GOI

NEON-2  50-150mm f/3 + 117-351mm f/7

ALKOR-3  100-500mm f/3,5 + 200-1000mm f/7

SCONOSCIUTI  SUPER-ZOOM  SOVIETICI

A  STRUTTURA  MODULARE  DEL 1960-62


 

ABSTRACT

In the early era of the first, tame zoom lenses, at the beginning of the sixties,
the soviet opticians of the National Optical Institute of Leningrad realized two
lenses with variable focal lenght whose aperture and angular spread was incredible
for the time: both Neon-2 and Alkor-3 featured an interchangable and modular back
lens group, so they could allow two series of  focal lenghts: 50-150mm f/3 plus
117-351mm f/7 the former and 100-500mm f/3,5 plus 200-1000mm f/7 the latter;
these huge zoom lenses (the weight was respectively 13kg and 24kg) matched a
field of 40mm (more or less what's needed by a 24x36mm frame) and are seldom
know in West countries, but clearly show the enviable know-how or GOI men even
in the specialized sector of variable focal lenghts!

09/05/2008

Che l'ottica sovietica fosse molto avanzata ed avesse contestualmente sviluppato filoni
di ricerca originali è ampiamente dimostrato, ed uno dei pochi settori storicamente considerati
un po' carenti è quello degli zoom: le conoscenze comuni non si spingono oltre i rari zoom
apparsi sui banchi dei mercatini o dei venditori itineranti, obiettivi con caratteristiche molto
dimesse e chiaramente riferibili ad una produzione decisamente moderna, un contesto nel
quale i produttori giapponesi avevano già sfornato meraviglie...

Anche in questo caso, come sovente succede parlando dell'ottica d'oltre cortina, le apparenti
limitazioni tecniche sono più legate all'oggettiva ignoranza sulla reale produzione che ad un effettivo
riscontro: come ho già ripetuto, si tratta di un mare magnum di zavod e produzioni incrociate,
articolate e diversificate, molte delle quali semplicemente tenute sotto il classico riserbo sovietico,
e appena si approfondisce l'argomento spuntano nuovi esemplari in grado di inficiare il giudizio
espresso fino ad allora, situazione che puntualmente si verifica anche parlando di zoom: agli albori
degli anni '60, quando lo zoom fotografico era una specie di magia tecnologica nel cui settore
solo le più grandi industrie ottiche mondiali cominciavano timidamente a cimentarsi, al GOI di
Leningrado, il prestigioso Istituto Ottico Statale Sovietico, progettarono due zoom incredibilmente
avanzati per l'epoca, che non hanno riscontro nella coeva produzione mondiale...

Si tratta di due obiettivi caratterizzati da un modulo posteriore intercambiabile con due modelli diversi
(immaginate un po' il concetto dei Leica Apo-Module-R trasferito agli zoom), che permettevano di
trasformare rapidamente l'obiettivo e di abilitarlo a due range di focali differenti, il secondo dei quali
circa due volte più lungo del primo,accettando la perdita di due stop di luminosità; le caratteristiche
geometriche dei due zoom sono di assoluto rilievo: il Neon-2 dell'Aprile 1960 copriva col primo
modulo un intervallo 50-150mm con un'eccezionale luminosità massima di f/3, e passava col secondo
modulo a 117-351mm f/7; parimenti, l'Alkor-3 del 1962 col modulo base era un 100-500mm f/3,5
(sottolineo l'incredibile luminosità massima, fissa fino a 500mm!), mentre col modulo alternativo si
trasformava addirittura in un 200-1000mm f/7, una luminosità decisamente più ridotta (anche in questo
caso si perdono due stop) ma comunque eccezionale considerando le focali in gioco; se non bastasse,
entrambi i corpulenti obiettivi (13kg il primo e 24kg il secondo...) presentavano un'estetica modernissima
e rifinita in color sabbia chiaro, qualcosa di simile agli attuali zoom Canon EF-L di focale maggiore...

Non conosco la destinazione d'uso di questi eccezionali obiettivi, che dall'aspetto sembrano esser nati
giusto ora per una missione spaziale e non ai tempi di Contaflex e Nikon F... Vista la finitura, la particolare
struttura del barilotto ed il peso impraticabile è possibile che fossero previsti per impieghi militari o, appunto,
aerospaziali; questi gioielli confermano la grande attenzione sempre posta dai Sovietici riguardo ad un'elevata
apertura relativa (esistono obiettivi aero-fotografici da 1000mm f/4, tanto per citare un esempio) e soprattutto
rivelano come lo studio sulle focali variabili fosse in una fase matura già allora (anche se - globalmente - il
potenziale verrà sfruttato soprattutto per obiettivi cinematografici, una filone della produzione che è stato
sempre molto importante per il GOI); a titolo di esempio, non dimentichiamo che nello stesso periodo fece
scalpore lo zoom-Nikkor 200-600mm con luminosità f/9,5-10,5, quando - appunto, al GOI il coevo
100-500mm appena descritto era un f/3,5 fisso!

