I FIGLI PERDUTI
DI CANON / PARTE
SECONDA:
Canon EF 50mm f/1,4 DO anno 2000
Canon EF 24mm f/1,4 L DO anno 2000
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All’alba
del nuovo millennio Canon stupì tutti per l’ennesima volta dando vita
commerciale a un’idea per la verità sviluppata indipendentemente per lungo
tempo anche da altre Marche come Olympus e Pentax :il progetto verteva
sull’utilizzo pratico dei reticoli di diffrazione (applicati sotto forma di
riporto in resina ottica finemente lavorata) sulle lenti degli obiettivi
fotografici per ottenere una maggiore compattezza ed un superiore controllo
dell’aberrazione cromatica laterale, e lo specialista della situazione era
impersonato dal Dr. Hideki Ogawa-san, che nel marzo 2000 depositò il progetto
del primo Canon DO (acronimo di Diffractive Optics): l’EF 400mm f/4 DO IS,
riconoscibile per l’inedito filetto verde e per l’inconsueta compattezza,
cui avrebbe fatto seguito anche l’interessante 70-300mm f/4,5-5,6 DO IS,
ottica che sacrifica ad una eccezionale compattezza la sua luminosità, giovandosi
però anch’essa del sistema di stabilizzazione Canon IS evoluto.
Al momento i cui scrivo (01 Novembre 2006) questi due obiettivi sono gli unici presenti sul mercato a fare uso di reticoli di diffrazione, tuttavia il Dr. Ogawa aveva realizzato il progetto di altri due interessantissimi obiettivi DO, che vanno a tutti gli effetti considerati delle importanti evoluzioni di famosi obiettivi EF di serie: si tratta del 50mm f/1,4 DO e del 24mm f/1,4 L DO, nei quali i reticoli di diffrazione non erano applicati per ridurre le dimensioni e/o correggere l’aberrazione cromatica (come nel caso del 400mm f/4 DO congiuntamente progettato) ma per incrementare il potere risolutivo di questi obiettivi EF, trasformandoli in luminosi razor-sharp; allego alcuni schemi inediti che ho rielaborato all'uopo.
lo schema derivato dal progetto originale
del Canon EF 400mm f/4 DO IS, primo obiettivo di questo
genere ad essere commercializzato; il 400 DO utilizzava una grande e costosa
lente frontale con reticolo
di diffrazione a doppio strato, che consentiva una grande compattezza e, in
abbinamento alla lente in
fluorite, un controllo ottimale dello spettro secondario
la struttura del reticolo di diffrazione a doppio strato, originariamente
sviluppato per il 400/4 DO IS; in evidenza gli angoli di incidenza
luminosa +theta e -theta
angolo di incidenza theta, dati ricavati dalla documentazione originale di Ogawa
L'efficienza del reticolo diffrattivo per tre lunghezze d'onda diverse e con
angolo theta di
incidenza pari a 0°, +10° e -10°; l'efficienza raggiunta era già elevata
nella prima versione
bi-strato applicata al 400/4 DO IS ed ulteriormente perfezionata nel successivo
reticolo
tri-strato dell'EF 70-300/4,5-5,6 DO IS
Lo schema ottico del prototipo relativo ad un potenziale Canon EF 50mm f/1,4 DO,
caratterizzato da
vetri ad alta ed altissima rifrazione in 6 lenti dello schema con l'aggiunta di
un reticolo diffrattivo sulla
superficie posteriore del sesto elemento, il tutto per conseguire nuovi
traguardi di risoluzione
Ancora più interessante il prototipo per un Canon EF 24mm f/1,4 L DO, davvero
lodevole in quanto
specchio di una indomita volontà di perfezione: il mitico progetto originale di
Kikuo Momiyama era
già stato evoluto nel passaggio ad EF con l'introduzione della terza lente
anteriore, necessaria per ridurre
theta all'incrocio con l'asse del diaframma, moderando la vistosa vignettatura,
e con l'introduzione di
una lente ED per ridurre l'aberrazione cromatica laterale, ottenendo un
obiettivo maturo dal rendimento
molto elevato; non contento di ciò Ogawa ha messo nuovamente mano al progetto,
inserendo un reticolo
di diffrazione sulla superficie posteriore della penultima lente! Anche in
questo caso l'obiettivo dichiarato
era un incremento deciso del potere risolutivo, che avrebbe dato vita ad un vero
mostro.
Giudico molto positivamente questi progetti, e ritengo che siano stati accantonati per i costi inizialmente elevatissimi legati ai reticoli diffrattivi, la cui fase di industrializzazione in serie emetteva soltanto i primi vagiti; mi auguro che lo sviluppo della tecnologia abbatta questi costi permettendo di applicare questa soluzione tecnica non solamente ad obiettivi esotici destinati ad una fortunata elìte ma anche ai pezzi di uso più comune e frequente, mettendo a disposizione i vantaggi indiscutibili di questa promettente tecnologia a schiere sempre più vaste di utenti.
IL MARCOMETRO
MA NON SI POTREBBE SPEGNERE IL MARKETING TRE GIORNI A SETTIMANA?
IL 24/1,4 ASFERICO APO DIFFRATTIVO USM AVREI VOLUTO DAVVERO
PROVARLO, E' UNA TIPOLOGIA DI OTTICA CHE TOCCA LE
MIE CORDE: SUPERWIDE, SUPERLUMINOSO E SUPERNITIDO.
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