ERHARD GLATZEL E LA SCONOSCIUTA EPOPEA
DELLO ZEISS DISTAGON 35/1,4
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Erhard Glatzel è uno del luminari
dell'ottica moderna, e non ha bisogno di presentazioni:
la stragrande maggioranza degli obiettivi Zeiss realizzati fra fine anni '50 e
fine anni '70
portano la sua firma così come molte altre realizzazioni nel campo delle
applicazioni tecniche,
scientifiche ed industriali, al punto che ritengo corretto affermare che una
certa parte della
nostra odierna tecnologia si basa o sfrutta progetti del grande matematico,
recentemente
scomparso. Glatzel è un personaggio affascinante e mi sono permesso di
approfondire un
po' le sue linee guida, i suoi indirizzi prioritari ed i suoi sistemi ottici
preferenziali, ed una
delle sfaccettature più articolate ed affascinanti per gli esiti raggiunti o
solo ipotizzati riguarda
senz'altro uno schema retrofocus moderatamente grandangolare ed estremamente
luminoso,
evoluto con continuità da inizio anni '60 a fine anni '70, ottenendo calcoli
dalle caratteristiche
straordinarie per luminosità e correzione delle aberrazioni, alcuni dei quali
sono arrivati alla
produzione, il tutto, come vedremo, senza sostanzialmente stravolgere o
rinnegare il principio
informatore dello schema originale; approfondiremo l'argomento con l'ausilio di
schemi e dati
relativi a prototipi o progetti teorici inediti che, ancora una volta, rivelo
per la prima volta.
Il grande matematico ed ottico Erhard Glatzel; non nascondo la mia profonda
ammirazione per il personaggio e spero che, ovunque si trovi ora, abbia trovato
la pace ed una risposta ai mille quesiti che la sua grande curiosità
intellettuale
poneva incessantemente sul suo cammino di ricerca e calcolo ottico.
L'evoluzione di questa famiglia si articola in quattro steps distinti;
l'archetipo della serie va
individuato nel già discusso Distagon 2/35 per Contarex, un obiettivo
presentato nel 1965 e
costituiva la prima versione commercializzata di un nuovo concetto di obiettivo
retrofocus,
sviluppato da Glatzel nei primi anni '60 sfruttando anche innovativi software di
calcolo matematico
da lui stessi concepiti.
Il Distagon f/2 del 1965, capostipite della serie e già caratterizzato dagli
elementi connotanti delle versioni successive, come le lenti anteriori spaziate
ad aria ed il successivo membro biconvesso dal potere diottrico quasi nullo,
noto al vasto pubblico per l'impiego nello Zeiss Distagon 2/35 Contarex
Come già accennato a partire dal 1970 Glatzel si interessò allo sviluppo di
una nuova gamma
di obiettivi fissi superluminosi per Arriflex, dedicati al cinema e partendo
dalla base del Distagon
f/2 mise a punto una nuova generazione di retrofocali strettamente derivati da
esso, un progetto
chiuso ufficialmente il 1° Febbraio 1974 e registrato con brevetto americano in
data 28 Ottobre
1975 e numero di riferimento 3.915.558; questa serie di ottiche è
caratterizzata da un angolo di
campo di circa 60°, idoneo allo sviluppo di grandangolari da 35mm per il
formato 24x36, ed è
articolata in una serie di prototipo con luminosità via via maggiore, passando
da f/1,75 ad f/1,6,
f/1,5, f/1,4 ed infine f/1,25; la penultima di queste opzioni, con modifiche
minime, passò alla
produzione e fu lanciato alla photokina 1974 col nome di Zeiss Distagon 1,4/35
Contax; la
versione estrema f/1,25, per la quale è ipotizzabile tranquillamente un T = 1,4
(ormai il T* era
dotazione consueta), probabilmente servì come base per uno dei grandangolari
della serie di
ottiche cinematografiche T = 1,4 da lui calcolata e presentata nel 1976.