Ovviamente il concetto sovietico di bene e proprietà portava ad un parziale disinteresse per una produzione
commerciale destinata al pubblico, in cui peso, ingombro, complessità tecnica e relativo costo sono molto
importanti, e gli articoli progettati al GOI seguivano il principio informatore di un interesse comune superiore,
in ottemperanza del quale l'unico vincolo erano i meri limiti tecnologici.

 

il primo dei due zoom descritti, il Neon-2, fu completato nell'Aprile 1960
e pesava ben 13kg; è evidente la finitura straordinariamente moderna ed
essenziale, quasi futurista

 

lo schema ottico originale con i relativi vetri ottici sovietici impiegati; il modulo
anteposto al diaframma e che incorporava il gruppo transfocatore era fisso,
mentre quello posteriore era intercambiabile su due modelli, che garantivano
le escursioni 50-150mm f/3 e 117-351mm f/7; è presente una lastra di vetro
piano-parallela all'estremità posteriore

 

il potere risolutivo misurato al GOI sulle varie focali dei due allestimenti;
la risolvenza è buona, considerando la luminosità e le focali in gioco, e
soprattutto è molto uniforme sul campo

 

Il secondo obiettivo del lotto è l'Alkor-3, presentato nel Novembre 1962;
la finitura risulta ancora più moderna ed appare addirittura predisposta ad
un impiego "automatizzato" tramite servo-motori; l'obiettivo pesa ben 24kg
e sembra davvero un prototipo per l'attuale Photokina e non certo un oggetto
nato oltre 45 anni fa!

 

come nel caso del Neon-2, anche lo schema dell'Alkor-3 prevede un modulo anteriore fisso,
compreso fra la prima lente e la posizione del diaframma, e due gruppi posteriori intercambiabili
che garantiscono l'intervallo di focali 100-500mm f/3,5 e 200-1000mm f/7, valori certamente
impressionanti ancora oggi, specialmente per quanto riguarda la luminosità massima; anche in questo
caso è presente un vetro piano-parallelo posteriore, ma mentre nel Neon-2 è realizzato con un materiale
di classe LK3, vetro a dispersione ridotta (nD= 1,48746  vD= 70,04) omologo dell'attuale Schott FK5,
nel caso dell'Alkor-3 hanno utilizzato il comune vetro K8 (nD= 1,51637  vD= 64,07), corrispondente
al classico Schott BK7; per controllare l'aberrazione cromatica, praticamente tutto il modulo anteriore è
un'alternanza di un vetro a bassa rifrazione/bassa dispersione (il vetro K8 appena descritto, analogo allo
Schott BK-7) e di uno Short-Flint ad alta rifrazione/alta dispersione (il tipo TF-5, analogo allo Schott SF4,
con rifrazione nD= 1,75523 e dispersione vD= 27,53); questa procedura e questa scelta di vetri è coerente
con i più diffusi indirizzi tecnici dell'epoca. Un'altro dettaglio interessante è rappresentato dall'ultimo elemento
rifrangente del secondo modulo (il penultimo, considerando il vetro piano-parallelo): si tratta di una lente realizzata
con un moderno vetro al Lantanio di tipo CTK-9, analoga alla serie LaK di Schott e caratterizzata da un
favorevolissimo rapporto fra alta rifrazione (nD= 1,74253) e bassa dispersione (vD= 50,24).

 

anche in questo caso le prove di risolvenza eseguite a suo tempo al GOI
confermano una eccezionale uniformità sul campo ed una quasi incredibile
costanza di resa al variare della lunghezza focale.

 

L'analisi di questi due "mostri" dei primi anni '60 ha rivelato un ulteriore tassello
che conferma lo stato dell'arte dell'ottica sovietica, nata dal programma di
sviluppo autarchico quinquennale negli anni '20, svezzata dagli innesti di tecnologia
tedesca durante l'idillio degli anni '30 e successivamente progredita autonomamente
da queste basi, senza mai più registrare gap particolari con la produzione coeva.


MARCOMETER

DUE  ZOOM  DALLE  CARATTERISTICHE  ESTREME,
VESTITI  IN  UNA  LIVREA  AVVENIRISTICA, CHE
FORNISCONO  UN  SAGGIO  ELOQUENTE  DEL
POTENZIALE  IN  MANO  AL  GOI  ANCHE  IN
QUESTO  PARTICOLARE  SETTORE





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