CANON FD 50mm
f/1,2 L :
STORIA E RETROSCENA DI PROGETTAZIONE
DELL'ULTIMO NORMALE TOP DI GAMMA
DELLA GENERAZIONE FD, CON I DATI
COMPLETI DEL PROGETTO ORIGINALE
ABSTRACT
A deep overview of the venerable Canon FD 50mm f/1,2 L with
unprecedented data from the original Ikenori's project: glasses,
drawings of the prototypes designed ad hoc, aspheric coefficients,
aberration curves, basic project preferences and pictures;
in a nutshell, as usual, a definitive compendium about the "perfect
standard lens" of the generation FD.
03/11/2007
Non c'è nulla da fare: nel decennio compreso fra metà anni
'70 e metà anni '80 i fortunati possessori
degli obiettivi Canon FD-L erano oggetto di una bonaria invidia da parte degli
altri utenti, ben consci
che questa gamma di obiettivi consentiva prestazioni realmente eccellenti e
spesso annoverava autentici
record di luminosità, una caratteristica che forse per la prima volta non
chiedeva compromessi con le
prestazioni fotografiche reali; non mi soffermerò ulteriormente sull'intera
gamma, già discussa in modo
esaustivo nell'apposito pezzo "l'acuto del tenore", dirottando
l'attenzione sull'obiettivo standard di questa
prestigiosa serie, il Canon FD 50mm f/1,2 L, fiore all'occhiello di una gamma
molto assortita e che
comprendeva anche gli FD 50mm f/3,5 macro, 50mm f/1,8, 50mm f/1,4 e 50mm f/1,2
"normale": tutti
obiettivi eccellenti e rimasti impressi nei ricordi nostalgici dei fotografi
più stagionati, che rammentano
la risoluzione, il contrasto e la pulizia di resa che li caratterizzava; l'FD
50mm f/1,2 L si poneva senza
mezzi termini al vertice della piramide, garantendo prestazioni superiori agli
altri 50mm FD nonostante
la luminosità massima decisamente impegnativa; in questa sede verrà descritto
il background di questa
pietra miliare con una dovizia di informazioni senza precedenti,
riportando integralmente i dati del progetto
originale ed anche schemi ottici alternativi, non presenti nel progetto se non
come quote numeriche, disegnati
appositamente per l'occasione.
BACKGROUND
In realtà il Canon FD 50mm f/1,2 L non fu progettato dal
foglio bianco ma si trattò piuttosto dell'ottimizzazione
finale di quello che può essere considerato il primo, vero FD-L ante litteram,
l'obiettivo che fece esordire le lenti
asferiche nella produzione di massa Canon e che inventò di sana pianta la
nicchia degli obiettivi "super" in alternativa
alla gamma convenzionale, cioè il 55mm f/1,2 del 1971 nelle tre versioni
sequenziali AL, SSC AL ed SSC Aspherical;
quest'obiettivo - come già detto in altra sede - costituì un vero salto
generazionale perchè per la prima volta introduceva
ed armonizzava tutte le più avanzate novità dell'ottica moderna, dai vetri ad
altissima rifrazione alla superficie asferica al
sistema flottante, adottando un Gauss a ben 8 lenti di rimarchevole nitore; la
sua qualità ottica globale e la nitidezza con
elevata soppressione del flare comatico ad f/1,2 sono rimaste leggendarie, anche
se il prezzo di listino estremamente elevato
suggerì alla maggior parte dei canonisti interessati di ripiegare sui più
abbordabili 55mm f/1,2 convenzionale o 50mm f/1,4,
anche se la resa a piena apertura dell'asferico è davvero più netta e pulita;
quest'obiettivo, dopo i piccoli aggiustamenti
di estetica e l'adozione dell'antiriflessi SSC, visse una breve e fiammeggiante
stagione ed uscì di produzione alla nascita
della gamma FD-new, poi introdotta nel Giugno 1979; nel frattempo alla Canon non
si limitarono a ri-progettare la
montatura esterna come nel caso degli FD-L 24mm f/1,4 ed 85mm f/1,2 ma misero
mano anche al nocciolo ottico.
BUONA LA SECONDA
Specificamente, intorno al 1978, quando la produzione in
piccolissima serie del 55mm f/1,2 aspherical stava terminando
(con sollievo e buona pace dei tecnici adibiti alla sua calibratura manuale
individuale...) al Dr. Keiji Ikemori fu affidato
il compito di concepire un degno erede per questo straordinario obiettivo, con
l'unico imperativo di normalizzare la focale
a 50mm per uniformare la gamma degli obiettivi standard, questione solo
apparentemente banale dal momento che in
Gauss così luminosi un leggero aumento di focale aiuta senz'altro a far
rientrare i calcoli nei severi parametri di spazio
retrofocale richiesti dallo specchio reflex, ed una riduzione da 55 a 50mm
complica molto la vita in tal senso.
