APPUNTAMENTO CON LA
STORIA
(GERMAN & RUSSIAN WARTIME SPECIAL LENSES)
PARTE 3:
ZEISS VERSUCH 1937 n° 17 10cm f/5,6
E RUSSAR-1 10cm f/6,3 DEL 1936:
DUE EVOLUZIONI CONTEMPORANEE DELL'HYPERGON
CALCOLATE POCO PRIMA DELLA WWII
ABSTRACT
When Josef Stalin and Adolf Hitler were still in touch there
was a tech cross-workflow
between german and soviet opticians (i.e. some four lens type GOI lenses were
engraved
TECCAP - Tessar); from both side they were really advanced in super-wides
computation,
and Richter rivaled with Roosinov on field; around 1936-37 Zeiss Jena and soviet
brains
projected two interesting evolutions of the famed Hypergon type, trying to
resume that schema
in a shape that allowed also chromatic correction (even if with a concrete
downsizing in the angle
of view); here you are the schemas of those unknown lenses
18/12/2007
A metà anni '30 l'ottica sovietica e quella tedesca restarono
in contatto a molteplici livelli, come confermato
da alcuni obiettivi a 4 lenti di tipo Industar marcati direttamente TECCAP (Tessar)
o dal progetto GOI per
un TAXON (Tachon) 52mm f/0,95 del Marzo 1937 identico di nome e di fatto
all'omonimo ed identico
modello per uso cinematografico della Astro Berlin: il fatto che la
denominazione originale del brand che li
aveva progettati sventolasse direttamente dalla murata di prua evidenzia come
dietro a ciò vi fossero accordi
ed interscambi precisi e non una semplice copia non autorizzata di progetti
famosi; premesso questo, bisogna
dire che a metà anni '30 sia la Zeiss Jena che i più famosi matematici
dell'ottica sovietica erano realmente
all'avanguardia nella progettazione di supergrandangoli simmetrici per uso topo-
ed aerofotografico, ed il fatto
che schemi analoghi siano comparsi in contemporanea da ambo le parti suggerisce
un costante interscambio di
dati, almeno limitatamente a quel periodo storico; in questo contesto si
inseriscono due interessanti progetti
completati intorno al 1936-37, ad opera del grande Michael Roosinov il primo e
probabilmente di Robert Richter
il secondo, che rappresentano pur nella loro indipendenza concettuale due
analoghe interpretazioni ed implementi
del concetto Hypergon, sia pure con una vistosa limitazione dell'angolo di campo
(90° lo Zeiss e 100° il Russar contro
i 135° dell'Hypergon originale), probabilmente per limitare la vignettatura e
rinunciare al macchinoso sistema a
stella rotante propulsa da getto d'aria; questi progetti sono denominati Versuch
1937 n° 17 10cm f/5,6 e Russar-1
10cm f/6,3, due modelli praticamente sconosciuti che finalmente possiamo
valutare in dettaglio.
Il semplicissimo schema ottico del Goerz Hypergon del 1900,
che garantiva ben 135° di campo anastigmatico;
il vero limite dell'Hypergon consiste nel fatto che l'aberrazione cromatica non
viene corretta (operazione del resto
impossibile con due sole lenti simmetriche realizzate con la stessa varietà di
vetro), per cui - volendo ottenere una
lastra nitida come l'obiettivo permette - occorre utilizzare particolari
emulsioni ortocromatiche sensibili solo al
blu-violetto; purtroppo la messa a fuoco viene effettuata con luce bianca, e
l'occhio umano sfrutta soprattutto la
porzione di spettro del giallo-verde, cui è particolarmente sensibile,
evidenziando sul vetro smerigliato il piano di
fuoco ad essa relativa; dal canto suo, l'Hypergon focheggia il giallo-verde ed
il blu-violetto su due piani ben distinti
(a causa della correzione cromatica inesistente), ed eseguendo la posa con la
messa a fuoco in luce visibile si
otterrebbe un'immagine sfuocata perchè la lastra è sensibile solo al
blu-violetto, il cui piano di fuoco è diverso!
A tale scopo è stato introdotto il famoso diaframma con due soli valori: 48 e
96 della vetusta scala Goerz, cui
corrispondono f/22 (piena apertura) ed f/32 (uno stop di chiusura); chiudendo di
uno stop l'aberrazione sferica
sposta il piano di fuoco (precedentemente calibrato sulla componente prevalente
giallo-verde) su quello
corrispondente alla banda blu-violetta cui l'emulsione sensibile è
acromatizzata, permettendo una "correzione
automatica" di fuoco ed un'immagine regolarmente nitida.
Questo, assieme alla modesta luminosità relativa, è il vero
limite del progetto Hypergon (vignettatura a parte,
corretta efficacemente con la famosa stella rotante), che rende poco pratico il
suo utilizzo ed impedisce l'adozione
di emulsioni pancromatiche convenzionali; vediamo come Roosinov e Richter
avevano ovviato al problema.
Sia il Russar-1 10cm f/6,3 del 1936 che il Versuch n° 17 10cm
f/5,6 del 1937 derivano strettamente dall'Hypergon,
ma Roosinov e Richter hanno adottato elementi supplementari per
acromatizzare l'obiettivo: un menisco di tipo
Topogon-Metrogon nel sovietico (assieme ad un vetro piano-parallelo che
influisce sulla distorsione), ed un doppietto
collato sullo Zeiss, simile a quello presente nella parte posteriore del Sonnar;
entrambi costituiscono una "semplificazione"
della vera evoluzione, il tipo Topogon con due menischi supplementari
all'interno contrapposti; per ridurre l'altissima
vignettatura dell'Hypergon originale (e fare a meno del macchinoso dispositivo
pneumatico per la sua correzione) entrambi
garantiscono un angolo di campo inferiore: 90° il prototipo Zeiss e 100°
l'opera prima di Roosinov; la vignettatura accettabile
e l'adeguata luminosità relativa avrebbero reso il loro impiego molto più
pratico e realistico rispetto a quello dell'Hypergon.
Entrambi questi obiettivi non sono mai stati visti allo stadio
definitivo di pre-produzione: lo Zeiss è uno dei tanti Versuche
(prototipi) realizzati dalla Zeiss in quegli anni febbrili in cui si divideva
fra le esigenze di mercato e le pressanti richieste militari,
il Russar-1 è sconosciuto in occidente e non esiste nemmeno un'immagine
fotografica di un esemplare montato; tuttavia, dal
punto di vista concettuale, sono entrambi molto interessanti perchè da un lato
rappresentano semplici ed intelligenti evoluzioni
del famoso Hypergon e dall'altro mostrano come - all'epoca - i progettisti
tedeschi e sovietici si conoscessero e quasi si "marcassero"
a uomo, in una sorta di competizione nel settore dei grandangolari che peraltro
è stata ufficialmente confermata da testimonianze dirette.
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