LEITZ  TELE-ELMAR-M  135mm f/4:

DUE  UTILIZZI  DAVVERO  INSOLITI

DELLA  SUA  TESTA  OTTICA  SVITABILE

03/11/2009

Nel corredo di obiettivi per apparecchi Leica LTM e Leica M, la focale 135mm ha realmente concretizzato un nuovo standard, trasformando questo tipo di ottiche nel teleobiettivo classico per antonomasia, idoneo all'uso in qualsiasi circostanza, e condizionando generazioni di utilizzatori del formato 35mm; in realtà, la scelta di una simile focale fu in qualche modo casuale, dal momento che i primi due 135mm messi a corredo ad inizio anni '30 (i modelli Elmar ed Hektor f/4,5) altri non erano che il nocciolo ottico di un obiettivo standard per il formato 9x12cm (135mm, appunto) riassemblato in un lungo barilotto per ottenere l'adeguato tiraggio; questa curiosa scelta di campo permise di realizzare rapidamente e senza particolari investimenti i teleobiettivi più lunghi ragionevolmente accoppiabili al telemetro Leica, col curioso effetto collaterale di sfruttare solo in minima parte (sull'asse) l'abbondante copertura dei gruppi ottici originali, in grado di proiettare una coniugata il cui diametro era circa tre volte e
mezzo superiore al necessario, un dettaglio che tornerà alla ribalta in seguito.

I due 135mm lanciati negli anni '30 furono protagonisti di una lunga carriera, ed
il più performante modello Hektor (più corretto riguardo all'aberrazione cromatica trasversale e dotato di adeguato potere analitico) sopravvisse a listino
fino alla soglia degli anni '60, quando venne sostituito dal ben più moderno Elmar 135mm f/4, progettato con l'ausilio di vetri moderni alle terre rare; in realtà, questo modello servì solamente come effimero elemento di transizione verso il moderno e definitivo 135mm del sistema M, il Tele-Elmar 135mm f/4 lanciato nel 1965 con codice 11851, basato su cinque lenti con due doppietti collati e dotato di gruppo ottico svitabile con attacco filettato a passo 39x1mm; tale obiettivo, entrato nel mito per le eccellenti prestazioni anche a tutta apertura, declinò nuovi ed intriganti canoni estetici che lo resero inconfondibile; nel 1993 fu oggetto di un profondo lifting che aggiornò la montatura ad un'estetica più intonata alle realizzazioni del tempo, guadagnando un efficace paraluce incorporato ma cedendo, per contro, l'interessante possibilità di smontare il gruppo ottico per sfruttarlo separatamente; questo modello rimase in produzione fino al 1998, anno in cui venne finalmente pensionato per lasciare il campo al modernissimo Apo-Telyt-M 135mm f/3,4, dotato di correzione apocromatica.

Dal momento che la possibilità di smontare la testa ottica costituisce il filo conduttore di questo pezzo, prenderemo in considerazione solamente la prima versione del Tele-Elmar 135mm f/4, contraddistinta dal codice interno 11851 e a sua volta connotata da due leggere varianti relative alla finitura della ghiera di messa a fuoco (a sbalzi godronati alternati o a listelli longitudinali paralleli).



foto 01 - Il classico Leitz Tele-Elmar 135mm f/4 tipo 11851 era caratterizzato da un'estetica snella ed inconfondibile; come in altri medio-tele Leitz dell'epoca, il modulo che comprendeva nocciolo ottico e diaframma era smontabile dalla montatura (potete notare la cifra "60" sgorbiata approssimativamente alla base
del modulo di lenti, cui corrisponde l'identico numero sulla ghiera di messa a fuoco del barilotto, sopra la scritta "feet", ad indicare la focale effettiva di 136,0mm ed il corretto accoppiamento di fabbrica fra le due parti); questo esemplare risale al primo anno di fabbricazione (il 1965) ed è caratterizzato dall'estetica originale con prese di forza dotate di sbalzi alternati in metallo godronato; i modelli degli anni '70, '80 e '90 beneficiarono di migliorie nel trattamento antiriflessi ma il gruppo ottico rimase invariato per tutti i 33 anni di produzione.