L'assunto del brevetto americano 3.915558 che connota il secondo step di
sviluppo di questo
concetto ottico, forzando lo schema del precedente f/2 a luminosità variabili
fra f/1,75 ed f/1,3
La versione f/1,75
mantiene lo schema originale del modello f/2, compreso il
caratteristico
membro anteriore (n°3) dal potere diottrico quasi nullo; le lenti passano da 9
ad 8 per
l'eliminazione dell'ultimo elemento posteriore
Nell'ipotesi f/1,6 Glatzel ha aggiunto alla versione precedente una lente
convergente anteriore, portando a 9 il numero degli elementi
Per la configurazione f/1,5 si torna alla configurazione dell'f/1,75 ma appare
per
la prima volta la separazione del membro anteriore in un doppietto spaziato ad
aria
Il prototipo f/1,4 ha un'aria familiare: infatti la spaziatura ad aria del
membro in due menischi
si perfeziona; un'ulteriore opzione con le due facce spaziate a raggio infinito
(praticamente
piano-parallele) rappresenta la versione definitiva di produzione dello Zeiss
Distagon
1,4/35 per Contax, ben nota agli utenti del glorioso marchio
L'evoluzione estrema dello step-1974 o step 2 prevede la trasformazione del
doppietto
anteriore spaziato ad aria in un tripletto, e la luminosità relativa di questo
tipo è f/1,3
Tutte le versioni prevedono una
superficie asferica ricavata nella prima lente del gruppo posteriore,
immediatamente dietro al diaframma, e nelle versioni f/1,5, f/1,4 ed f/1,3 il
membro anteriore sdoppiato
rappresenta il fulcro mobile di un sistema flottante; i principi informatori
generali di queste versioni sono:
1) il potere rifrattivo della seconda lente è inferiore ai due terzi di quello della prima
2) il potere rifrattivo della lente d'aria posto fra il secondo ed il terzo elemento è inferiore
al 18,5% del potere
rifrattivo globale dell'intero obiettivo
3) il potere rifrattivo della quinta lente è inferiore all'85% di quello della terza lente ed è di segno opposto
4) il potere rifrattivo della quarta lente è inferiore al 18,5% del potere rifrattivo globale dell'intero obiettivo
5) il potere rifrattivo della quinta lente è inferiore al 90% di quello della sesta
6) sia il settimo che l'ottavo componente sono realizzate con un vetro caratterizzato da un indice di rifrazione medio
superiore all'indice di rifrazione isocromatico medio del quinto elemento negativo
7) allo stesso tempo l'indice di rifrazione del vetro di cui è composto il quinto elemento negativo è inferiore alla
media aritmetica degli indici di rifrazione isocromatici dei vetri con cui sono realizzati il terzo e il sesto elemento, che
rappresentano la lente di maggior potere convergente del membro anteriore e quella di maggior potere divergente del
membro posteriore dell'obiettivo
8) come variabile di progetto un elemento della sezione anteriore può essere sdoppiato e spaziato ad aria per effettuare correzioni
fini di certe aberrazioni o adattarsi alla disponibilità di vetri del momento, e l'elemento più favorevole è il terzo.
In ottemperanza al senso comune le versioni del Distagon luminoso di Glatzel si
fermano a questo secondo
step, noto per il celebre 1,4/35 Contax; in realtà esistono ancora due
significative varianti ed evoluzioni
che stanno ad indicare quanto Glatzel credesse in questo concetto e quanto si
sia applicato per
svilupparlo ai limiti estremi; il terzo step di sviluppo può essere
esemplificato dagli assunti del progetto
completato il 22 Marzo 1976 e registrato con patente americana n° 4.089.591 in
data 16 Maggio 1978.
L'assunto del brevetto americano n° 4.089.591 in data 16 Maggio 1978, riferito
ad una
versione ulteriormente evoluta dello schema che nello step precedente aveva dato
vita al
Distagon 1,4/35mm per Contax; questo nuovo calcolo fu terminato nel Marzo 1976.
