EL-NIKKOR, APO-EL-NIKKOR,
PRINTING-NIKKOR:
IL COMPLEMENTO DELLA CATENA CINEMATICA NIKON
Abstract:
An overview about Nikkor lenses for negatives enlarging (EL-Nikkor,
Apo-EL-Nikkor)
and for cine-film reproduction in different sizes (Printing-Nikkor), effective
and excellent
tools for state-of-the art works; as usual, you will find drawings, data and
pictures that
clearly explain history and features of these famous products.
09/01/2010
Seppure ormai relegati dalla rivoluzione digitale al ruolo di strumenti per
nostalgici, gli obiettivi
da ingrandimento prodotti dalla Nippon Kogaku - Nikon Corporation costituiscono
un argomento
estremamente interessante, sia per la quantità e varietà delle proposte che
per l'eccellente reputazione
acquisita nei lunghi decenni di servizio ed evoluzione dei sistemi.
L'affermazione lapalissiana sulla necessità di una catena cinematica di
qualità omogenea assume particolare
rilevanza proprio nella fotografia, dove le preziose informazioni acquisite
grazie ad ottimi obiettivi da ripresa
devono essere trattate e trasferite sulle stampe da sistemi ottici in grado di
mantenere l'elevato standard iniziale;
la Nippon Kogaku, cosciente del valore espresso dai suoi ormai celebri Nikkor,
sentì ben presto l'esigenza di
arricchire il proprio sistema fotografico con obiettivi da ingrandimento nati
dallo stesso know-how e parimenti
eccellenti, e da questa determinazione ha preso vita una gamma di ottiche
estremamente diversificata ed articolata,
che al massimo del suo splendore era in grado di soddisfare qualunque esigenza
del settore.
La rinomata qualità ottica dei Nikkor da ripresa venne
trasferita
nella nuova gamma di ottiche da ingrandimento, ed il successo fu automatico.
EL-Nikkor è l'acronimo di Enlarging Lens.
In realtà, i primi esperimenti con ottiche da ingrandimento ebbero luogo già
negli anni '30,
ai tempi in cui la Nippon Kogaku, da decenni impegnata nella produzione di
ottiche per
impiego tecnico-industriale e di sistemi ad uso militare, iniziò ad
affacciarsi nel settore
fotografico più tradizionale e di consumo, equipaggiando con alcuni obiettivi
Nikkor le
prime fotocamere Canon; in realtà non era ancora consolidata la coscienza che
fosse
necessario progettare sofisticati obiettivi per l'ingrandimento, e l'esempio
del primipilo
Leica (che all'epoca si accontentava di utilizzare a tale scopo lo stesso Elmar
5cm f/3,5
da ripresa, per quanto eccellente) condizionò anche la Nippon Kogaku, che si
limitò ad
una timida reazione proponendo un EL-Nikkor 5cm f/3,5 strutturalmente molto
simile
all'Elmar da ingrandimento ed anch'esso basato su un ortodosso schema tipo
Tessar a
4 lenti in 3 gruppi...
Una pubblicità d'epoca che illustra le caratteristiche del primo EL-Nikkor: se
paragoniamo
questa spartana realizzazione meccanica equipaggiata con un banale tipo Tessar
ai mostruosi
telemetri da marina con base da 15 metri prodotti allora dalla Casa,
incredibilmente complessi,
possiamo capire come questo primo obiettivo da ingrandimento con focale di 5cm
ed apertura
f/3,5 fosse stato concepito senza eccessiva convinzione e sfruttamento del
potenziale disponibile.
Negli anni '50, quando le ferite della guerra erano ormai un ricordo ed il
sistema Nikon S a telemetro
funzionava a regime, la qualità delle ottiche Nikkor raggiunse una fama
planetaria e finalmente la Casa,
pungolata anche dalle realizzazioni tedesche di gran pregio che iniziavano il
loro glorioso iter commerciale,
decise di concretizzare un obiettivo da ingrandimento progettato utilizzando a
pieno le sue notevoli risorse; l'ottica
venne progettata da Zenji Wakimoto, celebre personaggio che ha scritto la storia
dell'ottica Nikon del dopoguerra,
ed entrò in produzione nel 1956 (o, più probabilmente, 1957, i dati sono
incerti) con la denominazione EL-Nikkor-C
1:2,8 f=5cm; stando alle fonti, il primo esemplare dovrebbe portare la
matricola 674001.
L'EL-Nikkor 5cm f/2,8, nei primi anni di produzione, fece registrare alcune
piccole varianti estetiche, introdotte
prima di arrivare alla configurazione definitiva; l'obiettivo originale
presentava dei punti di fede bianchi davanti
ai valori di apertura, e non riportava la dicitura "LENS MADE IN JAPAN"
e "PAT. PEND."; queste diciture
vennero subito aggiunte, e poco dopo scomparve la denominazione -C (ad indicare
il trattamento antiriflessi)
e venne modificata la grafica della lettera "M" nella dicitura "Made
in Japan"; l'ultima variazione di un certo rilievo,
a parte la dicitura 5cm che divenne 50mm, è costituita dal cambio di
lavorazione della ghiera che comanda il
diaframma, prima dotata di una serie di godronature lisce ed uniformi e
successivamente lavorata a sbalzi
alternati, come avveniva sui Nikkor dell'epoca. Va anche segnalato che, intorno
al 1961, scomparvero i
punti di fede abbinati alle aperture di diaframma; con questa estetica
l'obiettivo tenne il mercato addirittura
fino alla soglia degli anni '80, nonostante la livrea fosse ormai
inequivocabilmente datata.
Una informativa tecnica giapponese degli anni '50 che descrive
le avanzate caratteristiche del nuovo
EL-Nikkor 5cm f/2,8, fra le quali lo schema ottico originale e brevettato, e
l'elevata apertura massima
e la sensibilità spettrale estesa fino nell'ultravioletto.
Questa illustrazione è stata ricavata dalla system chart
della Nikon S3 e riporta già, in bella evidenza,
la disponibilità a corredo del nuovo EL-Nikkor 5cm f/2,8, proposto al prezzo
non proibitivo di 9.500
Yen dell'epoca.
(credits: brochure Nippon Kogaku K.K.)
Parimenti, lo stesso obiettivo compare nel catalogo generale
del sistema Nikon S - F
in lingua giapponese per l'anno 1961; nell'illustrazione è possibile notare la
finitura
originale, con ghiera a godronatura fine e dots bianchi accoppiati alla
numerazione.
(credits: brochure Nippon Kogaku K.K.)
L'EL-Nikkor 50mm f/2,8, capostipite della categoria, rimase
sulla breccia per circa 25 anni,
come confermato da questa brochure giapponese che pubblicizza un ingranditore
Nikon RA-350
autofocus degli anni '70 (un modello sconosciuto sui nostri mercati in quanto
mai importato),
invariabilmente equipaggiato con un EL-Nikkor 50mm f/2,8 prima maniera con
schema originale
di Wakimoto-San.
