OSKAR BARNACK ED IL SISTEMA LEICA
35mm:
GLI ALBORI DELLA FOTOGRAFIA MODERNA
VISTI ATTRAVERSO I
PROGETTI DEL PADRE
La fotografia moderna, caratterizzata da immagini dinamiche,
realistiche e "vive", deve certamente molto
al sistema Leica 35mm, che forgiò una nuova scuola di pensiero preconizzando
l'abbandono dei pesanti
apparecchi di grande formato in favore di questi piccoli gingilli, che
permettevano "prese" in luce ambiente
destreggiandosi a mano libera e garantendo risultati impensabili prima di
allora; com'è notorio, la società
Leitz era una realtà industriale di portata assai modesta se rapportata alla
corazzata Zeiss, la quale (in special
modo dopo acquisizioni che portarono alla Zeiss Ikon), poteva contare su
strutture e risorse umane e tecniche
incomparabili.... tutt'altra storia per la Leitz, piccola azienda di provincia
che sbirciava timidamente in questo
settore completamente nuovo per lei, che poteva vantare un'ottima reputazione
nella meccanica fine e
nell'ottica per microscopi ma nessun know-how specifico nel settore fotocamere:
in pratica gli unici specialisti
in forza alla Leitz in grado di concepire nuovi progetti nel settore fotografico
erano il progettista meccanico
Oskar Barnack (trasfuga anch'esso dalla Zeiss) e l'ottico Max Berek, ben misera
squadra da contrapporre
alla schiera di menti geniali messa in campo dalla Zeiss ikon e che alla
fine del conflitto venne precettata
praticamente in blocco dalla Operation Paperclip....
Tuttavia Oskar Barnack era depositario di concetti innovativi
ed eversivi, maturati dalla sua stessa esperienza
personale di fotoamatore appassionato, e contrariamente ai progettisti Zeiss,
sempre immersi in voli pindarici e
speculazioni teoriche nell'atmosfera rarefatta dell'Empireo, era cosciente delle
reali necessità del fotografo medio,
preso a caso dalla massa dei potenziali utenti: semplicità strutturale,
compattezza e leggerezza, resistenza all'impiego
disinvolto, facilità d'uso, affidabilità, rapidità di messa in opera; sono
valori tuttora condivisibili e con i quali molti
apparecchi che all'epoca andavano per la maggiore erano in netta antitesi;
Barnack concepì un nuovo mondo attorno
a sei spanne di film 35mm arrotolato, dando vita al celeberrimo ossimoro:
piccolo negativo, grandi foto!
Intendo ripercorrere assieme a voi alcune tappe di questa
"rivoluzione", scandita da molti progetti di Barnack tanto
semplici ed essenziali quanto geniali, in quanto andavano proprio nella
direzione giusta, quella che perseguiva la
massima semplicità e linearità di progetto come via per un prodotto migliore;
la necessità di utilizzare il film 35mm per
ottenere stampe di grande formato obbligò Barnack a concepire strumenti quasi
inediti, dando vita ad un autentico
sistema che si evolverà nel tempo e sui cui poggiano le fondamenta stesse della
fotografia moderna; lode dunque
alla sua lungimiranza ed ai piccoli, grandi tasselli di una nuova way of life
del settore.
Come nota a margine, la grande messe di progetti riferita agli anni 1931-32
evidenzia il massimo sforzo messo
in atto dalla Leitz in quel periodo per perfezionare e lanciare il sistema, una
scommessa sicuramente vinta.
Oskar Barnack e Max Berek, ovvero le due menti che diedero
vita al moderno concetto
di fotografia 35mm
(credits: Leica Camera)
L'otturatore in seta gommata della Leica I: un progetto
semplice, "povero" ma affidabile, che consentì
a Leitz di vincere sulla distanza il confronto con la temibile rivale anni '30,
la Zeiss Contax, obbligata
proprio da questo brevetto a ripiegare su un otturatore molto più complesso e
fonte di notevoli problemi...
