NIKKOR-N 5cm f/1,1:
DENTRO I SEGRETI DEL CELEBRE SUPERLUMINOSO
PER NIKON A TELEMETRO
29/05/2007
(UPDATED 15/01/2011)
Il Nikkor-N 5cm f/1,1 è uno dei più famosi, rari e ricercati
obiettivi a corredo delle Nikon S a telemetro, sul quale
sono stati versati fiumi di inchiostro e che tutti gli appassionati ben
conoscono in tutte le sue versioni: baionetta interna,
baionetta esterna, vite 39x1 e via discorrendo, così come sono a conoscenza del
suo incredibile paraluce dalle dimensioni
spropositate e dei grattacapi causati dal suo enorme e delicatissimo diaframma,
le cui lamelle - col tempo - tendono ad
incollarsi, danneggiandosi al primo utilizzo; in questa sede non intendo
rivangare informazioni risapute bensì entrare nei
segreti più intimi del suo gruppo ottico, presentando in anteprima le
caratteristiche dei vetri e soprattutto le scelte prioritarie
di progetto che permisero, nel lontano 1956, di concepire un obiettivo
straordinario per luminosità ma soprattutto per
resa ottica, decisamente superiore a qualsiasi rivale del tempo ed anche
successivo, entro certi limiti.
Il Nikkor-N 5cm f/1,1 fu progettato dal Dr. Saburo
Murakami-San, ed i suoi calcoli definitivi vennero presentati
nell'Aprile 1956; l'obiettivo si basa su un tipo Gauss chiaramente ispirato ai
mitici progetti di Horace Lee risalenti
agli anni '30, in special modo per quanto riguarda le due lenti posteriori
spaziate, che in questo caso prevedono
un'ulteriore complicazione rappresentata dallo sdoppiamento dell'ultimo elemento
in un doppietto collato costituito
da lenti sottilissime, la cui lavorazione - all'epoca - era al limite del
fattibile e comportava numerosi scarti ed estreme
difficoltà per le maestranze, un primato tecnologico giustamente sottolineato
dalla Nippon Kogaku.
L'obiettivo adottava tre vetri ad alto contenuto di ossido di
lantanio, caratterizzati da un ottimo rapporto fra alta rifrazione
(quasi 1,72) e bassa dispersione (numero di Abbe 47,9); in realtà all'epoca la
Kodak di Rochester, all'avanguardia nella
progettazione di vetri speciali, poteva contare su mescole con valori molto più
spinti, ma per il resto dei "mortali" queste
erano le colonne d'Ercole contro cui s'infrangeva la fantasia dei progettisti;
Murakami postulò che per ridurre il coma e
l'astigmatismo in un obiettivo così luminoso fosse necessario che:
A) l'indice di
rifrazione della terza lente fosse superiore ad 1,69
B) il numero di Abbe
della stessa lente fosse compreso fra 40 e 55
C) l'indice di
rifrazione della terza lente fosse superiore a quello della quarta
D) la focale della
superficie r5 fosse compresa fra 0,45 e 0,60 volte la focale complessiva del
sistema
E) la focale della
superficie r7 fosse compresa fra 0,25 e 0,40 volte la focale complessiva del
sistema
per un'ulteriore riduzione del coma,
ovviamente critico in un obiettivo f/1,1, il progettista prevedeva anche che:
F) l'indice di
rifrazione della sesta lente fosse superiore ad 1,70
G) il numero di Abbe
della stessa lente fosse compreso fra 37 e 55
H) l'indice di
rifrazione della sesta lente fosse superiore a quello della quinta
I) la focale della
superficie r8 fosse compresa fra 0,45 e 0,50 volte la focale complessiva del
sistema
L) la focale della
superficie r10 fosse compresa fra 0,50 e 0,65 volte la focale complessiva del
sistema
infine, per ridurre la curvatura di
campo, Murakami predispose che:
M) la lente d'aria D7
avesse una lunghezza compresa fra 0,20 e 0,35 volte la lunghezza focale
complessiva del sistema
Questo schema aggiornato riporta tutti i parametri di
progetto: tipo e versione dei vetri,
rifrazione e dispersione di ciascuno di essi, raggi di curvatura, spessori e
spazi sull'asse
e potere diottrico dei 6 gruppi di lenti principali; il vetro al Lantanio
utilizzato negli elementi
L3, L6 ed L7 corrisponde al tipo LaF3, mentre il vetro utilizzato per l'elemento
L4
(la seconda lente del doppietto collato anteriore) è un Flint particolare,
additivato con
ossido di Titanio, presente in tale configurazione nei cataloghi giapponesi Hoya
ed Ohara.