Ritornando al concetto di schema ottico in grado di coprire un formato superiore a quello richiesto dall'apparecchio di destinazione, quando analizzai la struttura del Tele-Elmar presi atto che si era passati da uno schema da "normale" tipo Elmar/Tessar o Hektor dei modelli precedenti ad un vero schema "tele", tuttavia
l'architettura di questo "tipo Sonnar" con doppietto collato anteriore non corrisponde allo schema tipico di un teleobiettivo da circa 18° (l'angolo di campo
standard di un 135mm sul formato 24x36mm) ma a quello di un teleobiettivo più moderato e dotato di angolo di campo superiore, intorno ai 30°; questa impressione riceve suffragio dall'analisi parallela del corto tele montato sulla famosa Tele-Rolleiflex biottica della Franke und Heidecke, il cui Sonnar da ripresa corrisponde sul 24x36mm alla copertura di un obiettivo da circa 72-73mm (32° di campo sulla diagonale): quest'obiettivo non condivide col Tele-Elmar Leitz solamente i dati di targa, ma il suo schema ottico è largamente sovrapponibile a quello dell'ottica per Leica, al punto che il Tele-Elmar appare
sicuramente ispirato a questo progetto Zeiss di Lange e Konschack approntato circa 6 anni prima; se consideriamo questi dati preliminari come parte di un'equazione, è lecito supporre che anche il 135mm f/4 Tele-Elmar, come l'omologo Sonnar appena descritto, sia in grado di coprire un formato decisamente superiore al 24x36mm, impedimenti meccanici permettendo...



foto 02 - il Tele-Elmar-M 135mm f/4 abbinato alla Tele-Rolleiflex TLR, il cui Sonnar 135mm f/4 da ripresa, in grado di coprire 32° ed impressionare un fotogramma 6x6cm, è strutturalmente identico all'obiettivo Leitz.




foto 03 - Gli schemi ottici affiancati confermano l'ipotesi che anche il Tele-Elmar
sia in realtà un corto-tele da 30-32° per un formato superiore, E NON un tele da 18° in grado di impressionare di misura il 24x36mm.

 





foto 04 - Questo schema illustra meglio il concetto: l'analisi preliminare dello schema ottico del 135mm f/4 Tele-Elmar-M preconizza un obiettivo da 135mm
dotato di una copertura angolare e di formato decisamente superiore al fotogramma di destinazione, ovvero 32° ed 80mm di diagonale anzichè 18°
e 43,2mm di diagonale.

 

 


foto 06 - L'analisi degli MTF originali evidenzia già ad f/5,6 (un trend probabilmente destinato a migliorare ad f/8) una notevole uniformità di resa fino ai bordi, un dettaglio che lascia intuire la possibilità di una riproduzione di buona qualità ben oltre i limiti del formato standard... Incidentalmente, gli MTF del
nuovo modello Apo-Telyt-M 135mm f/3,4 rivelano un miglioramento nel trasferimento di contrasto solamente marginale, pur trattandosi di un obiettivo assolutamente eccellente, e questo dettaglio sottolinea l'alto livello qualitativo raggiunto dal Tele-Elmar già nel 1965, soprattutto grazie ad una soppressione dell'aberrazione cromatica di livello praticamente APO.

Naturalmente non esistono al momento apparecchi fotografici Leica in grado eventualmente di verificare la superiore copertura di formato del Tele-Elmar; tuttavia, dal momento che la testa ottica di tale obiettivo è applicata al barilotto con un filetto standard LTM da 39x1mm, fin dai primi anni '90 provai a montarla sugli ingranditori nel ruolo inedito di obiettivo da stampa; non servì molto tempo per trovare conferma agli assunti teorici: il 135mm f/4 Tele-Elmar-M, chiuso ad f/8, copre di misura ma in modo efficace proprio il formato 6x6cm, come ipotizzato;vediamo il riscontro sul campo.

 

 

foto 06 - La testa ottica svitabile del Tele-Elmar-M tipo 11851 applicata ad una flangiatura standard per ingranditore con filettatura da 39x1mm; nella stessa
immagine troviamo due classiche realizzazioni tedesche (uno Schneider Componon-S ed un Rodenstock Apo-Rodagon) ed il celebre Leitz Focotar 50mm f/4,5 destinato agli ingranditori Focomat.