Sono dell'idea che anche questa evoluzione sia stata realizzata strizzando
l'occhio anche e soprattutto
alle esigenze cinematografiche; il terzo step si caratterizza per un incremento
ulteriore della luminosità:
su sei ipotesi diverse concepite da Glatzel cinque vantano un'apertura massima
di f/1,25 ed una di ben
f/1,2, mentre l'angolo di campo caratteristico è stato leggermente ridotto da
circa 60° a 45,5°, ovvero
la classica inquadratura da "50mm"; in questo caso le due lenti
anteriori sono state avvicinate riducendo
al minimo lo spazio d'aria e sdoppiando anche l'elemento anteriore al diaframma,
ottenendo una
configurazione a 10 lenti con tre doppietti anteriori spaziati da una minima
lente d'aria; anche in questo caso
l'impiego di almeno una lente asferica è previsto fin dall'origine.
La prima variante del terzo step, calcolato ad inizio 1976, con angolo di campo
ridotto a 45,5° (in pratica un normale) e luminosità f/1,25
Una seconda opzione con identiche caratteristiche (45,5° f/1,25)
Una terza versione con parte anteriore semplificata, ridotta ad una lente
singola;
si tratta comunque di un 44° f/1,24,
leggermente più luminoso
Una quarta opzione con parte anteriore ulteriormente semplificata rispetto al
progetto
originale di cui al brevetto 3.915.558 (e questo è in effetti il principio
informatore di
questo nuovo step); equivale ad un 45° con luminosità spinta ad f/1,21
Una quinta versione con l'elemento anteriore al diaframma sdoppiato e spaziato
ad aria rispetto alla quarta; invariabilmente, si tratta di un 45,5° calcolato
in tre
differenti steps con luminosità f/1,24 - f/1,21
- f/1,20
Questa sesta ed ultima versione, molto simile alla quarta, è quella
caratterizzata
dalla luminosità più alta, esattamente f/1,20
con angolo di copertura 46°
Giunti a questo punto, dallo schema retrofocus originale f/2
anni '60 Erhard Glatzel ha già derivato
due pezzi di grande pregio, un 60-63° f/1,3 ed un 45° f/1,2, corrispondenti
all'equivalente di un
35mm f/1,3 e di un 50mm f/1,2, senza tuttavia, come accennato, ne rinnegare ne
stravolgere il
fulcro dello schema originale, restando fedele a concetti nei quali
evidentemente credeva ciecamente;
si potrebbe pensare che lo sviluppo delle varie evoluzioni fosse giunto al
glorioso capolinea del fattibile,
tuttavia Glatzel diede vita ad un quarto ed ultimo step evolutivo, con diverse,
ulteriori opzioni e varianti;
questo ci fa capire quanto Glatzel fosse metodico e quanto concretizzasse ogni
idea in tutte le opzioni
di progetto possibili, alla ricerca sistematica dell'opzione migliore, senza
fermarsi all'idea geniale ma
elaborandola a freddo, cercando ulteriori nicchie di miglioramento; queste
ultime versioni sono coperte
dal brevetto americano n° 4.136.931 del 30 Gennaio 1979, tuttavia i calcoli
erano completati già il
2 Dicembre 1976, subito dopo la terza versione da 45° ed f/1,25-1,20; in questo
caso Glatzel ha
ulteriormente rivisto lo schema grandangolare luminoso dello step 2 - Febbraio
1974, rimaneggiando
lo schema che aveva dato i natali al Distagon 1,4/35 con l'intento di ottenere
una luminosità superiore
(non meglio specificata ma ritengo nell'intorno di f/1,25 - f/1,2) e di forzare
anche l'angolo di campo
originale (perlomeno in alcune versioni); ricordiamo che l'angolo coperto dalla
versione di cui al
brevetto americano 3.915.558 era di circa 60° ma non è stato dichiarato quanto
fossero in grado
di abbracciare le versioni leggermente più spinte; mi permetto di ipotizzare
67° f/1,2 perchè nella
