GLI APPARECCHI
FOTOGRAFICI E CINEMATOGRAFICI
MONTATI SUL PRIMO STADIO DEL VETTORE SATURN
V
UTILIZZATO DALLA NASA NELLE MISSIONI SPAZIALI APOLLO
ABSTRACT
A brief description of video and cine cameras mounted on the first stage
of NASA
Saturn V missile involved into Apollo space missions, with drawings from the
1968
NASA Saturn V original flight manual
18/01/2008
Si tratta di un argomento intrigante con cui cerco di "spezzare" il
ritmo e stuzzicare l'interesse;
tutti conoscono gli equipaggiamenti di missione utilizzati dagli astronauti
dell'Apollo nei voli
precedenti all'allunaggio umano, nel corso dei quali le attrezzature
fotografiche (ivi compreso
anche un bel 500mm per Hasselblad) erano destinate principalmente alla
ricognizione fotografica
della superficie lunare al fine di mappare ed individuare le zone favorevoli
allo sbarco; ben pochi
conoscono invece le attrezzature video e cinematografiche "di
servizio" collocate sul primo stadio
dell'immenso vettore Saturn V, un gioiello da 110,6 metri trabordante della
migliore tecnologia
disponibile; queste apparecchiature erano predisposte per documentare il
corretto svuotamento
degli enormi serbatoi di combustibile ed il perfetto distacco del primo stadio
al termine della sua
brevissima vita utile (151 secondi in cui bruciava oltre 2.000 tonnellate di
propellente...); le
speciali cineprese analogiche ( caricati a Kodak Ektachrome MS a 64 ASA))
venivano eiettate
automaticamente al distacco del primo stadio, ed essendo dotati di luci
stroboscopiche e di un
trasmettitore radio venivano recuperate, ottenendo così una documentazione sul
corretto
funzionamento dei vari dispositivi, mentre apposite videocamere trasmettevano
"in diretta" un
ampio ventaglio di vedute interne dello stesso stadio.
Il vettore Saturn V è l'ultima evoluzione di un razzo multistadio il cui primo
"release" vide la luce
all'inizio del 1961, un segno tangibile di risposta all'accelerazione imposta
alle imprese aerospaziali
dal presidente J. F. Kennedy ed alla conseguente presentazione del progetto
Apollo avvenuta
a metà dell'anno precedente; naturalmente un vettore così avveniristico non
nasceva senza
fondamenta, dal momento che la sua tecnologia si basa sui famigerati razzi
"V" progettati da Werner
von Braun in tempo di guerra per le forze armate naziste; von Braun se la vide
brutta nei "giorni
di nessuno" susseguenti alla resa totale della Germania, e fu
fortunosamente recuperato dagli
americani dell'Operation Paperclip, con i quali fu immortalato sorridente e
felice per lo scampato
pericolo (sia pure con un braccio ferito al collo...); gli americani erano
estremamente interessati
alla tecnologia tedesca nel settore missilistico, sia per quanto concerne i
carburanti speciali (uno
dei settori in cui i nazisti erano avanti anni luce) che per l'ingegnerizzazione
complessiva, e misero
rapidamente von Braun "sotto contratto", dal momento che al termine
della guerra egli stava già
lavorando ad un prototipo "V9" a tre stadi in grado di portare nello
spazio profondo un modulo
con un certo carico a bordo: era l'anticamera delle missioni spaziali!
Quelli che seguono sono schemi e descrizioni delle speciali
cineprese e telecamere montate sull'anello
sommitale del 1° stadio del Saturn V al termine del suo sviluppo, subito prima
del man landing del 1969,
ricavate dal suo flight manual originale del 1968; le cineprese 16mm erano così
differenziate: due
esemplari erano accoppiati in sincrono - fotogramma per fotogramma - a speciali
luci stroboscopiche
molto potenti ed inquadravano l'interno dei serbatoi attraverso finestre in
Quarzo ed una serie di
fibre ottiche; un modello con 65° di campo inquadrava la porzione inferiore del
serbatoio di ossidante
mentre un'altra versione estremamente grandangolare (ben 160°) copriva la parte
superiore; questi
due apparecchi erano attivati da terra circa 55" dopo il lancio.
