NIKON NIKKOR - SW 75mm f/4,5
PER GRANDI FORMATI:
UN DEGNO EREDE DELLO ZEISS BIOGON 75mm
f/4,5
FIRMATO DALLA NIPPON KOGAKU
ABSTRACT
The Zeiss Biogon 75mm f/4,5 for german Technikas was really a fine lens, but
also
so bulky and heavy to cross the limits of a serene landscape work session; at
the
end of the fifties Nippon Kogaku's mathematician Zenji Wakimoto evolved the
original
Biogon schema with a back-to-front in the refractive power of the glued triplet(s),
this
side giving better correction due to the lower power and aberration inducing
effect of
the inner lens (thin and concave instead of thick and convex as in the Biogon);
the final
step was due to Ikuo Mori, who projected in mid-70s' a new generation of
super-wide
lenses for large format cameras, adopting the basical Wakimoto-type schema (the
famous
convex-concave-convex) and evolving this latter into a modern, seven elements
106°
lens of the same Biogon's focal lenght and aperture (75mm f/4,5) but twice as
small and
four time lighter than the original Zeiss lens, and allowing swing and tilt on
4x5" (forbidden
for the Biogon) with a 200mm field coverage at a mere f/16, one full stop less
than it's
german competitors of the same era, allowing a better resolution due to less
diffractive
effects: a really cute lens, truly appreciated and sought after
11/10/2008
Potrà stupire i Nikonisti meno stagionati, ma la Nippon Kogaku, all'interno del
suo vasto universo
di interessi che spaziava dalle ottiche speciali "industriali" a
quelle fotografiche, per un certo lasso
di tempo tenne in produzione anche una rinomata e completissima gamma di
obiettivi per grande
formato su otturatore centrale che andava dai super-grandangolari ai macro ai
tele ED; la grande
Casa giapponese non era alla prima esperienza nel settore, dal momento che già
prima della guerra
aveva prodotto obiettivi aero-fotografici su otturatore centrale destinati a
grandi formati, senza
dimenticare l'avventura sulla medio formato Zenza Bronica; all'inizio degli
anni '70 il mercato dei
formati superiori era florido e stabile, e questo indusse la Nippon Kogaku a
scendere in campo riversando
il suo invidiabile know-how nella progettazione di obiettivi simmetrici che di lì a poco avrebbero
fatto concorrenza ai celebri ed affermati Schneider e Rodenstock; fu un momento
magico per il
settore, dal momento che anche Fuji si presentò sul mercato con una
completissima gamma di obiettivi
per grande formato, col contorno di altri outsider giapponesi i cui prodotti
occhieggiano ancora oggi
sui banchi dell'usato (Congo, Kowa, etc.).
L'obiettivo di cui voglio parlare in questa sede appartiene alla serie dei
supergrandangolari destinati
alle riprese di architettura e paesaggio con lo sfruttamento dei brandeggi (in
particolare il decentramento
verticale), e porta il nome di Nikkor SW 75mm f/4,5; la gamma Nikkor SW
garantiva ad diaframma di
lavoro un angolo di campo di ben 106° e si caratterizzava sia per
l'assortimento della gamma sia per la
luminosità molto elevata dei modelli di punta: ai più normali Nikkor-SW 90,
120 e 150mm f/8 facevano
da contraltare obiettivi di caratura superiore come l'SW 65mm f/4, l'SW 75mm
f/4,5 e l'SW 90mm f/4,5;
il vantaggio più ovvio di una luminosità così elevata lo si recepiva mettendo
a fuoco sul vetro smerigliato
(operazione critica con grandangolari come questi, specie ai bordi), tuttavia il
vero atout era un'altro:
la copertura effettiva passava da 80° alla massima apertura ai fatidici 106°
chiudendo soltanto fino ad f/16
e non ad f/22 come richiesto dalla concorrenza! Si potrà obiettare che per
un banco ottico su cavalletto
non fa molta differenza e che un'apertura maggiore richiede una più attenta
regolazione dei brandeggi
(la profondità di campo è inferiore), ma la verità è che questi obiettivi
vanno in diffrazione sulle zone
centrali già dopo due stop di chiusura, e poter sfruttare tutto il cerchio di
copertura possibile con uno
stop in meno garantiva una minore diffrazione e risoluzione superiore.