Nello schema si può notare un particolare che discuteremo meglio in seguito:
l'iride del
diaframma non si chiude in piano ma su una giacitura emisferica, un profilo che
non è
imposto direttamente dallo schema ottico; tale posizionamento assolutamente
insolito
viene obbligato dalle stesse guide del diaframma, la cui uscita presenta già un
angolo
incidente, e le singole, sottilissime lamelle venivano incurvate in fase di
produzione.
L'obiettivo non fu prodotto in serie
rilevanti ma la fama della sua qualità è sempre stata confermata dagli utenti;
si tratta
infatti di un difficilissimo ma felice compromesso fra luminosità altissima ed
ottima soppressione delle aberrazioni, davvero
un risultato pregevole per il 1956 che colloca il Nikkor-N f/1,1 fra le migliori
realizzazioni ottiche della storia, come
confermato anche dai diagrammi che seguono.
i complessi light pencils che attraversano l'ardito schema del
Nikkor f/1,1, un progetto
veramente all'avanguardia per i suoi tempi
anche lo spot-diagram sul campo alle varie frequenze dello
spettro evidenzia
un elevato grado di correzione
eccezionale il comportamento sulle aberrazioni trasversali,
corrette in modo egregio
e del tutto inaspettato in un superluminoso anni '50
l'astigmatismo è nella norma, così come il focus shift per
aberrazione
cromatica, certamente superiore a quella di un moderno 50mm ma occorre
considerare le limitazioni sui vetri del tempo, che non consentivano
per indici di rifrazione elevati una dispersione ridotta come si verifica
per le versioni moderne
un prezzo da pagare per lo stato di correzione riguarda la
distorsione, spinta fino
alla soglia del 4% e quindi certamente visibile, ma anche i moderni
superluminosi
non brillano al riguardo, ed il sacrificio di questo parametro è prassi comune
per contenere altre aberrazioni più significative per la resa d'immagine in
senso
stretto
L'obiettivo è stato costruito dal 1956 al 1958 in
configurazione con baionetta interna ed in
attacco a vite 39x1 destinato alle Leica (circa 1.200 pezzi a baionetta e circa
300 pezzi a vite,
partendo dalla matricola 121000), cui seguì la versione con baionetta esterna,
più aggraziata,
realizzata dal 1958 in circa 1.800 esemplari, partendo dalla matricola 140700;
la precauzione
di adottare la baionetta esterna per ridurre il rischio di danneggiare il
bocchettone dell'apparecchio
appare forse eccessiva: le due versioni pesano rispettivamente circa 350g e
circa 400g, un peso
sicuramente ragionevole; entrambi i modelli focheggiano fino a 0,91m (3 feet), richiedono
un filtro
da 62mm (palesando dunque dimensioni abbastanza contenute) ed il loro famoso
diaframma
chiude da f/1,1 ad f/22, una vera "maratona" verso aperture forse
inutilmente ridotte, visto la
specializzazione dell'ottica per l'available light, che contribuisce ai noti
problemi meccanici
all'iride.
Un advertising giapponese del 1956 che reclamizza il neonato
Nikkor-N 5cm f/1,1, ovviamente ancora con baionetta interna.
Un'altra inserzione pubblicitaria giapponese mostra un
Nikkor-N 5cm f/1,1 di preserie,
con l'indicazione -C (coated) e la matricola 119964, antecedente alla produzione
di
serie; in calce ho inserito alcuni schemi estratti da un catalogo posteriore che
illustrano
un Nikkor-N 5cm f/1,1 secondo tipo, con baionetta esterna.
Il Nikkor-N 5cm f/1,1 era un obiettivo ambito da tutti ma
destinato a fotoamatori
abbienti: in questo listino prezzi risalente al 1961 ho messo in evidenza come
tale
obiettivo costasse più del doppio rispetto al luminoso normale 58mm f/1,4 per
Nikor F, mentre il classico ed apprezzato 5cm f/2 per telemetro era disponibile
a meno di un terzo dei 55.000 Yen richiesti per il modello f/1,1 !
Quest'obiettivo è stato prodotto quasi esclusivamente con
scala delle distanze graduata in feet;
le immagini che seguono illustrano due rarissimi esemplari di Nikkor-N 5cm f/1,1
baionetta
esterna equipaggiati entrambi con scala in metri; mi scuso per la modesta
qualità delle immagini
stesse, scattate con mezzi di fortuna direttamente sul banco di vendita, in luce
ambiente.