 


foto 07 - Il 50mm f/4,5 Leitz Focotar messo a raffronto con la testa ottica del 135mm f/4 Tele-Elmar-M; come potete notare, quest'ultima presenta un notevole sbalzo posteriore che, unitamente al ragguardevole tiraggio di questo gruppo ottico, richiedono il montaggio su ingranditori dotati di soffietto di messa a fuoco sufficientemente estensibile.

 

 


foto 08 - Il Tele-Elmar-M 135mm f/4 applicato alla testa di un ingranditore IFF Eurogon, in grado di coprire formati fino al 4x5" e dotato di colonna e soffietto caratterizzati da estensione adeguata; in questo caso il filtro rosso ad inserimento va ad urtare contro il gruppo ottico posteriore ed occorre utilizzare un filtro rosso supplementare, posizionandolo manualmente davanti alla testa ottica.

 



foto 09 - Il complesso dal "punto di vista" della carta da stampa: non capita tutti i giorni il lusso di venire "coperti" da un simile obiettivo...

 


foto 10 - Questo negativo 6x6cm (Hasselblad) è stato inserito fra i vetri del formato 4x5" (10x12cm), al centro della proiezione, applicando il corrispondente condensatore nella testa dell'ingranditore; com'è noto, il diametro della coniugata posteriore di ogni obiettivo è minimo col diaframma a tutta apertura ed aumenta chiudendo l'iride (con i grandangolari simmetrici la differenza può superare il 30%): per tale ragione ho proiettato l'immagine con il Tele-Elmar-M 135mm f/4
al diaframma tutto aperto, ma anche in questa condizione particolarmente sfavorevole la copertura sfruttabile arriva a lambire i bordi del formato 6x6cm!





foto 11 - A conferma di quanto sopra, ho proiettato una diapositiva 6x6cm fotografando la proiezione risultante alle aperture f/4, f/5,6 ed f/8: si può facilmente notare come l'alone di vignettatura che a piena apertura lambisce il formato si attenui progressivamente, garantendo ad f/8 (apertura ottimale per risoluzione e contrasto) una illuminazione piuttosto omogenea del formato 6x6cm.



foto 12 - In questo caso l'ingranditore è stato attrezzato con l'opportuno condensatore destinato al formato 6x6 - 6x9, confermando ad f/8 una copertura adeguatamente uniforme sull'intera immagine 6x6cm.


L' effetto collaterale di un'ottica così lunga abbinata ad un formato 6x6cm (le cui ottiche da stampa convenzionali hanno una focale di 80mm) consiste nella necessità di stampare l'immagine da un'altezza notevolmente superiore: ad esempio, per proiettare un classico 40x40cm (dal quale eventualmente ricavare un crop da 30x40cm), il negativo si trova ad una distanza dal piano di stampa di circa 1,35 metri (curiosamente, 10 volte la lunghezza focale del Tele-Elmar), un'altezza proibitiva per ingranditori meno che professionali...

 

foto 13 - Un'immagine eloquente: per proiettare un negativo Hasselblad al formato 40x40cm ho dovuto alzare la testa dell'IFF Eurogon fino a posizionare il piano del porta-negativi a ben 135cm da quello di stampa, con corollario di ovvie
difficoltà per regolare la messa a fuoco col focometro mentre si maneggia il relativo pomello da una simile distanza... E' il prezzo da pagare per usufruire di un'ottica da ingrandimento così anticonvenzionale.