(credits: advertising Nippon Kogaku K.K. - lens picture: Marco Cavina)
Lo schema ottico ideato da Wakimoto (nell'illustrazione un
disegno originale) prevedeva un Gauss
asimmetrico con lente frontale di diametro esuberante, una scelta che permetteva
di ridurre al minimo
la vignettatura anche ai diaframmi più aperti, caratteristica molto importante
per un'ottica destinata
alla stampa; lo stesso schema di base si discosta dal classico Gauss simmetrico
a 6 lenti in 4 gruppi
solitamente impiegato in questo genere di obiettivi, ed adotta una struttura
asimmetrica in quanto,
a detta del suo creatore, questa configurazione consentiva di correggere il coma
a piena apertura
in modo più drastico rispetto al classico "tipo Planar";
curiosamente, questo identico schema venne
adottato anche per il glorioso Canon FD 50mm f/3,5 SSC macro, uno dei più
nitidi obiettivi per
coniugate brevi mai realizzato; la grande apertura massima f/2,8 - eccezionale
per un'ottica
da ingrandimento anni '50 - consentiva una facile messa a fuoco, permetteva di
lavorare
a diaframmi più aperti (evitando l'ingerenza della diffrazione ed ottenendo
risoluzione superiore)
e, in definitiva, costituì l'elemento-chiave che mantenne attuale quest'obiettivo
per un lasso
di tempo così lungo,
Questo schema illustra le principali caratteristiche ottiche
dell'EL-Nikkor 50mm f/2,8
primo tipo; la luminosità teorica sarebbe f/2,5, ridotta ad un T= 2,8 dalle
riflessioni
parassite; i vetri ottici sono apparentemente semplici e datati, ma la priorità
nella scelta
venne data alla trasparenza sulle lunghezze d'onda della luce più corte, al fine
di consentire
all'obiettivo di trasmettere sullo stesso piano della luce visibile anche una
piccola quota di
ultravioletto, al quale le carte da stampa all'alogenuro d'Argento sono
sensibili. La data
Luglio 1957 si riferisce alla richiesta di brevetto americano.
La disquisizione sulle reali destinazioni d'uso dei primi EL-Nikkor è
interessante, e richiede di
concentrarsi su un quadro di ben più ampio respiro; come già accennato
in altri articoli, la produzione
dei primi micro-Nikkor (anch'essi calcolati da Zenji Wakimoto) fu sollecitata
dalla necessità di
microfilmare i caratteri giapponesi Kanji, la cui complessa grafica richiedeva
una risoluzione ben
superiore di quella sufficiente per il nostro alfabeto, rendendo inutili le
reprocamere provenienti
dagli Stati Uniti come "pacco dono" in seguito agli accordi
commerciali post-bellici; all'epoca la
riproduzione su microfilm era l'unico sistema per l'archiviazione di un immane
materiale cartaceo
in spazi ragionevolmente ridotti e l'esigenza di una catena completa e
funzionale era molto sentita.
In quest'ottica rientra anche la nascita del secondo EL-Nikkor progettato da
Wakimoto, il 6,3cm f/3,5,
una lunghezza focale anomala che ha sempre incuriosito i Nikonisti, che venne
presentato intorno al 1959-
1960 e che condivideva la struttura ottica con il modello da 5cm f/2,8 che lo
aveva preceduto.
Lo schema ottico dell'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 ricalca la struttura del modello inferiore.
Altro tassello del quadro che va delineandosi: in quegli anni, dopo aver
approntato il primo e celeberrimo
Micro-Nikkor 5cm f/3,5 per Nikon a telemetro e corpi a vite 39x1 (quest'ultimo
oggi rarissimo), Wakimoto
ingrandì in scala quest'obiettivo e diede vita ad un micro-Nikkor 7cm - 70mm
f/5 con montatura dotata di flangia
forata, destinata alle reprocamere.
Questa scheda dell'epoca illustra le caratteristiche del
micro-Nikkor 7cm - 70mm f/5, un obiettivo
ad alta risoluzione ottimizzato per un rapporto di riproduzione di 1:12
(originale ridotto 12 volte sul
negativo), il cui schema è identico a quello del precedente micro-Nikkor 5cm
f/3,5 ed è stato
replicato in scala maggiore a partire da quello originale.
(credits: sheet Nippon Kogaku K.K.)
A questo punto, e stiamo parlando dei primi anni '60, i
quattro obiettivi appena descritti si
trovarono a coesistere nel catalogo Nippon Kogaku, e finalmente appare il senso
di un progetto
globale e compiuto, esemplificato dallo schema seguente.
In pratica, Wakimoto aveva allestito due coppie di obiettivi
destinate a formati
diversi, ciascuna in grado di ridurre su film ad alta risoluzione e di
ingrandire
nuovamente al formato originale, assecondando in tal modo non soltanto le
convenzionali esigenze di stampa fotografica ma anche quelle ben più
specialistiche
dell'archiviazione dati su microfilm! In particolare, il micro-Nikkor da 5cm (e
- a partire
dal 1961 - anche il 5,5cm per il sistema Nikon F) era ottimizzato per una
riduzione
in scala 1:10 - 1:12 su pellicola in formato 24x36, ed il corrispondente
EL-Nikkor
5cm f/2,8 consentiva di ingrandire nuovamente il fotogramma con un fattore
corrispondente,
mantenendo la criticità del dettaglio. Alla stessa stregua, il micro-Nikkor 7cm
f/5 era destinato alla
riduzione in scala 1:10 - 1:12 su speciale pellicola 35mm da microfilm non
perforata che consentiva
un formato utile di 32x45mm, e l'EL-Nikkor 6,3cm f/3,5 provvedeva ad ingrandire
il medesimo
fotogramma alla scala originale; non va quindi mai sottovalutato e dimenticato
il valore storico
connesso con il duplice utilizzo cui questi primi EL-Nikkor erano destinati!
L'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 è sempre stato caratterizzato da un prezzo di
listino proporzionalmente
più alto rispetto a quello che fosse logico aspettarsi (costava un buon 70% in
più rispetto al 5cm f/2,8
con identica montatura, ed il suo prezzo si poneva a metà strada fra quello
dell'EL-Nikkor 80mm f/5,6
e quello dell'EL-Nikkor 105mm f/5,6); complice anche un errore di battitura su
una vecchia brochure,
che attribuiva all'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 una trasparenza spettrale spinta
fino a 350nm (contro
i 380nm degli altri EL-Nikkor, dato poi mai più confermato nelle brochure più
recenti), si sparse la voce
che quest'obiettivo fosse un'ottica "speciale", particolarmente adatta
per la fotografia in luce UV, una diceria
che nel tempo ha fatto lievitare in modo incontrollato il suo presso sul mercato
dell'usato; a tale proposito,
lo schema che segue potrà chiarire come stanno realmente le cose.
