CANON 50mm f/0,95 :
UN'AFFASCINANTE IPOTESI SULLE SUE
ORIGINI.....OLANDESI E DUE
SCATTI DUE
DI PROVA ADATTATO SU LEICA M6
Il celeberrimo Canon RF 50mm f/0,95 è un obiettivo molto
chiacchierato e conosciuto,
tuttavia le sue origini sono tuttora avvolte nel mistero; come possessore e fan
di lunga data
di quest'obiettivo ho sempre cercato dati ed informazioni tecniche su quest'affascinante
campione di luminosità, ed ho azzardato un'ipotesi basata su prove indiziarie
che ora
condividerò con voi, giungendo a conclusioni certamente impreviste, tuttavia
potenzialmente
possibili...
Il grande padre dei super-luminosi in forza al sistema Canon a
telemetro fu il Fr. Hiroshi Ito,
autore dei progetti relativi ai vari 35mm f/1,5, 50mm f/1,2, 85mm f/1,8 e 100mm
f/2, autentici
pezzi di bravura che all'epoca impressionarono utenti e concorrenti e che
consolidarono l'ancora
spenta nomea del brand; tuttavia non esiste traccia di un progetto 50mm f/0,95,
nè a nome di Ito
nè dei suoi meno prestigiosi colleghi dell'epoca.
Nel frattempo (seconda metà degli anni '50, inizio degli anni
'60) nella magnifica città olandese di
Delft (resa famosa dalle location del celebre film "la ragazza con
l'orecchino di perla") era attiva e
prosperava una fiorente azienda ottica di precisione, la N. V. Optische
Industrie de Oude Delft,
famosa per i suoi obiettivi speciali superluminosi per applicazioni
mediche come i Rayxar,
destinati a schermi fluorescenti e caratterizzati da luminosità pari ad f/0,75
(a fronte di focali spinte
anche a 250mm!) e financo f/0,57 nelle versioni più moderne; all'epoca era in
forze all'azienda un
brillante matematico di nome Johannes Becker, che oltre a progettare lo schema
base degli obiettivi
già descritti (nel lontano 1958!) calcolò anche alcuni Gauss di focale normale
e parimenti molto
luminosi, destinati ad apparecchi 35mm di corto tiraggio posteriore, come
appunto le Canon a
telemetro.
Al progetto originale del Canon 50mm f/1,2 di Iroshi Ito -
datato 1955 - fece seguito nel 1959
un calcolo quasi identico di Johannes Backer per un 50mm f/1,3 che adotta vetri
ottici e raggi
di curvatura molto simili al Canon; un paio di anni dopo lo stesso Becker
progetterà ed otterrà
la relativa registrazione di brevetto per un 50mm f/0,95 molto simile ai
precedenti e decisamente
identico al Canon 50mm f/0,95 che sarà prodotto in quel periodo e del quale non
esiste alcun
brevetto a firma Canon: ho ipotizzato che alla Canon fossero soddisfatti della
luminosità f/1,2 e
che non avessero pianificato ulteriori evoluzioni; successivamente, il lancio
del Nikkor-N 5cm f/1,1
per la concorrente Nikon serie S e la presa visione del progetto già pronto e
registrato
dell'ancora più luminoso 50mm f/0,95 di Becker per la De Oude Delft possono
avere indotto il
management Canon ad acquisire i diritti per il montaggio del 50/0,95
"olandese", rispondendo
così senza troppa fatica all'exploit Nippon Kogaku; naturalmente queste sono -
entro certi limiti -
soltanto congetture, ma se la Canon non ha mai avuto nulla a che vedere con la
De Oude Delft,
chissà perchè avrà scelto proprio l'Olanda come base logistica della Canon
Europe?
sniff, sniff... per le origini del Canon 50mm f/0,95 il mio
fiuto di segugio mi porta
sulla pista olandese.....
al centro il Canon RF 50mm f/1,2 di produzione, a sinistra il
progetto originale Canon di
Iroshi Ito (1955) e a destra il quasi omologo di Becker del 1959: che il
progettista della
de Oude Delft fosse sintonizzato sul target Canon è fuori dubbio...
lo schema ottico del Canon 50mm f/0,95 di produzione ed il
coevo progetto di Joannes Becker
per un 50mm f/0,95 che (considerando la diffusa "stilizzazione" degli
schemi ottici divulgati dalle case)
si presenta strutturalmente identico; se teniamo conto che non esiste un
brevetto Canon equivalente,
nemmeno alla firma di chi ha progettato tutti gli altri Canon RF luminosi, ho
ipotizzato che alla Canon
potrebbero aver sfruttato proprio questo lavoro "esterno" per il
famoso f/0,95....
Morale della favola: se i tasselli che ho composto
corrispondono al vero, ecco i vetri ottici impiegati
nel 50mm f/0,95, con molti elementi al lantanio caratterizzati da un favorevole
rapporto alta rifrazione/
bassa dispersione, utilizzati al fine di ridurre i raggi di curvatura per
minimizzare le aberrazioni entro
limiti accettabili
lo schema e lo stato di correzione dello 0,95 di Becker dal progetto originale,
cui era abbinata anche una versione f/1,1
DUE SCATTI DI PROVA SU LEICA M6
Il Canon 50mm f/0,95 che possiedo da
molti anni lo acquistai già modificato in attacco Leica;
recentemente (17/09/2007) ho fatto due scatti per visualizzare cosa ci si possa
aspettare da
un calcolo così estremo e concettualmente risalente a fine anni ' 50,
approfittando di un rullino
da terminare dopo essere rimasto troppo tempo a metà in una Leica M6 !
Il Canon 50mm f/0,95 adattato su Leica
M6 assieme all'epigono EF 50mm f/1,0 L, progettato 25 anni dopo;
l'utilizzo di un anello Leica 14097 consente la selezione automatica della
cornicetta da 50-75mm, l'esposimetro
TTL è regolarmente in funzione ed il telemetro (calibrato nelle Canon
dell'epoca sugli standard Leitz) è perfettamente
accoppiato, garantendo con la sua ampia base telemetrica una messa a fuoco più
precisa rispetto al corpo d'origine
resa morbida con flare di coma ma vignettatura incredibilmente ridotta; la
nitidezza è molto carente
ma le immagini sono tutto sommato accettabili
le prestazioni sono modeste ma si può sfruttare lo sfuocato estremo per
immagini interessanti, magari
da ingrandire moderatamente
ad f/2,8 la resa migliora e lo sfuocato è gradevole, anche se
la nitidezza è inferiore
ai 50mm più convenzionali alla stessa apertura, ma si tratta di un confronto
impietoso
ed anche improprio, considerando la luminosità-monstre e l'anagrafe del
Nostro....
quello che depone a favore dello 0,95 è una resa piuttosto
buona ad f/8, magari inaspettata
in un obiettivo così estremizzato ed anziano, un comportamento dignitoso che
permette
immagini oneste e senza pecche visibili
Scattai questa foto col Canon 50mm f/0,95 su Leica M6 nell'estate 1993, ad f/8;
come si può vedere il limite nell'utilizzo pratico a diaframmi medi risiede
più nella
insufficiente protezione dal flare di controluce che in una insoddisfacente
leggibilità
dei dettagli, pur non trattandosi certamente di un obiettivo nitido in senso
stretto
(testi, foto e grafiche di Marco Cavina;
scansioni con Nikon LS-2000 a 12 bit/canale e Lasersoft Silverfast)
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