NIKON NIKKOR 300mm f/2:
DIETRO LE QUINTE DEL CELEBRE CANNONE
DI KIYOSHI HAYASHI
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Quando nel 1981 fu presentato
l'incredibile Nikkor AiS 300mm f/2, la Nippon Kogaku stava rapidamente
rientrando nei ranghi, recuperando gran parte del terreno soffiatole dalla
rivale Canon nei settori professionali
dello sport e della cronaca, dove i cannoni bianchi dal filetto rosso
spopolavano; Nikon infatti si era impegnata
a fondo, mettendo in batteria una invidiabile serie di tele e super tele
luminosi ED, ed il 300mm f/2 era la
ciliegina sulla torta dell'orgoglio ritrovato; il progetto globale di quest'obiettivo
comprende anche il calcolo
dell'altrettanto notevole Nikkor AiS 400mm f/2,8 IF-ED ed entrambi gli obiettivi
furono computati dal Dr.
Kiyoshi Hayashi, un esperto del settore che aveva già al suo attivo la
collaborazione nel progetto del Nikkor
200mm f/2 IF-ED; il principio informatore della realizzazione prevedeva il
progetto di un teleobiettivo
estremamente luminoso per riprese di sport indoor, a luce ambiente e senza
l'ausilio del flash, prevedendo
un utilizzo frequente alla massima apertura f/2 (dove comunque la qualità
doveva essere professionale) e
soprattutto alle minime distanze di messa a fuoco, visto l'impiego in spazi
ristretti.
Per mantenere un'elevata qualità ad f/2
alle distanze minime, il Dr. Hayashi ha studiato un sistema di lenti
flottanti più avanzato rispetto a quello già adottato sul Nikkor 200mm f/2
ID-ED, il cui gruppo mobile
era molto complesso da realizzare ed alla distanza minima di messa a fuoco (cui
corrispondeva peraltro
un incremento di focale a ben 250mm) non garantiva il mantenimento della
qualità di infinito; naturalmente
un'altra priorità in un tele così estremo fu data al controllo
dell'aberrazione cromatica, messo in atto non
soltanto con l'adozione di tre elementi anteriori di grosso diametro ricavati in
vetro ED (vD= 82,3) ma
utilizzando nei gruppi posteriori ben tre doppietti acromatici: il primo - di
struttura classica - abbina un vetro
ad alta rifrazione/alta dispersione con un secondo a rifrazione/dispersione
inferiore, mentre gli ultimi due,
all'estremità posteriore dello schema, adottano vetri dalla rifrazione molto
simile (rispettivamente
nD= 1,68893 - 1,69350 ed nD= 1,69895 - 1,69680) con caratteristiche di
dispersione differenti,
superiore nel primo elemento ed inferiore nel secondo (rispettivamente vD= 31,1
- 53,8 e vD= 30,1-55,6),
una moderna procedura adottata per il controllo finale dell'aberrazione
cromatica senza influenzare
troppo le altre aberrazioni col potere diottrico del vetro; il diaframma era a 9
lamelle, quasi circolare.
una foto per mille parole: il mostruoso Nikkor 300mm f/2 IF-ED
fa letteralmente
scomparire dietro al sua mole l'ammiraglia Nikon F3
L'obiettivo fu presentato nel 1981 in montatura Ai, priva di
filtro neutro anteriore in posizione fissa, e con filettatura
per montare enormi filtri a vite; l'obiettivo focheggiava fino a 4m, disponeva
di ghiera del diaframma scalata da f/2 ad
f/16 con forcella per corpi non-Ai, di un ampio paraluce telescopico incorporato
con blocco di fermo, di un robusto
collare rotante per applicarlo al treppiede e di un sistema di pre-settaggio di
una particolare distanza di messa a fuoco;
il barilotto era lungo 33cm ed il diametro massimo, in coincidenza del paraluce,
raggiungeva i 18,3cm, con lenti anteriori
da circa 160mm ! Al paraluce estensibile era aggiunta in dotazione una prolunga,
definita Nikon HE-1, che rendeva
l'estetica ancora più impressionante; nel 1984, in concomitanza con le
Olimpiadi di Los Angeles, (tuttavia l'obiettivo
in questa configurazione rinnovata era già stato rivelato a Giugno 1983) fu
presentata la nuova versione in montatura
AiS, caratterizzata da un filtro neutro anteriore in posizione fissa e dal
cassetto porta-filtri posteriore, ad inserimento,
per filtri da 52mm; in entrambe le versioni (prodotte su richiesta) l'obiettivo
era fornito con uno speciale moltiplicatore
di focale definito TC-14C, simile al TC-14B ma caratterizzato da lenti di
diametro maggiore, per intercettare adeguatamente
l'enorme pupilla di uscita dell'ottica; abbinandolo all'obiettivo si otteneva un
420mm f/2,8, asseritamente di alta qualità
dal momento che il TC-14C era stato progettato appositamente per l'obiettivo;
l'amico Mario Muraro, grande esperto
italiano di materiale Nikon, possedeva a suo tempo un TC-14C, stranamente
spaiato, e mi informava che montandolo
su 300mm meno luminosi, come l'AF-Nikkor 300mm /4 ED, sorprendentemente si
verificavano fringings di
aberrazione cromatica: probabilmente il particolare stato di correzione
cromatica del 300mm f/2, ottenuto anche
con l'adozione di tre doppietti, come visto, ha fatto si che anche il TC-14C
fosse calibrato specificamente.