Come anticipato, gli EL-Nikkor originali da 50mm f/2,8 e 63mm
f/3,5 condividevano lo stesso schema
ottico ideato da Wakimoto (con minime modifiche ai raggi di curvatura ed agli
spessori); soprattutto,
impiegano identiche varietà di vetro ottico, quindi la loro trasmissione
spettrale risulta identica; per verificare
l'eventuale copertura fino a 350nm, ho analizzato la percentuale di luce
trasmessa da ciascuno dei vetri ottici
adottati, ravvisando che il very-dense Krown utilizzato per la lente anteriore
taglia pesantemente la trasmissione
a 350nm, rendendo sicuramente poco credibile la sfruttabilità a questa
lunghezza d'onda; risulta invece eccellente
la trasmissione a 380nm (ricordo che i valori si riferiscono ad uno sbozzo
spesso ben 10mm), quindi le più recenti
e conservative dichiarazioni sono senz'altro veritiere; in ogni caso, non c'è
alcuna prova tangibile che l'EL-Nikkor
6,3cm - 63mm f/3,5 trasmetta gli UV a lunghezze d'onda più corte, come
confermato anche dai dati sperimentali,
e suggerisco caldamente di non assecondare l'irrazionale frenesia di mercato che
ha fatto indebitamente lievitare
il suo costo sul mercato dell'usato; d'altro canto, il superiore prezzo di
listino originale si giustifica proprio col fatto
che fosse destinato ad un formato che non esiste nel contesto fotografico
tradizionale, e questa vocazione primaria
all'ingrandimento di microfilm 32x45mm lo ha posto nel novero dei "Nikkor
ad uso industriale", solitamente caratterizzati
da un costo superiore alla norma, benchè sia lo schema ottico che la montatura
non siano affatto dissimili da quelli
esibiti dall'EL-Nikkor 5cm - 50mm f/2,8.
Per chiudere l'inciso, in tempi recenti l'EL-Nikkor 63mm f/3,5 è stato
sostituito dall'EL-Nikkor
63mm f/2,8, che mantenne la stessa struttura ottica ed è l'unico obiettivo "moderno" ad
aver
conservato lo schema originale del primo, mitico EL-Nikkor.
A titolo di curiosità, l'elevata correzione dell'EL-Nikkor ha fatto si che, a
metà degli anni '60,
venisse impiegato come "relay-lens" intermedio in uno speciale
dispositivo creato dalla Mikami
Co. Ltd. di Tokyo e denominato "Speed Magny"; questo ingombrante
strumento si applicava
al corpo macchina, prelevava l'immagine aerea dal piano focale e con un
sofisticato sistema di
rinvii la trasmetteva ingrandita al materiale sensibile di un dorso Polaroid,
permettendo di eseguire
fotografie istantanee col sistema Nikon.
il Mikami Speed Magny per Nikon era una sorta di complesso
"periscopio" dotato
di specchi e di un dorso Polaroid, e sfruttava come ottica intermedia un Nikon
EL-Nikkor
50mm f/2,8 in esecuzione speciale (senza ghiera del diaframma e con lunga
filettatura di montaggio);
il dispositivo conobbe una certa notorietà nella seconda metà degli anni '60 ed
agli inizi degli
anni 70' e sono conosciuti almeno tre modelli: quello illustrato,
denominato Speed Magny RF,
è molto raro ed è destinato alle Nikon S a telemetro; a questo esemplare erano
affiancate altre due
versioni: lo Speed Magny 100, destinato alla Nikon F e film Polaroid in formato
83x108mm, e lo
Speed Magny 45, sempre abbinato alla Nikon F e predisposto per Polaroid in
formato 4x5".
La sezione illustrata evidenzia la struttura ottica dello
Speed Magny e la posizione
del relay-lens EL-Nikkor 50mm f/2,8 impiegato a tutta apertura.
Questi primi, storici obiettivi furono i precursori di una vasta gamma di
EL-Nikkor, arricchitasi nel tempo
fino a coprire le più disparate esigenze di stampa, in abbinamento a negativi
dal formato 24x36mm al 30x40cm;
complessivamente, considerando anche le evoluzioni della montatura, ho censito
la bellezza di 29 EL-Nikkor
differenti, tutti raccolti nell'immagine seguente.
(credits: pictures Nippon Kogaku K.K , Nikon Co. and Marco Cavina ; EL-Nikkor 68mm f/3,5 from Wikipedia Commons)
Come potete notare, la stragrande maggioranza degli EL-Nikkor è stata rivista
durante la produzione,
introducendo una versione aggiornata per quanto concerne la montatura, più
moderna, ed i trattamenti
antiriflesso; questa nuova generazione venne identificata con la denominazione
"N" per le focali comprese
fra 40mm e 105mm e con la denominazione "A" nei modelli da 135mm a
300mm; quest'ultima catalogazione
faceva riferimento ad ottiche per impiego professionale e veniva fornita a
corredo una scheda individuale
con l'indicazione esatta della lunghezza focale effettiva e del posizionamento
individuale del punto H', valori
necessari per la calibratura di precisione in abbinamento a grosse stampatrici
professionali. Eccezioni alla regola
sono rappresentate dall'EL-Nikkor 40mm f/4 N (ottica grandangolare per il
24x36mm, prodotta solo in montatura
moderna tipo "N"), dall'EL-Nikkor 50mm f/2,8 (la versione
"N" abbandona lo schema ottico di Wakimoto e adotta
un nocciolo progettato da Ikuo Mori), dall'EL-Nikkor 63mm f/3,5 (la
versione "N" fu ricalcolata dando vita
all'EL-Nikkor 63mm f/2,8), dal rarissimo EL-Nikkor 68mm f/3,5 (realizzato
solamente in montatura vecchio stile)
e dall'enorme EL-Nikkor 360mm f/5,6 A, anch'esso rimasto sempre in
produzione con il barilotto di foggia più
obsoleta, probabilmente perchè i ridottissimi numeri di vendita non
giustificavano l'investimento per il maquillage;
in quest'ultimo caso, la denominazione "A" fu aggiunta pro-forma nei
cataloghi più recenti, pur riferendosi ad un
modello rimasto invariato fin dagli esordi.
Va annotato che gli EL-Nikkor da 80mm, 105mm e 135mm primo
modello erano contraddistinti da un magnifico
e robustissimo barilotto metallico con ampia porzione in finitura cromata,
mentre non si può tacere il fatto che le
nuove montature "N" applicate agli EL-Nikkor con focali comprese fra
40mm e 105mm siano decisamente più
cheap rispetto alle precedenti, con ampio utilizzo di materiali plastici, una
poco apprezzabile caratteristica condivisa
purtroppo anche con le più recenti produzioni dei classici rivali tedeschi,
Schneider e Rodenstock.