Queste due immagini, il cui protagonista è un 5cm f/1,1
baionetta esterna costruito
attorno al migliaio di unità su un complessivo di 1.800, mettono in bella
evidenza
il famigerato diaframma, composto da 12 lamelle molto lunghe, con profilo
tormentato,
sottili (circa 0,0012", più o meno 3/100mm) ed incurvate all'origine per
assecondare
il profilo visibilmente concavo assunto dall'iride in posizione di chiusura; non
sono in grado
di spiegare le ragioni di una scelta così insolita (la lente d'aria fra i due
menischi collati
consente l'adozione di un iride convenzionale): forse si può ipotizzare la
necessità che
l'iride intercetti i light pencils su un piano parabolico, ma nel progetto
originale di Murakami
non si fa cenno a questo dettaglio; le lamelle, una volta smontate, appaiono
già leggermente
incurvate all'origine, e proprio l'intensa frizione imposta da questo profilo
aggrava i problemi
di incollaggio fra le lamelle stesse, una volta che i lubrificanti dell'elicoide
si siano separati
spargendo materiale sulle lamelle: se l'iride rimane chiuso e non operativo a
lungo, i lubrificanti
interposti fra le lamelle fortemente pressate le une contro le altre si
comportano come un
adesivo, ed al successivo, ignaro azionamento le lamelle si accartocciano
irrimediabilmente;
da molti anni si è tentato di riprodurle, ma alla base presentano un pivot
inserito ad interferenza
il cui montaggio è sempre risultato una difficoltà insormontabile;
incidentalmente, pare che
nelle ultime serie lo spessore delle lamelle sia stato ulteriormente ridotto.
In questo caso, l'esperto proprietario ha provveduto a smontare l'obiettivo,
ripristinare i lubrificanti
esausti degli elicoidi e sgrassare completamente le lamelle del diaframma,
facendole lavorare a secco:
è l'unico modo per garantire un funzionamento corretto e senza brutte sorprese,
ed infatti le due ghiere
garantivano un azionamento morbido e piacevole.
Il Nikkor-N 5cm f/1,1 a baionetta esterna presenta una
montatura molto
più armoniosa e gradevole rispetto al modello precedente.
Gli impressionanti dati di targa; l'acronimo -N indica le 9 lenti dello schema.
Due esemplari di Nikkor-N 5cm f/1,1 baionetta esterna,
differenziati
da circa 530 unità sulle relative matricole: entrambi questi esemplari
presentano la scala in metri e sono estremamente rari; notate il classico
antiriflessi di vecchia generazione, con la classica iridescenza giallastra.
I due obiettivi di profilo palesano la scala di messa a fuoco graduata in metri.
Un dettaglio della scala; l'indice per l'infrarosso è appena
oltre il riferimento di iperfocale
dell'apertura f/5,6.
In definitiva si tratta di un progetto molto avanzato e
particolarmente indovinato e costituisce
un esempio più unico che raro di superluminoso anni '50 dalla resa ottica
soddisfacente;
considerando anche la sua oggettiva rarità non esito a collocarlo fra i pezzi
più interessanti
nella storia dell'ottica fotografica; concludo con una preghiera rivolta ai
fortunatissimi
possessori: se il diaframma "lega" e la relativa ghiera fa resistenza,
NON FORZATE assolutamente
nel tentativo di sbloccare tutto ma rivolgetevi direttamente al riparatore! Le
lamelle del diaframma
sono lunghe, con profilo complesso ed hanno un minuscolo pivot inserito a forza,
e nemmeno
le eccellenti tornerie metalmeccaniche nella zona di Maranello (indotto Ferrari...)
si sono dichiarate
in grado di riprodurle; seguite il consiglio e mi ringrazierete...
(Io invece ringrazio l'amico Mario Muraro, famoso rivenditore
Nikon con base a Solignano Nuovo,
Modena, per la gentile disponibilità degli obiettivi, nonchè il Prof. Vicent
Cabo per aver disegnato
lo schema ottico dell'obiettivo)
IL MARCOMETRO
CALCOLO ISPIRATO E DALLA RESA
NOTEVOLE, OGGI E' UN PREGIATO
PEZZO DA COLLEZIONE E RAPPRESENTA
UN CASO NON COMUNE DI LEADERSHIP
NIPPON KOGAKU NELLE FOCALI NORMALI
CONTATTO ARTICOLI TECNICI FOTOGRAFICI