APPUNTAMENTO CON LA
STORIA
(GERMAN, RUSSIAN & AMERICAN WARTIME SPECIAL
LENSES)
PARTE 6:
L'EREDITA' PAPERCLIP:
GLI OBIETTIVI IR POSTBELLICI PER TUBO
CATODICO KODAK E FARRAND E LE
EVIDENTI ANALOGIE CON
GLI UR-OBJEKTIVE MILITARI ZEISS JENA DEL TEMPO
DI GUERRA
ABSTRACT
The Nazi tech heritage, collected by Operation Paperclip's guys, was shared with
the Brands
which supported the war effort; in fact, taking care to the drawings of some
american postwar
IR lenses made for cathode tube devices, we can find the unmistakable
fingerprint of some Zeiss
Jena wartime UR-Objektive projected for the same purposes.
27/12/2007
Nonostante l'ingente quantità di dati ed informazioni
secretate all'epoca, appare chiaro a tutti quanto
abbia influito il "bottino di guerra" spogliato dalla Germania
sconfitta sui successivi assetti economici,
militari, politici e tecnologici; in quelle prime, convulse settimane dopo la
resa nazista ciascuno degli
stati vincitori si attivò ad ogni livello per attuare ben precisi piani e
disposizioni definiti da tempo, al
fine di portare sotto la propria bandiera la maggior quantità possibile di
informazioni, menti eccelse,
segreti tecnici e militari, valori e quant'altro; grazie alla favorevole
posizione che occupava all'atto
dell'armistizio (varie centinaia di chilometri al di là dell'effettiva area di
competenza sancita), l'esercito
americano potè svolgere un ruolo da prim'attore in questa specie di grande
caccia alla volpe, dirottando
a suo vantaggio gran parte di quanto salvatosi dalla furia delle bombe e dei
combattimenti.
Ovviamente il prezioso materiale tecnico fu accuratamente
inventariato, catalogato e smistato ai
dipartimenti di competenza, che opportunamente provvidero a condividerlo con le
aziende del settore
che avevano supportato il vittorioso sforzo bellico; l'esempio più famoso ed
eclatante, noto ai più,
è quello del microscopio Zeiss Jena a contrasto di fase, uno strumento
rivoluzionario che le truppe USA
avevano prelevato in Germania e che fu consegnato alla Bausch&Lomb;
incidentalmente, l'anno successivo
la stessa Azienda vinse un premio internazionale per l'innovazione tecnologica
grazie al suo nuovo....
microscopio a contrasto di fase, "casualmente" molto, molto simile al
modello Zeiss arrivato dall'Europa.
Naturalmente gli innesti furono molteplici, a vari livelli, ed
è molto difficile stabilire quanto della grande
tecnologia nazista sia confluito nel flusso che ha portato alle moderne
tecnologie che sfruttiamo quotidianamente;
per quanto concerne l'ottica, la famosa collezione Zeiss di Jena (che includeva
moltissimi prototipi Zeiss ed
anche molti obiettivi di altre marche) fu portata negli States dove suscitò
grande interesse e fu analizzata a
dovere grazie anche al contributo di matematici "aus Jena" tradotti
sul posto come Willy Mertè; una traccia
di questi travasi tecnici è avvertibile anche studiando alcuni progetti anni
'50 di Eastan Kodak e Farrand per
obiettivi IR destinati all'impiego su tubi catodici, una tecnologia molto
sviluppata dai Tedeschi sul finire della
guerra per realizzare visori notturni: gli schemi basilari e persino la
"filosofia" nella scelta dei vetri, spartana
e adatta ad una produzione a prezzi accettabili, si riallacciano ad equipollenti
UR-Objektive Zeiss Jena...