Per quanto concerne le montature, tutti gli EL-Nikkor da 40mm a 105mm sono
dotati del classico attacco a vite
39x1, gli EL-Nikkor 135mm f/5,6 A e 150mm f/5,6 A dispongono di doppio attacco
filettato (39x1 con anello
maggioratore da 50x1 fornito a corredo) mentre tutti gli altri, ivi compresi
anche gli EL-Nikkor 135mm f/5,6 e
150mm f/5,6 in montatura più obsoleta, sono equipaggiati con flangia forata per
il fissaggio tramite bulloni.
Un breve inciso va dedicato all'EL-Nikkor 68mm f/3,5; quest'obiettivo non è mai
stato elencato sui cataloghi
e nelle brochure della Casa, ed i pochi esemplari noti riportano matricole molto
ravvicinate, tali da lasciar pensare
ad un unico blocco produttivo di non più di 500 o 1.000 esemplari; il formato
coperto ed i rapporti di riproduzione
ammessi non sono noti, ma ho contattato di recente un foto-negoziante italiano
che possedeva quest'ottica, a suo
tempo montata su una stampatrice professionale Agfa, e la utilizzava per il
formato 6x4,5cm; effettivamente, nella
gamma EL-Nikkor, nessuna ottica è dedicata a questo tipo di negativo, passando
direttamente dal 63mm (formato
coperto: 32x35mm) al 75mm (formato coperto: 60x60mm)
Per quanto concerne la struttura ottica, gli EL-Nikkor hanno
sfruttato cinque configurazioni: A) uno
schema dedicato
al 40mm f/4 grandangolare, basato su un Gauss simmetrico ad angolo allargato con
6 elementi in quattro gruppi e
due doppietti collati accanto al diaframma; B)
il Gauss asimmetrico originale di Wakimoto, utilizzato - come visto -
nel 50mm f/2,8 "old" e nei 63mm f/3,5 ed f/2,8; C)
un Gauss "tipo Planar" simmetrico a 6 lenti in 4 gruppi, impiegato
nel 50mm f/2,8 "N"; D) il
"tipo Tessar" a 4 lenti in 3 gruppi, adottato negli EL-Nikkor 50mm f/4
e 75mm f/4 tipo "old"
e tipo "N"; E) il classico schema
simmetrico "tipo Plasmat" a 6 lenti in 4 gruppi con doppietti collati
esterni
e menischi singoli adiacenti al diaframma, utilizzato nei restanti modelli.
Lo Schema simmetrico grandangolare impiegato esclusivamente
nell'EL-Nikkor
40mm f/4 riecheggia quello utilizzato in analoghi prodotti della concorrenza.
(credits: drawing Nikon Co.)
Alcuni obiettivi EL-Nikkor: al 50mm f/2,8 originale è
abbinato il 50mm f/2,8 N, riprogettato
anche nelle parti ottiche; il 50mm f/4 ed il 75mm f/4 (entrambi in
configurazione più datata)
sono gli unici ad avvalersi di un più semplice ma parimenti valido "tipo
Tessar"; il 150mm f/5,6 A
appartiene alla gamma degli EL-Nikkor "professionali" e nella foto è
abbinato ad un obiettivo
Nikkor da ripresa destinato allo stesso formato 4x5" da lui coperto,
ovvero un Nikkor SW
75mm f/4,5 Copal # 0, in grado di coprire ad f/16 105° di campo ed una
diagonale di 200mm.
Naturalmente non è mia intenzione (nè avrei tutto il materiale a portata di
mano) descrivere in
dettaglio i 29 modelli di EL-Nikkor censiti; mi limiterò ad evidenziare alcuni
filoni "interessanti".
Il primo dettaglio degno di nota si riferisce al passaggio fra
l'EL-Nikkor 50mm f/2,8 di Wakimoto, lanciato
nel 1956-57, ed il successivo EL-Nikkor 50mm f/4 N, distribuito a partire dal
1984 e calcolato da Ikuo Mori;
Ikuo Mori, celeberrimo progettista dei super-grandangolari retrofocus per Nikon
reflex, fu il più brillante allievo
dello stesso Wakimoto, ed il progetto del nuovo 50mm f/2,8 ha il sapore di un
passaggio di consegne fra l'anziano
maestro ed il giovane e brillante progettista, ormai affermato, storicamente
sancito anche dai pubblici complimenti
rivolti a Mori-San dallo stesso Wakimoto, dopo che quest'ultimo aveva preso atto
dei percettibili miglioramenti
nella resa ottica introdotti dal nuovo modello rispetto al precedente, pur
accompagnato da fama di eccellenza.
Curiosamente, nè Wakimoto nè Mori si avvalsero del classico
schema "tipo Plasmat" ormai
universalmente diffuso fra le ottiche da ingrandimento, e per il modello
"N" venne scelto un Gauss
simmetrico "tipo Planar" molto simile a quello adottato sui 50mm
fotografici di media luminosità.
Osservando la struttura dei due EL-Nikkor 50mm f/2,8 abbinata
a quella del classico
micro-Nikkor 55mm f/3,5 (anch'esso calcolato da Zenji Wakimoto) appare evidente
come il progettista abbia evoluto l'EL-Nikkor senza soluzione di continuità
partendo
dal "tipo Xenotar" a 5 lenti del micro-Nikkor, trasformando la lente
posteriore in un
doppietto collato; una soluzione analoga, ed evidentemente molto efficace, fu
messa
in atto da Wakimoto anche calcolando lo sconosciuto e rarissimo EL-Nikkor 150mm
f/5,6, in grado di riprodurre un originale in scala 1:10 su negativo 65x90mm
garantendo
una risoluzione minima di 150 l/mm (in luce verde 546nm); d'altro canto, il
"discepolo"
Ikuo Mori non si limitò a migliorare l'EL-Nikkor da 50mm ma progettò anche i
prestigiosi
e correttissimi Apo-EL-Nikkor che andremo a descrivere in seguito.
All'EL-Nikkor 50mm f/2,8 originale venne affiancato, negli
anni '60, un modello
dal prezzo più abbordabile (circa il 40% in meno); si tratta dell'EL-Nikkor
50mm f/4,
che rinunciava ad un f/stop nell'apertura massima ed adottava un più semplice
schema
tipo Tessar, garantendo comunque, all'apertura f/8, prestazioni analoghe a
quelle del
modello superiore; nell'immagine sono illustrati i tre modelli di EL-Nikkor 50mm
realizzati
nel tempo, ciascuno contraddistinto da un diverso nocciolo ottico.