 


foto 14 - Quest' immagine ha immortalato in negativo proiettato sul piano di stampa; la successiva inversione positivo-negativo mostra con maggiore chiarezza la distribuzione tonale ed evidenzia come ai bordi sia presente solamente un lievissimo residuo di vignettatura (evidenziata sulla copia positiva da un alleggerimento dell'immagine), solitamente compensata dalla caduta di luce ai bordi che in ogni caso affligge la maggioranza delle ottiche da ripresa; qualora si voglia sfruttare completamente il foglio di carta sensibile, rifilando l'immagine ad un formato rettangolare, tutto questo diviene ovviamente accademico.



foto 15 - Ho scattato questa fotografia nel 1994, utilizzando un'Hasselblad con Sonnar 150mm f/4 su T-MAX 100 @ 50 ISO sviluppata in Rodinal 1+50 per 12'; la stampa finale su Agfa Multicontrast Classic 118 FB formato 30x40cm eseguita due giorni fa con la testa ottica del Tele-Elmar-M 135mm f/4 chiuso ad f/8 ha garantito la copertura adeguata e l'illuminazione uniforme di un soggetto che più "in tema" non si può...

 

 

foto 16 - La Leitz Canada, nell'ambito delle forniture speciali per le Forze Armate degli Stati Uniti d'America, realizzò questo insolito e sconosciuto Elcan 128mm f/5,6 dedicato ai grandi formati su lastre piane (4x5"); curiosamente, nonostante la destinazione ad un paese che non utilizza misure metriche, la focale viene indicata in millimetri, per quanto corrisponda a 5" esatti... Si tratta di un altro obiettivo da ingrandimento Leitz in grado di stampare formati ben superiori a quello da sempre utilizzato nei suoi apparecchi fotografici.

(fotografia arsenal-photo.com)

 


Tornando ad applicazioni più prettamente fotografiche ed ortodosse, alzi la mano chi non ha mai rivolto pensieri sconvenienti all'accoppiata 135mm f/4 Tele-Elmar + Leica M, sovente causa di inopportuno nervosismo a cagione delle minuscole cornicette di campo (che rendono difficile una composizione di precisione) e di una messa a fuoco ormai ai limiti oggettivi della base telemetrica... Contestualmente, non si può negare che le moderne proposte giapponesi nell'high-end digitale garantiscano fulminea rapidità d'uso, dovizia di opzioni e sensori full-frame che forniscono files di qualità, il tutto a prezzi sostanzialmente abbordabili; grazie alla possibilità di smontare la testa ottica, il Tele-Elmar-M può impersonare un altro, intrigante trasformismo grazie ad un facile ed economico adattamento.


foto 17 - Grazie alla sempre benedetta filettatura di attacco LTM è possibile applicare la testa ottica del Tele-Elmar-M su soffietti di prolunga nati per la macrofotografia, trasformandolo in una sorta di obiettivo "bellows" da abbinare a moderni corpi digitali full-frame (come la Nikon D700 dell'illustrazione); i vantaggi? precisa messa a fuoco reflex fino a distanze ravvicinate, esatta percezione dell'inquadratura, esposizione automatica a priorità di diaframmi stop-down con lettura a matrice (grazie all'indicizzazione manuale dei metadati),
eccellente file garantito dal sensore 24x36mm, senza variazioni dell'angolo di campo originale, facile impiego del polarizzatore, etc. In questo caso è addirittura possibile visionare l'immagine in lite-view sul monitor posteriore, ingrandendo fortemente un settore a scelta per operare una messa a fuoco estremamente accurata; infine, l'elevato rapporto noise-to-gain consente di operare agevolmente anche ad ISO elevati, annullando le limitazioni imposte dalla ridotta apertura massima disponibile.


foto 18 - L'adattamento della testa ottica è piuttosto semplice e si mette in pratica utilizzando una coppia di anelli adattatori in cascata.




foto 19 - Per applicare la testa ottica al soffietto Nikon (il modello PB-6 o un altro equivalente, anche non originale) occorre un anello bi-filettato con passo 39x1mm all'interno e 42x1mm all'esterno; applicando questo adattatore al nocciolo ottico otterremo un filetto di servizio da 42x1 che ci consentirà di avvitarlo su un ulteriore anello adattatore da 42x1 a baionetta Nikon F, adottando un modello non previsto per la messa a fuoco ad infinito e quindi sprovvisto dell'apposita lente di campo, in questo caso inutile (nell'anello illustrato la lente di campo e la relativa montatura sono state segate via, rifinendo in nero opaco la zona interessata). Naturalmente risulta tutto più semplice facendo predisporre da qualche artigiano specializzato un singolo raccordo, dotato di filettatura LTM anteriore e baionetta Nikon F posteriore.