Il progetto base per questa tripletta di obiettivi super-luminosi (relativamente
alla categoria) fu completato
da, Dr. Ikuo Mori-San alla fine del 1976; Ikuo Mori è uno dei più celebri
progettisti della Nippon Kogaku,
padre di alcuni dei grandangolari "storici" del sistema F; per realizzare questo progetto atipico (si basa infatti
su uno schema leggermente asimmetrico che utilizza solamente sette lenti contro
le otto della concorrenza)
il Dr. Mori si ispirò ad un classico della produzione Nikon, il famoso 21mm
(2,1cm, per la precisione) f/4
Nikkor-0, calcolato dal famoso Zenji Wakimoto per il sistema S e già ampiamente
discusso in altra sede.
Occorre accennare al fatto che il primo, celebre grandangolare da 75mm f/4,5
destinato al grande formato
9x12cm fu la versione maggiore dello Zeiss Biogon di Bertele, progettano nel
1951 (SIC, il brevetto svizzero
risale proprio così indietro) assieme ai più conosciuti fratellini, compreso
il 21mm f/4,5 per Contax e C-rex
che servì a Wakimoto come base ideale per il suo 21mm Nikkor; la principale
evoluzione introdotta dal
geniale matematico giapponese fu l'inversione del potere rifrattivo nel
tripletto collato, passando da una
configurazione cosiddetta "concave-convex-concave" (col la lente
centrale di grandi dimensioni e fonte di
aberrazioni a causa del suo profilo fortemente convesso) ad una "convex-concave-convex",
dove l'elemento
centrale del tripletto (presente nel 21 Nikkor da ambo le parti) era una sottile
lente biconcava: questa
configurazione migliorava le poche aberrazioni residue del Biogon, permettendo
la realizzazione di un
eccellente 90° simmetrico; nel 1976 Ikuo Mori mise nuovamente mano a questo
concetto e lo evolvette
trasformando il tripletto posteriore in un semplice doppietto, mantenendo
comunque nello schema evoluto
la classica struttura "convex-concave-convex" di Wakimoto, spingendo
l'angolo di campo a ben 106°:
era nato lo schema dei futuri Nikkor SW f/4 ed f/4,5 per grandi formati.
il progetto originale dei Nikkor SW luminosi per grandi
formati; notare nel
tripletto collato anteriore la struttura "convex-concave-convex, con la
lente
centrale biconcava di ridotto spessore, la stessa procedura teorizzata a suo
tempo da Wakimoto nella sua "evoluzione" del tipo Biogon di Bertele
questo schema evidenzia meglio questo concetto: nel Biogon la
lente centrale del tripletto, spessa e molto
convessa, introduce aberrazioni, mentre nel successivo ed analogo Nikkor-0 da
90° lo schema viene invertito,
e la lente centrale del tripletto (due in questo caso) è concava e sottile,
generando meno aberrazioni; la stessa
filosofia viene poi ripresa quasi 20 anni dopo da Mori per gli schemi dei Nikkor SW
luminosi
lo schema ottico del Nikon Nikkor SW 75mm f/4,5, progettato da
Mori sul finire del 1976;
lo schema del 65mm f/4 (con identica copertura angolare di 106°) aveva raggi di
curvatura
leggermente differenti e lo spazio posteriore D9 leggermente più ridotto; va
notato che i raggi
di curvatura centrali R6 ed R7 (prospicenti il diaframma) nel disegno appaiono
piatti, mentre
sono entrambi leggermente rifrattivi (anche se R6 richiederebbe un raggio
effettivo di oltre
18 metri per disegnarlo in scala esatta...); i vetri adottati non sono
particolarmente sofisticati:
il tripletto esordisce con un vetro ad alta rifrazione/bassa dispersione e
termina con un vetro
ai fuoro-fosfati (sostanzialmente costituito da fluoruro di Calcio e fosfato di
Alluminio) con
numero di Abbe superiore a 70; contrariamente a quanto avviene nei tipi
Super-Angulon
f/5,6 o Grandagon f/4,5 con cui battaglierà sul mercato, il Nikkor SW 75mm
