CANON EF 50-200mm f/3,5-4,5 L :
FUGACE METEORA AGLI ALBORI DEL SISTEMA EF
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L'obiettivo che intendo tratteggiare velocemente è
apparso agli albori del sistema EF come uno dei
primi obiettivi professionali serie "L" della gamma; quest'obiettivo
fu progettato nel 1983-84 ed il suo
schema fu deliberato il 2 Aprile 1984: come tedoforo dell'ormai consolidata e
gloriosa tradizione "L"
incorpora tutte le più moderne raffinatezze dell'ottica, come un elemento il
fluorite (fluoruro di calcio),
un vetro UD a bassissima dispersione e tre elementi ad altissima rifrazione,
superiore ad 1,84.
Il suo complesso schema a 16 lenti in 14 gruppi è frutto di una notevole
sinergia di cervelli, dal momento
che il progetto fu firmato sia da veterani (padri di già famosi obiettivi FD-L)
sia da talenti emergenti;
gli autori del calcolo sono Nozomu Kitagishi, Sadatoshi Takahashi, Tsunefumi
Tanaka, Keiji Ikemori
e Kikuo Momiyama; gli ultimi due erano già attivi negli anni '70 e sono gli
autori di capolavori come
gli FD 24/1,4 L, 50/1,2 L e zoom 20-35/3,5 L; il Canon EF 50-200mm f/3,5-4,5 L
fu commercializzato
nel Giugno 1988: al suo lancio il prezzo sul mercato giapponese era un tutto
sommato abbordabile
105.500 Yen; l'obiettivo presenta una luminosità variabile con la focale, con
l'apertura massima
fluttuante fra f/3,5 ed f/4,5 e l'apertura minima fra f/22 ed f/29; questa
caratteristica fu giudicata
negativamente dall'utenza, specie in un obiettivo che si fregiava
dell'impegnativo filetto rosso, e fu
una delle cause del modesto successo commerciale che lo avrebbero portato ad un
prematuro
ritiro dal mercato; l'obiettivo è servito da un diaframma ad 8 lamelle,
focheggia ad 1,2m - pari
ad un M=0,23x - e sfrutta filtri da 58mm di diametro; la luminosità variabile
oltre a contenere il
costo finale riversò benefici anche sugli ingombri, limitati ad una lunghezza
di 145,8mm per un
diametro di 75,6mm; rimarchevole anche il peso, contenuto in appena 695g;
infine, la focale
effettiva dell'obiettivo era compresa fra 51,6 e 195mm.
Dal punto di vista ottico l'obiettivo
sfoderava la classica nitidezza, pulizia cromatica ed ariosità
che hanno reso famosi i Canon "alla fluorite" ed avrebbe creato
assieme all' EF 20-35/3,5 L
un'interessante accoppiata tuttofare; purtroppo l'ottica venne tolta presto dal
listino, mentre la fortuna
commerciale ed il posto privilegiato nel cuore dei canonisti che avrebbe
meritato arrisero in
un secondo tempo all'EF 70-200/4 L, forte della sua livrea bianca molto
"pro" (plastica, in
realtà) e della sua luminosità ridotta ma costante, come ben si addice ad un
serie "L".
Oggi il Canon EF 50-200mm f/3,5.4,5 L è molto raro, dimenticato, quasi
sconosciuto
alle nuove leve di canonisti, mentre le raffinate caratteristiche del suo
sistema ottico e
le sonanti prestazioni che poteva fornire lo rendono degno di una rivalutazione
postuma,
nel cuore come nei corredi degli aficionados della marca.
lo schema ottico del Canon EF 50-200mm f/3,5-4,5 L, desunto direttamente dal
progetto originale;
com'era già caratteristica qualificante del precedente FD 80-200/4 L, anche
questa nuova realizzazione
EF-L abbina un elemento in fluorite ad un vetro UD a bassissima dispersione
(numero di Abbe 81,6,
non molto lontano dalla fluorite che vanta 95,1); inoltre sono presenti vetri ad
alta ed altissima rifrazione,
fra i quali due con valori superiori ad 1,84 ed uno addirittura ad 1,88; il
tutto garantiva nitidezza,
brillantezza, pulizia cromatica e presenza in distanza decisamente
soddisfacenti; ho nominato il vetro
UD come Schott N-PK52A perchè le caratteristiche di rifrazione e dispersione
identiche fino al
quinto decimale mi fanno sospettare che Canon si fornisse dalla Schott per
questi vetri speciali al
fosfato di fluoro, rinominandoli poi Canon UD per esigenze di marketing; a
riprova, nel progetto
originale del Canon FD 500/4,5 L i vetri sono denominati in chiaro con codici
originali Schott...
Aberrazione sferica, astigmatismo e distorsione del Canon EF 50-200/3,5-4,5 L
misurate alle focali
50, 100 e 200mm; la distorsione si mantiene costantemente nell'ambito del 2,5%,
visibile ma non
preoccupante; l'aberrazione sferica si mantiene costante alle varie lunghezze
d'onda della luce, con
un lieve scostamento alle massime aperture soltanto in corrispondenza della
critica g-line, alla soglia
dell'ultravioletto; ottimamente corretto l'astigmatismo alla focale massima di
200mm, dove lo
zoom EF 50-200mm f/3,5-4,5 L si configura come un apo-tele di tutto rispetto
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