Nasce un nuovo mondo, e Barnack deve fare i conti con esigenze
inedite: per le lastre piane bastava una
bacinella, mentre per il film 35mm della Leica ecco una sofisticata Tank di
sviluppo, con caricamento a
luce diurna e spirale sospesa che veniva immersa nel reagente grazie allo
scorrimento dell'asse su cui era
fissata, dotato di un nottolino di bloccaggio
L'elicoide dei primi obiettivi standardizzati intercambiabili
era di spartana semplicità, ed il gioco
era recuperato dal lubrificante, soggetto a deteriorarsi; Barnack ovviò con una
semplice molla
(n° 18) che recuperava il gioco
Nel 1931 alla Leitz erano in procinto di lanciare la Leica II,
dotata di telemetro accoppiato e
posizionato sul tettuccio dell'apparecchio; prima di questa soluzione
definitiva, Barnack immaginò
un telemetro applicato verticalmente sul frontale del corpo macchina, azionato
tramite una camma
(n° 5) dal movimento dell'elicoide di messa a fuoco dell'obiettivo
Barnack progettò successivamente il semplice e funzionale
telemetro delle Leica II, prevedendo
anche una opzione non utilizzata nella serie: un rinvio a 90° orientabile e
ripiegabile sul tettuccio
Per gli obiettivi di lunga focale, allora derivati da
"normali" per formati maggiori e quindi dotati di grande spazio
retrofocale, Barnack progettò nel 1931 un rinvio a telemetro con camma a
funzionamento rettilineo
Anche l'esigenza di forti ingrandimenti con elevata nitidezza
obbligò Barnack a concepire uno spartano ma
efficace ingranditore, in grado di accogliere lo stesso obiettivo Elmar da
ripresa della Leica, permettendo
così di mantenere in stampa l'elevata risoluzione che caratterizzava i suoi
negativi
Sempre nel 1931 Barnack progettò una miglioria che avrebbe
incarnato un autentico stilema estetico della
Leica: il pulsante di blocco su infinito per la ghiera di messa a fuoco; notare
come ogni progetto sia scarnificato
fino alla più efficace funzionalità, senza alcun orpello inutile
Una prova che Barnack avesse progettato il sistema Leica anche
in vista di un utilizzo informale,
per foto che ora chiameremmo reportage di strada, ci è fornita da questo
progetto per un mirino
che permettesse di mettere a fuoco e fotografare a 90°, senza essere notati dal
soggetto, che
avrebbe quindi mantenuto un'espressione naturale: concetti davvero moderni in
quel 1931!
Un'altra chiave di volta nel progetto della Leica II (che incarnava già molte
peculiarità delle celeberrime rangefinder
che l'avrebbero seguita) fu la realizzazione della camma di accoppiamento al
corpo macchina interna al bocchettone
e dotata della celebre pulleggia rotante, in grado di accoppiarsi anche ad una
superficie mobile
L'altra metà del cielo è rappresentata da uno dei progetti
di Barnack più semplici e ad un tempo
geniali: la camma telemetrica in ottone a profilo ricurvo e solidale alla
rotazione della ghiera di
messa a fuoco, che modificava il suo avanzamento col variare della messa a
fuoco, agendo
sulla corsa della camma a dito presente nel corpo ed illustrata dal progetto
precedente: in
questo modo si realizzava un accoppiamento al telemetro molto preciso ed
economico ad
un tempo, in tipico stile Barnack, la cui validità è confermata da un semplice
dato: è
tuttora utilizzato sulle Leica in produzione!
Nel 1932 Barnack progettò un sistema di messa a fuoco più
evoluto che permetteva di posizionare quasi a
contatto le finestrelle di mirino e telemetro, previsto per l'imminente lancio
della Leica III
Un progetto che non entrò in produzione tali qualis ma che
ispirò prodotti successivi,
come il Summicron 50/2 brevi distanze del 1956 o il recentissimo Macro-Elmar-M
90/4:
si tratta di un tubo di prolunga che agganciava l'obiettivo Elmar 50mm f/3,5
alla stessa
baionetta di fissaggio del sistema rientrante, presente all'estremità del
cannotto principale,
escludendo gli elicoidi dell'ottica e focheggiando con un proprio elicoide; per
compensare
il parallasse a distanze brevi era previsto un prisma di correzione posizionato
davanti
ad una finestra del telemetro
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