GOI  ORTOGON-1  75mm f/6,8  DA  119°  DEL  1957:

UN  OBIETTIVO  CHIARAMENTE  ISPIRATO  AL

PROTOTIPO  BIOGON  DA  120°  DI  BERTELE  DEL  1952

(COMPRESA  LA  TERZA  LENTE  IN  FLUORITE)  E

PORTATO  IN  PRODUZIONE  PER  USI  TOPOGRAFICI


 

ABSTRACT

The Biogon 90° concept by Bertele was a real novelty in the wideangle area, and
when in 1952  he released the project for a  never produced option boosted to 120°,
soviet mathematicians at GOI worked on it's drawings, and five years later they gave
bitrh to a sort of clone, the Ortogon-1 f/6,8 for 119° of field; the project derived so
closely from the 120° Biogon that both enjoy a third lens made of  Fluorite; aniway,
while the 120° by Bertele rested on paper, the soviet descendant was produced.

 

17/11/2007


Il progetto Biogon di Bertele fu come un sasso in una vetrata: ruppe tutti gli schemi ed aprì
la via ai grandangolari moderni; com'è logico una rivoluzione di tale entità suscitò l'interesse
di tutti i progettisti, ivi compresi i matematici dell'Istituto Ottico Statale sovietico (GOI) che
apprezzarono molto quest'obiettivo, al punto che realizzarono lo Sputnik-4, praticamente identico
al Biogon 21/4,5 per Contax; in questa sede voglio svelare un ulteriore retroscena relativo al
semisimmetrico di Bertele ed ai "cloni" più o meno pedissequi realizzati in Unione Sovietica.

Ludwig Bertele, al tempo in cui concepì il Biogon f/4,5 da 90°, calcolò anche una versione
più spinta, con luminosità f/5,6 ed angolo di campo portato a ben 120°; questa opzione,
presentata in un progetto autonomo, era caratterizzata dalla presenta di tre lenti collettive
anteriori spaziate ad aria (anzichè due), l'ultima delle quali sarebbe stata realizzata in Fluorite,
per affrontare a muso duro l'aberrazione cromatica; alla Zeiss di Oberkochen (il committente
del Biogon da 90°) furono fin troppo soddisfatti di quest'ultimo ed il fratellone da 120° non
venne mai costruito.

Nel frattempo al GOI avevano acquisito la documentazione relativa al suo brevetto, e lavorarono
su questa base per ricavare un obiettivo da topografia di analoga copertura angolare, finchè,
nell'Ottobre del 1957, vide la luce il GOI Orthogon-1  75mm f/6,8, un obiettivo che copriva ben
119° d'angolo di campo e garantiva un cerchio di copertura da 255mm, idoneo a lastre 18x18cm;
lo schema di quest'obiettivo - assolutamente innovativo per la produzione sovietica - è palesemente
ispirato al progetto Biogon da 120° di Bertele, al punto che fu mantenuta persino la terza lente in
Fluorite, preferendo il fluoruro di Litio a quello di Calcio (solitamente utilizzato), probabilmente
perchè la tecnologia di germinazione dei cristalli artificiali messa a punto al GOI si basava su questo
materiale; l'Ortogon-1 è l'unico supergrandangolare sovietico ad utilizzare una lente a bassa dispersione
realizzata con materiali cristallini, e persino le successive versioni con identica focale ne faranno a meno.



il GOI Ortogon-1 del 1957, un massiccio obiettivo (5,3 Kg) per topografia da 75mm f/6,8,
è chiaramente ispirato al progetto di Biogon da 120° mai prodotto, compresa la terza lente
in Fluorite; quest'obiettivo fu il capostipite di una famiglia di ottiche con lo stesso nome
(Ortogon-3m 75mm f/6,8 dell'Ottobre 1958 ed Ortogon-4 ,75mm f/6,8 del Giugno 1960),
e garantiva una copertura ortoscopica su ben 119° di campo

 


Il complesso schema ottico del GOI Ortogon-1  75mm f/6,8 deriva chiaramente dal progetto
di Bertele, con la differenza che quest'ultimo non venne mai avviato alla produzione

 

lo schema ottico del Biogon 120° f/5,6 del 1952, proveniente dal progetto originale, evidenzia la
derivazione dell'Ortogon-1 da questo calcolo, come confermato dalla realizzazione del terzo elemento
singolo anteriore in Fluorite: fluoruro di Calcio per il Biogon e fluoruro di Litio per l'Ortogon; la
differenza più evidente sta nello sdoppiamento del menisco singolo posteriore (una caratteristica tipica
del Biogon) in due lenti spaziate ad aria

 


lo schema originale dell'Ortogon del 1957 con i vetri utilizzati; in evidenza il fluoruro di Litio per la terza lente

 


il diagramma della risoluzione dell'Ortogon-1, rilevato nel 1959; i valori
assoluti vanno relazionati al formato coperto (ben 18x18cm !) e soprattutto
all'angolo di campo di quasi 120°; in quest'ottica (considerando che in tali
condizioni la risoluzione media va dalle 10 alle 30 l/mm) vanno considerati
eccezionali i valori delle zone centrali, ma è soprattutto l'assenza di distorsione
a caratterizzare l'Ortogon, come il suo nome stesso suggerisce

 

Che dire? Da un lato è evidente che i matematici del GOI si sono largamente ispirati al progetto
di Bertele, come rivelato dalla chicca della lente in fluoruri, dall'altro sono contento che la loro
curiosità tecnica prima e l'apparato burocratico poi abbiano consentito di indirizzare alla produzione
l'eredità di un progetto così eccezionale e che sarebbe rimasto per sempre su carta: grazie, spassiba!

 

MARCOMETER

NONOSTANTE  L'EVIDENTE  ISPIRAZIONE  AL CALCOLO
ORIGINALE  DI  BERTELE  NON  POSSO  CHE  RINGRAZIARE
I  PROGETTISTI  DELL'ORTOGON-1,  E'  COME  SE AVESSERO
DATO  FINALMENTE  VITA  A  QUELL'OTTICA  ECCEZIONALE
GRAZIE  AL  "TRAPIANTO"  DEI  SUOI  ORGANI:  SPASSIBA!

 


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