Ikemori fece suo il detto "squadra vincente non si
cambia" e partì dalla base del precedente 55mm, introducendo
soltanto modifiche minori nella scelta dei vetri e nel raggio di curvatura delle
superfici rifrangenti ma replicando in toto
l'impianto precedente, dal Gauss ad 8 lenti in 6 gruppi (col doppietto anteriore
collato ed i tre elementi singoli posteriori),
alla superficie asferica sulla faccia anteriore della seconda lente al sistema
flottante per la messa a fuoco ravvicinata.
il confronto fra gli schemi dell'FD 55mm f/1,2 aspherical e
dell'FD 50mm f/1,2 L evidenzia
la stretta derivazione del 50mm dal modello originale, peraltro eccellente
alcune viste del mio FD 50mm f/1,2 L personale; l'obiettivo è
vestito in una snella
montatura FD-n ed è ragionevolmente compatto, anche se il peso tradisce l'orgia
di lenti e la complessione professionale
Nel novembre 1979 il Dr. Ikemori terminò la progettazione del
nuovo 50mm f/1,2 asferico e flottante,
un obiettivo che avrebbe esordito sul mercato nell'ottobre 1980 con la
denominazione FD-n 50mm f/1,2 L;
l'obiettivo disponeva di attacco filtri da 52mm con tappo anteriore C-52 e
paraluce a baionetta in materiale
plastico BS-52 e misurava 65,3 x 50,5mm; il peso reale è 381g senza tappi (399g
con tappi e 415g con tappi
e paraluce) e per lui era prevista l'adozione della custodia soffice B9 o di
quella rigida A9; il diaframma dispone
di un'apertura ottagonale e chiude da f/1,2 ad f/16, mentre la messa a fuoco
minima arriva a 0,5m, pari ad un
ingrandimento sul fotogramma di 0,13x.
X-RAY
Ikemori-san calcolò quattro diverse opzioni, una delle quali
fu promossa alla produzione di serie; nel progetto
originale è riportata soltanto la sezione di quest'ultima, mentre per i tre
prototipi alternativi abbiamo unicamente
i raggi di curvatura, gli spessori e le distanze fra le lenti; per completare il
quadro sono stati disegnati anche i tre
schemi dei prototipi, e ringrazio Vicent Cabo per essersi amichevolmente
prestato.
Per la prima volta vengono divulgati gli schemi ottici del Canon FD 50mm f/1,2 L
di produzione e dei
tre schemi alternativi progettati da Keiji Ikemori, disegnati seguendo
fedelmente i parametri riportati;
sono presenti anche le caratteristiche dei vetri usati (indice di rifrazione e
numero di Abbe relativo alla
dispersione), la posizione dello spazio variabile nel flottaggio ed i
coefficienti che definiscono la superficie
asferica; il doppietto collato anteriore (lenti 2 e 3) è decisamente
anacronistico all'epoca del progetto
(quando ormai da anni tutti lo spaziavano ad aria), un autentico omaggio al
precedente modello; un'altra
caratteristica qualificante del progetto è l'adozione di ben tre lenti singole
posteriori, le cui superfici rifrangenti
consentono un'accurata regolazione delle aberrazioni in uscita; il sistema
flottante prevede lo spostamento
integrale del Gauss anteriore a 7 lenti (in pratica equivale ad un 50mm luminoso
convenzionale) mentre
l'ottava lente posteriore resta stazionaria; per tutti e quattro i modelli è
presente una superficie asferica
molata di precisione sulla faccia anteriore della terza lente, i cui
coefficienti sono riportati nello schema.