Un'analoga operazione commerciale venne messa in atto
affiancando al prestigioso
EL-Nikkor 80mm f/5,6 (con schema "Plasmat" a 6 lenti) un più
abbordabile EL-Nikkor
75mm f/4, anch'esso basato su un più semplice "tipo Tessar" a 4 lenti
in 3 gruppi; in questo
caso l'obiettivo "della mutua" (il cui prezzo era del 33% inferiore)
vantava un'apertura
massima superiore /f/4 contro f/5,6) ma la copertura si limitava al 60x60mm,
mentre
l'EL-Nikkor 80mm f/5,6 copriva il 60x70mm. Da amante di vecchia data del
"tipo Tessar"
apprezzo molto questi EL-Nikkor dotati di tale schema: da un lato sono fra le
versioni
più nitide e corrette mai realizzate e dall'altro il 50mm può vantare una
caratteristica
secondaria preclusa al 50mm f/2,8 di primo livello: il tiraggio di infinito fra
piano focale
e battuta dell'attacco filettato è di ben 44mm, e questo rende possibile,
tramite appositi
anelli adattatori, l'utilizzo a grande distanza con corpi Canon FD o Canon EOS
e,
accontentandosi di fotografare a coniugate più brevi, anche con corpi Nikon; è
inutile
sottolineare il potere risolutivo e di contrasto garantito in fase di ripresa da
un'ottica
da ingrandimento...
Varie viste della famiglia di EL-Nikkor "tipo Tessar"
assieme al primo EL-Nikkor 50mm f/2,8;
la finitura e la qualità meccanica sono analoghe, così come il trattamento
antiriflessi ed il diaframma
ad 8 lamelle; lo scorcio posteriore evidenzia come il 50mm f/4 sia privo di
sbalzi sporgenti che gli
consentono, grazie al tiraggio di 44mm, di fotografare a grande distanza con
alcuni corpi macchina,
mentre lo schema del 50mm f/2,8 esige un più ridotto spazio retrofocale ed il
relativo cannotto
preclude definitivamente questo intrigante ed anomalo impiego. Faccio notare che il
diaframma del
75mm f/4 si spinge fino ad un valore insolitamente chiuso, f/45.
Ciascuno di questi obiettivi può essere vantaggiosamente utilizzato per
macrofotografia molto spinta,
montandolo in posizione invertita su adeguate prolunghe; la filettatura
anteriore ha un passo da 40,5x0,5mm,
e la Nikon produceva degli appositi anelli adattatori per questo impiego,
purtroppo di difficile reperibilità;
personalmente ho risolto da tempo il problema impiegando degli anelli per
portafiltri Cokin A: esiste infatti
il modello dotato di filettatura 40,5x0,5mm, ed esso è dotato di un'ampia superficie
di appoggio in piano che
permette di applicarlo ad un ulteriore anello dotato di baionetta; al limite,
per non compromettere nulla,
è persino possibile un fissaggio volante appoggiando l'anello alla baionetta di
tubi o soffietto, sfruttando
lo sbalzo dell'anello per bloccare temporaneamente il tutto con "american tape" o
simili...
I modelli superiori, come questo EL-Nikkor 150mm f/5,6 A, sono
caratterizzati da una finitura
molto elevata e da una costruzione meccanica robusta ed impeccabile; anche in
questo caso
ho affiancato al 150mm f/5,6, destinato a negativi 4x5", un Nikkor da
ripresa idoneo allo stesso
formato; la possibilità di effettuare riprese fino al 30x40cm utilizzando
ottiche Nikkor sia sulla
fotocamera che sull'ingranditore rappresenta un'autentica gioia per i Nikonisti
più affezionati alla Casa.
Notate il magnifico diaframma ad iride con 12 lamelle dell'EL-Nikkor confrontato
col più semplice
modello a 7 lamelle in dotazione all'otturatore Copal # 0 di servizio...
Come accennato, lo schema ottico utilizzato in tutti gli
EL-Nikkor da 80mm a 360mm
è il classico "tipo Plasmat", ampliamente sfruttato anche nei moderni
modelli top di gamma
della concorrenza: si tratta di un Gauss simmetrico nel quale i menischi esterni
sono
trasformati in doppietti e che garantisce eccellenti caratteristiche di
risoluzione e contrasto.
(credits: drawing Nikon Co., remastered)
La documentazione allegata nella confezione di vendita è
decisamente completa; pur trattandosi
di materiale stampato negli anni '90, è ancora presente il riferimento
all'ingranditore Nikon RA-350
descritto in precedenza: peccato che non sia mai stato importato nel nostro
paese!
(credits: sheets Nikon Co.)
Come già descritto, gli EL-Nikkor di classe professionale
"A" erano forniti con un certificato
di verifica individuale che riportava misurazioni effettuate sullo specifico
esemplare ed utili
per la taratura fine su stampatrici professionali.
(credits: sheet Nikon Co.)
Gli EL-Nikkor sono sempre stati forniti in campana di plastica
CP, utile per
proteggere l'ottica da polvere ed umidità lasciandola nel contempo visibile
ed immediatamente identificabile; nell'immagine un EL-Nikkor 50mm f/2,8
degli anni '70 con campana e tappo cronologicamente coerenti.
Anche la campana CP si è evoluta nella grafica: i modelli
più recenti
non riportano più la denominazione "EL-NIKKOR" ma semplicemente
quella "NIKON"; nell'illustrazione i due EL-Nikkor 50mm f/2,8 tipo
"old" e tipo "N" sono inseriti nella rispettiva campana
fornita all'origine.
In linea di massima, la stragrande maggioranza dei Nikonisti esaurisce la
propria ansia di conoscenza
nell'ambito degli EL-Nikkor appena descritti; tuttavia, la Casa madre è famosa
per il suo impegno
capillare nel settore degli obiettivi professionali per impiego
tecnico/industriale, e proprio nell'ambito
dell'ingrandimento/stampa esistono altre due gamme di ottiche Nikkor altamente
specializzate, rare
e costose, denominate APO-EL-NIKKOR e PRINTING-NIKKOR.
In sostanza, gli Apo-EL-Nikkor sono ottiche che stanno a mezza via fra gli
Apo-Nikkor per photo-
engravings (riproduzione di originali in formato 1:1 per realizzare le varie
lastre con singolo colore)
ed i classici EL-Nikkor: si tratta di ottiche apocromatiche, assolutamente
corrette sui colori primari
e su tutta la banda compresa fra 380nm e 700nm, dotate di risoluzione
elevatissima e destinate alla
realizzazione di lastre a separazione cromatica o stampa a screening diretto con
contemporaneo
ingrandimento dell'originale da 1,5x a 20x (mentre con i classici Apo-Nikkor
l'operazione avveniva
sempre ad ingrandimento unitario 1x o comunque con variazioni minime); i
Printing-Nikkor completano
l'offerta e sono stati concepiti per riprodurre le pellicole cinematografiche
sia al rapporto 1:1 (per ottenere
una copia dell'originale nell'identico formato) sia con ingrandimento o riduzione,
per trasferire i filmati
originali su pellicole di standard diverso (ad esempio, 16mm su 8mm o 35mm su
70mm, etc.); anche in
questo caso la risoluzione è estremamente elevata (nei casi più favorevoli
risulta superiore a 300 l/mm),
la distorsione è estremamente ridotta e le ottiche garantiscono correzione
apocromatica fra i 400nm e
gli 800nm, quindi comprendendo anche una porzione di infrarosso; la gamma
complessiva diviene dunque
ancora più vasta ed articolata, e per maggiore comprensione ho realizzato la
seguente tabella che riporta
i vari obiettivi prodotti, il range di utilizzo previsto ed il formato pellicola
di destinazione.
