ORCHIDEJA-3  52mm f/1,5  DEL  DICEMBRE  1959:

LA  RIPROGETTAZIONE  SOVIETICA

DEL  SONNAR  f/1,5  DI  BERTELE




ABSTRACT

The first Jupiter-3 50mm f/1,5 strictly derived from the similar Jena Sonnar for Contax
rangefinder, but after some evolutions (mostly for better matching russian glasses), on December
1959 GOI released a new and really advanced computation of the Sonnar-type called Orchideja-3,
a real step forwards with air spacing of the front complex meniscus, as mentioned in the original
Bertele's concept and never realized for glasses and computing limitations.


10/11/2007

Le spoglie di guerra trovate dai russi fra gli scheletri degli stabilimenti Zeiss, dopo il frenetico asporto
selettivo operato dagli americani nelle settimane precedenti, sapevano molto di ossicino lasciato ai
cani sotto il desco: fra archivi carbonizzati, stabilimenti bombardati, macchinari scalibrati e logorati
dall'improprio servizio a fini bellici ed il meglio già spiluccato ed impachettato dai Signal Corps statunitensi,
maestranze e cervelloni ivi compresi (operation Paperclip...), all'esercito russo non restava molto a
fronte dell'impegno profuso; forse l'unico vero "bottino" degno di nota era la linea di produzione della Contax,
che fu trasferita a Kiev con le inenarrabili traversie a tutti note; fu così che la Contax divenne Kiev ed il
suo normale di punta, il celebrato Sonnar 50mm f/1,5, stella degli anni '30, cambiò casacca e rispose
al nome di Jupiter-3 50mm f/1,5.

I pezzi precedenti hanno già imposto un certo revisionismo sulle posizioni stereotipate che vorrebbero
l'ottica sovietica letteralmente sbocciata da fotocopie carbone dei pezzi predati in Zeiss, ed anche se
è indubbio che inizialmente le ottiche di punta del sistema Contax furono prodotte nella gamma Kiev
senza modifiche ottiche di sorta, è assolutamente falsa la tesi che non abbiano mai tentato di modificare
o migliorare il "mitico" Sonnar-Jupiter f/1,5; in realtà l'obiettivo fu prima modificato senza stravolgimenti
(forse per meglio sfruttare i vetri sovietici) e successivamente, alla fine del 1959, alla fucina del GOI
nell'attuale San Pietroburgo fu concepita una evoluzione molto avanzata, forse la più radicale possibile
senza uscire dal tipo Sonnar classico, la cui modifica più evidente consisteva nella spaziatura ad aria del
classico ed inconfondibile tripletto collato anteriore, creando una lente d'aria così com'era contemplato
nell'idea originale di Bertele, concepita a cavallo del 1930 evolvendo i suoi Ernostar e mai messa in atto
per limitazioni tecniche del tempo; questo nuovo obiettivo fu romanticamente ribattezzato Orchideja-3
52mm f/1,5 e le sue prestazioni pare che fossero nettamente superiori a quelle del Sonnar-Jupiter originale;
stranamente, quest'obiettivo non sostituì lo Jupiter e non fu oggetto di produzione di massa, ma testimonia
in ogni caso che non ci si adagiò mai sugli allori, rimettendo in discussione persino schemi affermati ed
universalmente considerati "perfetti".

 

lo schema dello Zeiss Sonnar 50mm f/1,5 originale per Contax a telemetro prebellica

 

 

Lo Jupiter-3 50mm f/1,5 del Luglio 1947 deriva strettamente dallo Zeiss, ma in breve fu oggetto di modifiche
non sostanziali (la prima lente diviene un menisco molto sottile, la superficie d'incollaggio fra la seconda e la
terza lente del tripletto anteriore viene appiattita); nel Dicembre 1959 al Gosudartsvennyi Optichescki Institut
fu deliberata una versione fortemente evoluta che rompe i legami con il passato e nella quale il tripletto anteriore
non ha più la classica relazione di sotto-sovra correzione dell'aberrazione cromatica che intercorreva fra la lente
centrale del blocco e le due esterne, e prevede anche uno spazio d'aria; nella prima versione dello Jupiter ci si
era uniformati a Zeiss anche nella scelta di vetri (infatti anche nell'ottica Kiev i due vetri anteriori sono di identica
formulazione e la terza lente è ottenuta da un vetro con dispersione più bassa), mentre con l'Orchideja-3 i materiali
sono completamente diversi ed assortiti in modo differente: un progetto tutto nuovo, insomma, pur restando
nell'alveo del tipo Sonnar originale, del quale costituisce una delle forme più evolute; le prove di risoluzione effettuate
al GOI evidenziano una resa superiore nel nuovo modello.

 




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