LO SCONOSCIUTO PROTOTIPO DI
ELMARIT-M 21mm f/2,8,
PARTE INTEGRANTE DEL PROGETTO ELMARIT-M 28mm f/2,8
1° TIPO, REALIZZATO NEL 1960
21/06/2007
L'Elmarit-M 28mm f/2,8 rappresentò il primo passo di Leitz
nel campo dei medi grandangolari moderni,
mettendo finalmente a disposizione dei clienti una luminosità massima adeguata
con resa ottica di tutto
rispetto, e di questo non c'è da meravigliarsi dal momento che l'ispirazione
concettuale di questo progetto
non retrofocus è chiaramente lo Zeiss Biogon di Ludwig Bertele; l'Elmarit-M
28mm f/2,8 primo tipo
(primo tedoforo di una saga articolata in cinque versioni complessive, riferito
alla data in cui scrivo) fu
commercializzato nel 1964, e dopo i primi, rarissimi esemplari assemblati a
Wetzlar, la produzione fu
dirottata in Canada, lasciando magari supporre che anche l'intero progetto
fosse opera dei matematici
di Midland, Walter Mandler in primo luogo: invece il calcolo è tedesco al 100%
ed è stato completato
da un pool costituito dai Dr. Otto Zimmermann, Heinz Marquandt, Herman Desch ed
Eugen Hermanni,
tutti impiegati alla Leitz di Wetzlar, che depositarono la richiesta di
registrazione all'ufficio brevetti tedesco
il 16 Aprile 1960 e presso l'omologo americano l'11 Aprile 1961.
Dalla chiusura del progetto (basato su tre prototipi) alla produzione
passarono circa quattro anni, durante
i quali lo schema dell'obiettivo fu sottoposto ad un'ulteriore evoluzione fine,
della quale non restano tracce riferibili
salvo il fatto che la versione definitiva presenta un doppietto collato dove
tutti i prototipi mostrano un elemento
singolo altamente rifrattivo; quello che rende assai interessante questo
progetto - in realtà - è la presenza di un
ulteriore prototipo, il quarto, caratterizzato da un angolo di campo spinto a
ben 90° e quindi riferito ad un
ipotetico Elmarit-M 21mm f/2,8, presentato con un anticipo di vent'anni sulla
data di effettiva commercializzazione
di un obiettivo Leica-M prodotto da Leitz e con identiche caratteristiche di
targa (ma schema ovviamente diverso)!
Probabilmente gli accordi in essere con la Schneider kreuznach
(relativi alla fornitura di focali 21mm di sua produzione)
suggerirono di soprassedere alla commercializzazione del 21mm progettato da
Leitz, continuando a sopportare fino a tutto il
1980 il degrado di immagine relativo ad una fornitura da terzi e certi problemi
ottici, in primis una vistosa vignettatura.
una pagina tratta dalla borchure delle ottiche Leica M anni
'60, con la
presentazione e le caratteristiche dell'Elmarit-M 28mm f/2,8, il primo
grandangolare medio moderno di Leitz; si noti l'ampio cannotto posteriore
che entrava profondamente nel corpo macchina (lo schema è tipicamente
non retrofocus, di ispirazione Zeiss Biogon), una protrusione poi ridotta
già a partire dalla seconda versione per esigenze di lettura TTL sui
corpi macchina esposimetrici, dalla M5 in poi; osservate la seconda e terza
lente, collate assieme: questa caratteristica rappresenta l'unica, ulteriore
evoluzione introdotta sul modello definitivo rispetto al prototipo n° 2
da cui deriva
il mio Elmarit-M 28mm f/2,8 1° tipo, completo di mirino
esterno coevo, tappi originali e paraluce: lo
acquistai tanti anni fa proprio perchè attratto dallo schema ottico
concettualmente così simile al tipo
Biogon di Bertele; attualmente è piuttosto raro, con quotazioni in ascesa
l'inedito schema ottico del primo prototipo, caratterizzato -
come il Biogon originale -
da due lenti anteriori spaziate ad aria (L'Elmarit di produzione prevede un
elemento singolo),
un espediente che serviva a correggere l'aberrazione sferica di ordine
superiore, permettendo
aperture elevate; questo progetto globale del 1960 si caratterizza per
l'utilizzo di un vetro ad
alta rifrazione-bassa dispersione realizzato da Leitz e presentato per la prima
volta nel progetto
del Summlux-M 50mm f/1,4 1° tipo (1957); questo vetro è caratterizzato da un
indice di
rifrazione nD= 1,79128 e di una dispersione (numero di Abbe) vD= 47,4, valori
decisamente
favorevoli; il fluor-krown acid glass della seconda lente aiuta a correggere
l'aberrazione cromatica
grazie alla sua dispersione ridotta (vD= 69,9)
il prototipo n° 2 è la versione da cui fu derivato il
modello di produzione, che presenta però lo
sdoppiamento della lente n° 2 in un doppietto collato
il terzo prototipo è quello più spinto ed è caratterizzato
dall'adozione di numerosi elementi
ad alta ed altissima rifrazione: infatti, oltre a due lenti ricavate dal già
citato vetro Leitz 791474,
troviamo un elemento con rifrazione 1,758, uno con rifrazione 1,801 ed un'altro
che si spinge
addirittura ad nD= 1,92771, un valore eccezionalmente elevato che paga con una
dispersione
altrettanto elevata (vD= 21,2); anche in questo caso la seconda lente è
monolitica e non sdoppiata
l'inedito schema del quarto prototipo, riferito ad un 21mm
f/2,8 e presentato 20 anni prima del famoso
Elmarit-M 21mm (1980); quest'obiettivo avrebbe permesso di soppiantare i
Super-Angulon forniti da
Schneider, garantendo anche una luminosità superiore, eccellente per l'epoca;
anche in questo schema
troviamo due elementi altamente rifrattivi in vetro Leitz 791474 oltre ad una
ulteriore lente in vetro con
nD= 1,801; si può notare che il numero di Abbe del vetro 791474 varia nei
diversi schemi, apparendo
talvolta come 47,0 o 47,2: non si tratta di un mio errore ma di una trascrizione
letterale dalla documentazione
del progetto originale, forse un errore di stampa. Curiosamente, questo schema -
nonostante l'angolo di
campo molto superiore - appare semplice e lineare: addirittura le prime due
lenti sono realizzate in
"vetro da finestre", il classico borosilicate krown glass!
dagli schemi ottici delle prime quattro versioni di Elmarit-M
28mm f/2,8 si può notare
come questo progetto abbia influenzato il calcolo di questa focale Leica M per
circa 25 anni
Le caratteristiche del moderno vetro progettato da Leitz ed
adottato in questo calcolo:
per ottenere il favorevole rapporto alta rifrazione/bassa dispersione, la sua
composizione
non prevede l'aggiunta del classico biossido di silicio, integralmente
sostituito da quasi il
50% di ossido di lantanio e da quote minori di ossido di boro, di cadmio, di
zirconio e
di tantalio
MARCOMETRO
UN PROGETTO DI SVOLTA, ISPIRATO
AL MITICO BIOGON E DECISAMENTE
CORRETTO PER L'EPOCA; LA PRESENZA DELLA
VERSIONE 21mm f/2,8 E' DA
CONSIDERARSI UNA GRANDISSIMA OCCASIONE PERDUTA
PER TRACCIARE
UNA LINEA NETTA FRA IL SISTEMA LEICA M
E LE ARREMBANTI REFLEX,
I CUI OBIETTIVI GRANDANGOLARI ERANO VITTIME
DELL'ADOLESCENZA
TECNOLOGICA DEL SETTORE