Grazie al materiale raccolto all'epoca, recentemente reso disponibile, ho potuto
analizzare queste ottiche
Zeiss del tempo di guerra, ritrovando molte citazioni nei modelli americani di
10-15 anni dopo.
una prima analogia proviene da un obiettivo f/1,5 progettato da Willy Schade per
la Eastman Kodak
di Rochester nell'Agosto del 1950: se prendiamo come riscontro un UR-Objektiv
Zeiss Jena f/1,5
utilizzato sul visore notturno per contraerea Adler 1 (costruito da AEG),
progettato a fine 1941,
troviamo una concezione estremamente simile (escludendo il filtro rosso e la
lente correttrice di campo
di Piazzi-Smyth, che sono come "accessori" dell'obiettivo); le
similitudini diventano ancora più
profonde considerando la scelta dei vetri: entrambi adottano solamente due
materiali: uno short-Krown
ed uno short-Flint caratterizzati da parametri piuttosto simili e distribuiti in
modo identico (lo SF nella
lente centrale e gli SK per gli altri elementi): decisamente troppo per essere
un caso...
Dallo stesso progetto di Willy Schade per Eastman Kodak datato
11/08/1950
ho ricavato un altro schema che si riferisce sempre ad un obiettivo destinato a
tubo catodico, con luminosità f/1,1: paragonandolo allo schema del celebre
Zeiss
UR-Objektiv 40cm f/1,5 del 1942 (utilizzato sul visore IR da marina MOSEL geraet)
le similitudini saltano parimenti all'occhio, evidenziate dal colore delle
lenti; anche in
questo caso il progettista americano ha utilizzato per i vetri una scelta
analoga a quella
presente nel modello tedesco, adottando sempre due sole opzioni, uno short-Flint
ed
uno short-Krown estremamente simili a quelli impiegati nello Zeiss (SF10 ed
SK14),
con identica distribuzione nelle lenti corrispondenti; il fatto che Willy Schade
abbia progettato
obiettivi ispirandosi a materiale della Operation Paperclip non deve stupire,
dal momento
che al tempo di guerra aveva disegnato diverso materiale destinato alle Forze
Armate americane,
soprattutto sistemi di mira e telescopi, e disponeva certamente di canali
preferenziali
Un altro progetto americano relativo ad obiettivi
luminosissimi destinati a tubi catodici
è quello del famoso matematico Albrecht Wilhelm Tronnier, che nella sua vita
errabonda
ha firmano obiettivi per molti brand, i più famosi dei quali sono l'Angulon
f/6,8 per Schneider
ed il Nocton f/1,5 per Voigtlaender: nel 1957 calcolò alcune ottiche di elevata
luminosità
(f/0,88 ed f/0,866) per la Farrand Optical Company di New York, i cui concetti
si
rifanno ai progetti degli UR-Objektive Zeiss Jena di corta focale calcolati
negli ultimi anni
di guerra e sempre destinati all'accoppiamento con tubi catodici, come il 5cm
f/1,0 dello
schema, datato Luglio 1943; sia l'archetipo Zeiss che i modelli di Tronnier
condividono
la struttura basilare e la lente di Smyth posteriore (come correttore di campo per
il tubo)
ma i modelli americani, progettati 15 anni dopo, presentano un elemento
posteriore sdoppiato
in un doppietto acromatico (per acromatizzare l'obiettivo su altre lunghezze
d'onda oltre l'infrarosso)
ed un altro elemento aggiunto in posizione anteriore, ottenendo una luminosità
leggermente superiore
ed un angolo di campo un po' più esteso; in ogni caso la fisionomia del
progetto rivela una
profonda conoscenza del modello originale tedesco, che ha ispirato Tronnier
nella realizzazione
dei suoi modelli.
Il patrimonio tecnologico che aveva supportato lo sforzo
bellico nazista si è dunque trasfigurato,
lasciando quote del proprio dna in insospettabili progetti successivi, e
probabilmente la sua onda
lunga batte la risacca anche ora, sotto i nostri occhi; come ho già ripetuto,
sono temi su cui meditare.
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