PROGETTO DELLA DE OUDE
DELFT DA 40° f/0,75
DEL 1972: UN'ALTRA APPLICAZIONE DEL GRUPPO
POSTERIORE DI HERZBERGER AL TIPO GAUSS
ABSTRACT
An assignor of the dutch Brand De Oude Delft projected in 1972 a Gauss-type lens
with a maximum aperture as wide as f/0,75 and a schema differing from the
former
Ernostar type adopted for the well-famed Rayxars; this formula adopted the
famous
Herzberger back converging group that squeezes the exit pupil increasing the top
speed,
an escamotàge adopted also in the mythical Planar 50mm f/0,7; the goal of the
De Oude
Delft project consists in achieving a wider angular field, up to 40° at f/0,75,
up to 45° at
f/0,87 ad up to 54° at f/1,0
07/02/2008
Il Brand olandese De Oude Delft è famoso per le realizzazioni speciali in campo
medico e
scientifico, ed il suo nome è legato soprattutto ai celebri superluminosi
Rayxar, che a fronte
di una luminosità tipica di f/0,75 si spingevano fino a focali da 250mm,
autentici mostri di
vetro da un quarto di quintale; solitamente, questi obiettivi utilizzavano uno
schema tipo Ernostar
a lenti convergenti con uno spazio retrofocale ridotto quasi a zero, ma esiste
un progetto del
Gennaio 1972, firmato da Pieter Vuijik, un dipendente dell'Azienda olandese, che
preconizza
un obiettivo altrettanto luminoso e - soprattutto - dotato di un angolo di campo
superiore a
quello normalmente correlato ai superluminosi di tipo Ernostar; quest'obiettivo
fu progettato in
tre possibili configurazioni, partendo da ben 54° di campo ad f/1,0, passando a
45° per f/0,87
per approdare al modello di punta, un 40° con luminosità massima f/0,75;
questi tre modelli
condividono lo stesso schema ottico, con varianti minori, basato su un tipo
Gauss a doppio
menisco anteriore simile alla versione f/0,95 progettata sempre per la De Oude
Delft da Becker
ad inizio anni '60; in questo caso, rinunciando ad un accettabile spazio
retrofocale, la luminosità
è stata incrementata aggiungendo il gruppo posteriore convergente di Herzberger,
già ampiamente
discusso nel pezzo relativo a Kubrick ed al Planar f/0,7, anch'esso basato su
questo concetto.
Lo schema del De Oude Delft progettato da Vuijik ad inizio anni '70 prevedeva,
come modello di punta, un 40° di campo f/0,75; lo schema è chiaramente diviso
in due sottogruppi: un Gauss anteriore ed un gruppo posteriore derivato dagli
studi di Herzberger, col compito di intercettare il flusso in uscita e di
"concentrarlo"
su un campo di copertura inferiore, incrementando la luminosità relativa; per
la
sua concezione non sono stati scelti vetri ottici con caratteristiche estreme di
rifrazione o dispersione, bensì versioni che portassero al limite del possibile
il
favorevole rapporto fra questi due parametri: in particolare, l'elemento L7
(l'ultima lente posteriore del gruppo Gauss) prevede un vetro con indice di
rifrazione
di quasi 1,79 e numero di Abbe superiore a 50, un rapporto così eccezionale
che non trova riscontro nelle attuali tabelle della Schott o di altri produttori
Le aberrazioni correlate ai prototipi sono di entità abbastanza rilevante,
com'è lecito aspettarsi
da ottiche così luminose e di progettazione datata, tuttavia l'atout di questo
progetto consiste
nell'aver adottato un angolo di campo sostanzialmente superiore ai progetti
presentati fino ad
allora: lo stesso Planar 50mm f/0,7 copriva il mezzo formato 18x24mm e garantiva
soltanto
30° di campo, mentre il Gauss con gruppo di Herzberger progettato da Vuijk si
spingeva
addirittura a coperture grandangolari, portando la luminosità f/1,0 fino a 54°
e garantendo
la luminosità-monstre di f/0,75 su ben 40°, una copertura di poco
inferiore a quella garantita
da un obiettivo normale: questa connotazione crea un distinguo che colloca
l'interessante
progetto olandese del 1972 su un piano a parte, anche se in ogni caso non si
trattava di
obiettivi destinati alla fotografia generica, vuoi per la distorsione troppo
elevata, vuoi per
lo spazio retrofocale risicato, vuoi per l'eccesso di aberrazione sferica:
probabilmente
si trattava di progetti destinati, come altri modelli della Casa, alla ripresa
su fluoroscopi,
oscilloscopi od altri strumenti a bassa luminosità, e l'angolo di campo
maggiorato avrebbe
permesso una coniugata anteriore più ridotta e quindi apparecchi più compatti;
ecco il
resoconto delle aberrazioni previste nei tre modelli:
Le aberrazioni previste nei tre modelli: le versioni più grandangolari (54°
f/1,0 e 45° f/0,87)
soffrono di una sine condition eccessiva e di una distorsione inaccettabile per
impieghi
fotografici generici (fino al 10%), mentre l'interessante modello ad angolo
ridotto a 40° e
luminosità massima f/0,75 presenta aberrazione sferica, sine condition e
distorsione più
corrette ma un astigmatismo più pronunciato: tutti pagano lo scotto
dell'eccezionale rapporto
fra angolo di campo e luminosità in relazione all'inquadramento temporale del
progetto.
MARCOMETER
54° AD f/1,0 E 40° AD f/0,75
SONO PARAMETRI
ESTREMAMENTE INTERESSANTI, OTTENUTI PAGANDO
UN PESANTE SCOTTO IN TERMINI DI CORREZIONE
DELLE ABERRAZIONI; IL PROGETTO E' DEGNO DI
ESSERE COMUNQUE RICORDATO IN QUANTO GARANTISCE
ANGOLI DI CAMPO FINO AL GRANDANGOLARE PUR
ADOTTANDO IL GRUPPO CONVERGENTE DI HERZBERGER
CHE NORMALMENTE RIDUCE IN MODO SENSIBILE LA
COPERTURA UTILE; IL KNOW-HOW DELLA DE OUDE
DELFT
NEL SETTORE DEI SUPERLUMINOSI E'
INVIDIABILE, ANCHE
SE OPERANDO IN SETTORI SPECIALI E'
SCONOSCIUTA AL
GRANDE PUBBLICO DEGLI APPASSIONATI.