L'obiettivo, oltre 7kg di avanzata tecnologia, garantiva
effettivamente prestazioni incredibili ed uno sfuocato
di entità e qualità quasi uniche, e proprio questo fu il motivo di una sua
sorprendente e romantica seconda vita:
i grandi cineasti di Hollywood misero gli occhi su questo campione, immaginando
la compressione prospettica
e lo sfuocato da infarto sui formati ridotti cinematografici, e cominciarono a
ricercare affannosamente ogni esemplare
per dirottarlo negli USA, modificarlo in montatura Arri e trasformarlo in
obiettivo cinematografico: ben presto
molti degli esemplari sul mercato andarono incontro a questa bizzarra sorte,
anche perchè ad Hollywood pagavano
il Nikkor 300mm f/2 IF-ED quasi il doppio del suo normale prezzo di mercato, il
che sta a dire 17-18 milioni di lire
contro i 10-11 milioni che si riuscivano a spuntare precedentemente....
lo schema ottico dell'impressionante Nikkor 300mm f/2 IF-ED,
che adotta tre lenti da quasi 160mm
in vetro ED proprietario (vD= 82,3), un elemento a dispersione ridotta (in
colore arancio) e tre doppietti
acromatici, due dei quali realizzati con vetri che differiscono pochissimo per
rifrazione ed in modo deciso
per dispersione: un autentico tour de force per minimizzare l'aberrazione
cromatica; la messa a fuoco è
attuata dal gruppo di lenti segnalato dalla freccia; sono indicati anche i due
filtri applicati alla versione AiS,
l'anteriore fisso ed il posteriore (come para-polvere) a cassetto da 52mm
i diagrammi originali derivati dal progetto del 300mm f/2: il
documento prevedeva quattro
opzioni da 300mm f/2 e due opzioni da 400mm f/2,8, una delle quali entrò in
produzione
come Nikkor 400mm f/2,8 IF-ED; il 300mm f/2 di produzione si riferisce al quarto
ed
ultimo prototipo di quella focale; i diagrammi presentano un quadro completo ad
infinito
ed alla distanza minima di 4m, con un ridotto degrado che conferma il
conseguimento
dell'obiettivo primario di progetto; lo spostamento di fuoco in asse fra la
d-line e la g-line
è di circa 80-90nm ad infinito e circa 130-140nm a 4 metri di distanza, una
correzione
molto buona, anche se la differente giacitura delle calotte sagittale e
tangenziale verso
i bordi evidenza un leggero astigmatismo ed un leggero residuo di aberrazione
cromatica
laterale, il tutto comunque nel contenuto, considerando le incredibili
caratteristiche di targa...
Il Nikkor 300mm f/2 IF-ED, sia nella versione Ai che AiS, è
stato praticamente prodotto sempre
su ordinazione, ed è stato realizzato in un numero davvero esiguo di esemplari,
imprecisato per
gli Ai e limitato ad alcune centinaia per gli AiS, in un ambito di matricole
comprese fra circa
182.100 e 182.600; si è sempre trattato di un obiettivo-immagine, creato più
per rinsaldare
il buon nome professionale della Nippon Kogaku che per conseguire vendite
apprezzabili, e
la diaspora degli esemplari disponibili verso la montatura cinematografica lo
rendono un
obiettivo rarissimo, oltre che quasi inutilizzabile in pratica, dall'alto dei
suoi 7.100g di massa...
Evidentemente la promozione del marchio nei settori della foto
sportiva-giornalistica ha
convinto i signor-no del marketing a mettere in produzione questo mostro, che se
non è
stato un successo commerciale, come prevedibile, almeno ha portato nel mondo
reale
uno dei molti sogni che affollano il geniale cervello dei progettisti!
IL MARCOMETRO
TUTTO IPER, COMPRESI PESO E
PREZZO, DAVVERO DISCUTIBILI
NON SI SA A CHI SERVISSE, MA HA
PORTATO UNO SCAMPOLO
DI SOGNO NEL MONDO REALE
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