 

foto 20 - La testa ottica già dotata dell'adattatore per baionetta Nikon F, vista in dettaglio.


foto 21 - Il complesso a montaggio concluso (il corpo macchina dell'illustrazione è una Nikon F5 a pellicola, ma i corpi di riferimento sono le digitali full-frame della stessa casa); la messa a fuoco si mette in atto a diaframma completamente
aperto, sfruttando la cremagliera del soffietto ed eventualmente il lite-view a specchio alzato con l'immagine ingrandita; raggiunta la perfetta messa a fuoco si blocca il tiraggio del soffietto serrando l'apposito nottolino, si chiude il diaframma al valore prescelto e si può scattare, previa regolazione dell'apparecchio in automatismo a priorità di diaframma.


Che risultati possiamo aspettarci da una testa ottica del 1965, priva di multicoating, applicata ad una moderna Nikon D700? Il bizzarro accoppiamento, in effetti, pare funzionare piuttosto bene, e consente al pregevole gruppo ottico Leitz di esprimere tutto il suo potenziale; vediamo le immagini d'esempio che ho realizzato con questo complesso.



 

foto 22 - Il file RAW-NEF a 14 bit della Nikon D700 è materiale da leccarsi i baffi e permette al vetusto Tele-Elmar-M di mettere in evidenza le doti che tutti gli hanno sempre riconosciuto: innanzitutto, grazie ad una copertura abbondante, solo parzialmente sfruttata nella più corretta porzione centrale, l'immagine presenta una resa omogenea, brillante ed uniforme sull'intero fotogramma, con una rimarchevole brillantezza cromatica (considerando l'anzianità, l'antiriflessi di vecchia generazione e la primitiva passivazione dell'iride), un elevato contrasto ed una soddisfacente correzione dell'astigmatismo e della distorsione (quest'ultima praticamente inavvertibile), tutti parametri che si avvantaggiano dello sfruttamento sostanzialmente assiale di una proiezione ridondante.

Gli scatti che seguono saranno accompagnati da un crop al 100% del file per meglio evidenziare possibilità e limiti dell'obiettivo sul sensore Nikon FX.

 


foto 23 - Come confermano le testimonianze di generazioni d'utenti, al Tele-Elmar-M non serve una forte chiusura del diaframma per ottenere un elevato contrasto: in questo caso lo scatto è stato eseguito ad f/5,6; questa immagine e tutte quelle che seguono le ho ottenute lavorando a priorità di diaframma o in manuale, visualizzando la messa a fuoco in lite-view col massimo ingrandimento del dettaglio consentito dal corpo D700; sull'ottica era applicato un filtro skylight (un Nikon da 39mm destinato in origine al portafiltri posteriore dei supertele IF-ED) e per evitare riflessi parassiti ho sempre utilizzato il paraluce originale Leitz fornito in dotazione con quest'obiettivo.


foto 24 - Un dettaglio immortalato a coniugate ridotte ed apertura f/8; potete notare la piacevole resa materica di quest'obiettivo.

 

 

foto 25 - L'abbinamento ad un sensore dotato di elevata gamma dinamica consente immagini brillanti, con colori forti e puliti, senza tuttavia ottenere ombre tappate e sgradevoli, una re-interpretazione in chiave moderna di questo classico obiettivo, al di fuori dei suoi schemi usuali.



foto 26 - Nonostante l'apparente complessità dell'accrocchio, grazie alla facilità di messa a fuoco e composizione, la messa in opera è piuttosto veloce e non obbliga i soggetti umani ad attendere in posa oltre il lecito.



foto 27 - Grazie alle ampie possibilità di regolazione del soffietto PB-6, la testa ottica del Tele-Elmar-M 135mm f/4 può scendere fino ai limiti della tele-macrofotografia, riallacciandosi ad una certa tradizione Leitz (complessi per oftalmologia); la sua resa ottica, finora inesplorata
a coniugate così brevi, resta eccellente, anche se la ripresa a mano libera con una messa a fuoco così critica (in questo caso effettuata direttamente nel mirino reflex) e la necessità di chiudere manualmente il diaframma prima di scattare richiede una certa perizia e di mettere in conto una buona percentuale di immagini non perfettamente a fuoco a causa dei leggeri movimenti del corpo durante la regolazione dell'iride... In ogni caso, un medio-tele con possibilità di fuoco da infinito alla macro è sicuramente sfruttabile in numerose circostanze, come viene implicitamente confermato dalla serie di ottiche "bellows" di lunga focale prodotte qualche decina di anni fa (una su tutti, il Nikkor-Q 135mm f/4 per Nikon S ed F).