f/4,5 si accontenta
di sette lenti anzichè otto, uscendo dal coro con uno schema leggermente
asimmetrico
lo stato di correzione previsto sul progetto originale; la
distorsione è poco superiore allo
0,5%, comunque superiore a quella del Biogon 75mm f/4,5 ma inavvertibile
nell'uso pratico
lo schema quotato originale del Nikkor SW 75mm f/4,5
l'immagine ufficiale del Nikkor SW 75mm f/4,5 proveniente
dal catalogo generale svizzero 1989-90: la livrea tutta nera
è sobria e moderna
La gamma di obiettivi Nikkor per grandi formati si appoggiava
su una fornitura privilegiata
di otturatori Copal che sull'advertising di certi paesi venivano descritti come
"realizzati
appositamente per Nikon"; in realtà questi economici ma affidabili
otturatori erano
meccanicamente identici alla serie standard, mentre la personalizzazione si
concentrava
sulla "livrea": la ghiera con i tempi di posa era tutta nera (anzichè
cromata) ed anche la
presa di forza per regolare il diaframma era uniformata al colore dominante;
specificamente,
il Nikkor SW 75mm f/4,5 adottava un otturatore copal #0, con tempi di posa da
1" ad 1/500"
più posa T e B ed una gamma di aperture che spaziava da f/4,5 ad f/45;
ovviamente la piastra
di destinazione prevede un foro tipo 0, da 34,6mm.
Il tipo Biogon è sempre stato un obiettivo con eccellenti referenze in quanto a
resa ottica, ma
nella versione maggiore da 75mm f/4,5 le grandi dimensioni basilari di questo
progetto sforano
il limite della praticabilità, arrivando ad un peso di 1.600g e a dimensioni
pari a circa 100x150mm;
uno dei grandi passi avanti compiuti da Mori fu proprio quello di replicare le
stesse caratteristiche
geometriche (75mm f/4,5), garantendo ben 16° di angolo coperto in più (il che
permette sul 9x12
i classici brandeggi, preclusi al Biogon) ed una resa ottica comunque eccellente
con dimensioni
notevolmente più ridotte: il Nikkor SW da 75mm sta comodamente nel palmo di una
mano e
non pesa più di 420g: un autentico progresso.
in questa immagine sono abbinati esattamente in scala il vecchio Zeiss Biogon
75mm f/4,5 per
Linhof Technika 9x12cm e l'equivalente Nikon Nikkor SW 75mm f/4,5 nato 25 anni
dopo:
il confronto è davvero eloquente (il peso è ridotto di quattro volte e la
lunghezza più che
dimezzata), una prestazione ancora più ragguardevole se consideriamo l'ottima
copertura
del Nikkor, ben 106°
(picture: Nikkor SW = Marco Cavina
Zeiss Biogon = Il Contatto - Torino)
Il Nikkor SW 75mm f/4,5, nonostante copra già 80° a tutta apertura e ben 106°
chiudendo solo
ad f/16 (dove garantisce una copertura eccellente, ben 200mm di diagonale, che
consentono sul 4x5"
un decentramento pari a circa 1/3 del lato corto) è meno ingombrante di un
classico Nikkor AiS
85mm f/1,4
il Nikkor SW 75mm f/4,5 di Ikuo Mori assieme al suo ormai raro
ispiratore, il Nikkor-0 2,1cm f/4
di Wakimoto, progettato circa 20 anni prima: un filo conduttore che collega due
menti eccelse e due
grandi schemi ottici
Il Nikkor SW 75mm f/4,5 con la sua classica e piacevole livrea tutta
nera che avrebbe fatto scuola anche fra i concorrenti: per giudicare
il suo potenziale faccio presente che sul 4x5" la copertura del formato
utilizza circa 90°, ed il campo residuo consente un decentramento
sul lato corto di circa 3cm, ovvero un terzo del fotogramma; in parole
povere, è quasi come utilizzare un fantomatico PC-Nikkor 21mm sul
formato 4x5" avendo a disposizione (in proporzione sull'inquadratura)
quasi le stesse percentuali di decentramento permesse dai PC-Nikkor
convenzionali (che però coprono di base solo 64° o 76°, non 90°!)
