LEICA  I  SPIEGELVERKEHRTE  DEL  1925:

IPOTESI  DI  MODELLO  PER  MANCINI

CHE  NON  RAGGIUNSE  MAI  LA  SERIE


(16/05/2015)


Il modello Leica I fu la prima vera Leica realizzata in serie nella quale si erano superati gli empirismi sperimentali della serie 0 per dare vita ad un vero prodotto industriale, seppure realizzato con certosina cura artigianale; questo modello, introdotto nel 1925, fu effettivamente in produzione fino al 1936 (anche se la stragrande maggioranza degli esemplari venne assemblata entro il 1932) e passò attraverso importanti evoluzioni come la transizione da ottica fissa ad intercambiabile, prima con attacco non standardizzato (obiettivi specificamente messi a punto per un singolo corpo macchina) e poi standardizzato, comprendendo anche varianti che oggi sono rari pezzi da collezione come i modelli Luxus placcati oro e Compur, dotati di otturatore centrale,  cedendo infine il testimone alla Leica II del 1932, finalmente equipaggiata con telemetro incorporato, il modello che definì anche esteticamente gli stilemi che divennero leggendari.

Il rarissimo modello discusso in questa sede è stato portato alla mia attenzione dal caro amico Dr. Milos Paul Mladek di Wien, che ringrazio di cuore: si tratta di una Leica I della prima ora, assemblata nel 1925 e caratterizzata dai tipici elementi del modello: il "nickel hockey stick" sul frontale fissato con due viti,  il carter superiore con mirino Albada, slitta per accessori fissata con tre viti e assenza di telemetro,  l'otturatore evoluto (introdotto dopo la matricola 626) con tempi di posa Z, 20, 30, 40, 60, 100, 200, 500, il pulsante di scatto "mushroom", il contafotogrammi con lo "zero" ed il pomellino godronato della leva di sblocco per il riavvolgimento in finitura anodizzata (due dettagli introdotti dopo la matricola 400) e, naturalmente, l'ottica Leitz Elmax 5cm f/3,5 fissa e rifinita in nickel, tipica dei primi lotti.

La particolarità assoluta di questo esemplare, con matricola 725, sta nel fatto che si tratta di un modello Spiegelverkehrte, cioè riflesso specularmente rispetto alla versione standard; a conferma di ciò la matricola è completata dalla lettera L (n° 725L), probabilmente l'acronimo di "Links", sinistra in Tedesco, ad indicare un modello ideato per clienti mancini: l'attenzione a questa esigenza è sempre stata sentita in casa Leitz, e a tale proposito giova ricordare anche il particolare accessorio "adattatore di scatto per mancini" (per il quale non venne mai coniato in relativo codice a 5 lettere) che si applicava alla slitta sul tettuccio della Leica e, tramite leveraggi, trasferiva il cinematismo di scatto sul lato sinistro dell'apparecchio, agevolando appunto l'utenza mancina.

 

 

In questa immagine la speciale Leica I Spiegelverkehrte viene abbinata ad un esemplare standard prodotto l'anno successivo (1926), caratterizzato dalla matricola 2355 e, quindi, già equipaggiato con l'obiettivo denominato Elmar, introdotto stabilmente intorno alla matricola 1300. Come si può notare questo apparecchio risulta una edizione speculare del modello convenzionale, comprese le quattro viti laccate di fissaggio sulla vulcanite frontale; una evidente anomalia è costituita dal pomello di riavvolgimento di diametro ridotto e analogo a quello della Leica II (ma con freccia di riferimento per la direzione di rotazione invertita rispetto al modello standard). In alcuni casi non è stato possibile il montaggio speculare tout court, obbligando a modificare certi elementi, come lo hockey stick; anche la piastra con le distanze di fuoco ed il relativi fori per le viti di fissaggio risulta modificata, con la posizione di infinito ad ore 8 anzichè ad ore 4.

 

 

La vista superiore evidenzia tutta l'anomalia di questo apparecchio speculare, con i vari elementi scambiati di posto; anche il basamento della ghiera dei tempi è ruotato di 180° rispetto alla configurazione standard (scritta Ernst Leitz sul posteriore della fotocamera), probabilmente per esigenze di montaggio,  mentre risultano evidenti la particolare matricola 725L ed il pomello di riavvolgimento non congruente a quello tipico di questo modello.

 

 

La vista frontale risulta abbastanza destabilizzante per chi è assuefatto alle tipiche ed inconfondibili proporzioni della Leica I e la primissima impressione è quella di osservare un'immagine stampata capovolta... Trattandosi di una fotocamera con matricola così bassa l'obiettivo è ancora marcato Elmax mentre sono evidenti i diversi posizionamenti delle quattro viti anteriori.

 

 

Osservando il fondello della Leica I Spiegelverkehrte n° 725L si può notare che la specularità viene mantenuta anche in questo elemento, col dispositivo di sblocco posizionato nel settore destro della fotocamera anzichè in quello sinistro; tutti questi stravolgimenti, naturalmente, hanno ripercussioni sui relativi collegamenti meccanici e sull'architettura dei moduli interni ma, al momento attuale, non conosco quali siano le differenze riscontrabili sotto la pelle.

La Leica I n° 725L Spiegelverkehrte è un interessantissimo tentativo della prima ora di differenziare la gamma e mettere a disposizione degli utenti mancini un apparecchio con le identiche funzionalità, prestazioni e caratteristiche ergonomiche del modello standard; si tratta sicuramente di un pezzo di bravura, considerando le conseguenze tecniche per settori importanti come l'otturatore, ed è probabile che non abbia avuto seguito per le notevoli modifiche richieste a fronte di una richiesta sicuramente così ridotta da non giustificare l'operazione.

Per completare il quadro sulle proposte Leitz destinate agli utenti mancini, ecco due immagini dell'adattatore di scatto per mancini destinato agli apparecchi Leica a telemetro con le relative note di Pierpaolo Ghisetti

(foto: cortesia NOC - Milano)

A riprova della cura maniacale con cui era progettato ogni elemento del sistema Leica, non possiamo tralasciare il rarissimo e mitico ‘scatto per mancini’, realizzato su ordinazione e senza codice di riferimento; tale accessorio veniva inserito nella slitta accessori sul tettuccio. Lo scatto apparve nel 1939 per essere poi riproposto nel dopoguerra, in tre versioni:

-         Per Leica con innesto a vite (tranne il modello Standard)

-         Per Leica con zoccolo alto;

-         Per Leica M con braccetto incurvato.


(Marco Cavina)

(Rigrazio l'amico Dr. Milos Paul Mladek per la condivisione delle immagini, NOC di Milano per le fotografie dell'adattatore di scatto per mancini e Pierpaolo Ghisetti per le relative note; i marchi citati sono proprietà dei titolari dei relativi diritti)




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