La gamma complessiva EL-Nikkor + Apo-EL-Nikkor +
Printing-Nikkor giunge ad
annoverare la bellezza di 40 varianti, molte delle quali sconosciute al grande
pubblico;
per quanto riguarda gli EL-Nikkor, l'ingrandimento al quale sono ottimizzati è
intorno
all'8x per i modelli destinati ai piccoli formati e di circa 5x - 4x per quelli
superiori, ad
esclusione delle versioni da 300mm e 360mm, solitamente abbinate ad enormi
lastre
che arrivano a 30x40cm; il modello grandangolare El-Nikkor 40mm f/4 è stato
concepito per stampe di grandi dimensioni a partire da pellicola 24x36mm, è
ottimizzato
a 10x ma accetta ingrandimenti fino a 30x, con lato superiore ad un metro.
Gli Apo-EL-Nikkor, invece, sono caratterizzati da una copertura variabile in
funzione
dell'apertura di diaframma; trattandosi di ottiche diffraction limited, la loro
risoluzione è
maggiore alle massime aperture, ma il cerchio di copertura ovviamente aumenta
con uno
o due stop di chiusura, ed anche la vignettatura richiede analoghe
diaframmazioni per
scomparire completamente. Lo speciale Apo-EL-Nikkor 170mm f/5,6, prodotto solo
per un certo periodo e poi tolto dal catalogo, era stato specificamente
concepito per
ingrandire in scala più ridotta rispetto alle altre versioni, con un range
compreso fra 1,5x
e 3x e l'ottimizzazione massima a 2x, mentre il 105mm f/5,6 copriva da 5x a 20x
(con
l'optimum a 10x), il 210mm f/5,6 da 2x-3x a 10x (correzione ideale a 5x), il
300mm f/5,6
spaziava da 5x a 20x (optimum a 10x) ed il 480mm f/5,6 copriva un range compreso
fra 3x e 10x, con ottimizzazione a 5x; i modelli Apo-EL-Nikkor 105mm f/5,6 e
210mm
f/5,6 sono stati rivisti dal punto di vista ottico ed estetico, e la versione
"N" è caratterizzata
dal deciso incremento del cerchio di copertura utile alla massima apertura di
diaframma.
Per quanto concerne i Printing-Nikkor, il modello da 75mm
f/2,8 inquadrava un fotogramma
inscritto in un cerchio da 64mm di diametro e lo riproduceva con fattore 1/4x
all'interno
di un cerchio di copertura da 16mm; il 95mm f/2,8 riduceva una coniugata da 60mm
di diametro
con fattore 1/2x all'interno di un cerchio da 30mm; il 105mm f/2,8 riproduceva
esclusivamente
a formato 1:1 (1x) un originale con diagonale da 54mm, ed infine il 150mm f/2,8
era dotato
di una ghiera di flottaggio che ottimizzava lo schema e consentiva - caso unico
- rapporti
di riproduzione variabili, senza soluzione di continuità, fra 1/4x e 4x, e
poteva così inquadrare
un originale da 30mm di diametro e riprodurlo in tutte le scale comprese
nell'intervallo appena
descritto. Come nota a margine, i Printing-Nikkor 95mm f/2,8 e 105mm f/2,8 sono
stati riprogettati
e prodotti dalla Tochigi Nikon, ma siccome l'estetica è rimasta identica ho
omesso di inserire
la variante nella tabella sopra riportata.
La Casa produttrice, trattandosi di complessi progetti con
vaste applicazioni industriali, per ovvie
ragioni di riservatezza non ha mai divulgato molte informazioni su questi
speciali obiettivi, quindi
i dati e le informazioni che seguono hanno richiesto un paziente lavoro di
ricerca e ricostruzione.
un catalogo originale in lingua giapponese che illustra due
modelli di Apo-EL-Nikkor
in versione "prima serie": il 105mm f/5,6 ed il 210mm f/5,6
(credits: sheet Nippon Kogaku K. K.)
Queste immagini descrivono la gamma degli Apo-EL-Nikkor di
prima e seconda
generazione; nell'immagine a sinistra, il quinto obiettivo al centro del gruppo
è il
170mm f/5,6, uscito di produzione rapidamente, mentre nell'immagine a destra
sono illustrati i modelli da 105mm f/5,6 e 210mm f/5,6 in versione
"N", rivisti
sia otticamente che per quanto concerne il barilotto esterno, più moderno.
(credits: pictures Nippon Kogaku K. K.)
Queste immagini illustrano le differenze esteriori che
distinguono il 105mm f/5,6
vecchia serie dal modello "N", più compatto e dall'aspetto più
moderno; la
ghiera anteriore può essere rimossa ed il relativo filetto sull'obiettivo serve
per
montare l'ottica in posizione invertita, permettendo così di passare
dall'ingrandimento
alla riduzione.
I due Apo-EL-Nikkor tipo "N" affiancati, ovviamente non in scala.
(credits: pictures Nippon Kogaku K. K.)
Il modello Apo-EL-Nikkor 170mm f/5,6 è molto raro perchè
uscì di produzione dopo aver
totalizzato numeri produttivi assai modesti; contrariamente agli altri modelli,
il 170mm era
stato concepito per un fattore di ingrandimento più ridotto, tipicamente 2x,
coprendo fin
dalla massima apertura il formato 90x120mm (ed ovviamente anche quelli
inferiori).
Come avevo accennato, la Nikon tiene un rigoroso riserbo sulle
caratteristiche ottiche di questi
specialissimi obiettivi, al punto che nelle sezioni meccaniche lo schema ottico
viene criptato,
rivelando solo il raggio relativo alle superfici esterne della prima e
dell'ultima lente; lo schema
che segue non era mai stato divulgato prima d'ora ed è ricavato dal progetto
originale di Ikuo
Mori; la focale indicata riferisce lo schema al modello 210mm f/5,6, ma tutte le
5 versioni
adottavano questa struttura ad 8 lenti in 4 gruppi.