foto 28 - Questo soggetto ben si prestava per valutare la riproduzione dei colori, la correzione della distorsione e l'eventuale presenza di fringings nei passaggi chiaro-scuro ai bordi; prima di passare ai dettagli ingranditi possiamo senz'altro notare la pulizia dell'immagine, anche in questo caso propiziata dal mero sfruttamento della porzione più vicina all'asse di una proiezione eccedente le specifiche necessità.

 


foto 29 - Il senso di "pulizia" complessiva è confermato da questo dettaglio al 100% del file; nei casi in cui risulti troppo lento o macchinoso mettere a fuoco direttamente con la procedura lite-view si può sempre contare sull'efficace assistenza elettronica presente nel mirino della D700, sufficientemente selettiva da permettere una focheggiatura accurata anche con un tele.




foto 30 - Questo crop ritagliato ai bordi viene visualizzato al 300% del file (in pratica è come se stessimo osservando l'intera immagine su un monitor da 4,5 metri per 3 metri), permettendoci di appurare l'ottima correzione della distorsione e la virtuale assenza di fringings, con una correzione vicina a quella dei veri apocromatici; anche in questo caso è probabilmente determinante l'utilizzo della "bolla" centrale di una copertura effettiva pari a 6x6cm.

Per visualizzare il comportamento al variare delle aperture di diaframma ho ripreso un edificio sfruttando i valori f/4 - 5,6 - 8 - 11 e realizzando dei crop al 100% del file focalizzati sullo stesso settore.

 


foto 31 - Ecco l'immagine d'insieme dalla quale ho ricavato i crop al 100% che verranno proposti a seguire.

 

 

foto 32 - 33 - 34 - 35 - Questi dettagli confermano nuovamente che il Tele-elmar-M non richiede una forte diaframmazione per ottenere buoni risultati, e probabilmente le differenze divengono realmente avvertibili per l'utente comune solamente ai bordi o addirittura nel settore corrispondente alla copertura non sfruttata dal formato 24x36; viceversa, sul campo è arduo discriminare differenze, se non forse un lievissimo accenno di diffrazione ad f/11: si tratta quindi di un teleobiettivo che consente di sfruttare completamente le aperture disponibili dando la preferenza all'impiego di tempi di otturazione rapidi per scongiurare il micromosso.

In sintesi, il Leitz Tele-Elmar-M 135mm f/4 è un eccellente teleobiettivo per Leica M del recente passato, tuttora in grado di fornire grandi soddisfazioni al proprietario; le croniche difficoltà per ottenere un'esatta messa a fuoco e comporre di precisione l'immagine possono essere superate adattando il nocciolo ottico ad un soffietto da applicare ad un corpo macchina reflex di ultima generazione (ad esempio Nikon, oppure Canon, con l'aggiunta di un adattatore supplementare al soffietto PB-6), sfruttandolo sia in analogico con corpi macchina a pellicola sia in digitale grazie all'ampia offerta messa in campo dai brand nipponici; inoltre, preso atto che la sua copertura effettiva è largamente superiore al 24x36mm, è possibile sbrigliare la fantasia e predisporre altri utilizzi imprevisti, e la stampa di negativi 6x6cm o 6x4,5cm è solamente una delle opzioni possibili: un interessante ventaglio di possibilità che fanno risorgere a nuova vita un obiettivo troppo spesso, e a torto, abbandonato in scaffali ed armadi!

(Marco Cavina)

(testi, foto ed attrezzature di Marco Cavina, dove non altrimenti indicato; Elmar, Tele-Elmar, Hektor, Leitz, Leica, Sonnar e Tessar sono marchi registrati)



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