L'ottica, ovviamente dotata di antiriflessi NIC a strati multipli, presenta i
dati di targa
replicati anche sull'otturatore Copal, per evitare confusione qualora si
smontassero
i nocciolo ottici di vari esemplari SW con focali ( e tiraggi di battuta)
diversi; le
dimensioni contenute sono evidenti considerando l'ottica in relazione al piccolo
otturatore tipo 0: la lunghezza è di 73,5mm, il diametro di 70mm ed il passo
filtri
anteriore è da 67x0,75mm
Sul lato inferiore dell'otturatore Copal è replicata la "plancia di
comando" presente
sull'altro lato, con tutti i dati relativi a tempi di posa ed aperture; la leva
triangolare di
colore nero permette di aprire l'otturatore per effettuare la messa a fuoco
(scoprendo
un punto di fede rosso che ci ricorda di richiuderlo)
la descrizione serigrafata sull'otturatore; incuriosisce la sigla "S"
cerchiata, riprodotta
con la stessa grafica con cui la Nikon ha sempre descritto ufficialmente gli
obiettivi
AiS: chissà perchè sarà stata aggiunta in questo caso?
come ogni obiettivo destinato ad essere applicato alle piastre per apparecchi di
grande formato,
anche il Nikkor SW 75mm f/4,5 si smonta completamente, svitando i due noccioli
ottici (anteriore
e posteriore) dall'otturatore centrale, la cui battuta calibrata funge anche da
esatto registro per
la spaziatura dei due elementi; sull'otturatore sono evidenti la leva cromata di
riarmo, l'attacco per
scatto flessibile e la presa per il cavo sincro PC; sulla lente del nocciolo
posteriore si nota la
presenza di antiriflessi moderni
una vista dei due noccioli ottici separati, con in evidenza le minuscole lenti
dei gruppi centrali; sul cannotto posteriore è presente soltanto la scritta
"made in Japan" ma nessun riferimento che permetta di accoppiarlo a
quello anteriore, facilmente riconoscibile (problema molto relativo: chi
avrà mai avuto in mano tutta la gamma SW smontata simultaneamente?)
il Nikkor SW ha uno spazio retrofocale posteriore (dalla battuta dell'otturatore
al piano pellicola)
di circa 52,8mm: per un impiego conveniente richiede l'adozione di un
soffietto grandangolare
a sacco e (come in questo caso) di una piastra rientrante da 30mm
una vista di profilo sulla piastra rientrante conferma le ridotte dimensioni
del Nikkor SW 75mm f/4,5 e la netta differenziazione dal corpulento Biogon
Nell'uso pratico quest'obiettivo si comporta molto bene: i colori sono puliti e
saturi,
le ombre prive di flare, la distorsione inavvertibile e la vignettatura
accettabile; le
sue dimensioni ridotte lo rendono molto pratico abbinandolo ad apparecchi
compatti,
sui quali l'elevata luminosità massima agevola molto nelle operazioni di messa
a fuoco
e composizione mentre dimensioni generali e peso contenuti permettono di portare
a spalla l'apparecchio anche per lunghi tratti, procedura molto impegnativa col
Biogon;
si tratta di un obiettivo molto moderno ed apprezzato che tuttora spunta prezzi
di rilievo
sul mercato dell'usato (nonostante l'ovvio ridimensionamento generale del
settore grandi
formati) anche grazie alla sua copertura ancora di prim'ordine dopo tanti anni;
in particolare,
i 200mm
consentiti ad f/16 coprirebbero (senza brandeggi) anche un formato 120x165mm;
estendendo la valutazione, tutta la gamma dei Nikkor su otturatore per grande formato sfiora
l'eccellenza ottica e meccanica e sul nostro mercato ha pagato solo per la grande
affermazione
di immagine e commerciale di altri marchi (Schneider in primis) ma non certo per
gap tecnici
di qualsiasi natura, ed oggi è un simpatico contrappasso vederli spuntare prezzi superiori
a quelli dei "classici" tedeschi...
MARCOMETER
UN BIOGON 75 DOPO UNA DIETA DIMAGRANTE
DA PAURA,
CON COPERTURA AUMENTATA E LIVREA FUTURISTA:
ECCO
COME APPARVE IL NIKKOR SW AL SUO ESORDIO,
E SONO
CARATTERISTICHE TUTTORA VALIDE, COME CONFERMATO
DALLA RICERCA AFFANNOSA DI CUI E' OGGETTO
CONTATTO
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