L'Apo-EL-Nikkor presenta uno schema simmetrico caratterizzato
da quattro coppie
di doppietti collati disposte simmetricamente; nel progetto originale era
addirittura contemplata
l'adozione di un sistema flottante a controllo manuale che modificasse lo spazio
d'aria fra i due
grandi doppietti esterni e quelli interni, adeguando la correzione delle
aberrazioni alla scala di
riproduzione, ma nella versione di produzione questo dispositivo fu omesso,
probabilmente
perchè la correzione restava sufficientemente costante e di alto livello in
tutto l'intervallo previsto;
l'obiettivo viene dichiarato come apocromatico e sono presenti due lenti di tipo
ED in posizione
L4 ed L5, caratterizzate da un numero di Abbe superiore ad 80; anche gli altri
vetri presentano
una dispersione molto contenuta, a riprova della ricerca spasmodica di una
correzione cromatica
estrema; i valori rifrattivi e dispersivi - nel progetto originale - sono
riferiti alla C-line e differiscono
leggermente dai consueti valori riportati per gli stessi vetri, solitamente misurati
nella D-line.
A titolo di curiosità, schemi analoghi con uso di vetri ED sono stati
incorporati negli obiettivi Nikon
per grande formato Nikkor AM-ED, speciali ottiche macro di altissima qualità
destinate alla riproduzione
in formato 1:1.
Come accennato, gli Apo-EL-Nikkor coprono formati
sostanzialmente differenti a seconda che vengano
utilizzati a piena apertura o con uno oppure due stop di chiusura; il quadro è
piuttosto complesso ed è
ancora più intricato se consideriamo il differente comportamento del 105mm e
del 210mm in versione
originale o "N"; anche in questo caso ho realizzato una tabella
esplicativa.
Gli Apo-EL-Nikkor ingrandiscono formati di negativo compresi
fra il 24x36mm
ed il 24x30cm; potete notare come, passando alla versione "N", il
105mm possa
coprire ad f/5,6 un formato 56x56mm anzichè 24x36mm, e ad f/8 arrivi al 65x90mm
contro i 65x65mm del modello precedente; alla stessa stregua, il 210mm f/5,6
"N"
ad f/5,6 copre il 90x120mm (la versione precedente si fermava al 56x56mm),
mentre
ad f/8 inquadra un 130x180mm (90x120mm nel primo tipo): il 170mm f/5,6 era
ottimizzato a piena apertura ed ingrandiva circa 2x un originale da 90x120mm;
infine,
i modelli superiori da 300mm f/5,6 e 480mm f/5,6 aumentavano la copertura sia ad
f/8
che ad f/11, ed il primo passava da 65x90mm a 90x120mm e 130x180mm, mentre
il grosso 480mm garantiva coperture rispettive sui formati 130x180mm, 180x240mm
ed infine 240x300mm.
La montatura di questi obiettivi varia da modello a modello:
il 105mm f/5,6 prevede una
identica montatura posteriore e anteriore da 39x1 (previo smontaggio della
ghiera decorativa
avvitata sulla parte frontale); il 170mm f/5,6 dispone unicamente di montatura
posteriore da
50x0,75mm; il 210mm f/5,6 presenta una doppia montatura posteriore ed anteriore
da 82x1mm
(sempre smontando la ghiera che rifinisce la parte frontale) ed in più una
flangia da 108mm di
diametro dotata di 6 fori; il 300mm f/5,6 dispone di doppio attacco anteriore e
posteriore
da 90x1mm (con analoga procedura per la ghiera frontale) e di flangia da 121mm
di diametro
con 6 fori; infine, il mastodontico 480mm f/5,6 presenta un doppio attacco
filettato posteriore
ed anteriore da 140x1,5mm (il secondo dei quali, per l'ennesima volta, occultato
da una ghiera
smontabile) ed una flangia da 190mm di diametro, anch'essa rifinita con 6 fori.
Come si può facilmente appurare dalle immagini, le dimensioni
dei vari Apo-EL-Nikkor sono molto
eterogenee, passando dai 60mm x 51mm di diametro che caratterizzano il 105mm
f/5,6 ai
215mm x 163mm di diametro del 480mm f/5,6; i pesi progrediscono di conseguenza:
315g per
il 105mm, 415g per il 170mm, 1.220g per il 210mm, 1.860g per il 300mm e
addirittura
7.120g per il 480mm f/5,6, un obiettivo molto raro e normalmente venduto a cifre
nell'ordine di
13.000 - 15.000 US Dollars...
Infine, un accenno a riguardo della distorsione, sempre corretta ai massimi
livelli: + 0,06% per
il 105mm "old", -0,07% per il 105 "N", 0,00 per il 170mm,
+0,07 per il 210mm "old", -0,02
per il 210mm "N", +0,02% per il 300mm e +0,02% per il 480mm: valori
eccellenti, nel caso
specifico superati solamente dai repro-Nikkor 85mm f/1,0 e 170mm f/1,4 e dagli
Ultra-Micro-
Nikkor per la realizzazione di microcircuiti.
La terza famiglia di obiettivi appartenenti a questa
categoria, i Printing-Nikkor, sono stati concepiti
per creare copie di pellicole cinematografiche su un formato identico (copia
1:1) oppure per
trasferire il filmato su standard differenti, spaziando ampiamente su 8mm, 16mm,
35mm e 70mm;
a rigor di termini li considero affini alle ottiche da stampa e non a quelle da
mera riproduzione proprio
perchè possono discostarsi dall'ingrandimento unitario e modificare la scala
finale.
I Printing-Nikkor, inizialmente prodotti nei classici
stabilimenti Nippon Kogaku, vennero poi delocalizzati
nello stabilimento di Tochigi, divenuto sede di uno speciale dipartimento a se
stante dedicato alle ottiche
specialistiche e di uso industriale, denominato appunto Tochigi Nikon,
nell'ambito della gamma di ottiche
industriali "Nikon Rayfact".
Le ottiche Printing-Nikkor dispongono di una montatura
semplice e spartana
che non deve trarre in inganno: il loro potere risolutivo è estremamente
elevato
(nei modelli di focale più corta supera sull'asse le 300 l/mm), la correzione è
apocromatica e la distorsione praticamente pari a zero, mentre la vignettatura
scompare virtualmente con chiusure limitate ad 1/2 stop oppure 1 stop al
massimo:
sono strumenti altamente professionali che consentono copie cinematografiche
allo stato dell'arte.
I Printing Nikkor sono obiettivi f/2,8 realizzati in quattro
focali; nell'immagine è evidenziato un dettaglio
relativo alla montatura dell'esemplare maggiore, il 150mm: essendo in grado di
variare la scala di riproduzione
(contrariamente ai modelli di focale inferiore), l'ottica dispone di una ghiera
supplementare che consente di
predisporre manualmente - grazie ad un flottaggio micrometrico - l'adeguata
configurazione ottica in funzione
di una perfetta resa alle varie scale riportate sulla ghiera, cioè 1/4x - 1/3x
- 1/2x - 1/1,5x - 1/1,25x - 1/1x -
1,25x - 1,5x - 2x - 3x - 4x ; i valori all'estremità della scala (1/4x - 1/3x -
3x - 4x) sono colorati in rosa-magenta,
probabilmente per avvertire l'utilizzatore che a questi rapporti di riproduzione
c'è qualche minimo compromesso
con la curvatura di campo, richiedendo di chiudere un po' il diaframma; tutti gli
obiettivi chiudono da f/2,8 ad
f/11, ma la loro struttura da diffraction-limited suggerisce di chiudere al
massimo uno stop (f/4) per eliminare
la vignettatura, salvo casi eccezionali.
