all'intrico dei fatti grazie alla
scoperta di un progetto Pentax firmato il 18 Novembre 1974 da Takahiro Sugiyama, esperto matematico
che sarà anche il padre del prototipo 20mm f/1,4: questo progetto prevede un'evoluzione del Distagon-
Pentax K originale di Glatzel nella direzione di una maggiore miniaturizzazione, pur mantenendo quasi
integralmente le caratteristiche di base dell'obiettivo: evidentemente, nella fase della join-venture in cui
la Yashica non aveva ancora voce in capitolo, Sugiyama ebbe modo di visionare i progetti quasi
definitivi di Glatzel,  non ancora consegnati per il brevetto nemmeno in Germania (infatti nell'omologo
brevetto della versione Pentax miniaturizzata la patente di Glatzel non è citata, prova che lo sviluppo
è stato quasi simultaneo o poco posteriore); Sugiyama  capì subito le potenzialità del nuovo obiettivo,
 fra l'altro effettivamente necessario in tempi brevi per la gamma Pentax-K, e probabilmente ricevette
dai superiori del management Asahi l'ordine di evolverlo verso una miniaturizzazione, più consona ai
piani a medio termine, azione che non incontrò al momento alcuna abiezione da parte della Zeiss.

Sugiyama completò il progetto del Distagon-Pentax 28mm f/2 evoluto e compattato, tuttavia qualcosa
 nel frattempo era cambiato nei rapporti di forza fra le aziende: la Yashica aveva assunto l'onere declinato
dalla Asahi, accettando di industrializzare i nuovi corpi Contax-Zeiss, ma negli accordi blindati pretendeva
in cambio l'accesso esclusivo alla prestigiosa tecnologia degli obiettivi; morale: il Distagon modificato da
Sugiyama, naturale e logica opzione per il sistema Pentax, rimase allo stadio di progetto, forse non
ricevendo il benestare dalla Zeiss per la produzione indipendente di un ottica così apertamente basata
su un calcolo di Glatzel, e la Asahi dovette accontentarsi di ricevere a corredo il Distagon originale,
con i gruppi ottici forniti già completi e pre-assemblati da Zeiss, al fine di non condividere altro know-how
con quello che ormai strava diventando un ingombrante terzo incomodo del rapporto, trattandolo come
un qualsiasi cliente esterno; sfumata la possibilità di produrre un 28mm f/2 compatto derivato dal Distagon,
 alla Pentax ripiegarono su un progetto confezionato in casa, tuttavia anche in questo caso ci si ispirò
pesantemente ad un modello già esistente, in questo caso il già citato Olympus OM Zuiko 28mm f/2
di Tory Fujii: ho analizzato il progetto originale di quest'ultimo ed in effetti le analogie con il nuovo
progetto Asahi sono notevoli; così lo Zuiko-clone pensionò l'ingombrante Pentax-Distagon completando
la gamma KM, l'unica che abbia rivaleggiato con Olympus in compattezza e leggerezza.

Naturalmente il progetto del 1974 di Sugiyama, mai rivelato finora, tratteggia in modo diverso il quadro
e lascia capire come i rapporti fra Pentax e Zeiss debbano essersi rapidamente deteriorati, arrivando al
punto che forse la fornitura del Distagon 28/2 ai giapponesi avvenne ob torto collo, solo per onorare
l'inchiostro su carta, con la Zeiss posta fra due fuochi: da un lato la Pentax che giustamente pretendeva
che gli impegni precedenti fossero onorati, e dall'altra la Yashica che non voleva altri rivali con becco
calato nei prodigiosi segreti dell'ottica Zeiss; probabilmente la produzione del Pentax-K derivato dal
Distagon si è protratta nel tempo basandosi forse su una singola, grossa fornitura di noccioli ottici, poi
diluita da Pentax nel tempo, anche se questa è solo una mia supposizione personale; resta il fatto che
la Asahi Pentax, pur non accettando il pesante onere del sistema Contax, appariva genuinamente
interessata a condividere ed evolvere le tecnologie applicate, come il fulmineo progetto di Sugiyama
ci rivela, ma dovette farsi bruscamente da parte all'indomani dei complessi accordi Zeiss-Yashica.

Naturalmente questo impianto descrittivo si basa anche su deduzioni e su mute testimonianze
lasciate nelle patenti, tuttavia mi sembra abbastanza realistico e credibile; voi condividete?

 

il progetto originale, alla firma di Erhard Glatzel, dell'obiettivo prodotto sia come Distagon T* 28mm f/2
sia come SMC Pentax-M 28mm f/2; si tratta di un valido grandangolare, tuttavia il suo ingombro
longitudinale, davvero insolito, poco si accordava con i futuri corpi Pentax M, già in rampa di lancio



lo sconosciuto prototipo progettato per la Asahi Pentax da Takahiro Sugiyama; la differenza cronologica fra
i due progetti è così ridotta da lasciare intendere che lo sviluppo di quest'ultimo sia partito quando il progetto
originale di Glatzel non era ancora completato, basandosi sulla condivisione aperta dei calcoli preliminari;
notare come l'obiettivo giapponese derivi dal tedesco al di là di ogni dubbio, e che la maggiore compattezza
sia stata perseguita principalmente eliminando la sesta lente del Distagon (quella posta dietro il diaframma),
sostituendo gli elementi 6 e 7 del progetto tedesco (con indice di rifrazione 1,72 ed 1,80) con una singola
lente ad altissima rifrazione (realizzata in vetro Schott SF-57, con indice di rifrazione 1,84666), in grado
di svolgere le funzioni di entrambi gli elementi che sostituiva; per ridurre drasticamente la lunghezza del
Distagon, Sugiyama ha dovuto anche rivedere la distribuzione dei tipi di vetro, adottando fra l'altro un
elemento anteriore a dispersione piuttosto ridotta, per ottimizzare l'aberrazione cromatica; se gli accordi
in essere con Zeiss non fossero mutati, è probabile che lo SMC Pentax-K 28mm f/2 sarebbe stato fin
da subito dotato di questo nocciolo evoluto e compatto, più adatto alla filosofia Pentax

 

Finalmente ben in chiaro (l'ho ridisegnato appositamente), lo schema ottico del successivo SMC Pentax
KM 28mm f/2 del 1980 rivela un brusco cambio di filosofia nella progettazione ottica, perseguendo
la necessaria miniaturizzazione per altre vie; in realtà......

 

....siccome l'Olympus OM Zuiko 28mm f/2 era il target principale del nuovo Pentax KM,
evidentemente si decise di ispirarsi al modello concorrente anche nella concezione ottica,
come lo schema dell'Olympus impietosamente rivela!

 

ho visualizzato in questo schemino l'evoluzione del 28mm f/2 SMC Pentax, passando dalla versione K alla KM: in
evidenza l'opzione 1, poi abortita, che prevedeva la miniaturizzazione dello Zeiss Distagon 28mm f/2, senza
uscire dall'alveo della sua concezione originale, e l'opzione 2, praticata ispirandosi largamente al rivale per
eccellenza, l'Olympus OM Zuiko.



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