Scendendo nello specifico, le differenze fra le versioni sono
minimali, ed è davvero impressionante il
quarto ed ultimo prototipo, per il quale è stata effettuata una scelta di vetri
davvero spinta, dal momento
che su 8 lenti ben 5 sarebbero state realizzate col costosissimo short-Flint al
Lantanio Schott LaSF31A,
un vetro caratterizzato da un eccellente rapporto fra altissima rifrazione
(1,883) e bassa dispersione
(40,8); per buona misura, la lente L4 prevede l'adozione di vetro Schott
SF-57, dotato di un indice
di rifrazione parimenti molto elevato (1,84666); questa sarabanda di vetri ad
altissima rifrazione ricorda
da vicino il futuro EF 50mm f/1,0 L; l'FD 50mm f/1,2 L di produzione, più
attento al mondo reale ed
ai costi globali, adotta soltanto una lente in Schott LaSF31A, ma non rinuncia
comunque ad una scelta
ben assortita di materiali spinti, con elementi in SF6, LaSF44, LaF33, LaF34,
tutti vetri ad alta rifrazione.
anche la previsione sulle aberrazioni varia poco da esemplare
ad esemplare, e sembra che la dovizia
di vetri altamente rifrattivi del prototipo n° 4 non porti benefici evidenti
rispetto ai meno dotati colleghi
le opzioni preferenziali del progetto globale di Ikemori ed i
rispettivi
parametri riferiti ai quattro modelli calcolati; f
rappresenta la lunghezza
focale dell'intero complesso ed fn la focale della singola
lente n, mentre Rn
esemplifica il raggio di curvatura ella superficie n
gli MTF ufficiali dell'FD 50mm f/1,2 L, realizzati all'epoca
secondo i classici
standard Canon (lettura sagittale e tangenziale a 10 e 30 l/mm di frequenza
spaziale, sia a diaframma tutto aperto f/1,2 che a chiusura ottimale ad f/5,6);
la Canon dichiarava ufficialmente che l'FD 50mm f/1,2 L era l'obiettivo più
performante fra tutti i normali FD
uno stralcio dalla brochure Canon FD-L con la sezione dedicata
al 50/1,2 L, nella quale si
sottolineano le caratteristiche dell'ottica (soppressione del flare con la lente
asferica, controllo
della resa col sistema flottante, antiriflessi sofisticato); la citazione alla
scelta di vetri per bilanciare
la resa cromatica è d'obbligo, dal momento che molti vetri ad alta ed altissima
rifrazione (come
quelli utilizzati in alcune delle lenti di quest'obiettivo) non sono incolori ma decisamente caldi,
con un vistoso blend giallo dovuto agli elementi che li compongono; anche qui
viene asserito che
l'FD 50mm f/1,2 L supera gli altri normali in qualità ottica
Questo stralcio, sempre ricavato dalla bochure Canon FD-L,
mostra l'efficacia
della lente asferica nella soppressione del coma ad f/1,2: a sinistra troviamo
l'immagine ottenuta con l'FD 50mm f/1,2 L, a destra quella focalizzata dall'FD
50mm f/1,2 "normale" a sette lenti, non asferico, che produce un
vistoso flare
anche sull'asse di ripresa.
CHE LIBIDINE
Nell'uso pratico l'FD 50mm f/1,2 L produce immagini
estremamente ariose e pulite, e già ad f/2-2,8
la riproduzione è secca; i suoi colori sono tipici, con un blu molto attinico e
carico, e la risoluzione
ad f/5,6 ed f/8 sufficiente a soddisfate i palati più esigenti; a piena
apertura una buona risoluzione è
confinata nello spot centrale inscritto al formato, ma la soppressione del flare
di coma è effettivamente
molto buona e le immagini appaiono visivamente più presenti di quelle prodotte
da analoghi luminosi
dotati di lenti convenzionali; si tratta certamente di un obiettivo superiore,
che in buona compagnia con
colleghi della sua risma come il 24/1,4 e l'85/1,2 costituiva uno dei pacchetti
più celebrati e desiderati
del periodo; tuttora le sue prestazioni sono assolutamente attuali, con l'unico
cruccio di quella baionetta
FD che lo relega sui corpi coevi e gli nega l'accesso al digitale, sul quale -
grazie all'ampia pupilla di
uscita posteriore e alla certosina riduzione del flare dovuto alle
interriflessioni - sono certo che passerebbe
con nonchalance e senza perdere il filo della sua resa tagliente.
MARCOMETRO
PUNTO DI ARRIVO DI UNA
GENERAZIONE, E' STATO
UNO DEGLI ALFIERI DEL POKER D'ASSI CANON
FD-L,
AUTENTICO PUNTO DI RIFERIMENTO AGLI SGOCCIOLI
DELL'ERA MANUAL-FOCUS; IL 50/1,2 FD-L ALL'EPOCA
ERA CONSIDERATO IL NORMALE "PERFETTO", LUMINOSO,
SEMPRE NITIDO E PULITO, SUFFICIENTEMENTE PORTABILE,
BEN COSTRUITO: UNA DEFINIZIONE CHE PUO'
ESSERE
AMPIAMENTE SOTTOSCRITTA ANCHE OGGI
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