Due ulteriori cineprese 16mm
ad alta velocità (100 fotogrammi al secondo) riprendevano le fasi di sgancio
del primo stadio,
attivandosi due secondi prima del distacco ed interrompendo l'azione a
separazione confermata;
come accennato, al momento dello sgancio del primo stadio un getto
pressurizzato di Azoto
eiettava le cineprese che venivano successivamente recuperate a terra.
Le riprese video all'interno del primo stadio erano caratterizzate da
altrettanta sofisticazione:
venivano infatti generate due vedute diametralmente contrapposte ad ampio angolo
panoramico,
ciascuna delle quali create da due obiettivi orientati a 90°, per un totale di
quattro obiettivi,
ciascuno costituito da dodici elementi a fuoco fisso, con 60° di angolo di
campo e diaframmi
di Waterhouse ad inserimento calibrati fra f/2 ed f/22; gli obiettivi erano
protetti da un disco
circolare in Quarzo di ampio diametro (l'ottica ne intercettava solo una parte),
messo in rotazione
da un motore contro un materiale d'attrito che provvedeva a ripulire il Quarzo
dai depositi,
ed i residui così rimossi venivano eliminati da un getto di Azoto liquido, che
provvedeva anche
a raffreddare il tutto; le immagini abbinate di due obiettivi venivano
convogliate da fibre ottiche
(che riducevano del 70% la trasmissione luminosa) fino ad un raccordo a
"T", dove un
ulteriore obiettivo a 14 lenti provvedeva ad accoppiare in linea i due
fotogrammi, ripresi
poi da una telecamera il cui segnale veniva sia registrato che trasmesso in
diretta; due complessi
di questo genere coprivano a 360° tutto il campo disponibile.
il manuale di volo del vettore Saturn V, versione Novembre 1968, destinato dalla
NASA
all'equipaggio per impratichirsi sulle sue caratteristiche e procedure
la posizione sul primo stadio della coppia di cineprese
stroboscopiche (per il controllo
del serbatoio di LOX) e della coppia di apparecchi ad alta velocità destinati a
documentare il distacco dello stadio stesso in fase di volo
una schematizzazione del dispositivo video: due obiettivi (protetti da vetri in
quarzo puliti
e raffreddati automaticamente) rimandavano due vedute contigue tramite fibre
ottiche ad
un raccordo nodale dove venivano abbinate in linea da un ulteriore sistema
ottico, riprese
da una telecamera, videoregistrate e trasmesse a terra: niente male per l'epoca!
questo schema mostra gli angoli di campo ed i relativi abbinamenti dei quattro
obiettivi destinati alla sorveglianza video all'interno del primo stadio
Tornando al vettore Saturn V, vorrei spendere due parole sul
suo ideatore, Werner von Braun,
e sulla rapidissima ascesa del suo astro negli States...
Infatti, il "criminale di guerra" von Braun (padre
delle V1 e V2 che seminarono terrore e morte dai cieli,
anche se in misura minore alla loro leggenda), anzichè finire in gattabuia in
qualche prigione alleata come
successo ad illustri colleghi (un nome? Ferdinand Porsche senior, tre anni
in Francia), non solo vide
cancellate con un colpo di spugna le sue responsabilità oggettive, ma grazie
alle sue avanzate e specifiche
conoscenze, ritenute indispensabili nella corsa strategica allo spazio
ingaggiata con l'Unione Sovietica, divenne
ben presto leader dell' Army's rocket development team, poi del riorganizzato
NASA Marshall Space Flight
Center, passando per un dottorato Honoris Causa nella patria natia e finendo in
bellezza on la cittadinanza
americana conferita nel 1963: insomma, pur capendo il valore strategico dei suoi
studi nella competizione
ingaggiata con l'URSS per la conquista dello spazio e del conseguente ruolo di
potenza leader, manca poco
che gli venisse conferita anche la medaglia del Congresso.... Personalmente non
dimentico chi e cosa è stato.
Werner von Braun a Peenemunde, quando progettava le
avveniristiche armi
naziste: chissà se col suo sguardo assorto stava intravedendo l'incredibile
"seconda
vita" che lo aspettava di lì a poco?