gamma degli Zeiss-Arriflex Superspeed lenses, a quel tempo in fase di
realizzazione, troviamo un
Distagon 18mm f/1,2 - T = 1,3 da 67° del quale non conosco lo schema ma che
calzerebbe
perfettamente sui parametri di quest'ultimo step, che visivamente richiama molto
lo step 2 in
versione Distagon f/1,4 35mm con l'aggiunta di una lente positiva compensata dal
maggior
potere del gruppo posteriore, con fini aggiustamenti (ancorchè poco evidenti)
che portano ad
una qualità d'immagine superiore alla versione step 2 del 1974; i pratica
Glatzel, dopo il
"50mm" f/1,2 della versione step 3, ha ricavato un equipotente
"35mm" f/1,2; se entrambi
fossero giunti in produzione a far buona compagnia all'85mm di Woeltche, e
considerando
anche il prototipo di 25mm luminoso, a fine assi '70 la Contax avrebbe potuto
disporre di
un poker d'assi articolato su 1,4/25 - 1,2/35 - 1,2/50 - 1,2/85, tutti e quattro
asferici e
flottanti! Naturalmente la storia ci consegna un finale differente, tuttavia
queste inedite
sezioni ed informazioni ci mostrano quanto il grande Glatzel fosse metodico e
puntuale
nel portare alle estreme conseguenze le sue idee, senza però partire per la
tangente ma
mantenendo un puntuale family-feeling con l'ipotesi di partenza; forse sarà
perchè era
stata partorita da un autentico genio e restava buona comunque, nell'evolversi
di tempi,
eventi e tecnologie? A me fa piacere pensarlo, spero sai così anche per voi.
L'assunto del brevetto americano n° 4.136.931 relativo al 4° step evolutivo;
dopo tanti studi e
ricerche appare comunque l'inconfondibile fingerprint dell'originale versione
f/2 realizzata
per la Contarex ad inizio anni '60, segno che le buone idee restano sempre tali.
In questa prima ipotesi del 4° step evolutivo, dichiarata in grado di fornire
sul campo
prestazioni migliorate rispetto al Distagon 1,4/35 Contax, appare evidente
il fingerprint comune
con lo step 1, ovverosia l'originale Distagon 2/35 Contarex; potremmo anzi dire
che rivela alleli
di varie versioni: la lente aggiuntiva posteriore del 1° ed il membro anteriore
sdoppiato del 2°;
da questo tipo prendono vita obiettivi equivalenti a:
36,5mm f/1,27 - 35,5mm f/1,26 - 36,5mm f/1,24 -
36,5mm f/1,23
in queste ultime evoluzioni Glatzel si avvalse di
vetri ad alta rifrazione, come un tipo
dotato di nd = 1,83757 o un'altro con nd = 1,84666 e vd = 23,83, uno short-flint
equivalente allo Schott SF57
Una variante minima rispetto alla prima versione dello step 4° che ci mostra la
meticolosità
certosina con la quale Glatzel evolveva minuziosamente un concetto in ogni
direzione; anche
in questo caso si tratta di un 36,5mm f/1,26
In questa terza versione, col membro anteriore dal potere diottrico quasi nullo
e non
spaziato, pur con ovvie e non evidenti differenze nel potere delle varie lenti,
nel loro segno
e nei vetri usati, non si può fare a meno di notare una struttura pressochè
identica al
Distagon 2/35 Contarex del 1965 (step 1°), del quale potremmo considerarlo
romanticamente
una tardiva evoluzione giunta 11 anni più tardi come 1,2/35 dalle prestazioni
migliorate;
ciò dimostra altresì quanto fosse valido il principio informatore originale; i
dati di targa
effettivi corrisponderebbero ad un 36,5mm f/1,25
Una quarta versione molto simile alle prime due tranne per il segno dell'ultima
lente;
da questo schema sono state calcolate due opzioni caratterizzate
dall'equivalente
copertura e luminosità, corrispondenti a 36,5mm
f/1,24
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