(credits: picture Nippon Kogaku K. K.)
Le più recenti versioni prodotte dalla Tochigi - Nikon nella
gamma "Rayfact"
hanno mantenuto l'estetica originale, mentre la denominazione ha assunto
la classica lettera "A" che sta ad indicare gli obiettivi Nikkor
altamente professionali;
la gamma recente è stata decurtata a due sole focali: il 95mm f/2,8 ed il 105mm
f/2,8;
per supplire alle varie esigenze, il 105mm è stato modificato e la copertura
originaria
da 54mm di diametro (su entrambe le coniugate, essendo specificamente
ottimizzato
ad 1:1) è stata aumentata ad 80mm, mentre il 95mm f/2,8, ottimizzato ad 1:2, ha
visto
un leggero incremento di copertura da 60-30mm a 64-32mm, modifiche dovute anche
ad una sostanziale revisione del nocciolo ottico (anche in questo caso
rigorosamente segreto)
che in entrambi gli obiettivi è passato da 12 lenti in 4 gruppi a 14
lenti in 6 gruppi; la risoluzione
aerea dichiarata nel 95mm ad 1/2x è di 320 l/mm sull'asse e di 250 l/mm i
bordi, mentre il
105mm, ad ingrandimento unitario 1x, e con un cerchio di copertura di ben 80mm,
risolve
240 l/mm sull'asse e 180 l/mm sui bordi; dato che la sua copertura inscrive
esattamente un
fotogramma 6x6cm (56x56mm effettivi) e che l'obiettivo è ottimizzato ad 1x,
sarebbe uno
strumento formidabile anche per riprodurre in scala reale fotogrammi e
diapositive di questo
standard, affiancandosi in tal modo ai repro-Nikkor 85mm f/1,0 e 170mm f/1,4,
destinati
ad impiego analogo su formati inferiori, facendo concorrenza ad ottiche come
l'Apo-Rodagon D
da 75mm, penalizzato per diffrazione dall'apertura iniziale! Come suggerito dal
testo in giapponese,
il 95mm può essere utilizzato anche invertito, per ingrandire 2x una coniugata
oggetto da 32mm
di diametro anzichè, viceversa, ridurre ad 1/2x una da 64mm di diametro.
(credits: brochure Tochigi Nikon)
(credits: sheet Nippon Kogaku K. K.)
I modelli precedenti, anch'essi apocromatici e perfettamente
corretti da 400nm
ad 800nm, adottavano uno schema ottico più semplice ma sempre di tipo
"process lens" ; il modello da 150mm, l'unico a scala variabile e l'unico dotato di
flottaggio manuale, si accontenta di 10 lenti in 4 gruppi contro le 12 in 4
gruppi
dei tre modelli inferiori, che presentano una montatura standand da 43x0,75mm
mentre il grosso 150mm dispone di un attacco da 62x0,75mm; i più recenti
modelli 95mm e 105mm Rayfact dichiarano una distorsione pari a zero ma anche
le versioni precedenti sono estremamente corrette: gli unici a discostarsi dallo
zero
teorico sono il 75mm f/2,8 (+0,1%) ed il 95mm f/2,8 (+0,2%), in entrambi i casi
valori trascurabili, considerando la destinazione d'uso. La vignettatura
meccanica è
completamente eliminata con una minima chiusura del diaframma: f/3,4 nel 75mm,
f/3,5 nel 95mm, f/4 nel 105mm e addirittura f/2,9 nel 150mm, che risulta così
avvantaggiato rispetto al più recente 150mm "Tochigi" (che va chiuso
fino ad f/4)
e consente di lavorare a piena apertura, ottenendo così la massima risoluzione,
senza alcun compromesso.
Lo schema ottico dei Printing-Nikkor è sempre stato criptato,
tuttavia è altamente probabile
che i due recenti modelli prodotti da Tochigi - Nikon, il 95mm f/2,8 A e
soprattutto il 105mm
f/2,8 A, dispongano di uno schema ottico analogo a quello riportato, riferito
ad un moderno
Scanner-Nikkor ED applicato ad un Nikon Coolscan ED multiformato: infatti,
entrambi sono
corretti per ingrandimento unitario, utilizzano uno schema a 14 lenti in 6
gruppi, e grazie anche
ai vetri ED adottati (in colore giallo), quest'ottica per scanner garantisce
correzione apocromatica
da 400nm ad 800-850nm, esattamente come nel caso dei Printing-Nikkor; insomma,
se
qualcuno avesse il coraggio di segare assialmente in due parti il suo
Printing-Nikkor Rayfact
105mm f/2,8, sarei pronto a scommettere che troverebbe uno schema praticamente
identico
a questo! Notate come lo spostamento dal fuoco ottimale non si discosti oltre i
+60 / - 10
micron nell'intervallo fra 400nm ed 800nm, un risultato da apocromatico coi
fiocchi.
Le varie scale di riproduzione consentite dai vari
Printing-Nikkor sono già state anticipate
in precedenza e sono ribadite nelle descrizioni tecniche presenti nello schema
qui sopra;
per completare l'informazione aggiungo anche la seguente scheda, che descrive i
principali
punti di forza del sistema e sottolinea le varie combinazioni possibili fra
formato di pellicola
originale e quello di destinazione.
Questa informativa ribadisce le prestazioni senza compromessi
dei Printing-Nikkor,
descrive le combinazioni obiettivo/formato cinematografico e suggerisce
ulteriori
modalità d'uso, fra le quali, appunto, la duplicazione di pellicole
fotografiche.
Riassumendo, possiamo senz'altro affermare che la Casa nipponica ha predisposto
un ventaglio
di offerte davvero completo ed ha coperto qualsiasi esigenza connessa col
trattamento dell'immagine
acquisita, vuoi su pellicola fotografica vuoi su quella cinematografica,
mettendo l'utenza professionale
in condizione di mantenere l'elevato valore aggiunto della qualità ottica
Nikkor in tutte le fasi del processo;
è un impegno oggettivamente lodevole ed anche se attualmente, dopo la
rivoluzione digitale, questi
strumenti di alta precisione sembrano un po' il retaggio di un epoca al
tramonto, la continua dedizione
dimostrata da Nikon nel garantire il risultato ottimale, sempre e comunque,
giustifica senz'altro l'attaccamento
al Marchio da parte degli appassionati fan della casa, operatori professionali o
amatori che siano!
(Marco Cavina)
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